Stegal67 Blog

Tuesday, December 29, 2009

Sto ancora aspettando che sul sito della Fiso compaia il calendario completo con le gare regionali, per cominciare a fare qualche valutazione ma soprattutto qualche sogno ad occhi aperti... Insomma, almeno a giudicare dalle date nelle quali questo diario riportava i vari vaneggiamenti “mi piacerebbe andare a correre qui, e poi anche là...”, mi pare che l’anno scorso in questo periodo le indicazioni dei vari calendari regionali fossero già state inserite sul sito federale (in effetti mi chiedo anche a chi compete farlo... se è il solito volontario con un milione di incombenze mi scuso fin da subito). Quest’anno mi tocca capire le date di qualche gara da:
a) le richieste per fare lo speaker (il carnet comincia già a riempirsi)
b) il Nuovo Lanternino lombardo, sul quale almeno ho potuto avere una overview completa su quel che bolle nel pentolone della mia regione;
c) i velati messaggi sugli appuntamenti della squadra junior trentina (da cui mi pare di capire che a Pasqua ci sarà un altro Trittico della Valsugana, per esempio...)

Devo stare mooooolto all’occhio! Perchè se il tempo non mi passa guardando i calendari da tutte le angolazioni possibili... va a finire che mi metto a fare dell’altro.

Per esempio: correre.
Nell’ultimo fine settimana 30 km di corsetta niente male, con temperature poco sopra lo zero ma con una bella atmosfera natalizia attorno. 18 km a Zanica nel giorno di Santo Stefano, per quella che doveva essere una mezza maratona (ma il fango ha costretto gli organizzatori a troncare il giro lungo), completati in un tempo attorno all’ora e 35 minuti (niente male, visto che non mi alleno più da una vita!) e domenica mattina 12 km a Moncucco di Vernate su quel bel terreno piattissimo che più piatto non si può (se non vogliamo contare i due ponti sopra l’autostrada all’altezza di Soncino). Partenza a Moncucco alle ore 7.50 con il buio e battutaccia al terzo chilometro “ma cosa fa questo con gli abbaglianti sparati?!?” (era il sole sorto alle nostre spalle...). Potrei anche raccontare dell’ultimo km di Moncucco sparato a una velocità folle per stare dietro (e sorpassare, sia ben chiaro) ad un arzillo vecchietto che sembrava lo zio di “Willy il principe di Bel Air” ma che faceva mulinare le gambette come un frullatore della Girmi...
Certo, Zanica e Moncucco non sono gli allenamenti "tra mari e monti" dell'Er-Team, ma questo passa il convento...

Per esempio: scacchi.
Sto tenendo fede alla mia fama di scacchista invernale... in pratica sto accumulando tutto il materiale che poi mi studierò con calma durante tutto il 2010! Ma soprattutto ho messo definitivamente a posto il brogliaccio del mio primo libro a soggetto scacchistico, qualcosa che aspetta in un cassetto da 10 anni... le bozze ci sono, le idee pure, il canovaccio sta prendendo forma... Prossimamente comincerà il lavoro di limatura del racconto, quello di limatura delle fesserie che stanno prendendo corpo pagina dopo pagina... Poi vedrò di farci stare una bella copertina con qualche foto e magari tra qualche mese avrò il mio libro fatto e finito (pronto per accumulare altre bozze per i prossimi 20 anni, poi per i 20 dopo ancora, poi per quelli successivi... devo far passare il tempo fino alle due Oringen in H100 che voglio correre!).

Per esempio: orienteering.
Visto che non si può andare per boschi, visto che non si può sognare con i calendari regionali (e soprattutto non si può proprio sognare coi tempi che corrono, visto che si prospetta un 2010 in perfetto stile 2009 – lavorativamente parlando), ho messo mano anche quest’anno al librone delle news Fiso.
Ne è venuta fuori un’altra volta, per il terzo anno consecutivo, una cartella da 6 mega zippati di pezzi ed immagini, 13 capitoli di roba ed una prefazione che da sola vale l’internamento in una clinica psichiatrica!
Primo capitoletto dedicato a Misha, e secondo capitoletto dedicato al trio Tero, Anders e Michael. Perchè è da un po’ che volevo dirlo: io non ho votato per il “poll” sul migliore orientista del 2009; ho votato solo per “la” migliore orientista (e ho votato Helena Jansson, quindi ho perso in partenza), perchè per “il” migliore orientista per me non c’era storia: andavano premiati insieme i 3 suddetti! Se non ci pensiamo noi a fare un po’ di rumore attorno al gesto sportivo più bello degli ultimi anni, chi ci deve pensare?
Così, se mai vedrà la luce, avrò fatto del mio meglio per ricordare quanto accaduto il 22 agosto 2009 in terra ungherese (ehi! Erano due anni esatti dal titolo mondiale di Roberta Falda in Ucraina!).

Next stop: i calendari. Se avete notizia di qualche calendario regionale sparso per il web, please notiziatemi (come piace dire al mio capo), almeno lascerò un po’ di respiro alle mie memorie scacchistiche.

Thursday, December 10, 2009

Sangue sudore e lacrime.

Stagione di C.O. che si va a chiudere. Tempo di consuntivi. Tempo soprattutto di capire molto in fretta che non ho più l’età per concedermi certe performance che solo un paio di anni fa mi sarebbero venute via facili... Sarà l’età, sarà la stanchezza accumulata in questi ultimi due mesi pazzeschi, sarà il freddo e l’inverno milanese, oppure è solo questione di (poco, pochissimo) allenamento sul campo e (troppo, troppissimo) lavoro alla mia scrivania?

Eppure, riguardando l’elenco delle gare di quest’anno, avrei persino qualcosa di cui andare contento: ho iniziato malissimo, è vero, tra Firenze e Tarzo; ma dopo il divertimento del week-end veneto di Nove e Val d’Astico e della Pasqua in Alsazia sono venuti i Campionati Middle di Civezzano e gli Highlands Open nei quali ho raccolto qualche scalpo autorevole e mi sono divertito come poche volte prima di allora. Un altro periodo di bassa marea è coinciso con il Trofeo delle Regioni e le gare di quel periodo, ma poi c’è stato il divertimento della 5 giorni delle Dolomiti, della 5 giorni in Slovenia e dell’Hungaria Kupa. Il massimo della fatica è stato raggiunto con la O-Marathon di Folgaria (semper senator sum...) e poi, dopo il Family Trophy in Predaia, un finale di stagione in grande calando, complice anche la poca voglia di andare per i boschi freddi e fangosi delle nostre latitudini una volta che la stagione trentina si è conclusa.

Uno, due, tre,... cinque... dieci! Dieci righe di una pagina word scritta in Times New Roman carattere 12. Avevo scommesso con me stesso che sarei riuscito a condensare tutta la stagione in 10 righe e ci sono riuscito! Non ho dovuto nemmeno mettere i margini troppo stretti. Una stagione personale di C.O. da 10 righe in cronaca spicciola, proprio.

E allora che siano “Sangue sudore e lacrime”, come dicevo. Quelli che rappresentano bene, invece, la mia stagione da speaker o da addetto stampa improvvisato. Oh! Se la rappresentano molto bene...

Sangue?
Si è stata la stagione del sangue. Quello che tutti quanti abbiamo avuto in abbondanza. E non parlo di quello visto a Tarzo sul volto (curiosamente, per chi come me stava a 10 metri dall’arrivo) di Roberto Dallavalle, Luca Dallavalle e Vincenzo Crippa. Parlo del Sangue-Più-Famoso-Dell’-Orienteering, quello di Martin Johansson nel giro finale della staffetta che assegna il titolo del mondo, quello che ha fatto fermare Gueorgiou, Nordberg e Smola lanciati nella corsa all’oro mondiale, e fatto scrivere fiumi di inchiostro a tutti gli ori-giornalisti del pianeta (e purtroppo solo a loro...). Quel giorno, sul campo di gara ungherese di Bukk-qualcosa, credo di essere stato tra i primissimi a vedere Nordberg scendere giù dal monte palesemente fuori gara. Chissà se il cimelio... intendo la maglietta della nazionale francese che apparteneva a Gueorgiou, quella intrisa del sangue di Johansson nel tentativo di fermare una emorragia, è finita in qualche cestino dell’immondizia all’ospedale di Miskolc, oppure se qualcuno ha custodito gelosamente la reliquia?
Una menzione onorevole per le gambe (sempre meritevoli di una qualche citazione) di Minna Kauppi, letteralmente massacrate (ma Minna! Come farai a metterti in minigonna al party?) nel corso della finale sprint di Miskolc-Zoo... per fortuna, ma forse dovrei dire per sfortuna, la gara sprint più importante della stagione l’ho corsa a Firenze, dove il peggio che poteva capitarmi era di slogarmi una mascella per la noia (mi rendo conto che il tracciatore non poteva fare di più... ma con tutti i parchi del mondo siamo andati a correre proprio nel più piatto e squadrato per poi arrivare all’interno dell’Ippodromo dove non ci ha visto proprio nessuno?)

Sudore?
... l’immagine sarà un po’ forte, ma so soltanto io le volte che in questa stagione ho dovuto dare una bella ripulita al microfono dopo la classica intervista post-gara ai protagonisti. Quelli (o quelle) ai quali metto sotto il naso il microfono mentre ancora con la sicard cercano di arrestare la corsa del cronometro all’ultima stazione di finish! Quelli (ma soprattutto quelle) che già a 20 metri dal traguardo cercano di rendersi conto se il guastatore vociante sta mirando proprio a loro... quelli (e senz’altro quelle!) che l’ultima stilla di energia la usano per darsi alla fuga davanti al “cono gelato” elettronico.
Tra tutti i “sudatori”, la palma di “Fontanino 2009” va probabilmente a Graham Gristwood (che sarebbe solo il campione del mondo a staffetta 2008... mica pizza e fichi!) il quale concorre, senza vincere, anche per la palma di Mr. Simpatico: a Venezia, si sorbisce l’intervista di rito molto professssscional di Lucie Babel, e forse pensa che tutto sia finito lì... in realtà dietro a Lucie è appostato l’assai meno professsssscional Stegal il quale lo blocca e comincia la seconda parte dell’intervista con un bel “Senti Graham... la tua divisa è veramente ributtante (brutta e color vomitone di cammello n.d.r.)... cosa succede? La federazione britannica ha finito i soldi? Chi è il vostro stilista?” e per fortuna Graham si fa una bella risata (e mi inonda di sudore) e poi sta al gioco e accetta di rispondere ancora a qualche gag... (l’intervista in inglese suona più o meno così: arriva Stegal col più classico accento da broccolino che al confronto Roberto De Niro in Taxi Driver è un volgare imitatore... “Listen-tu-mmmi Graham... ior ti-scior is tuu disgasting...uots append... d fererescion ov gret britain is uitaut moni? U is ior stailist? “

Una menzione particolare, perchè ricordo molto bene quel momento nel quale “facemmo venire giù le montagne” per il sudore del “Truffa” all’arrivo della gara di qualificazione middle ai Mondiali primierotti. Un perfetto esempio di quello che nel film “L’uomo che uccise Liberty Valance” venne descritto come “Se la leggenda diventa realtà, racconta la leggenda”... o giù di lì.
Chissà perchè, invece, le fanciulle sudano molto meno: metabolismo? Si scannano meno di noi quando sono nel bosco? Semplice aplomb? Non so... Nicole Scalet ogni volta che la vedo al traguardo sembra appena uscita dal parrucchiere!
Anche Carlo Rigoni... eppure non è mica una fanciulla. Non so: Carlo è stato troppo superiore a tutti quest’anno. Non importa se ha corso in M35. Basta per tutte l’intervista post-frazione di staffetta a Monte Moria “Vieni un po’ qua... devo dirti una cosa” (odDio... cosa ho detto cosa ho fatto...) “Visto che mi dici sempre che non devo correre il M35... il prossimo anno vengo a prenderti in M40!”. Troppo simpatico ma troppo poco sudato. Il premio va a Gristwood.

Lacrime?
Di solito le uniche lacrime che vengono in mente sono quelle delle ragazze. Eppure anche a qualche maschietto farebbe bene, senza vergognarsi (io ad esempio non mi vergogno), versare qualche lacrima ogni tanto. No, i maschietti tutt’al più si inca$$ano... in quest’ultima graduatoria direi per tutti Pasi Ikonen seduto al tavolino del baretto di Miskolc-Zoo dopo l’esclusione dalla sprint: per la serie “non avvicinarsi, animale feroce”; oppure un passaggio del Mondiale Juniores post composizione della staffetta azzurra (per la serie: “adesso vi farò vedere io chi sono!”). Ma anche le ragazze non scherzano: e visto che ho citato Pasi, ecco anche Minna che dopo la finale sprint scappa via mandando a quel paese tutto e tutti, compresi i reporter della televisione finlandese e le compagne di squadra che la aspettavano per fare il solito “defa”...

Ma se lacrime devono essere, allora che siano lacrime mondiali. Quelle, purtroppo, di Elena Roos dopo una sciagurata e terribile qualificazione middle ai mondiali in Primiero, consolata seppur inconsolabile dalla allenatrice della nazionale elvetica (nessuno dei 3 speaker, giustamente, ha avuto il coraggio di avvicinarsi...). Quelle dell’atleta bulgara distrutta all’arrivo della long di Passo Rolle, in mezzo alla tormenta, con lo speaker ormai privo di microfono che alla nazionale del paese che sta tra il Brunei ed il Burkina Faso ha prestato il suo pile rosso ed il suo berretto nel tentativo di dare un minimo di supporto.
E quelle di un oscuro e prima di allora praticamente sconosciuto atleta del baltico, che in un pomeriggio ungherese di fine agosto è stato capace di prodursi in uno sforzo supremo e di crollare subito dopo fisicamente e moralmente, mostrandosi al tempo stesso eroe vulnerabile... faccio il tifo per te, ragazzo!

Sangue sudore e lacrime.
Chi va nel bosco al quadruplice suono di un bip! ne ha in abbondanza. Forse rimane questo uno dei motivi per continuare a giocare, per continuare a lottare, per continuare a sperare.