Stegal67 Blog

Saturday, February 26, 2011

Avrei voluto pubblicare ieri anche la carta del Model Event tenutosi nel pomeriggio del "giorno meno 1", ma il .jpg della carta tarda ad arrivare ed in compenso sono arrivate parecchie incombenze sul groppone che rendono la giornata ancora più lunga ed ancora più piena.

Un riassunto delle puntate precedenti al momento di ora, sera del sabato del giorno zero:

1) il model event si svolge in un bosco dal sottobosco un po' ruvido (prima parte) con lanterne veramente cattivelle sulle quali bisogna navigare tra cespugli e bush dai quali non si capisce se il rilievo che stai guardando è la collinetta inutile o la cima di un cespuglio più grosso degli altri. Me la cavo tutto sommato benone in 1 ora e 6 minuti; tutto ciò mi sarà di poco aiuto quando, nella penombra, dovrò andare a raccattare i punti: la stanchezza mi fa andare dalla 4 alla 6 e poi passo 20 minuti a cercare effettivamente una "6" già raccolta, che trovo ovviamente 5 volte ed ogni volta rinciuchito di fatica penso di essere tornato sulla 5...
Solo alla penombra incipnete un diavoletto mi dirà nella testa "controlla i codici delle lanterne che hai raccolto": scoprirò di aver in mano la fott... 6 da 20 minuti e di dover tornare indietro a prendere la 5. Le altre poi sono una passeggiata di salute (nel buio, però).

2) il rogaine-orienteering di questa mattina mi ha visto prendere il via con la termica alle 8.20. Il caldone sale più tardi. Affronto questa score a lunghissimadistanza con nonchalance, ma i primi punti mi cadono in un bosco delle fiabe che sembra uno dei pezzi migliori di Nova Ponente ma ancora più in piano. Ovviamente non ci sono tutte le lanterne posate, ma vorrei vedere la faccia del posatore andaluso che sul punto 31 ha trovato la scritta "speaker has been here"! Alla fine chiudo con 13 lanterne trovate, alcune delle quali veramente bene ed altre pusillanemente lungo i sentieri, in 1 ora, 32 minuti e rotti (alti) su un tempo massimo disponibile di 15 minuti, ma devo tenermi pronto per illustrare ai concorrenti la gara che parte alle 11 e Pedro Pasion mi ha chiesto di essere all'arrivo alle 10.00 (arriverò alle 10.02)

3) italian speaker in azione. La gara non aiuta tantissimo perchè i concorrenti non hanno il pettorale e arrivano un po' quando pare a loro... alcuni fanno solo un allenamento di un'ora e altri invece combattono come forsennati! Così accade che il tempo ed il punteggio dello speaker reggano per 75 minuti fino all'arrivo di uno dei tanti Lillomarka OL. Poi, anche senza pettorale, riconosco Johan Runesson (3 gold medal ai JWOC 2008, uno dei migliori svedesi in circolazione) che vince la gara facile facendo il giro completo (circa 15 km) anche se ci riusciranno in tanti, tutti fortissimi. L'intervista con Runesson viene via facile perchè il giovine parla un inglese squisito; viene poi gentilmente mandato affanc... quando, richiesto di tracciare sulla carta il suo percorso, mostra chiaramente di aver passato il tempo sotto la linea rossa!

4) bella l'intervista con la spagnola vincitrice della Marathon des Sables 2009, mentre bella la non-intervista con la svedese che vince tra le donne, anche lei percorso completo, irriconoscibile in mezzo ad un centinaio di silfidi delle foreste del nord mentre questa ragazzotta è talmente in carne che qualcuno proferisce pure la parola "grassa"

5) domani penso di speakerare la gara più tosta della mia carriera. L'Halden SK è arrivato con: Wingstedt, Lundanes, Hausken (dovrei essere in grado di riconoscerla, non fosse altro che partorirà a giugno...), Orr, Bjugan , Vinogradova, Shandurkova e Elena Roos!

A presto su questi schermi per le prossime mirabolanti avventure...

Friday, February 25, 2011

Andalusia giorno “meno 1” - Primi disastri

L’allenamento è quello più ambito da tutti gli scandinavi presenti: il “tecnico misto”. Il bosco è una specie di misto frutta tra il Portogallo e l’Aquitania: quando prendi in mano la carta la prima cosa che ti chiedi è se sia un allenamento in sole curve di livello, poi prendi in mano la carta dell’allenamento in sole curve di livello e capisci che in pratica è la stessa cosa meno i sentieri e qualche rarissimo verdino...

In ogni caso gli scandinavi se ne fregano, tirano dritto e se per caso sbagliano fingono anche loro di essere sul punto giusto (non si sa mai ad ogni punto se si troverà il nastrino, la lanternina o il nulla cosmico). Il fatto è che corrono tutti come il vento, persino i bambinetti, quindi non è il caso di stare a formalizzarsi se ci si ritrova sul cocuzzolo giusto o su quello di fianco.

Già: i cocuzzoli. Equidistanza duevirgolacinque metri: ovvero” questo cespuglio alto sarà il cocuzzolo o è solo un grosso cespuglio ed il mio punto sta da un’altra parte? Sarà molto spesso la seconda... Poiché la mia condizione fisica è rivedibilissima e quella tecnica è suppergiù allo stesso livello, opto per un percorso tutto mio. Vado direttamente alla 23, incasinandomi su alcune nuove tracce di sentiero, poi taglio tattico verso la 9. Laddove finisco invariabilmente per perdermi due volte nei “buchi” lasciati volutamente in bianco: dopo 15 minuti di ricerche e vagamenti inutili, penso di essere arrivato sul posto ma non trovo nulla e decido di lasciare perdere. Faccio un passo e vedo un nastrino arancione appeso ad un cespuglio a un metro da me... Molto bellino, in un sottobosco con la moquette, il giro “control picking” che per me finisce alla 22. Poi ancora un taglio tattico verso la 8 (finisco sulla collina ad ovest sbagliando di almeno 30 gradi un punto lungo 300 metri, e poi risalita fino alla 7, che manco di poco finendo all’incrocio delle linee tagliafuoco. Da qui però trovare il nastrino è una passeggiata. Finale con la 24, abbastanza facile, ed arrivo al mio traguardo in circa 1 ora e 25 minuti.

Adesso vado a prepararmi, perchè faccio da apripista persino al model event... intanto gli scandinavi sguazzano in piscina, con gli addominali ben scolpiti in bella mostra (chi può) e qualcosa d’altro meno scolpito ma molto più attraente in altrettanta bella mostra (chi può).

Monday, February 21, 2011


(credit for the foto: Angeo Bozzola from sito Fiso)

Ci sono molti modi per parlare di una gara nella quale posso trovare il mio nome in classifica semplicemente guardando l’ultimo nome in fondo alla lista...

Ad esempio, se io fossi un frequentaore del nobile ambiente della palla pedatoria (quello nel quale volano bombe carta come se piovesse), potrei parlare di arbitri, di situazioni “con palla morta”, di ambiente ostile, di “però 5 minuti prima se il guardalinee dava la rimessa a noi...” ecc.ecc.ecc. ... e cheppalle questi frequentatori degli sport minori!!!

No, guardando alla posizione del mio nome in fondo alla classifica della prima prova di Trofeo Lombardia disputata a Casorate Sempione, posso solo dire: SONO CONTENTO! Ebbene si. Ultimo e contento... ultimo con un post scriptum che descriverò dopo. Ultimo perchè ho fatto i miei errori (almeno 3 minuti alla seconda lanterna ed un minutino buono alla 14) ed è giusto scontarli nella posizione finale; ultimo perchè in gara si pagano anche gli errori di alimentazione (nel senso che quest’inverno, in mancanza d’altro, ho fatto troppi viaggi verso il frigorifero!!!); ed ultimo perchè questo inverno non ancora finito mi ha lasciato troppo tempo nelle mani di una influenza che non demorde, come possono ben testimoniare coloro che mi hanno sentito lasciare un polmone nel bosco e soprattutto all’arrivo.

Ma contento per i seguenti sparsi motivi:

1) c’era forse qualcun altro iscritto in MA a Casorate appartenente alla categoria “over 140”? Facciamo che quel numero “140” sia la somma di età e peso... beh! Per quanto il percorso di Casorate sia oggettivamente facile e con terreno sostanzialmente piatto, sono contento che le mie ginocchia mi abbiano portato ancora una volta al traguardo... in fondo erano pur sempre 10 km!

2) avevo messo in previsione un tempo finale di un’ora e quaranta minuti, che nelle mie condizioni è grasso che cola... tempo finale: un’ora, trentanove minuti e cinquantanove secondi!!! (ci sono i testimoni). Ovvero: bisogna sempre dare tutto allo sprint (anche per non farsi superare dal bambino elvetico che avrà tempo per rifarsi nei prossimi 50 anni)

3) dopo che la medicina bianca e nera non sono riuscite a debellare il virus o i bacilli di questo malefica influenza che mi accompagna da fine 2010, credo e spero di aver lasciato nel bosco di Casorate tutto il cimurro rimasto... il bollettino medico di oggi non segnala particolari stati febbrili o difficoltà respiratorie (fatta eccezione per una “pizzicata” alla pleura che le mie costole hanno dato ad un certo punto mentre mi sforzavo di correre verso la 13 e contemporaneamente di tossire a più non posso)

4) per gli amanti delle statistiche... le NP contano nei confronti testa a testa? No, perchè è la seconda volta (in Lombardia) che il sottoscritto e super-ultra-mega-Stefano-Maddalena siamo schierati nello stesso percorso ed è la seconda volta che il sire ticinese dei boschi lombardi non compare in classifica: a Brinzio fece PM, ieri NP. Ora... io posso capire che c’è da vergognarsi a comparire nella stessa classifica con l’impiegato-(molto)-panzottello, ma se qualcuno potesse confortare il 2-0...

Che dire della gara? Innanzitutto che abbiamo evitato l’acqua (dopo un sabato spettacolare di sole, il mattino della domenica si è aperto sotto il diluvio, ma poi la giornata è andata migliorando). La partenza è nello stesso posto del 2009, ma lo sviluppo del percorso almeno all'inizio è molto diverso: si comincia infatti con un trasferimento di 1 km circa verso la zona del motodromo. Non mi ricordo con chi, prima della partenza, esploravo la possibilità che la lanterna 1 avrebbe rappresentato un “segnale” per l’andamento della stagione 2011... ma quando dopo una corsa di 1 km te la trovi davanti nel bosco aperto, devo ammettere che forse per catturare quel segnale occorrerà aspettare un terreno più sfidante.

Per la 2 faccio una "ottima" scelta di percorso; nel senso che dovrei puntare tutto a sud (dove ci sono anche dei monumentali riferimenti per l’attacco al punto) ed invece vado a sud-ovest, ma ho la fortuna di finire sulla mia 4. E questo nonostante il Volga-Express Oleg Anuchkin mi abbia passato di gran carriera in uscita dalla 1 fornendomi, se solo fossi stato capace di tenere quel ritmo (non lo sono mai stato) un sicuro punto di riferimento... il loop iniziale di 7 lanterne si conclude vedendo passare, e qui si che ne ho tirati giù di santi, Don Miki Caraglio: mi va bene tutto, ma non si può correre così bene e così fluidi come questo ragazzo della Provincia Granda!!! Il lungo trasferimento verso la 8 si conclude in compagnia di Tobia Pezzati, campioncino ticinese, che dà appena una occhiata alla mappa e cambia marcia in prossimità del punto lasciandomi in-de-per-mi (alone in the forest) alla punzonatura. Per la 9 e la 10 faccio corsa parallela con Gianni Guglielmetti, e una volta completata la prima decina di lanterne dell’anno comincio a tirare veramente i remi in barca perchè sono oltre l’ora di gara e l’influenza si fa sentire.

L’ultimo sussulto di orgoglio alla 12, quando lascio il sentiero abbastanza presto e sento un gran trasmestio di piedi alle spalle...mi volto e scorgo distintamente la figura di Marco Seppi; vorrei cercare di non confonderlo, e quindi accelero più che posso e cerco di trovare il punto ed arrivare prima di lui alla lanterna, per non fare né la figura di quello che “si appoggia” né la parte di quello che lo fa sbagliare (non penso che Marco possa minimamente pensare di seguire me... ma magari la tuta AGET Lugano può confondere!). Arrivo infatti prima di lui alla lanterna, ma quando mi volto scopro che "Marco Seppi" indossa una tuta della Besanese... ed infatti quello non è Marco bensì Matteo Crippa! Il che mi da una ulteriore conferma che anche il cervello comincia ad essere in acido.

11 e 13 sono lunghi trasferimenti su sentiero, e solo per la 14 e la 15 occorre dare una occhiata più indagatrice alla mappa, visto che siamo finiti nella zona dei crateri... ma le lanterne sono posate in buche e depressioni che si trovano sui margini dei grappoli di anfratti tutti abbastanza simili tra loro. Alla 14 passa il piccolo Volga-Express, Misha, ed alla 15 finalmente ecco il campione italiano del Cus Bologna... invero prende la lanterna un po’ larga passando a soli 10 metri alla mia destra (sarà la tuta AGET Lugano che confonde le acque?). Poi sulla salita per la 16 passerà anche l’amico Michele Ren, sempre sorridente ed in perfetta scioltezza (Michele è uno di quelli il cui curriculum orientistico gli consentirebbe di non rivolgermi nemmeno la parola... e invece è sempre gentile e disponibile con me, e nel bosco è un autentico Signore!), finché arriva la 17esima ed ultima lanterna che solo è un lungo trasferimento verso l’arrivo.

A conti fatti: ultimo posto... e chissenefrega? Forse quest’anno avevo una sola occasione per rifare una MA(Long), ed anche se influenzato Casorate Sempione non poteva capitarmi meglio. E poi c’è sempre la solita eterna faccenda: avevo messo in cantiere 100 minuti esatti (quello che sarebbe stato il tempo della mia ombra?) ed ho chiuso in 99minutie59secondi! Ne deduco che forse sul rettilineo finale non ho sorpassato solo il ragazzino ticinese... :-)

Ombra mia: devi stare in campana, anche sul rettilineo finale! Bisogna sempre diffidare degli impiegati panzottelli... 1-0 per me e palla al centro, anzi... “Pelota” al centro!!!

Monday, February 14, 2011


2,7 x 260 x 300.

Non è la descrizione di un solido platonico o l’introduzione del “problema della vasca”, la cui soluzione come tutti i buoni trentini sano è sempre “25”. Si tratta invece dei numeri della “King of the hill”, o seconda tappa di Milano nei Parchi 2011, disputata sabato 12 febbraio al Monte Stella di San Siro. Per la serie, se il dislivello a Milano non lo possiamo fare, ce lo andiamo a cercare... Diciamo subito che il percorso, disegnato per chi negli anni scorsi si era bonariamente lamentato con il tracciatore (e chi è costui?) della troppa salita, ha visto impegnato solo alcuni iper-ultra-aficionados delle promozionali milanesi.

Al netto del controllo cartellini, ancora in corso da parte del nostro ufficio informatico di Milano Nord, nulla dovrebbe scalfire la leadership di Alberto Grilli che ha preceduto la volata tra Eugenio Pessina e Ale DiPace (sempre che quest’ultimo non sia incorso in una nuova PE come al Parco di Trenno). Poi Giorgio Gatti che ha dato una bella bastonata al tempo del tracciatore (e chi è costui?) che in una fredda mattina di gennaio aveva provato la quadrupla ascesa alla vetta riportando nell’ordine magone, disperazione, cali di pressione (pure in discesa), occhi pallati, manie di persecuzione e miraggi...

Quella “vetta” ha costituito comunque un traguardo, una meta ben ambita anche da parte di molti dei partecipanti sui percorsi “normali” visto che Massimo Sonzini, trasformato in un eremita addetto al controllo cartellini in cima al monte, ha invece visto transitare dalla sua postazione di lavoro fiumane di ragazzi delle scuole che si sono serviti del punto-top-of-the-hill per capire da che parte andare. Benedetti ragazzi... loro si che hanno le gambe ed il fisico per reggere una ascesa, persino quando è gratuita e si può benissimo fare il giro in curva di livello!

Insomma la soluzione del problema: 2,7 i km sul percorso del King of the Hill + 260 i metri di dislivello + attorno a 300 i partecipanti.

Avanti così che va quasi bene... sembriamo quasi uno sport serio con questi numeri. Tra 3 settimane si replica al Parco Forlanini. Il percorso lungo potrà essere fatto in modalità normale o in modalità “semi trail-o”: ci saranno 9 punti di controllo a scelta multipla (doppia) e per chi punzonerà quello sbagliato – rispetto alla descrizione punto – ci saranno 90 secondi di penalità sul groppone a fine gara.