Stegal67 Blog

Tuesday, December 31, 2013

Il TOP ed il POT del 2013

Per un anno che si va a chiudere c’è un anno appena trascorso, e si tratta dello stesso anno, che dal punto di vista orientistico non avrebbe nemmeno dovuto cominciare. Sono rientrato alle gare perché non potevo dire di no agli amici del Cus Parma e del GOS Subiaco che mi avevano chiesto di fare da speaker alle gare di Campionato Italiano (middle e sprint), ed alla fine mi sono trovato a gareggiare felicemente una stagione da 35 gare, 31 delle quali comprese tra il 1° giugno ed il 30 novembre! Posso persino vantare una vittoria, nella staffetta Open corsa con Rusky al Parco di Monza in occasione del Campionato Lombardo, ma i meriti della vittoria (come già alcuni anni fa, in M35, al Parco della Pellerina di Torino) vanno tutti ascritti a Rusky!

Tuttavia 35 gare sono un numero sufficiente per tracciare la classifica dei 5 POT e dei 5 TOP dell’anno, con l’avvertenza consueta ai vari organizzatori che i punti TOP della mia personale classifica non si guadagnano offrendo cioccolata e cannoli al ritrovo o mettendo a dormire nella camera a fianco alla mia una certa Johanna Hulkkonen, ed i punti POT non hanno nulla a che vedere con eventuali defiances organizzative ma solo ed esclusivamente con l’ardore, la passione e le incommentabili caxxate orientistiche che hanno accompagnato questa a dir poco tormentata stagione.


(meno 3...)

Una ultima avvertenza per Larry, quella di Larrycette (ma ormai la conosciamo tutti nell’ambiente orientistico): nonostante tutta la tua buona volontà, la strambata orientistica del 2013, forse del lustro se non del decennio, resta quella che ho fatto io a Brescia… Ed infatti è proprio da qui che voglio partire.

POT 2013 – 5° posto – Brescia, Finale Trofeo Centri Storici Nazionali

Se un giorno qualcuno mi avesse anticipato che mi sarei ritrovato, consciamente, volontariamente, consapevolmente ad attraversare di corsa il tunnel di scorrimento veloce che passa (senza marciapiedi) sotto al castello di Brescia, considerandola la scelta orientisticamente migliore che potevo fare… ebbene, forse quel giorno c’è stato ma con ogni probabilità stavo ancora giocando a pallacanestro. Mappe, bussole, scelte… chissà cosa mai significavano? Eppure quel tunnel sotto il castello di Brescia, in una mattina da totale sonno della ragione, sembrava una scelta così naturale… “dunque di continuare imperterrito fin dall’altra parte del tunnel, anche se questa è la scelta più sbagliata, più sbagliatissima, più incomprensibile della storia dell’umanità orientistica planetaria”. 

POT 2013 – 4° posto – Morbio (Canton Ticino), Trofeo Miglior Orientista Ticinese

“ho immagazzinato nel cervello una quantità di informazioni che possono essere così sintetizzate: sprint + in paese + terreno piatto”. No, la gara di Morbio non è per niente una sprint (anche se i vincitori la correranno a velocità da sprint) e l’unica cosa piatta è il mio encefalogramma quando faccio delle scelte di categoria come la HAL ticinese! Se aggiunga il caldo micidiale, una scelta di percorso (quella per andare alla prima lanterna) che il buon Gianni Guglielmetti ancora se la ride e la racconta ai suoi ragazzi ed alle sue ragazze della SeleTicino… “un bel coccolone da caldo e la pressione che, ancora dopo un’ora abbondante dal termine della gara, faticava a raggiungere come valore massimo un numero a tre cifre”: non poteva che essere questa la conclusione della mia giornata amMorb(i)ata dall’orienteering!


(meno 2...)

POT 2013 – 3° posto – Subiaco, Campionati Italiani Sprint

Credo che le giustificazioni ci siano tutte: ho cambiato lavoro da 12 ore circa in quella che, tutto sommato, resterà una delle giornate più importanti della mia vita recente. Ho viaggiato dall’alba per arrivare sui monti che hanno dato i natali a Gina Lollobrigida e Francesco Graziani, piove da far paura ed il dedalo nel quale gareggio è percorso, ad orario speaker, da torrenti di acqua impetuosa (ed impietosa). Da qui a mettere insieme il mio po’ po’ di scempi orientistici del sabato laziale di inizio giugno, ce ne passa (di acqua sotto e sopra i ponti). Quando dico che sono arrivato al traguardo seguendo le note dei Dire Straits mandate dal DJ, non esagero per niente!

POT 2013 – 2° posto – Vrsan Vrh (Slovenia), terza tappa della OOCup

Uscire di carta è una cosa che non mi capita tanto spesso, anzi in un paio di occasioni in carriera l’ho fatto volutamente per cercare di azzeccare una scelta “vincente” (d’altra parte, Minna Kauppi docet). Però non credo che mi sia mai capitato di uscire di carta, involontariamente, in un posto nel quale ci sono dei sentieri belli grossi a delimitare i confini del mappato da quelli dell’ignoto. A Vrsan Vrh l’ho fatto una volta dalla 8 alla 9, e per non saper né leggere né scrivere l’ho rifatto un’ora dopo, dalla 15 alla 16! Una roba da vergognarsi, anche perché per risalire all’interno della carta di gara ho dovuto incrociare i passi e gli sguardi perplessi di parecchi concorrenti che stavano andando in partenza (vero Bea?)

POT 2013 – 1° posto – O-Marathon degli Altipiani, Passo Coe

La gara che aspetto ogni anno per poter dire che è stato un anno meraviglioso. La gara che quest’anno mi ha lasciato con il morale a terra come poche volte prima d’ora in 20 anni di oresta carriera… sconfitto dal tracciato, dal freddo terribile, dall’ultimo giro di Passo Coe che mi prometteva altre 3 ore di fatica o più probabilmente di essere ritrovato congelato come la mummia di Similaun. Solo che, a fronte del mio crollo, altri hanno avuto la forza di arrivare fino in fondo! 

Per fortuna, oltre ai POT, ci sono anche 5 TOP! Le mie 5 gare TOP dell’anno!

TOP 2013 – 5° posto – Piz Sorega, Finale di Coppa Italia

Sarà stata la settimana di acclimatamento, o per meglio dire di adattamento all’altura, trascorsa a Corvara in avvicinamento alla gara. Sarà stato il timore reverenziale nell’affrontare il terribile altopiano a 2000 metri di quota, o più probabilmente il fatto che dopo le prime 6 lanterne la gara ha continuato quasi costantemente in discesa fino a San Cassiano. Sarà stato che, per una volta, gli dei dell’orienteering impietositi mi hanno consentito di lasciare la Val Badia con il ricordo di una gara decente, dopo che nel 2012 anche l’”orientista con l’ombrello” (neo tenutario di una società orientistica) mi aveva appioppato 30 minuti di distacco; ma stavolta posso dire di aver passato l’esame di ladino!

TOP 2013 – 4° e 3° posto – Lago di Lavarone, prima e seconda tappa della 2 giorni internazionale

Una bellissima gara middle Elite nella mattinata di sabato, con un tempo solo di poco superiore al doppio del vincitore Matthias Kyburz, ed una ancora bellissima gara long in M40, con un tempo solo di 4 secondi superiore a quello del giorno prima nella middle. Il tutto in un bosco che per me è stato e resta sempre da favola, fino ad arrivare là dove solo la prima edizione della 5 giorni dei Forti era giunta prima. A questo aggiungiamo il contorno dei vari Hubmann (“Stefano! Il grande speaker italiano!!!”), Gueorgiou, Dodin, Palmer, Bobach & sosia, Tikhonova e Novikov… 

TOP 2013 – 2° posto – Monte Livata, coppa Italia

A volte capita persino a me di tenere un contatto innaturale (dovrebbe essere naturale… e invece!) con la carta dal primo all’ultimo metro del percorso. Pare incredibile, ma è esattamente quello che mi è successo a Monte Livata. Ancora più incredibile il fatto che solo a gara ampiamente terminata, parlando con Denis Dalla Santa, mi sono accorto di aver gareggiato con la carta al 15.000 della MA e non con quella al 10.000 dei quarantenni. Pare evidente che, forse, quel famoso “contatto con la carta” non comprendeva la valutazione corretta delle distanze! Eppure le lanterne, quel giorno dopo la debàcle di Subiaco, mi sono venute letteralmente incontro al punto tale che sul costone a metà gara ho cominciato a mettere di traverso sui pali le mantelline (che erano per terra ai piedi del palo, ma arrivavo lo stesso dritto sui punti!) solo per pensare alla faccia che avrebbero fatto i posatori…


(meno 1...)

TOP 2013 – 1° posto – Stonah (Slovenia), quarta tappa della OOCup

E’ “la carta”, quella che anni addietro aveva mandato in crisi tanti Elite. E’ “il percorso”, quello con 6,5 km + 520 metri di dislivello. E’ “il tracciato”, perché Stonah non perdona(h) con le sue zone dettagliatissime e le pendenze improvvise e le ampie zone rocciose sulle quali è impossibile procedere diritti. Ci sarebbe anche un tempo massimo di due ore e mezza, totalmente irrealizzabile viste le nefandezze del giorno prima a Vrsan Vrh. Quando arrivo al penultimo punto in due ore, 28 minuti e 37 secondi ho ancora la forza per gettarmi a peso morto oltre l’ultimo ostacolo di verde fitto, di correre verso l’ultima lanterna e di sprintare fin sul traguardo. 2 ore, 29 minuti, 55 secondi. Non sarà una gara che gli annali orientistici ricorderanno a lettere miniate in oro, ma per me è questa la gara Top del 2013. 

Sbirciando ad un 2014 “mondiale” che si preannuncia fantastico!


 BUON ANNO A TUTTI!

Sunday, December 08, 2013

“Fermato” durante la posa punti sulle Strade di ... San Francisco?!?

Che non sarebbe stata una giornata facile per il posatore, l’ho capito fin dal primo punto dei 48 punti (quarantotto! Gli pòssino…). Il primo obiettivo era quello di non lasciare troppe tracce in giro, in fondo siamo in un cosiddetto "centro storico"... non così storico come Lissone o Muggiò, ma insomma siamo lì; il secondo era quello di non coinvolgere un intero esercito di aiutanti ed impiegare un’era geologica di tempo nella posa dei suddetti marcatori dei 48 cerchietti, in fondo è solo un allenamento dell’OK Bovec (anche detta “la squadra del Mino Raiola dell’orienteering nazionale”) in vista del primo appuntamento della stagione, ovvero la Sylvester 5 Days.

Parto quindi di buon mattino con la mia bella divisa ed uno zaino carico carico di: a) banda plastificata bianca e rossa in stile cantiere; b) pacco da 100+100 tovaglioli di carta bianchi ed arancioni c) 5 rotoli di carta igienica e (dulcis in fundo come extrema ratio) d) 3 rotolini di costosissimo nastro adesivo rosso brillante. Arrivato al primo punto, sto per attaccare 40 centimetri di striscia di plastica rossa e bianca al ramo di un albero e mi sento come trafiggere la nuca da una cosa puntùta… giro lo sguardo e questo incrocia l’occhiata in tràlice di una sciura che sta stendendo i panni sul balcone a pianterreno e che comincia ad apostrofarmi: “Cosa sta facendo?!?”.

Nulla, cara signora. Non sto facendo nulla. Sto mettendo dei segnali per indicare il percorso ad un piccolo gruppo di ragazzi che passeranno da qui di corsa… non si preoccupi, poi passiamo a ritirarli… Niente da fare: l’occhiata della signora, che avrebbe incenerito almeno metà di Quella Sporca Dozzina, continua implacabile. A questo punto metto via la striscia di plastica, bypasso al volo il piano B (i tovaglioli arancioni) e atterro direttamente sul piano C: una corta striscia di una trentina di centimetri di carta igienica di poco prezzo, che infilzo sullo stesso rametto. La sciura intanto è sparita all’interno della sua magione. A rompere i c… ehmmm… ad interloquire con qualcun altro, spero.

Con il mio bel rotolo di carta igienica in mano (una visione, penso, davvero inquietante), giro attorno al palazzo ed arrivo al secondo punto. Miro ad un cestino dell’immondizia di fianco all'albero isolato e avvolgo una bella striscia attorno al paletto. Quanto tempo sarà passato, nel frattempo? Va bene che sono lento, ma… tre minuti? Con la coda dell’occhio vedo che a venti metri da me, sulla strada, si ferma una pattuglia delle guardie giurate: “Lei… cosa sta facendo?”.

Nulla, caro signore. Perché me lo chiede? … Segue breve scambio di gagliardetti, io che faccio vedere la mappa e lui che fa vedere il distintivo. Alla fine se ne esce con un generico “Ci sono state segnalazioni… persone che circolano tra i palazzi per lasciare segnali…”; continua con un riferimento non proprio politically correct su una certa etnìa in particolare e, per finire, un avvertimento secco e pungente di piantarla lì subito e di non attaccare nulla da nessuna parte se non voglio avere problemi. Al che, pazientemente, cerco di spiegare di nuovo la situazione, mostro anche la tessera della FISO (seguire la storia della tessera Fiso che verrà buona in seguito) ed illustro il “piano D” che prevede di attaccare solo una strisciolina di nastro adesivo brillante; per garantire la mia buona volontà, torno indietro con lo sceriffo di Dodge City fino al punto precedente e stacco la carta igienica sostituendola con il suddetto nastro adesivo. Lo sceriffo si allontana con una faccia poca convinta e molto incaxxosa, come quella dello sceriffo Will Teasle quando fa testacoda sulla strada perché ha visto negli specchietti Rambo che sta riattraversando i confini di Hope.


(... la traccia evidente del mio passaggio, dopo aver salutato Will Teasle...)


(... questa invece devono averla messa per segnalare di andare a rubare a casa del picchio...)

Il resto della posa prosegue senza eccessivi problemi, anche perché cerco di mimetizzarmi il più possibile in questi felpati dintorni e l’operazione di attaccare la strisciolina di nastro la faccio con la stessa velocità con cui Tex Willer fulmina con la pistola il cattivo di turno (poco importa se i ragazzi avranno difficoltà a trovarla… dovranno fidarsi della mappa e convincersi di essere finiti sul punto). Dicevo, prosegue tranquilla fin quando non mi addentro nel boschetto a marcare la sequenza 28-32.

E’ vero, ho l’Ipod che manda Def Leppard a palla nelle orecchie, quindi sono un po’ anestetizzato rispetto al rumore che può esserci nei dintorni. Ad un certo punto riesco a percepire, persino sento alla schitarrata, un “Ehi tu!” gridato molto forte e, un istante dopo, qualcuno che mi prende per la spalla… Mi giro e mi trovo davanti una scena nella quale mancano soltanto i Navy Seals e la Delta Force, mentre forse i movimenti che percepisco nella parte alta del campo visivo non sono le foglie degli alberi che si muovono ma la S.W.A.T. che sta rapidamente calando sulla scena. Il labiale (ho Def Leppard sempre nelle orecchie) dice “pabomista i togunempi!”… che diventa un “favorisca i documenti!” non appena tolgo gli auricolari.

“Prego, scusi?”. “Ho detto favorisca i documenti e ci spieghi i motivi della sua presenza nel perimetro!”. Il cervello registra le informazioni a velocità supersonica e colgo: una persona accanto a me. Una poco lontana sulla strada, un auto sulla strada (forse due) con chiara indicazione di appartenenza sulla fiancata, una serie di radioline che gracchiano all’impazzata robe tipo “abbiamo raggiunto il sospetto… la situazione sembra essere sotto controllo… verifiche in corso… restate in contatto…”; intanto ci sono persone che fanno jogging accanto a noi, gente coi cani… metto su la mia migliore faccia di tolla e, visto che siamo in un piccolo boschetto a bordo strada, dico “Scusi, quale perimetro?”.


(... il luogo del remake dell'operazione Overlord...)

Non sto a menarla tanto, visto che da lì in avanti le cose assumono contorni tra il clownesco ed il surreale. Finisco con il dover fare un rapporto in un ufficio, rapporto dal quale si evince che:
1. Durante la posa avevo fatto scattare un qualche “allarme di intrusione ambientale” (so dove è successo, ma perché me l’hanno detto Loro... viva la segretezza... ed è un posto a 5 metri dall'asfalto!…)
2. A quel punto ero stato identificato sulle telecamere di sorveglianza e seguito come nemmeno Will Smith in “Nemico pubblico”
3. Avevo sollevato ulteriori sospetti perché mi muovevo in direzioni casuali (grazie coach! La prossima volta tira una bella linea dritta senza tutti quei rimbalzi!) e mi fermavo ogni tanto a guardarmi attorno con atteggiamento circospetto, attaccando dei segnali agli alberi
4. "Una volta deciso di stabilire un contatto col sospetto, questo non rispondeva alle indicazioni verbali…" al che si deduce che la colpa di tutto è di Def Leppard e che magari coi Matia Bazar più soffusi mi sarebbe andata meglio!

Da parte mia, tiro fuori nuovamente la tessera della FISO sul retro della quale era ancora pinzato uno dei vecchi biglietti da visita da addetto stampa che usavo due presidenti fa… “… e questa la teniamo Noi!”. Mostro la mappa di gara, segnalando come non sia la prima volta che veniamo in quel posto a correre (ed io di sicuro sono già passato nei pressi di quel punto dove è scattato l’allarme, anzi forse una volta avevo addirittura un punto proprio lì!), ma ottengo solo sguardi perplessi. Quando si capisce che è stato tutto un clamoroso equivoco, dopo saluti e convenevoli di prammatica (cit. Nico Zuffi) molto più rilassati, posso tornare a mettere gli ultimi piccichini rosso brillante seppure con un ritardo pazzesco sulla tabella di marcia.


(... traccia del mio evidente passaggio nel "perimetro"...)


(... il particolare della traccia, se non si vedesse bene nella foto sopra...)

Alla fine di tutto questo po’ po’ di baraonda, ci ho rimesso solo la mia tessera FISO rimasta in ostaggio della Squadra Aerea Speciale... anzi segnalo al mio Presidente ed al Presidente Gazzèrro - e non Gàzzero (cit. Mauro Nardi) - che sono privo di tessera FISO per il 2014. Ma la cosa che mi sembra più buffa è che, fossi stato io davvero un pericoloso personaggio, nessuno (nemmeno nei momento più caotici) ha mai voluto vedere i miei documenti ufficiali! Forse negli obiettivi della Fiso del terzo millennio c’era quello di rendere la tessera della Federazione un documento ufficiale di identificazione, valido anche per espatrio e sostituivo della patente C-D-E? Se così fosse, ci siamo vicini…


Un ringraziamento al coach che ha tracciato il percorso (48 punti! Te possino…) mandandomi dritto tra le fauci dei Marines, e soprattutto ai ragazzi che hanno aspettato pazientemente per un’ora al freddo, e che poi si sono dovuti sorbire un allenamento di “trova il pixel rosso nel bosco”.


(... Metka verso il cocuzzolo della 29. Si coglie in alto a sinistra un brandello della carta ed in basso a sinistra metà del nastrino rosso...)


(... Sissio impegnato nel bosco, in "zona perimetro"...)


(... un esordiente passato di lì per caso, sempre in "zona perimetro"...)