Stegal67 Blog

Tuesday, April 29, 2014

La sottile linea rossa

Il pomeriggio di sabato 26 aprile ero immerso nei miei pensieri stanchi e per l’occasione ancora meno lucidi del solito, e mi sono domandato se mai un giorno Per Forsberg vorrà sapere chi è quel tale che gli è stato appioppato come spalla muta, tipo Fabio di “Fabio e Mingo”, per le cronache live dei WOC 2014 che stanno per arrivare.

Dal pensiero sono passato all’azione, e nel giro di una mezz’ora di lavoro ho messo insieme una specie di curriculum vitae delle mie esperienze al microfono, fresche del Campionato Italiano Sprint appena terminato a Sopramonte e… già che c’ero, del Campionato Italiano Middle che sarebbe andato in scena l’indomani.

Ho compilato la lista di gare che sono state accompagnate, talvolta (spero) allietate ed altre volte (certamente) afflitte dalla mia voce che sale e scende di tono senza un filo logico, che si esalta per un arrivo inaspettato in W14 (Vera Chiusole: il giorno che sarebbe diventata campionessa italiana, qualcuno avrebbe dovuto ricordarsi che io l’avevo pronosticato per primo… e quel giorno è arrivato a Sopramonte!) e si dimentica di Marco Seppi vincitore in MElite. Ho rivisto nel film le immagini della prima volta a Pian del Gacc, gli Altipiani di Asiago, il WRE in Andalusia, i tanti Campionati Italiani. In 10 anni, sono stato dietro al microfono 128 volte! Contate una ad una. In queste centoventotto volte, centoventisette mi hanno visto anche in gara prima della partenza del primo atleta; in due o tre occasioni (Monghidoro sotto la neve, la tappa del Lago di Lavarone alla 5 giorni dei Forti, a Pian del Gacc e forse anche a Lanzo d’Intelvi) non sono riuscito ad arrivare al traguardo in tempo per accogliere il primo concorrente “vero” della gara.

Ho sempre cercato di fare del mio meglio per gareggiare nelle stesse condizioni degli atleti, con una mappa vera in mano, con una categoria vera nella quale figurare in classifica fosse anche solo una classifica valida solo per me perché non ho i punti per fare l’Elite. Questo fatto di correre la gara nella stessa condizioni degli atleti è l’unica molla che mi dà la carica per cominciare a parlare al microfono; spesso ho usato la mia qualifica di “atleta in gara” per permettermi quelle libertà di pensiero e di commento critico che non mi sarebbero permesse, per rispetto verso gli altri atleti, se io non mi fossi cimentato prima di loro nelle stesse condizioni, sullo stesso terreno, tra le stesse pietre o paludi, salite o discese ripide, a cercare i loro stessi punti ed a penare per un errore di parallelo che ti lascia venti minuti a vagare in una zona identica a quella dove pensi di essere (ma uguale per cartografia… se non fosse per quella canaletta non segnata! Ma di sicuro è una dimenticanza del cartografo…) o quando le lanterne sembrano essere state portate via dagli alieni (passi dietro ad un sasso, la lanterna non c’è! Vaghi per cinque minuti per riposizionarti, ritorni allo stesso sasso e trovi la lanterna…).

Ricorderò sempre il commento assolutorio di Klaus Schgaguler dopo la sua vittoria ai Middle di Asiago, quando gli ho fatto notare che il suo tempo era esattamente la metà del mio “Si, ma tu hai corso al buio e sotto il diluvio!”. Ricordo tutte le volte che ho costretto un organizzatore a fare i salti mortali per consegnarmi una mappa di gara alle prime luci dell’alba, a gestire la mia iscrizione in una categoria alla quale non posso partecipare, a prevedere la presenza di un folle solitario nel bosco alle 7 del mattino, o anche prima quando è stato possibile. Ho ricordato poi tutti i commenti “Chi glielo fa fare?”. Ed infine, nella compilazione di quella lista che ha toccato quota 100 – a mia insaputa fino a tre giorni fa - agli European Master Games a Sgonico, ho ricordato quelle volte in cui sono stato io a chiedermi “Che ME lo fa fare?”. La risposta a quest’ultima domanda è sempre la stessa: io sono – ancora – un orientista. Non sono uno speaker. Se fossi uno speaker, proverei a fare il Per Forsberg; ma non mi divertirei così tanto. Sono un orientista, quindi provo a fare l’Alessio Tenani. Non ci riesco, ma mi diverto di più! E poi capitano le occasioni come a Overmountain, nello scorso fine settimana, quando in soli due giorni ho provato a fare sia Alessio Tenani che Christine Kirchlechner in un colpo solo.

Ho fatto fatica, tanta, fino a toccare spesso quella sottile linea rossa dell’indicatore della benzina nel motore che costituisce la differenza tra il divertimento puro e la sofferenza masochistica. Ho impiegato un’eternità a finire le gare, e quella sottile linea rossa è diventato il confine tra una prestazione decente, che però motiva la mia richiesta di correre una categoria superiore alle mie possibilità, ed una indecente che non è altro se non la rivendicazione edonistica di un falso speaker a gareggiare su un percorso che non ho più nelle gambe e neppure nella testa.

Verrà un giorno nel quale non sarò più in condizione (o non ci saranno le condizioni logistiche) di fare la gara E essere lo speaker. Quel giorno dovrò fare una scelta, e non è detto che abbraccerò la causa del microfono. A Overmountain mi è andata ancora bene, e se sono qui a raccontare la mia sfida alle Donne Elite nel Campionato Middle più duro che io abbia mai corso (e ne ho corso anche qualcuno maschile!), allora forse vuol dire che ho ancora un po’ di margine prima di dover gettare la spugna.

***

Dal punto di vista orientistico, la difficoltà più grande del fine settimana (ok… ci sarebbe anche la lanterna 2 del percorso di domenica, ma ci arriverò) è stata quella di uscire indenni dal paesino di Roncafort, periferia di Trento, paese che d’ora in avanti chiamerò “lasciate ogni speranza voi che entrate”! Non ho idea di chi abbia disegnato la planimetria di questo posto, ma ad un certo momento ci siamo trovati con il giro del Trentino tutto attorno a noi (e strade bloccate), una serie di stradine che non portano in nessun posto, una simil-tangenziale che ci riporterebbe indietro di qualche chilometro rispetto alla nostra destinazione, ed un navigatore che entra in sciopero suggerendo il fatto che il punto di arrivo è praticamente in mezzo ad una foresta.

A Roncafort esiste, e se mai ne è esistito un altro non lo so, un trivio da cui partono tre strade ognuna delle quali ha un cartello “divieto di transito – vietato l’accesso” all’inizio! Prima di cedere all’esaurimento nervoso, il guidatore PLab riesce nell’impresa di fare un quattrocento metri in retromarcia tra dossi, curve e recinti ed in qualche modo torniamo in carreggiata per arrivare alla promozionale dell’Orientaparco al Quartiere Albere, zona Muse e Stadio Briamasco, di Trento. Orientaparco: la risposta trentina alla “Milano nei Parchi”. Una risposta che, purtroppo per i milanesi, non ammette repliche: decinaia e decinaia di persone al via, gonfiabili, gazebi, punzonatura elettronica ed una carta piccola, piatta, sostanzialmente cittadina, ma divertentissima!



Fin dal primo punto di controllo del mio percorso MElite penso a che figata sarebbe se su quel punto ci fosse una telecamera fissa collegata ad un maxischermo in zona arrivo. Sarebbe bellissimo vedere gli Elite balzare felini nella canaletta che scorre tra i portici, con sbuffi d’acqua ovunque e slow motion, o sbucare tra le siepi o correre tra le persone assiepate attorno all’unica asperità del percorso (una depressione nel parchetto) che ovviamente nasconde la sua bella lanterna che dovrò ripetere due volte! Due volte? Due volte. La mia mente bacata è più instabile di quella del Barone di Muenchhausen, infatti, e non realizza che l’Orientaparco non è la Milano nei parchi, e quindi se c’è la punzonatura elettronica bisogna fare “clear and check”, e non capisce cosa intenda papà Raus quando alla partenza mi dice che la carta è già girata sul lato giusto. Cosa mi importa se è girata giusta? Sono un orientista, la oriento io la carta! L’importanza e la correttezza del suggerimento mi arriva forte e chiara dopo la lanterna 14, quando già in debito di forze ed ansante come un cane malato mi accorgo che il percorso ripassa dalla partenza.



Dopo aver scartato l’idea di dover fare un secondo giro, compio il gesto più ovvio di girare la carta e … sorpresa sorpresa!... c’è proprio un altro giro da fare. Peccato che le energie siano già al di sotto della sottile linea rossa della riserva e quindi il secondo giro (sempre divertentissimo) si trasforma in un piccolo calvario cui assistono purtroppo le tante persone che affollano il parco e che si saranno chieste chi è quella specie di bradipo grasso fasciato nei colori del Lillomarka OL che deambula avanti e indietro superato ad ogni incrocio da qualche ragazzino ben più atletico. Causa dimenticanza del clear and check, in mio tempo finale verrà calcolato con qualche algoritmo della Nasa, o forse è solo “Davide Volpi meno 1 secondo”!

Dal punto di vista della prestazione atletica, non mi va meglio nel caldo ed umido sabato mattina dei Campionati Sprint. Sono fisicamente esausto già prima di partire! Il fatto che le prime tratte di gara si corrano in una classica “erba da elefanti” da sfondare passo dopo passo (chi è partito dietro di me non mi ha nemmeno ringraziato!) abbatte ancora di più il livello del carburante a disposizione; se non sapete il significato di “erba da elefanti”, nessun problema: non avete letto “Il grande affare del sassolino” di James Grady e probabilmente eravate a fondo griglia…



Il percorso di gara è labirintico il giusto, duro il giusto, complicato un po’ troppo oltre il giusto per quanto riguarda quei muretti attraversabili o no (io che non ho problemi di tempo ho sempre fatto il giro largo, ma talvolta più per imperizia tecnica che per effettiva volontà di essere aderente ad un regolamento che non trovo equo). Quello che sicuramente non è al posto giusto è il sottoscritto che arriva al traguardo in un tempo da Campionato Middle dopo aver dato una piccola pettinata anche al campo da fieno posto sotto la zona arrivo, campo nel quale sono posizionate ben tre lanterne e che purtroppo si vedrà benissimo dalla zona spettatori ma dal quale lo speaker Andrea Segatta ed io riusciremo a cogliere i passaggi principali di una gara che è stata sicuramente emozionante e si è davvero chiusa solo con l’arrivo dell’ultimissimo concorrente.

Resta solo la gara di domenica mattina, per la quale Andrea Rinaldi ha in serbo per me una sorpresa: visto che non sono in condizioni di correre la MElite (arriverei al traguardo a mezzogiorno) e nemmeno la M35 (arriverei alle 11.45), e visto che non intendo fare il mio ingresso trionfale in M45 almeno fino a metà luglio (sindrome di Peter Pan, questa sconosciuta)… tanto vale attivare la molla che carica lo speaker con un percorso speciale, quello che per l’occasione non può vedere al via Christine Kirchlechner! Ebbene si. Grazie alla solita burattinata di regime mi è stato consentito di partire sul percorso delle WElite. Cosa che ho accettato di buon grado e anche con un certo spirito di sfida lanciata alle ragazzine ed alle ragazzone più forti della lista base italiana…



(questa è la carta Elite maschile presa dal sito di Alessio, perché NESSUNA WElite ha ancora un suo blog nel quale inserisce le carte di gara... quindi speriamo che prima o poi Larrycette passi in WE!)

… uno spirito di sfida che ha pensato bene di tornare alla base nel momento in cui è diventato palese che il bosco nel quale mi stavo infilando sotto il diluvio era più buio che guardare nel culo di una marmotta! Lo stesso spirito di sfida è poi tornato sotto le coperte a dormire quando mi sono accorto che la prima lanterna era in cima ad una salita terrificante in mezzo al disbosco (“… sembrava che avessero tirato giù gli alberi con le bombe!”). Comunque la prima lanterna l’ho trovata subito.

Non così la seconda. Per festeggiare il gemellaggio con il Semiperdo Maniago, con Clizia Zambiasi nello specifico, il mio tempo sulla lanterna due è di 17’42”! E non ho ancora affrontato la terribile pietraia nel verde che costituirà, penso il leitmotiv delle prossime discussioni orientistiche… Poiché Dario Pedrotti ha già descritto nel suo blog la mia stessa scelta di percorso, risparmio energie e faccio copia&incolla: “tratta lunghissima a scelta multipla (più da long che da middle, ma a me che'mmi frega) che decido di prendere di petto, puntando al sentierino che porta alla forestale che taglia il verdone sassoso, e a uscirne poi dalla strada più corta, diritto verso il punto. Esecuzione da manuale, discesa precisa poco sotto il bivio, saluto festoso alla stradina, discesa a manetta fino al curvone e corsa sgarrupata fra i sassi e il verdino fino a sbucare al sentiero dopo”. Purtroppo la festa finisce quando devo risalire alla mia 5 (la 6 del percorso MElite) tra canalette e fossi profondi che faccio davvero fatica a distinguere da tanto che fa buio (sono davvero nel culo della marmotta!). Attacco la 5 dal basso e non la trovo, poi dall’alto e non la trovo, poi per miracolo ci finisco addosso e piango per la fatica e le energie sprecate.

Da quel punto in poi, diventa quasi una passeggiata di salute.

So di aver fatto la maggior parte della salita, di aver superato il doppio passaggio nella pietraia più fetida e sono ancora in piedi. E’ una passeggiata un po’ masochistica e molto fradicia di pioggia, ma divertente perché non ho nulla da guadagnare e posso permettermi di prestare particolare attenzione nei passaggi tra e sopra le rocce che sono diventate delle autentiche saponette (non potrà essere la stessa cosa per tutti coloro, in tutte le categorie, che gareggiano per le medaglie e che in tanti si frantumeranno tra le rocce… assicuro che anche le mie gambe sono piene di ferite). Vengo a capo del secondo grappolo di punti appoggiandomi alla curva del sentierone posto a sud della 11 (la mia 8, mi pare di ricordare), proprio nessun problema sulla 9 e 10 (la 12 e 13 degli Elite maschili). La mia 11 e 12 sono la 16 e 17 del percorso Elite maschile, e di schiantarmi di nuovo tra i sassi non ne ho comunque voglia, quindi faccio il giro largo scendendo a nord-est e prendendo il sentierino che porta proprio in zona punto (scelta apprezzata da Davide Miori, in particolare per il modo in cui ho trovato la 11, entrando a muzzo dal sentiero…).

Le tratte successive si corricchiano persino bene fino al suggestivo passaggio nella “grotta” con il tavolo da lavoro tutto impolverato. Da lì è tutto facile. Avvicinandomi al traguardo spero di cogliere in lontananza la voce dello speaker, primo contatto umano dopo l’incitamento di Andrea R. al via, ma la pioggia sta costringendo gli organizzatori a fare gli straordinari per approntare una zona arrivo quantomeno regolamentare e la postazione microfonica è l’ultimo dei problemi. Chiudo il mio primo (probabilmente ultimo) Campionato Middle WElite con il ragguardevole tempo di 1 ora, 40 minuti e qualche secondo meno di 23, visto che il finish non era ancora approntato e Davide Miori è stato costretto a corrermi incontro con cavalletto e tutto il resto!

Un risultato che, unitamente a quello della Sprint che ho corso in un temo da Middle, mi consente di mettere in saccoccia una Middle con un tempo da Long se non Ultralong… Federica Negri e subito dopo Sara Liparesi e Anthea Comellini, prime al traguardo tra le vere WElite, mi picconano addosso quasi 30 minuti di distacco. Bravissime loro! Non ci sono più le WElite di una volta… adesso ogni fanciulla che corre in quella categoria non esiterebbe un secondo a scalcarmi via il cuore dal petto con le scarpe chiodate pur di lasciarmi indietro di almeno mezz’ora… Ma devo ammettere che non sono loro ad andare più forte ma io ad andare molto più piano. Però continuo a divertirmi. Verranno giornate migliori per le mie gambe e la mia testa e la sottile linea rossa che mi divide dalla scelta se tornare ad essere un solo-orientista sembra ancor lontana.

E che Per Forsberg si porti dalla Svezia un buon numero di pastiglie per la voce! Ne avrà bisogno…

Wednesday, April 09, 2014

Speaker and Catherine Taylor: The story continues ...



Summary of the previous. After escaping the traps of Prince Cosimo of Vicenza and have camouflaged to avoid being recognized by the speaker at MOC, the mighty and famous British orienteer Catherine Taylor continues to be spotted everywhere. Today is the turn of Larrycette, in a special episode of the famous television format "Who has seen her?"

*** La storia continua... Riassunto delle puntate precedenti. Dopo essere sfuggita alle trappole del principe Cosimo della Vicentina ed essersi mimetizzata per evitare di essere riconosciuta dallo speaker al MOC, la prode atleta britannica Catherine Taylor continua ad essere avvistata ovunque. Oggi è il turno di Larrycette, in uno special GuestPost abbinato alla trasmissione televisiva di successo "Chi l'ha vista?" (e si tratta del PRIMO guestpost pubblicato su questo blog...)

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La recente disavventura del nostro ori-blogger preferito non deve scalfire la sua reputazione di “Speaker del popolo” e preparato conoscitore di atleti, capace di riconoscerli a chilometri di distanza, controsole, bendato, girato dall'altra parte, con la molletta al naso, la cera in un orecchio e Uma Thurman che gli bisbiglia cose sconce nell'altro.


Nel caso specifico della graziosa atleta inglese, inoltre, lo Speaker l'aveva incontrata molte altre volte, ed è, di conseguenza, impossibile pensare che non sia in grado di distinguerla da altre, pur giovani, forti e avvenenti, atlete bionde.



Ecco le immagini di alcune delle volte che lo Speaker ha visto Catherine Taylor, che ho raccolto in una piccola galleria proprio allo scopo di dimostrare che il nostro la conosce perfettamente e non può di certo averla realmente confusa, perché non l'hai mai fatto prima.





La giovane orientista inglese è una ragazza sportiva.

Qui lo Speaker l'ha immortalata mentre si rilassava giocando una partitella a tennis:










Naturalmente, lo sport preferito di Catherine Taylor resta l'orienteering, che ama praticare anche nelle versioni più alternative; il surf-o, per esempio (si noti la bussola sul pollice):




… o l'orienteering a cavallo:





Ma non pensate che la giovane non abbia a cuore i diritti degli animali.


Qui lo Speaker l'ha colta mentre si occupava amorevolmente di una creatura del bosco (purtroppo il la fotocamera del Blackberry dello Speaker non sempre fa ottime foto, perdonate la bassa risoluzione):




Catherine Taylor prende parte volentieri anche a gare di orienteering in centro storico, anche se – incredibile a dirsi – qualche volta l'ambiente urbano l'ha messa in difficoltà.


Eccola in un raro momento di confusione, mentre chiede indicazioni, immortalata da un prontissimo Speaker, che l'ha subito riconosciuta:


Qui, invece, l'ha fotografata durante una gara in Olanda (si capisce dal vento):




Dopo l'esperienza al MOV, invece, Catherine Taylor è rimasta tanto colpita dalla bellezza di Venezia che ha voluto farci ritorno per il carnevale.

Per pura coincidenza, lo Speaker era presente e l'ha riconosciuta senza fallo, nonostante il travestimento:




Da ragazza assennata qual è, però, la giovane non pensa solo all'orienteering e ai risultati sportivi, ma ha ben presente l'importanza degli affetti e del coltivare le relazioni.

Lo Speaker, che casualmente si trovava nell'appartamento dirimpetto, l'ha fotografata in un momento di relax, mentre era andata a far visita a un amico infortunato:












E, naturalmente, Catherine Taylor è pur sempre una ragazza, e come tale ogni tanto indulge in frivolezze.

Lo Speaker l'ha sorpresa mentre leggeva un rotocalco per aggiornarsi sulle ultime tendenze della moda sportiva



Come dimostrano queste immagini, dunque, lo Speaker non può aver realmente scambiato una bionda qualsiasi per Catherine Taylor, anche perché, come vedete di seguito, si erano perfino incontrati personalmente:



Monday, April 07, 2014

SONO TUTTE CATHERINE TAYLOR! (with a rough English translation...)

Domenica sera. Rientro a casa dalla due giorni internazionale di Clusone, bollito come poche altre volte. Si, ok: ho corso solo una sprint ed una middle (bellissime, peraltro, in categoria Elite! Io in Elite!), ma ho parlato per tutte le tre-gare-tre con i polmoni ancora in fiamme per l’influenza. Suona il telefono: sorpresa! Pietro Illarietti mi invita a collaborare alla realizzazione del programma di Azimut TV, la televisione del canale youtube della FISO. Il primo pensiero è: “ma di solito la voce narrante non è quella di Stefano Mappa? (nomen omen) … ah si! È vero! Ha pensato bene di dimettersi recentemente dal suo ruolo (chissà con chi, e quando, lo sostituiranno…)”.


 Ormai mi conosco bene: il mio understatement mi porta a pensare che nel processo di selezione del sostituto siano stati contattati prima di me altri illustri nomi, poi si è arrivati a Peppa Pig (ma sta organizzando il ristoro della gara di Malchina), al Commissario Basettoni (ma sta ancora festeggiando la vittoria a Clusone e rispondendo a 250 commenti sul blog) ed all’Orientista Più Affascinante del Reame, il quale purtroppo riesce a pronunciare solo le parole “Stegal! Vai a cag…!”… e pensare che gli ho solo attaccato il virus Ebola alla Lipica!

Alla fine, purtroppo per i fratelli Lumière e per tutti i tesserati FISO, non rimane che il sottoscritto, disponibile a buttarsi allo sbaraglio per spirito di servizio, votazione alla causa e tutto sommato in possesso di patente “F” ovvero “quel Fesso che parla sempre al microfono” (cit. sentita a Clusone). In ogni caso, per dirla tutta alla Caposséla

Se è circo che vogliono, circo daremo



Trascorro le ultime ore prima della registrazione a prepararmi in modo certosino, con giudizio e criterio, scaricando classifiche a manetta, riavvolgendo il nastro della memoria sui fatti di Clusone, imponendomi quell’autocontrollo e quell’aplomb che mi contraddistinguono (!) nelle cronache dal vivo.

Finalmente ci siamo! Vedrò dal vivo come viene realizzato il programma di Azimut TV! Arrivo alla sala di registrazione, estraggo dalla mia borsa il materiale richiestomi (classifiche, griglie di partenza, note varie) e sento distintamente le grida di giubilo degli astanti: le informazioni raccolte sono preziose… anvédi che roba lavorare con uno (io) che agisce quando gli viene assegnato un compito? Ma il giubilo si trasforma presto in un incitamento al linciaggio: vengono preparati dei cappi e vedo pure il tecnico del suono aggirarsi con pece e piume. Le classifiche che ho portato sono quelle della due giorni di Clusone.

Perché? Cosa dobbiamo commentare?
Le gare del MOC!

Argh!

E che ne so io delle gare del MOC?
Ci sono state?
Quando?
Dove?
Chi c’era?
Chi ha vinto?
Perché?
Perché io?

Se è circo che vogliono, arrivino i bimbi




Ora capitemi. A parte il fatto che, rientrando dalla Due giorni di Clusone, tutto quello che riuscivo a pensare sull’orienteering era “Clusone”, il MOC è per me la “gara innominabile”. Accadeva infatti in epoca pre-P.I., ma anche pre-“il-pre-P.I.” e persino pre-“il-pre-del-pre-P.I.”, quindi diciamo più o meno mentre gli Apostoli vergavano il Nuovo Testamento (ma noi facevamo già orienteering all’insaputa di Vladimir Pacl), che il MOC fosse quella gara alla quale partecipavano tutti i campionissime e le campionissime più extraordinaires dell’universo mondo, la squadra nazionale italiana sotto mentite spoglie, i fantastici Quattro e Silver Surfer, una bimbetta bionda di nome Catherine Taylor e infine Cristoforo Colombo, solo per citare uno che non si orientava bene…

Io che ero il finto addetto stampa che inseriva i pezzi sul sito Fiso non potevo nemmeno parlarne perché… perché… ecco, diciamo che c’erano dei motivi che non so se ne posso parlare persino adesso, se sono passati in giudicato, e quindi andiamo oltre. Di conseguenza ero bombardato di notizie dagli organizzatori (che poi mi bombardavano di loro quando non trovavano uno straccio di notizia sul sito federale) ed ero… niente, ero abbandonato a me stesso dalla parte “ufficiale” della federazione.

In mezzo a tutto questo, si sono sviluppati nel mio organismo alcuni anticorpi, alcuni si sono addirittura autogenerati al sole delle Canarie mentre sbraitavo al telefono con entrambe le parti in causa dicendo che si prendessero sito e MOC e se lo picchiassero dove non batteva il suddetto sole… il risultato è che ancora oggi questi anticorpi appena sentono la parola “MOC” si tappano le orecchie e urlano forte “LALALALALALALA”; così io tendo a disinteressarmi del MOC, e quest’anno ero pure giustificato perché ero in piena fase “rientra dalla Lipica organizza il trallall-ò a Milano”.

Ma torniamo sul set di Azimut TV. Sfuggito al linciaggio, osservo Pietro che scorre le immagini (lui è il professionista, l’avventizio cialtrone allo sbaraglio sono io): sono in tutto circa 32 minuti di immagini mai viste prima da me, di atleti mai visti prima, in un posto mai visto prima su una gara di cui non so niente. Direi che siamo messi benone! Il menabò del primo quarto d’ora però è pronto: ci sono dei punti dove Pietro ha scritto con mio sommo terrore  “qui entra Galletti”, solo che io non so bene cosa dovrò dire e quali sono i miei tempi di cronaca e le immagini che dovrò commentare. Il mio primo intervento è dopo 4’25” di immagini. Bene. E’ come essere sul miglio verde: mi sento come se qualcuno mi dicesse che ho 4’24” di vita prima che tirino giù la leva della corrente e mi friggano sulla sedia elettrica.

Parere da videospettatore: i video di Azimut TV sono come un rap o come una seconda manche di Tomba a Wengen: è tutto velocissimo! Io sono una specie di neomelodico romantico con tempi di reazione tipo Trio Lescano e ritmo ritmo ritmo di competizione di curling… L’idea è che le citazioni devono essere precise, indicando gli atleti più noti, in una cronaca brillante e frizzante. Rapidissima ma con calma sennò non si capisce niente di quello che uno dice… Cerco la via d’uscita ma Pietro, con una manovra da autentico Elite, mi ha cacciato nell’angolo. La notizia ferale che incrina appena la sua maschera di professionalità (di battaglie del genere ne ha viste più di me) è quella che arriva poco dopo: il video di cui stiamo preparando il menabò non è quello definitivo. La versione definitiva arriverà più tardi!

Se è circo che vogliono, si attacchi la musica




Uno dei problemi del video del MOC è quello che “affligge” in generale il mondo dell’orienteering Elite al femminile: le concorrenti sono per lo più bionde, abbastanza o decisamente gnoc… ehmmm… carine, e tendono a vestire tutte quante di rosa!!! Si vede fin dalle prime immagini che il gusto degli operatori impegnati sul campo e del regista tende al nordico!

Per me, si tratta di una naturale evoluzione dai commenti nazionali a quelli internazionali , con i Mondiali che sono proprio qui dietro l’angolo; è l’evoluzione degli anni di lotte con la famiglia Brandi, con il papà, con Adrienne e Andreina; l’implorazione “una delle tue deve essere platinata!!!” è sempre rimasta inascoltata. Caro papà Brandi: capisco che tu e la mamma le distinguete pure dall’ombra che proiettano sotto il sole, ma suggerimenti del tipo “una è appena più magra dell’altra” o “se le guardi bene in viso capisci subito che gli zigomi di questa sono diversi dagli zigomi di quella” non possono che rimanere inascoltati: come dire… io Adrienne e Andreina le vedo a 100 metri di distanza se va bene, di spalle e corrono pure come autentiche Atalante! Dopo innumerevoli cronache con tripli salti mortali per distinguere le sorelle Brandi o per evitare di palesare il fatto che non sapevo se stesse arrivando l’una o l’altra, ho trovato un modo tutto mio di distinguerle, ho ringraziato l’analista (quello bravo!) per l’assistenza ed il sostegno allo speaker e mi sono detto “fatta questa… il resto è una baggianata”.

Invece adesso il problema si è centuplicato. Sono tutte Catherine Taylor!!! Sono tutte bionde, sono tutte vestite di rosa, corrono tutte veloci, sono tutte forti, tutte gnoc… ehmmm… carine e simpatiche!

Una parentesi per il povero Cosimo. Scusami, Cosimo… anzi scusaci! Scusaci tutti! Per quando abbiamo pensato che tu, obnubilato dai chilometri che macini nelle tue ultra-super-maratone, non fossi in grado di distinguere Ida Bobach (bionda, forte, sempre vestita di rosa) da Catherine Taylor (bionda, forte, sempre vestita di rosa, alta uguale…). Invece, tu ci stavi solo schiaffando in faccia la cruda verità: quelle che per noi sembrano tutte Catherine Taylor, potrebbero invece chiamarsi Ida Bobach, o Lina Strand, o Emma Klingenberg, o Ildiko Szerencszi, o Sal Aminkia… Lasciate che io diventi presidente IOF e ve lo dico io come saranno le tute del futuro: NOME STAMPATO BELLO GROSSO! Davanti, dietro, di fianco e porteranno tutte un cartellone tipo donna-sandwich!

Insomma. Torniamo al video. Per dirla tutta: non ne riconosco una che sia una! Ma ecco che all’improvviso si parte. Si va di registrazione. In diretta.

Se è circo che vogliono, entri il pagliaccio…




Minuto 4’25”. Come il comandante del plotone di esecuzione che ordina di sparare, Pietro annuncia la presenza di “uno dei più noti speaker d’Italia”, e l’attimo di silenzio che segue è lungo come quello che ha preceduto il Big Bang! La mia prima frase è un capolavoro di pause, tentennamenti, interruzioni e punti interrogativi repressi. A risentirla oggi in video, mi fa venire i brividi. Come inizio non c’è male… peggio di me sono Hulk Hogan che introduce WrestlingMania XXX davanti a 75.000 persone e dice “Benvenuti al Silverdome” (che sta a Detroit) anziché “Benvenuti al Superdome” di New Orleans!

Poi si parte di gran carriera! Le voci di Pietro e la mia si sovrappongono perché io sono lento e lui deve partire con il nuovo filmato, ma nessuno ferma la registrazione. Alcune mie frasi restano con il soggetto ed il verbo ma senza il complemento oggetto e nessuno fa nulla. In più punti mi si intorcina la lingua e nessuno dice niente. Altre cose che avevamo provato nel menabò vengono cambiate in diretta... tanto non me le ricordo!

Vedo passare un biondino che probabilmente è un autentico nessuno e lancio lì nel nulla cosmico un “passaggio di Marten Bostrom” il quale, ovviamente, comparirà ben visibile subito dopo con una tuta diversissima, così faccio la figura di quello che non sa chi è il campione del mondo.

E passano solo ragazze bionde, tutte bionde, tutte velocissime, tutte vestite di rosa! Il mio incubo diventa quello di trovarmi in una strada molto stretta senza sbocchi laterali, con un plotone di ragazze nordiche bionde e vestite di rosa che mi corrono incontro! Compare sullo schermo un ennesimo clone, la solita nordica in rosa ed io mi decido e butto un “Catherine Taylor”... ma ho appena attaccato a dire “Ca” che l’immagine cambia su una danese (Alm? Klingenberg? un'altra ancora? Ma chi le distingue???).


Mi prenderanno tutti in giro.
Non mi diranno più “riconosce il 90% degli atleti a 500 metri di distanza guardando come corrono”.
Vado a chiudermi in una grotta, la scelgo in una zona che è stata cartografata una volta nel 1978, così so che la cartina esiste già e quindi nessun orientista ci tornerà mai perché non c’è in brivido della novità.

Sono tutte Catherine Taylor!
... ok, quasi "tutte" ...



*** Rough English translation ***

THEY ARE ALL CATHERINE TAYLOR !

Sunday evening . Returning home from two days of international races in Clusone, boiled as never before. Yes, ok: I've only raced a sprint and a middle (beautiful , however, in the Elite category ! Into Elite I ), but I talked during three races with lungs still burning for the flu . The phone rings : surprise ! Pietro Illarietti invites me to collaborate in the implementation of the program of Azimut TV, the youtube television channel of FISO. The first thought is "why me? Usually the narrator is Stefano Mappa! (Stephen Map: nomen omen) ... ah! It's true ! He has recently resign from his role (who knows with whom, and when , they will replace it ... ) . "

Now I know it very well : my understatement leads me to think that in the process of selection of the substitute have been contacted before me other illustrious names, then you arrived at Peppa Pig (but is organizing the race in Malchina), 
Chief Seamus O'Hara (but he is still celebrating the victory in H35 at Clusone and responding to 250 comments on his blog) and the Most Fascinating Orienteer of the World, which unfortunately is only able to pronounce the words " Stegal ! F**k you! " ... And you think I just attacked him with the Ebola virus at Lipica Open!
 
At the end, unfortunately for the Lumière brothers and all members of FISO, all that remains is myself, available to jump into the fray for a spirit of service to the cause and owner after all of a driver license "F" like “that (Fesso… not a good word always speaking at the microphone" (cited in Clusone by someone of public races). In any case, saying with Vinicio Capossela
 
If you want the circus, you got it!
 
I spend the last few hours before recording to prepare so meticulous, and with criteria, downloading charts, rewinding the tape of memory on the facts of Clusone , commanding self control and british aplomb that distinguish me (!) as a speaker.
 
Here we are! I'll see live how the programs of Azimut TV are! Coming at the recording studio, I extract from my bag all the material (charts, starting grids, various notes) and I distinctly feel the jubilation of the bystanders: the collected information is valuable ... look at this precious boy! But the joy soon turns into an incitement to lynching : the loops are prepared and I also see the sound engineer wander with tar and feathers . The rankings are the ones that I took from two days of Clusone .
 
Why ? What are we going to comment?
The races of the MOC !
 
Argh!
 
What the hell I know about the races of the MOC ?
There have been ?
When?
Where?
Who was there?
Who won?
Why ?
Why me?
 
If you want the circus , let the children enter
 
You have to think that, after the two days of Clusone , all I could think about orienteering was "Clusone". But the MOC is for me the "race unmentionable". In fact it happened before the actual press agent, before the before-the-actual-press-agent, before the before-the-before-thebefore-theactual-press-agent, so let's say more or less while the Apostles wrote the New Testament (but we already did orienteering ) that the MOC was that the race which included all the super champions from all over the world, the Italian national team in disguise, the fantastic Four and Silver Surfer, a little girl blonde named Catherine Taylor and finally Cristoforo Colombo, just to mention one that does not become disoriented good ...
 
At that time I was the press officer who inserted the articles on the website FISO: I could not even talk about it because ... because ... well, let's say that there were some reasons that I do not know if I can speak even now, and then we go over . As a result, I was bombarded with news from the organizers (who then bombarded me when they could not find a shred of information on the Federal website ) and I was ... no , I was left to myself from the "official" of the federation.
 
In the midst of all this , we have developed some defence in my body , some are even self-generated in the Canarian Island when I was hitting on the phone with both parties saying that they were taking news and website and pick everything up for their asshole... the result is that even today these defence as soon as they hear the word "MOC" plug their ears and shout loudly " LALALALALALALA"; so I lose interest in the MOC , and this year I was also justified because I was in full swing "coming from Lipica Open, going to manage the pre-o in Milan"
 
But back on-set Azimut TV. Escaped lynching, I would observe the press agent flowing images (he is the professional one, the casual clown is me): it’s about 32 minutes of never before seen by me, athletes never seen before, in a never before seen place, about a race of which I nothing know. I would say that we are going fine! The script for the first quarter of an hour, however, is ready : there are points where Pietro wrote to my great terror " here comes Galletti", but I do not know what I have to say and what are my times, news and images I'll have to comment. My first script after 4'25 ". All right. It's like to be on the Green Mile: I feel like if someone told me that I have 4'24 "of life before they pull down the lever of the current and burn me the electric chair.
 
Personal opinion: Azimut TV videos are as an Eminem-rap or as a second run in Wengen by Alberto Tomba: it's all fast! I'm a kind of a romantic crooner with times of reaction like a curling competition ... The idea is that the quotes must be accurate, indicating the most well-known athletes , in a chronicle bright and sparkling. Rapid but steady otherwise you will not understand anything of what anyone says ... I am looking for a way out but Pietro kicked me and my chair in a corner. The fatal news that just cracks his mask of professionalism is that the video we are preparing is not definitive . The final version will come later!
 
If you want the circus, let start the music
 
One of the problems of the video of the MOC is a "plague" in the general world of orienteering Elite women: the competitors are mostly blondes, so beautiful, and all of them tend to dress in pink! ! You can see from the first picture that the taste of those engaged in the field and the director of the Television tends to Nordic!
 
For me, it is a natural evolution from the comments domestic to international , with the WOC that they are just around the corner here ; is the evolution of years of struggle with Brandi family with dad , with Adrienne and Andreina ; the plea "must be one of you with platin hairs! " remained unheeded . Dear Dad Brandi: I understand that you and mom also distinguish the shadows that they project under the sun, but suggestions like " just one more lean of the other one " or " if you look them straight in the face, you immediately understand that the cheekbones of this one is different from the cheekbones to the other one" cannot but remain unheeded: ... I see Adrienne and Andreina 100 meters away if all goes well , the back and they run like Allyson Felix! After countless chronicles with triple somersaults to distinguish the Brandi sisters or to avoid reveal the fact that I did not know which one was coming, I found a way to distinguish my own, I thanked the analyst (the good one!) for assistance and support to the speaker and said to myself " this is done ... the rest is nonsense"
 
But now the problem has increased a hundredfold . They are all Catherine Taylor! They are all blondes, all dressed in pink, all run fast, they are all strong , all beaut… cute and funny !
 
A prayer for the poor Cosimo. Excuse me, excuse us ... really Cosimo! Excuse us all ! For when we thought that you, clouded by kilometer done during your super- ultra- marathons, you were not able to distinguish Ida Bobach (blond , strong, always dressed in pink ) by Catherine Taylor ( blonde , strong, always dressed in pink , the same high ... ). Instead , you were just putting in our faces the harsh truth : those that we all seem to Catherine Taylor, could instead be called Ida Bobach , or Lina Strand, or Emma Klingenberg , or Ildiko Szerencszi , or what else! ... Let me become IOF President and I'll tell you how the suits of the future will be : NAME PRINTED SO BIG! Front, back , side and bring all of a billboard!
 
In short . Let's go back to the video. To be honest : I do not recognize who is who! But then suddenly it starts . It goes registration . Live .
 
If you want the circus, let the clown enter
 
Minute 4'25 " . As the commander of the firing squad calls the fire, Pietro announces the presence of "one of the most well-known speaker of Italy", and the moment of silence that follows is as long as what preceded the Big Bang ! My first sentence is a masterpiece of pauses, hesitations , interruptions and question marks repressed . To hear it again today in the video , it makes me shudder . As a start it's not bad ... worse than me only Hulk Hogan introducing WrestlingMania 30 in front of 75,000 people and saying " Welcome to the Silverdome " (which is in Detroit ) instead of " Welcome to the Superdome " in New Orleans!
 
Then we start a great career ! The voices of Pietro and mine overlap because I'm slow and he has to start with the new movie , but no one stops the recording . Some of my sentences remain with the subject and the verb but without the direct object and nobody does anything . At several points I lose the language and nobody says anything . Other things that we had tried in the script are changed live ... so I do not remember what I have to say!
 
I see a blond runner (a male) who probably is no-one and I present him as “Marten Bostrom". Of course Bostrom appears visible just after a second very a suit very different, so I appear like that one who do not know who is the world champion.
 
And is plenty of blonde girls, all blondes, all fast, all dressed in pink! My nightmare becomes that I’m in a very narrow street, with a platoon of Nordic blondes girls dressed in pink and running towards me! Appears on the screen yet another clone , the usual Nordic pink and I decide by myself and I throw a "Look at Catherine Taylor " ... but I just stuck to saying the "Ca” that the image changes on a Danish ( Alm? Klingenberg ? Another one again? But who stands out ?) .
 
I will take all around.

Do not tell me more "he recognizes the 90 % of the athletes 500 feet away watching how they run ."


I am going to lock me in a cave, I choose it in an area that has been mapped once in 1978 , so I know the map already exists and therefore no orienteer we will never come back because there's no thrill in the news.
 
They are all Catherine Taylor!