Stegal67 Blog

Wednesday, June 04, 2014

Mission: (im)Possible!

"Come sempre, se tu dovessi perderti nel bosco o precipitare in una trincea, 
l'organizzazione negherà di essere al corrente della tua gara all'alba. 
Questa mappa si autodistruggerà entro le ore 9.00 a.m. 
Buona fortuna, Stegal"


TUUM-TUUM-TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-ZA-ZA-ZAAAAAMM...

Missione compiuta.
Non ci avrei mai creduto, ma adesso lo posso proprio dire: missione compiuta! Dovevo essere pazzo, o ubriaco, nel momento in cui avevo accettato quella missione. Ma adesso che è finita, non vedo l'ora di ricominciare a sentire l'adrenalina che scorre nelle vene! Mi sono giocato tutti i travestimenti come nemmeno Stanislao Moulinski in SuperGulp... ho speso tutti gli slogan ad effetto come nemmeno Matteo Renzi in campagna elettorale... ho esaurito tutte le energie residue come Giacomo Zagonel durante la ultra long di lunedì! Con il cervello che non ha smesso per un solo istante di mandare messaggi chiarissimi, tipo "'azz!!! - devoprendereilpulminoErebus - devoessereallarotondaallesei -
dov'èlamappaElite??? - devoarrivarealfinishentrolenove - azz!azz!pant!pant!noncelafaròmai!".
Tutto questo per poter dire: Missione compiuta. Ed io, last man standing, sono ancora in piedi!

Ma non è stato facile. L'ho capito già alla partenza della missione, sabato mattina, sull'ultra-tecnologico veicolo iper-computerizzato in dotazione al GOK: il mio stato di prostrazione fisica poteva facilmente essere attribuito al tentativo di qualche Mata-Hari d'oltre cortina di avvelenarmi! Pur barcollando, mi sono rifiutato di cedere (gli ospiti dell'area di servizio "Adige" stanno ancora pensando "varda lì che brùtt drùgà che va in gìr inscì cunscià..."). Giunto infine sul luogo dell'operazione, Pergine Valsugana, mi sono calato nei panni del perfetto James Bond sfoggiando il primo travestimento:

1. Fanciulla (poco) piacente
Per poter perlustrare i dintorni senza dare troppo nell'occhio, ho pensato bene di travestirmi da "prima frazionista donna" di una immaginaria staffetta sprint-mixed-relay-togliete-mixed-sennò-l'IOF-si-inca$$a.


Nel breve giro di 24 minuti e pochi secondi ho avuto sotto controllo tutta la zona e mi sono potuto dedicare ad un attento studio del bersaglio... Per questo però ho dovuto passare al travestimento numero 2.

2. Vaso di gerani
Cosa c'è di più comune di un vaso di gerani in una cittadina di montagna? Nulla. Soprattutto se il vaso di gerani è appollaiato su un ballatoio (nello specifico il balcone del municipio di Pergine).


Se poi davanti al vaso di gerani mettiamo un microfono, sopra al vaso di gerani mettiamo un telo di plastica per proteggere dal sole (telo di plastica che era talmente basso che l'ho tenuto su per la maggior parte del tempo con la testa) e diffondiamo tutto attorno tramite altoparlanti la voce di uno che bercia senza sapere di cosa sta parlando... si sono sentite cose del tipo "favorite in prima frazione la Gran Bretagna con Tessa Hill e la Danimarca con Emma Klingenberg!"... infatti: prima Kelemen (Ungheria) e seconda Loesch (Germania)!
E poi ancora: "Non scommetterei sulla Gran Bretagna al comando al passaggio in quarta frazione! Maja Alm recupererà di sicuro i 28 secondi di distacco!". C.V.D.: al quarto passaggio Gran Bretagna avanti con 28 secondi di vantaggio, e Maja Alm a casa!

Una volta terminato il simpatico circo, dovevo procedere con un contatto diretto del bersaglio, che però nel frattempo si era dileguato! Per essere sicuro che non fosse ancora nei paraggi, ho dovuto adottare il travestimento numero 3.

3. Vecchiaccio Master
Se il bersaglio era ancora in zona, potevo rintracciarlo solo perlustrando di nuovo, da cima a fondo, tutta l'area della missione. Ci ho messo qualche minuto in più, 30 minuti e 59 secondi, ma solo perchè come Vecchiaccio Master non potevo muovermi troppo veloce! (Giovanni Greco ha svolto la stessa perlustrazione in qualche secondo in meno... ma mi deve pagare lo stesso un caffé, lui sa perchè!).


Niente da fare. Il bersaglio si era dileguato davvero con la velocità di una gazzella. Scoprirò poi che, mentre io affannosamente e per la seconda volta (perchè errare humanum est sed perseverare orientisticum) risalivo il Muro di Grammont posto alle spalle del centro di Pergine, il bersaglio si era già spostato in cima al Monte Tablat!

Dopo il primo giorno di missione, il Grande Capo al centro operativo non era proprio soddisfatto dei risultati. Tanto è vero che annunciava l'intenzione di spostarsi pure lui sul luogo delle operazioni, in quello che sarebbe stato il momento cruciale a Monte Zebio. Per questa parte della missione avevo in serbo il piatto forte del mio trasferimento: il numero 4.

4. Men (Elite) at W(o)R(k)E
E' il pezzo forte del mio trasferimento, quello che fa dire a tutti "guarda lì che autentico Man Elite che sta passando!". Per traverstirsi da Man Elite bisogna dotarsi di un abito a colori sgargianti (si va dal nero+rosso brillante al blu oltremare con inserti bianchi ed un sacco di scritte addosso), diventare magri come chiodi, assumere uno sguardo perennemente annebbiato salvo quando si ha in mano un pezzo di carta variamente colorata, un pettorale azzurro con il proprio nome sopra e con un numero di un certo effetto...


... ed infine infilarsi un retrorazzo nel didietro per raggiungere la velocità warp. Ecco. Io il retrorazzo non ce l'avevo nella mia dotazione, mannaggia! Deve essere stato per questo unico motivo che la mia perlustrazione di Monte Zebio è durata 98 minuti e 12 secondi, circa tre volte quello che ci ha messo quel tipo buffo del SSF (Servizio Segreto Franzo-finlandico).


Eppure ho messo in atto anche uno dei suggerimenti di questo tizio con il nome strano Thierry-qualcosa (sicuramente inventato con le lettere dello Scarabeo... solo che sono venute giù le vocali tutte il una volta... dai, un agente segreto non può mica andare in giro con quel nome lì!): "Quando sei lì, fai sparire tutte le rocce ed il punto ti apparirà come d'incanto!", che sembra un po' una cosa del tipo "Prendi un blocco di marmo e togli tutto quello che non assomiglia al Mosé di Michelangelo"... però funziona!!!


La perlustrazione di Monte Zebio poteva dare i suoi frutti se non fosse che il bersaglio, una volta arrivato a tiro... è sparito un'altra volta alla velocità della luce! Deve essere sempre quella faccenda del retrorazzo...

Preso dalla disperazione, con il fiato sul collo del Grande Capo che silenzioso scuote il capo valutando l'esito finora negativo della mia missione, sapendo che nella valle di fianco si stava svolgendo una riunione sediziosa di personaggi poco raccomandabili, mi sono tuffato nel mio ennesimo travestimento, il numero 5.

5. "Z" generation
Una riunione di intellettuali concettosi. Non saprei come definirla altrimenti. Mi mescolo a loro cercando di fare lo gnorri anche se il mio arrivo tardivo non passa inosservato. Un gruppo di intellettuali variamente composto si aggira pensoso e serioso scrutando oltre l'orizzonte delle umane facezie, valutando panorami e destini, incrociando pensieri e parole, ipotesi e teorie...

Del bersaglio, però, nessuna traccia. Dopo 30 minuti passati a fingere di sapere anche io quel che devo fare, decido di rinunciare e tenere da parte le ultime risorse per il giorno successivo, il terzo. Mentre mi allontano da questa strana genìa di umanità, non colgo l'essenza profonda della loro riunione, racchiusa tutta nella parola d'ordine con la quale anche a me sarebbe stato concesso di sedere al loro fianco nei futuri consessi: la parola d'ordine è "Zeta", da ripetersi per ben 14 volte su 21 tentativi! Concettosi... decisamente concettosi.

L'ultimo giorno di missione arriva così tra capo e collo, in pratica dritto sulla cervicale. Il piano originale prevedrebbe di bardarsi nel travestimnto definitivo, il Men-in-Ultra-Long. Ma non ho le forze e neppure il tempo per mettere in atto il piano, visto e considerato che dalla riunione degli intellettuali sono uscito con molta confusione in testa ma soprattutto con qualche linea di febbre. Ripiego quindi su una variante sempre in voga, il travestimento numero 6.

6. Lost in the forest.
E' l'alba di lunedì quando quando il furgoncino dell'E/rebus)-team mi affida alle mani del capo dei rivoltosi dell'Altopiano di Barricata, tale "Bepi". Ancora una volta le buone abitudini prevedono la perlustrazione dell'area nella quale il bersaglio dovrebbe apparire prima o poi. Avendone però piene un po' le tasche (e poi "la mappa si autodistruggerà alle 9.00 a.m."), decido di fare di testa mia e perlustro una porzione di area più piccola di quanto pianificato, quella nota cone "area M45" per non confonderla con l'"area 51" che sta da un'altra parte. E che il bersaglio, se ha voglia di fare un giro più lungo, faccia un po' quel che vuole!


Nella prima parte della spedizione affronto il ghiaccio e le rocce, e non ci capisco una beneamata svèrza.
Penso che il vicecapo dei rivoltosi, Andrea detto "il Cip", abbia infrattato tra le rocce il primo microchip (con la "h") che devo trovare... infatti dopo 6\7 minuti che cerco nei buchi più assurdi del terreno, mi riposiziono vicino alla depressione e lo vedo da 40 metri appoggiato ad un sasso in bella vista. Il secondo chip invece lo trovo contando sulle mie doti di speleologo, in fondo ad una buca piena di neve e ghiaccio! Il difficile non è arrivarci: il difficile è uscire da quella buca! (per fortuna, solo di tutti gli altri e più tardi, Cip sposterà molto più in alto il punto di controllo, così solo io mi sono dovuto calare al centro della Terra!).

Quando, sfinito per la febbre, arrivo al quarto chip e non ne ho veramente più, decido di piantarla lì per evitare di mancare il bersaglio e mandare in buca la missione. Il quinto chip è tra me ed il campo base, ed io ci cado letteralmente sopra. Il sesto chip è poco più lontano, e potrei provare a raggiungerlo, tanto se non lo trovo il campo base è comunque vicino... e ci cado sopra! Il punto 7 mi porta più lontano ma... ci cado sopra di nuovo!! E' come se nel bosco fosse disegnata sul terreno una linea color magenta, ed io non devo fare altro che seguirla pedissequamente (cit. Agente Carlo Cristellon). Chip numero 8, 9, 10... che problema c'è? Lì c'è l'avvallamento, lì la collina, lì il sasso dove se fossi stato bravo ci sarebbe il punto... E C'E'!

Quando arrivo al campo base sono soddisfatto ed il morale è ottimo ed abbondante, come la grandine che poco dopo comincia a cadere! Mi nascondo per l'ennesima volta dietro ad un microfono ...


... e depisto tutti coloro che cercano di scoprirmi con frasi di sicura efficacia del tipo "noi misuriamo gli errori con l'orologio del campanile, per te invece di quanti secondi è fatto un errore?", ed ancora "guardate là Ikonen che fisico da copertina di Men's Health!" (c'è un tale Per Forsberg, del SSS - Servizio Segreto Svedico - che a 2000 km di distanza sente una fitta al duodeno ogni volta che dico cose del genere).


Infine, quando ormai siamo alla deadline e la missione sta per essere abortita, ecco comparire il bersaglio! Afferro la mia arma, inquadro nel mirino, ed il gioco è fatto. Consegna effettuata = Missione compiuta. The mailman delivers, always! (anche se questa forse la capisce solo Federico Bacci).


(consegna)


(dettaglio)


il cast di Mission (im)Possible. Da sinistra a destra:
la Costumista = Larry (prima idiota)
il Narratore = Stegal (secondo idiota)
la Vittima = Catherine Taylor
il Principe Azzurro = Cosimo
il Coach = Cristian (terzo idiota)

Perchè, se ancora non si fosse capito, il Bersaglio era proprio lei!



Missione compiuta! Ma tra 30 giorni arriverà un nuovo messaggio...

TUUM-TUUM-TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-TUM-TUM
TU-TU-ZA-ZA-ZAAAAAMM...

(il "Making of" lo trovate su
http://www.larrycette.com/barricata-%e2%80%a2-bilancio-ringraziamenti-e-making-of/)