Ricordi di un fine settimana al Vezzena
Il fine settimana dei Campionati Italiani di Passo Vezzena è
stato sicuramente positivo per la maggior parte degli ori-blogger che (non più,
purtroppo) affollano a rete con i racconti delle proprie imprese.
Affermazione,
questa, che farebbe impallidire persino Monsieur Lapalisse: non si capisce il motivo, infatti, per
il quale una persona sana di mente dovrebbe tenere un blog orientistico se non
per tenere traccia e condividere con amici ed avversari i propri successi.
Tornando al fine settimana appena trascorso, annoveriamo sicuramente tra i
protagonisti in positivo “colei che disprezza apertamente l’orienteering” … lo ha detto Azimut, non io!..., protagonista alla Rampigada Santa triestina
(ok, non è esattamente orienteering, ma è stato comunque un grande successo,
pronosticato dai meno); poi ovviamente non posso dimenticare “colui che maledice di essere nato lo stesso anno di Rigoni”, ... perché invece quelli che sono nati l’anno di Dalla Santa e Beltramba stappano
champagne (!)..., che ha conquistato la prima posizione alle spalle dell’Inarrivabile.
Infine, nonostante la chiosa del suo blog, non posso infine passare sotto
silenzio il quarto posto a staffetta e il primo posto tra i lombardi nell’individuale
di “colui che indossa il camelbak anche nelle sprint”.
E con questi tre dovremmo essere a posto: altri racconti non ne ho letti.
Si conferma dunque il vecchio adagio che gli ori-blogger
sono notoriamente assidui frequentatori delle zone alte della classifica o sono
comunque capaci di performances di notevole spessore.
Oddio.
Mica tutti.
Chissà perché, ce ne deve sempre essere uno che guasta l’armonia
e la costanza di rendimento.
Quel qualcuno, guarda caso, è sempre il sottoscritto.
Nel mio caso, ormai, non si tratta nemmeno più di “perdita
di dignità”; si parla invece proprio di masochismo, di mancata presa di
conoscenza dell’ineluttabile declino, di scarsità congenita. Proprio ieri sera
il mio Presidente di Società, con un tempismo da Guinness dei primati e senza
sapere nulla dei risultati, diceva che non vale la pena prendere parte ai
Campionati Italiani sapendo di arrivare ad un’ora di distacco dal primo, soprattutto
per rispetto verso gli organizzatori che poi si trovano a diffondere
classifiche che descrivono simili debacles.
Ecco: per i soli finali, in M45
Corradini vince in 46’48”, Stegal chiude in 1.47’25”. Prendo nota e faccio
tesoro per il prossimo anno.
Il mio fine settimana è così riassumibile.
Venerdì: viaggio delirante da Milano a Lavarone (mica da
Pechino a Parigi) con allucinazioni del tipo “il mio regno per una pastiglia di
Travelgum” e mal di testa fotonico.
Sabato: permane il mal di testa fotonico, vado nel bosco in
solitaria sbagliando la 2 (una piattaforma!) nel tentativo di evitare il mare
di ortiche, la 5 la trovo solo perché dopo 5 minuti di ricerca risalgo alla 6
che non è sbagliabile e poi solo da lì scendo alla 5 che dista 50 metri, la 11
la trovo dopo aver ricartografato l’intera zona per 12’30” di orologio (non 12’30”
dalla 10 alla 11, 12’30” una volta che ero già nel cerchietto… forse).
Sabato sera scopro con terrore di essere stato messo in
staffetta con due torelli di grandi speranze, Zoppé e Corradini-il-giovane che
immagino intenti a chiamare tutti i numeri della rubrica del cellulare per
trovare un impegno di riserva o una scusa buona per non presentarsi al via l’indomani.
Cosa che puntualmente accade la…
… Domenica: rimango solo dopo essermi scapicollato per 52
minuti netti (+ due decimi) in un bosco che alla 1 è più buio del culo della
marmotta (sono sempre le 7 e 30 del mattino), mentre alla 7 sbaglio in una zona
che avrò visitato (sempre sbagliando) in almeno altre 3 gare della mia onesta
ma poco luminosa carriera.
In tutto questo, riesco a monopolizzare il 50% del video RAI
riassuntivo della gara individuale, video che mi guarderò bene dal far vedere a
chicchessia (il mio arrivo al traguardo di sabato è ribattezzato “Largo Cairoli”,
per la dimensione del soggetto inquadrato).
In definitiva potrei dire senza tema di smentite che,
considerando anche le mie performances microfoniche (ho azzeccato qualche
staffetta in più, ho bucato qualche individuale in più), non rimarrebbe molto
da ricordare di questi Campionati Italiani… se non fosse… se non fosse… se non
fosse per quello che è successo alla fine.
Perché era proprio la fine! La conclusione della seconda
giornata. Ma proprio l’epilogo! Quando tutti se ne sono andati a mangiare, o
stavano portando i bagagli in macchina, o erano nei paraggi a confrontare tempi
e percorsi e dietro le fettucce della corsia di arrivo erano rimaste 10 persone
in tutto, più io dietro il microfono, ad aspettare le W17 che ancora non erano giunte
al traguardo: l’ultimo titolo ancora da assegnare quando tutti gli altri erano
già arrivati al traguardo.
E’ stato in quel momento, all’improvviso, che è successo
qualcosa. Sono contento di girare ancora con il piccolo registratore che mi fu
regalato tanti anni fa, che sta comodamente nella tasca della felpa dell’Aget
Lugano. Sono contento di aver avuto la prontezza di riflessi di accendere REC.
La prima frase è andata persa ma l’ho segnata, poi è tutto immortalato.
*** ***
Ancora un titolo da assegnare… categoria W17 e nessuna
squadra è arrivata al traguardo. NO! UN MOMENTO! Una tuta blu e nera compare da
dietro la collina! Il Gronlait… con Francesca Buffa! Il Gronlait sta per
aggiudicarsi l’ultimo titolo della giornata! E’ finita anche la categoria W17…
E INVECE NON E’ FINITO NIENTE! Sta arrivando anche De Nardis! Polisportiva
Masi!... De Nardis all’inseguimento di Buffa che sembra sfinita! … 40 metri di
vantaggio per il Gronlait! … La W17 non è ancora finita quando mancano meno di
200 metri al traguardo! Gronlait contro Masi! … Buffa contro De Nardis che ha
un bersaglio davanti a sé a meno di 30 metri di distanza! … Buffa all’ultimo
punto! … Buffa si volta a cercare De Nardis… che è sempre più vicina! … 20
metri adesso di distacco… Buffa sembra non averne più E MANCA ANCORA TUTTA LA
SALITA FINO AL TRAGUARDO! … Anche De Nardis è stanchissima! Ma la medaglia d’oro
è ancora lì a portata di mano! Buffa ora sulla run-in! Anche De Nardis imbocca
la corsia finale!... Buffa si volta indietro… anche De Nardis è stanchissima! …
Buffa sull’ultima curva! … E’ una corsia finale eterna!... 10 metri di
distacco!... Adesso sono meno!... Mancano pochi metri! Ancora 20 metri per
Buffa incitata dalle sue compagne! … De Nardis le sta arrivando addosso!... 10
metri! 5 metri! BUFFA SI LASCIA CADERE SUL TRAGUARDO! Il Gronlait è campione d’Italia
W17! La Masi è seconda! La rincorsa feroce di Francesca De Nardis è rimasta a 5
metri dal successo!...
*** ***
Ho ancora negli occhi l’immagine di Francesca Buffa a terra
sulla linea del traguardo, spaccata in due dalla fatica. Penso che Elisabetta
Monaco, Caterina De Nardis e Francesca De Nardis avranno ancora occasioni di
vincere un campionato italiano under 17, anche nell’individuale, soprattutto se
si faranno guidare dalle loro compagne della squadra assoluta della Masi che
hanno fatto una gara di grandissimo orgoglio e tenacia, perdendo di poco solo
da squadre nettamente più forti.
Per Francesca Buffa, forse, questa era l’ultima occasione. Sono
felice per Francesca, la più stanca, la più imprevedibile, la più memorabile
atleta del mio Campionato Italiano di Passo Vezzena.