Clusone: ultima sfida e arrivederci alla Stagione 2025
L’ultima gara dell’anno è sempre un momento speciale, e quella di Clusone non ha fatto eccezione. È stato un evento che mi ha lasciato belle sensazioni e tanti ricordi positivi, che porterò con me nel pensare alla stagione agonistica 2025. C’è sempre qualcosa di unico nell’affrontare l’ultima competizione, quando la testa è già proiettata verso i mesi futuri, ma si ha ancora il piacere di vivere un’ultima esperienza intensa prima della pausa.
Quando alla partenza ho preso in mano la carta di gara
ed visto il percorso di Clusone, ho subito pensato che fosse una gara
fattibile. Intanto, incredibile a dirsi!!!, i miei occhi si sono posati subito
sul triangolo di partenza! Evitandomi quell’incresciosa perdita di tempo che
succede sempre, quando il mio sguardo vaga a caso sui dettagli della cartina ed
il triangolo di partenza non compare mai! A Clusone la distanza, il dislivello
e le difficoltà mi sono sembrate subito alla mia portata, e ho avuto immediata
la certezza di poter completare il percorso ben prima del limite fissato a
un’ora e mezza. Come spesso accade, però, l’entusiasmo può nascondere le
insidie dietro l’angolo.
Da quel punto in poi, la gara è stata un susseguirsi
di tentativi di ottimizzare il percorso. Ho studiato attentamente il tragitto
tra un punto e l’altro, cercando di utilizzare le tracce più efficaci,
lasciando i sentierini in prossimità del punto e concentrandomi
sull’orientamento fine. Ho cercato di evitare di infilarmi troppo nella
vegetazione fitta, che avrebbe potuto rallentarmi ulteriormente, anche perché
io non mi chiamo Jack Kosky (vedo sotto)
Un altro errore, il più evidente della gara, l’ho
fatto al punto 4: quando ho visto due concorrenti superarmi e dirigersi verso
un grosso masso, ho pensato che fosse il punto giusto. Avrei dovuto controllare
la descrizione del punto e avrei capito subito che il masso non era quello che
cercavo. Lì ho perso un paio di minuti, ma è stato un altro buon insegnamento.
Nonostante qualche imprecisione anche più avanti, il
percorso di Clusone mi è piaciuto davvero! Un esempio? Il punto 5, situato in
fondo ad una grossa depressione che non avrei potuto sbagliare nemmeno da
ubriaco: era l’unica vicino al parcheggio ed era enorme. In altre circostanze
avrei commentato “ma proprio qui in fondo dovevano mettere un punto facile persino
per un Esordiente?”. Invece, non so perché, a Clusone mi sono persino divertito
a scende e poi scalare la parete della depressione per uscire da quel punto,
come se Lorenzo Pinna e Tommaso CIvera avessero voluto aggiungere apposta un
tocco di originalità. Lungo quella salita mi hanno sorpassato Alvise Rumor e
Jack Kosky. Quest’ultimo lo soprannominerò d'ora in avanti “Jumpin’ Jack
Flash”, ispirandomi alla celebre canzone, perché il suo modo di saltare sopra
la vegetazione come un ostacolista nella zona del punto 12, dove l’ho
incrociato di nuovo, mi ha lasciato senza parole. È stato uno spettacolo!
Nel secondo giro ho iniziato a sentire la fatica
accumulata nei giorni precedenti, in particolare dalla MiPa del Parco
Forlanini. Ho deciso di non farmi prendere troppo dalla foga, con il rischio di
tagliare dove non avrei dovuto e di sbagliare. “Accontentati e goditi il resto
della gara!” mi ha detto l’omino del cervello. Non avevo nessuno da superare, non
c’era nessuno da cui non volevo farmi superare. Questo è una delle cose belle
nel fare le gare in Elite: penso che sia il primo percorso che il tracciatore
mette a punto quando organizza la rete dei percorsi, quello a cui dedica più
cura (insieme a quello dei bambini) ed io a Clusone non dovevo fare altro che
approfittare del lavoro fatto dagli organizzatori per godermi un bel percorso
ed una bella giornata. La mia unica sfida sarà sempre quella di arrivare al
traguardo in modo sereno, e le ultime tratte filanti del percorso sono servite
proprio ad aiutarmi a ricordare con piacere le belle cose della stagione 2024
che ora va in archivio.
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