Stegal67 Blog

Saturday, July 19, 2025

The Worst Ever

I have to tell you something: I've heard so many, and you are the worst speaker I've ever heard. The worst ever. THE WORST EVER!

Siamo al Fortini, prima tappa della 5 Days, e ho appena finito una Elite shortened-long. Che detta così sembra una prova olimpica, ma in realtà io l’ho corsa con l’agilità di un armadio a quattro ante scaraventato giù per le scale. E no, non era un infortunio sportivo epico alla Baggio nel ‘94 — era un colpo della strega, preso reggendo in braccio un amplificatore sotto le sferzate di vento gelido ed il diluvio universale di Madonna di Campiglio, roba che nemmeno Marcell Jacobs l’avrebbe portato al traguardo.

Per reidratarmi, dopo l'Elite, una pinta di birra chiara. Perché ovviamente, quando tagli la linea del traguardo curvo come Nadal nel quinto set contro Djokovic, la prima cosa che fai è testare la qualità birraria locale. E poi qualcuno doveva pur sapere quanto costava la birra al bar. E quel qualcuno, spoiler, ero io. Anche se sono astemio e sono le 10 del mattino.

Nel frattempo, mi chiamano per intervistare Lauenstein, Bluett, Haldin, Merz. Praticamente la Champions League dell’orienteering, gli Avengers dei WOC di qualche anno fa. E io lì, che sembravo convocato per sbaglio, tipo quando il Sassuolo vinse 4-2 a San Siro e nessuno seppe spiegare il perché. Una figurina Panini sbagliata infilata nel mazzo dei fuoriclasse.

E poi... eccolo. Il norvegese. Taglia il traguardo e si avvicina. Passa davanti alla postazione speaker tre volte — la quarta probabilmente sarebbe stata considerata stalking — e mi guarda come Materazzi guardava Zidane prima della capocciata.

I have to tell you something... THE WORST EVER.

Ora, in teoria, uno si offende. Ma io no. Io ho due neuroni, e il primo ha frequentato un corso accelerato di gestione crisi alla Juventus post-Calciopoli. Mette in moto il protocollo aziendale con lo stesso entusiasmo con cui Fernando Alonso commenta le strategie Ferrari.

Thank you for your feedback, I appreciate it. Excuse me if I try to repeat, to make sure I understand. You are telling me that I am the worst orienteering speaker you have ever heard, right?

Yes, you are the worst ever, in the entire history of all orienteering competitions. And your English is useless, unlistenable, your English is bad, it is useless for you to try to speak English.

A questo punto, mentre neurone1 si arrampica sugli specchi come l’Italia nel girone della prossima Coppa del Mondo di calcio, io penso ad Andrea Rinaldi, a Alessandro Gretter, a Gabriele Viale. Gente seria. Gente che ha deciso, forse per pena o forse per una scommessa persa, di portarsi dietro me. Uno speaker talmente imbarazzante che al confronto l’autogol di Zaccardo nel 2006 è stato un capolavoro di strategia.

... sorry, I have to take note of that as feedback from you, and indeed I invite you to report this to the organisers as well. I am also sorry because I have just finished commenting on last week's JWOCs…

Indeed! They were the worst commented JWOCs in history. On television you could not understand anything you said, the worst, terrible!

Ed è qui che scatta il neurone2. Quello impulsivo. Quello che vive nel 2006. Parte in automatico la colonna sonora: "Arriva il pallone, lo mette fuori Cannavaro! Poi ancora insiste Podolski... Cannavaro! Cannavaro! Via al contropiede con Totti, dentro il pallone per Gilardino…"

“But I wasn't the one talking on television....”

BLAST!!!

Il norvegese scompare come l'Inter nella finale di Champions. Non si farà più vedere. Ritirato nella seconda tappa. Sparito nella terza. Alla quarta lo avvistano lontano dalla tenda speaker. Quinta tappa? Scomparso nel nulla. Forse tornato in Norvegia in silenzio, per non dover incrociare “The Worst Ever”. Che però… diventa una leggenda. Fa il giro del parterre. La gente mi viene a chiedere, ride, vuole sapere qualche aneddoto strano... La Feclaz, i commenti con Forsberg, c'eri anche tu a Miskolc?, il pattinaggio di velocità, e cos'è questa storia di Minna? (... lascio cadere la cosa). Io mi ci farò una maglietta. Testo frontale bello grosso, font Times New Humiliation: THE WORST EVER.

Alla terza tappa, al Grosté, decido di entrare in scena come un wrestler anni ‘90: “Ladies and gentlemen, the worst speaker in the entire history of orienteering — at least that's what was said and told two days ago — welcomes you to the Santiago Bernabeu of orienteering, the Grosté!

E la gente applaude. Forse per compassione. Forse perché l’unico modo per zittirmi era battere le mani. Forse perché, dopo 16 giorni di orienteering, anche ascoltare me sembra meglio del commento tecnico di Adani alle 3 di notte su Twitch.

Ma come ci sono arrivato fin lì? Qual è la vera storia dietro le quinte, lo sliding door della settimana, l’epopea tragicomica che inizia come una disfatta e finisce… pure peggio?

È ciò che racconterò nei prossimi giorni (spoiler: agosto sarà lungo come un tie-break tra Borg e McEnroe), attingendo a ricordi, disastri, cerimoniali di premiazioni, JWOC, apparizioni del presidente FISO, foto, mappe, citazioni, cose dette e non dette, cose da non dire e ripetute, fanciulle e fanciulli, un Andy Murray moment, e tutto ciò che per 16 sfiancanti giorni ha cercato di restare in piedi nonostante in giro ci fossi io: THE WORST EVER.

E alla fine?

Lo rifarei?

Eccome se lo rifarei.

Stessa birra, stesso mal di schiena, stessa pioggia, stesso inglese che fa sembrare Capello un madrelingua.

Solo una cosa cambierei: stavolta mi presenterei direttamente con la maglietta. E una fascia da capitano, col logo “W.E.” cucito sopra.

Perché in un mondo in cui tutti vogliono essere il migliore, ci vuole stile per essere il peggiore di sempre.

E io, modestamente, ci sono riuscito.




3 Comments:

At 10:10 AM, Anonymous Anonymous said...

You’re simply the BEST 🎤

 
At 10:05 PM, Blogger Dopolav-ori said...

You’re simply the WORST 🎤

 
At 3:20 PM, Anonymous Anonymous said...

Best things come with the w.e.

 

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