Stegal67 Blog

Thursday, June 04, 2009

Non tutte le ciambelle riescono col buco. E non può mica capitare tutti i fine settimana di ottenere un risultato da prima pagina della Gazzetta dello sport!
Come le missioni Apollo, così anche io ho compiuto il mio bel splash-down nel fine settimana del Trofeo delle Regioni.

L’antefatto dell’ultimo fine settimana di gare è stato forse il più positivo (come mero risultato finale) e si è consumato in Canton Ticino, dove ho cominciato a spendere un po’ di energia dopo una settimana nella quale ad un certo momento il fixing della borsa è precipitato verso una diagnosi “Mah... potrebbe anche essere polmonite...”. Test importante per vedere se tutto era a posto e se ero in grado di scendere in campo come esterno alle gare del Trofeo delle Regioni è stata la prima tappa ticinese di “Fragori” disputata a Lamone-Cadempino; qui ho avuto la conferma da una parte che il cantone nasconde dei paeselli di tutto rispetto per una gara sprint di livello internazionale (mica solo Lugano e Bellinzona e Mendrisio), e dall’altra che i miei compagni di squadra dell’AGET Lugano sono dei veri maghi nel tracciare i percorsi sprint.

A Giubiasco, il 2 maggio, “la capitana” Lidia ci aveva sballottato da una parte all’altra con grande soddisfazione dei 410 partecipanti (oh yes! Quattrocentodieci per una sgambata del sabato pomeriggio...), alcuni dei quali intenzionalmente invitati a tagliare lungo il corso di un fiumiciattolo nemmeno tanto secco per guadagnare una manciata di secondi sui pavidi che hanno preferito fare il giro largo (o che non hanno visto la scelta); a Lamone per la gara sprint del venerdì sera mi aspettavo di rimanere ben adeso e a contatto con l’asfalto e invece mi sono ritrovato fin dalle prime tracce a cercare avvallamenti e buche nel verde 1; le “tirate” in paese nella prima parte della gara hanno poi reso molto più difficili, almeno per me che stavo già sputando i polmoni, gli ultimi punti che erano tutti nel labirinto di un vecchio paesino: una serie di incroci non facili da comprendere (sono ripassato almeno 4 o 5 volte davanti alla stessa fontana) ed infatti ad un certo momento in piena trance sono andato dalla 13 alla 15 saltando la 14! (e ci ero già passato davanti per andare alla 11)
Un piccolo errore che mi è costato 30 secondi e forse un paio di posizioni: Stefano Bettelini prende la rivincita dopo la gara di Giubiasco mentre alle mie spalle si piazza un acerrimo amico che spero di ritrovare anche nelle prossime gare del “Fragori” (intanto... 2 a 0 per me e palla al centro!).

Poche ore di sonno ed è già il momento di affrontare l’apocalisse autostradale... destinazione la splendida zona di Cavalese per un Trofeo delle Regioni dal quale mi aspettavo molto dal punto di vista paesaggistico, boschivo ed orientistico, e solo qualcosina dal punto di vista dei risultati.
A conclusione del fine settimana ho potuto constatare che i primi due aspetti sono da 10 e lode in pagella: indescrivibile lo spettacolo della valle quando si supera il Passo di San Lugano, bellissimo il bosco nel quale ho marcato un paio di punti da “seppellitemi qui quando me ne andrò al creatore” (nella tratta 2-3 della staffetta e sulla 5-6 dell’individuale... ma non dal lato del sentiero!).

Splendido il riverbero del verde smeraldo del campo di calcio alla partenza della staffetta, una gara che mi vede inopinatamente schierato in coppia col due volte campione italiano Marco G.
Dico “inopinatamente” perchè il livello della squadra è sbilanciatissimo e per un altro motivo che non dico sennò Rusky si arrabbia ma... la domanda di parecchi amici extra-regione era sempre quella nella due giorni di gare!
In considerazione dello stato fisico non proprio al top, non posso che sperare in una gara lenta e difficile che livelli le differenze atletiche. Purtroppo lenta non lo sarà affatto... il sottobosco è una specie di moquette sulla quale leggere le curve di livello come se fossero disegnate col gesso; inoltre le prime 10 lanterne almeno della staffetta M35 sono veramente veloci, e solo chi va veramente a tutta “sopra soglia” rischia di sbagliare più del lecito.

Marco mi da il cambio a poca distanza dai migliori (ma da quel che ho capito ho persino rischiato di partire davanti) in un terzetto con Dario “bulldozer” Beltramba, che sarebbe uno dei miei miti di quando ero giovane, e Michele Candotti che al Cimirlo mi ha già dato dei distacchi che si misurano col campanile della chiesa...
Non mi aspetto certo di poter resistere al loro treno, e mi accorgo subito invece che le gambe fanno fatica a macinare sui pratoni e nel bosco di Varena. Al punto 8 mi piomba addosso Andrea Foschian (Friuli) ovvero una delle staffette sulle quali stavamo “facendo la gara”: il fatto che mi abbia già preso e che sia subito in grado di ripartire in leggera ascesa mi fa capire che non ho una sola possibilità di resistere. Solo il punto 10 (una buca in cima ad una collina) mi consente un parziale riavvicinamento, ma in uscita Fox vola e si porta dietro anche l’altra staffetta Lombardia2.

Questo mi demoralizza non poco. Da lì in poi cercherò solo di sbagliare il meno possibile per non aggiungere danno (lentezza) a danno (pochezza orientistica); in questo sono avvantaggiato da un altro punto che merita 10 e lode: il rilievo al laser della carta che mi consente di leggere facilmente anche le minime variazioni della costa sulla quale sono piazzati i punti 11 e 12. Un rilievo che per e passa abbondantemente l’esame dei fatti, come mi testimonieranno in pratica tutti i membri del GOK.
Al punto spettacolo Rusky è sempre lì ad incitarmi, a segnalarmi che i nostri obiettivi sono a non più di 3 minuti... ma vorrei subito rispondergli che le gambe non girano, e nell’ultima parte di gara mi devo accontentare di sbagliare poco e di arrivare al traguardo sicuramente battuto, con un tempo rivedibile ed una condizione atletica approssimativa a livello dei ridicolo. Mi spiace per Marco che si sarebbe meritato un secondo frazionista più in forma... e non avrebbe dovuto essere nemmeno uno del GOK!!! (a buon intenditor...)

La gara individuale si preannuncia quindi con un lato positivo e due negativi: il positivo è senza dubbio il fatto che si torna a gareggiare in un bosco veramente bello, quelli negativi
- che non bastano ovviamente 15 ore per ridarmi energie
- che le previsioni del tempo volgono decisamente al brutto (MeteoTrentino... dove sei?)
In effetti la mia previsione “acqua alle 9.45” annunciata a Walter Peraro si rivelerà sbagliata solo di 10 minuti, ma sarà anche la performance migliore della giornata... tratta 6-9 a parte!

La mia prova è a tutti gli effetti “incolore” (dicono così i giornalisti sportivi?).
Ricordo una difficile (per me) seconda lanterna attorno alla quale al mio arrivo stava fiorendo un autentico bazar “compro e vendo informazioni” del tipo “se tu dici una lanterna a me, io poi dico cosa ho trovato a te...”.
Per andare al punto 6 decido, forse unico al mondo, di non fare la scelta a nord su sentiero (che sale e scende parecchio) ma di aggirare il montagnozzo a sud per non perdere dislivello. Mentre inizio la mia scelta incrocio il grande Andrea Casa(grande) che mi dice qualcosa tipo “te ghai proprio intenzion de fan nanca un metro de salida...”, d’altronde mica ho le sue gambe! Questa scelta mi aiuterà nell’arrivare alla 6 proprio mentre dall’alto scende una confusa tuta di Marco G. un po’ deconcentrato.
A questo punto mi sento un po’ ringalluzzito, penso che finché avrò le forze riuscirò a lavorare un po’ con lui... infatti tiriamo parecchio la 7, poi la 8 e poi ancora la 9 (passo da un 23esimo parziale ad un 6° parziale di tratta... e che ci crediate o no non ero solo al gancio del mio forte compagno di squadra). Il fatto è che arrivo alla 9 decisamente “sopra soglia” e dopo aver punzonato vado in oca!
Mi “dimentico” della scelta alta che avevo visto per il lungo trasferimento alla 10 e opto per la scelta bassa un po’ inseguito dagli incitamenti di Rusky che invece va l’altra scelta e mi saluta definitivamente...

Quando capisco l’errore, mi prende la depressione e vado ancora più in bambola... prendo dal sito di Cosim-O il pezzo di cartina incriminato e traduco il mio pessimo “paint”:
- la scelta nera è quella che avevo pensato di fare (e che alla fine ha fatto Rusky... mi fermo ad un certo punto perchè poi è banale e basta scrivere “ecc.ecc.” come avevo cominciato a fare)
- la scelta rossa (e che alla fine ha fatto Cosim-O) è quella che avevo in mente di fare dopo aver mancato la prima soluzione
- la scelta blu, indicata almeno fino al sentierino, è la mia! (si... sono completamente deficiente... immaginatevi a stare su quella costa a strapiombo sotto le rocce... però garantisco che la carta è molto fedele anche lì dove non dovrebbe passare mai nessuno!!!)

Energie a piombo, morale a terra. La pioggia ricomincia forte e la mia lentezza la pago anche con una leggera crisi di ipotermia che, dopo l’arrivo, mi renderà sempre più irascibile e mi costringerà a scendere al campo base senza poter salutare nessuno.
Peccato. In condizioni diverse forse avrei potuto fare una gara migliore, ma forse questi sono i miei reali livelli “drogati” da un periodo di splendore agonistico non indifferente (il mio filotto di belle gare durava in pratica da Pasqua, dall’Alsazia).

Riprendendo un concetto già evidenziato dopo gli Highlands Open, stavolta non ho onorato al meglio il bosco e le carte di gara. Per questo mi piacerebbe tornarci presto, magari per una Coppa Italia o un Campionato Italiano (credo che le carte e l’organizzazione lo meritino).

11 Comments:

At 5:51 PM, Blogger SILVAN said...

Secondo me la scelta migliore era la rossa nonostante io abbia fatto la nera... a metà tratta ci ho fatto caso ma ormai avevo fatto almeno 10-15 (o quante sono...tante comunque) curve di livello in su e non mi sembrava il caso di tornare giù per fare, a mio parere, la miglior scelta; o meglio, il mio fisico prometteva vendetta se l'avessi fatto

 
At 6:34 PM, Anonymous stegal said...

Può essere.
Devo dire che mi sono accorto adesso, rivedendola, che in effetti in mio punto non era dove stava quello della MElite ma circa un paio di centimetri più in alto lungo la linea magenta.
Ma non credo cambi molto nella valutazione "rosso vs. nero", e nemmeno nel fatto di considerare il mio percorso come una autentica stronz...!!!

 
At 7:51 PM, Blogger Cosimo said...

Tu l'hai detto :-) sei del tutto folle... la mia era buona ed era tutto piano o discesa... anche la nera non era male però bisognava tirare di più... la tua è indecente... :-) e te lo dice uno che di scelte così ne ha fatte più di una...

 
At 9:25 PM, Anonymous krautrock said...

scelta rossa anche per me, peccato che sul sentiero ho fatto un volo pazzesco a pelle di leone, era meglio se salivo;
dalla 5 alla 6 forse (ma forse) siamo stati gli unici 2 al mondo..

ciao

 
At 11:42 PM, Blogger Carlo said...

Per consolarti: ce stato sicuramente un'altra persona che ha inspiegabilmente deciso di non fare un metro di dislivello e ciucciarsi tutto il costone (peccato che c'ha impiegato quasi 20 minuti). Io sinceramente non avrei mai pensato che qualcuno potesse fare la "scelta" di mezzo e sinceramente in quella zona non ci ho proprio messo piede. Ho provato più volte le due scelte ma credo che la scelta migliore dipenda escliusivamente dalle caratteristiche psicofisiche dell'atleta.

 
At 8:55 AM, Blogger Andrea Segatta said...

Gran bella tratta.... complimenti al tracciatore.Peccato che non c'ero....

 
At 9:55 AM, Anonymous stegal said...

Da domenic apomeriggio ogni tanto ripenso a quali processi mentali mi abbiano portato a fare quella scelta...
Idiozia ed errore grossolano a parte, su quella costa infame ho pensato spesso "adesso la pianto qui, scendo a precipizio e chissenefrega se ho fatto tanto dislivello inutile".

Solo che ogni volta pensavo "dai... il peggio sta sicuramente finendo... ancora un passo ancora un passo ancora un passo..."

Il problema maggiore è stato che su quella costa, sotto le rocce, c'è anche una zona nella quale ci sono parecchi alberi tagliati: curve di livello perse a iosa! I tentativi di passare tra gli alberi caduti su un pendio buono solo per Toni Valeruz si sono in un paio di occasioni risolti in uno Stegal con i piedi in alto (agganciati ai rami solo grazie alla tuta Trimtex) e la testa in basso :-)

 
At 12:22 PM, Blogger Andrea Segatta said...

Mamma mia...teribbbbbile!

 
At 12:01 PM, Anonymous brusacristo said...

Tratta nera senza dubbio,io ho fatto quella...apparte il muro iniziale,sbrigabile in 2 minuti,dopo si correva veramente a bomba su quella strada...per arrivare al punto dall'alto,e quindi impossibilitati a sbagliarlo...troppa lettura nella scelta bassa (rossa?).E perbello che fosse il bosco...costa è costa!

 
At 12:01 PM, Anonymous Giorgio said...

eccomi: chi poteva essere l'altro "demente" che ha fatto la scelta della costa, se non io?

Io non sono nemmeno salito come hai fatto tu, ho cercato sempre di non perdere quota, anche se l'impresa era ardua. Ho avuto paura davvero di non riuscire a farcela, certi punti a strapiombo erano veramente pericolosi, con l'erba a ciuffi che non aiutava.

Tutto quella fatica per poi accorgermi che la scelta del sentiero (rossa) mi avrebbe fatto perdere solo 7/8 curve....

che amarezza essere scarsi...

 
At 11:10 AM, Blogger Aaron said...

eheheheh
davvero non ci avrei mai pensato =) beh ci vogliono anche gli orientisti fantasiosi!
anch'io come carlo non ho mai osato avventurarmi in quella zona, neanche mentre cercavo ispirazione per i punti della staffetta...passare 10 curve sotto a te era già difficile..e su diventava più ripido..

 

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