Stegal67 Blog

Tuesday, June 09, 2009

Faccio un giochino: quali sono le 3 carte di cui ho più terrore? Non timore... non paura... proprio un maledetto TERRORE!
La mia risposta è, senza nessun ordine preferenziale: Capriasca in Canton Ticino, Pozze di San’Osvaldo in Valsugana, Sant’Orsola in Val dei Mocheni.
Dovrei magari anche spiegare cosa intendo con “terrore”: è un mix di sensazione che mi porta a pensare alla partenza che non me la caverò, che uscirò a pezzi dal bosco, che non sarò in grado nemmeno di divertirmi, che “chi me lo ha fatto fare!”. Io ODIO le carte ripidissime, con i valloni, nelle quali le scelte sono in costa (costa ripidissima, dove il mio dolce peso frana a valle ad ogni passo) o lungo la linea di massima pendenza in salita (dove tutto quello che posso fare è, semplicemente, morire guardando la punta dei miei piedi) o in discesa (dove la mia altezza fa la differenza... nel senso che dai miei occhi al prossimo punto dove metto i piedi ci sono 3 metri, come saltare dal primo piano di una casa ad ogni passo.

Capriasca ed i poteri latenti dell’uomo ragno, aggrappato alle rocce a strapiombo senza più forze per andare avanti o tornare indietro. Le “Pozze” ed il mio ritiro in un campionato trentino di tanti anni fa, dopo centinaia e centinaia di metri di dislivello, o il criterium CSI dell’anno scorso “ancora un passo... ancora un passo... ancora un passo...” per cercare di arrivare al traguardo dopo una ascesa da paura.

Sant’Orsola ed il “raspberry contest” di tanti anni fa. Ero un pischello qualunque quando sono andato per la prima volta a gareggiare a Sant’Orsola. Era una Coppa Italia? Boh... in ogni caso io ero in uno di quei momenti orientistici nei quali senza sapere come o perchè non me ne andava mai dritta una... Se dovevo salire scendevo (o salivo troppo), se dovevo scendere salivo. Se dovevo andare dritto andavo storto. Se dovevo cercare un punto ci giravo attorno 5 minuti.
In classifica le prendevo da tutti, da chiunque proprio.

In particolare dal mio amico Paolo Consoli che invece quell’anno muoveva i primi decisi passi nella categoria HB (sempre i migliori!). Non ricordo bene come andò... dopo una serie di figuracce in Lombardia il non-ancora-gruppo-GOK si presentò compatto ai nastri di partenza della gara di Sant’Orsola.
Sapendo di correre in Trentino, sapevo di correre in casa e quindi ero fiducioso del fatto che “questa volta” avrei lasciato indietro tutti quanti nei MIEI boschi.

Davide e Paola, per sovrapprezzo, avevano vinto da poco un premio speciale ad una gara: un bottiglione di sciroppo di lampone! Di cui io vado matto (in particolare, piccolo stacco pubblicitario, consiglio quello di Menz&Gasser) al punto da fare rifornimento con la bottiglia da 2 litri o la tanichetta da 5 litri ogni volta che passo da una famiglia cooperativa (a Milano si trova solo uno sciroppo di lampone insulso e privo di nerbo...).

Quindi, per scatenare ancora di più i cavalli-motore dello Stegal depresso, decisero di mettere su al volo il suddetto “raspberry contest”: il migliore del gruppo in HB si sarebbe aggiudicato il bottiglione.

Bene. Quel bottiglione mi è rimasto sul gozzo. Per sempre. Ne avessi azzeccata una, in quella gara... Credo di aver fatto il doppio o il triplo del massimo dislivello che avrei potuto affrontare se solo avessi fatto delle scelte umane! Ricordo un paio di lanterne sul pendio che al confronto la buca del penultimo punto di Tanabek (quella immortalata da Cosimo su youtube) è un attacco diretto al punto che nemmeno Gueorgiou...

Al traguardo, sfatto, sfinito, distrutto, depresso, arrabbiato, scontento, irascibile e aggiungete voi altro ancora, potevo solo sperare che Paolo non fosse ancora arrivato. Ma forse Paolo era già lì, bello cambiato e ripulito (e forse mi partiva davanti di pochi minuti) e forse è arrivato subito dietro a me (e forse mi partiva dietro di tanti minuti).
Potevo solo sperare che lo sciroppo di lampone gli fosse indigesto, e che lasciasse così il premio al sottoscritto... ma mannaggia! Piaceva anche a lui!

Quella sconfitta non mi è costata solo un fugace assaggio di sciroppo, ma mi ha scratchato in profondità il disco fisso della memoria orientistica. Ancora oggi, quando devo pensare ad una gara che mi è andata veramente male, penso a quella “Coppa qualcosa” disputata a Sant’Orsola; e mi sembra quasi di sentire immediatamente un bel beverone di sciroppo di lampone che scende nel gargarozzo... solo che il risveglio è immediato con il palato che non sente nulla. Come non sentì nulla quella volta di tanti anni fa, quando rimasi con un pugno di mosche in mano!

Terrore. Ci sono state altre gare a Sant’Orsola in questi anni? Penso di si. Non ne ho MAI più voluto sapere. Non sono più tornato in Val dei Mocheni, sono fuggito di fronte a quella carta di gara come un gatto di fronte all’acqua gelata.

Fino a sabato scorso, quando l’invito a festeggiare con l’Orienteering Pergine il 30° compleanno (vedi post sotto) mi ha spinto a superare il complesso di Sant’Orsola e di riprovare. Vabbé, la gara non era proprio nel bosco ma in paese, ed era una “spriddle” come ha detto Renzo Bernabé.
Quindi, nonostante i miei fieri e al tempo steso timorosi propositi, non ho potuto prendermi una bella rivincita sul bosco di Sant’Orsola. Rimane in vantaggio lui per 1 a 0...

E avrebbe potuto essere anche un 2 a 0 secco, se dopo una scellerata scelta 6-7 che mi è costata almeno 3 minuti secchi e tanta fatica non avessi trovato un palo della luce sul quale arrampicarmi per superare in perfetto stile “salita alla pertica” gli ultimi 3 metri di dislivello per arrivare alla strada asfaltata.

Forse qualcuno mi ha visto in azione aggrappato al palo.
Se è un passante, ok... non si preoccupi... l’ambulanza e la camicia di forza non erano lontane ed adesso il matto è stato ricondotto a più miti consigli e non girerà più per tanto tempo a Sant’Orsola.
Se è un orientista, ok... una scelta di percorso come un’altra, no?

In ogni caso, mi sarebbe tanto piaciuto trovare in cima a quel palo un bel bicchierone di sciroppo di lampone ghiacciato in memoria di una gara dei vecchi tempi.
Me lo sogno ancora, quel maledetto “raspberry contest”!

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(addendum sul post-gara di Sant'Orsola)



(pre-scriptum: la dimensione delle bottiglie da litro in alto a sinistra da l'idea delle dimensioni della torta)


Prima di parlare della gara di Sant’Orsola (e poi anche di quella di Miola di Piné) volevo dedicare un piccolo pensiero alle persone che ho incontrato sabato pomeriggio al campo sportivo della località di Valle dei Mocheni.

“Gli orientisti: sono le persone più fortunate del mondo perchè hanno fermato il tempo!”
(Guido Lorenzi)

“Abbiamo visto uno sport che ha una valenza culturale, di sfida prima di tutto con se stessi e poi con gli avversari, che sta a contatto con la natura e vi si immerge come nessun altra disciplina sportiva. Come potevamo starne lontani?”
(Bruno Bosin)

... ma la più bella per me è questa ...

“Sono arrivato alla gara e ho subito incontrato due concorrenti. Parlavano del tracciato, del tracciatore e di un punto che secondo loro non era posato benissimo.
E ho pensato: ma in 30 anni non è cambiato niente ?!?!?”
(Carlo Alberto Valer)

Poi sono arrivati gli applausi per Alfredo Sartori.
Anzi, per Il Maestro Alfredo Sartori.
Cronometrati da me.
72 secondi di applausi.
Provate a stare 72 secondi senza respirare e capirete.

Prima di riportare la frase di Alfredo Sartori che porto a casa da Sant’Orsola, ne voglio ricordare un’altra che mi disse nel parterre dei Campionati Italiani di Jenesien. Una che mi disse quando mi avvicinai a lui con tutta la deferenza possibile che potevo rivolgere ad una figura che avrà visto passare davanti agli occhi migliaia e migliaia di orientisti

SG: “Buongiorno Maestro. Forse non si ricorderà di me, ma la volevo salutare a nome dei ragazzi lombardi che parteciparono al gemellaggio di Lavarone sotto la neve...”
AS: “Stefano! Non eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo dati del tu???”
(2 a 0 per lui, palla al centro.)

Questa è la frase che mi piace citare spesso. Quella che porto a casa da Sant’Orsola è costituita da una sola parola, da quella che ha detto alla fine del suo intervento.

“Arrivederci”

Arrivederci Maestro. Arrivederci pionieri... e Arrivederci Orienteering Pergine.

2 Comments:

At 10:53 PM, Blogger Bepi Simoni said...

This comment has been removed by the author.

 
At 10:54 PM, Blogger Bepi Simoni said...

Ecco...
mi sono venuti gli occhi lucidi!

 

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