Stegal67 Blog

Sunday, January 10, 2010

L’affermazione è chiara. Il teorema lampante. La dimostrazione è palese!
E allora perchè ogni volta mi devi mandare dal cielo nuove prove a supporto? Ne sono convinto! Mi hai già convinto! Vuoi che lo dica io? Ok... l’orienteering è la causa numero uno di tutto quel che mi capita!
L’ho detto. Sarai contento lassù! (o laggiù... o dovunque stai Tu che sei qui e là ed in Ogni Luogo)

Prendiamo ad esempio quel che è successo oggi. Obiettivo della giornata: riposo, riposo, riposo. Riposo da che cosa non si sa bene (... il lavoro?...). Comunque riposo. Chissà perchè allora ieri sera mi sono messo a trafficare con il sacchetto delle mercanzie orientistiche elettroniche: contiene l’Ipod e le 4 radioline 4 che avevo comperato in previsione del Mobile-O di Miskolc. Una sistematina in previsione della stagione orientistica che verrà...

Inavvertitamente, devo aver schiacciato uno dei tasti di accensione... Oggi all’alba, sono stato svegliato da alcuni rumori che immediatamente mi hanno fatto accapponare la pelle (roba da pelle di gallina e peli dritti!): gracchiamenti vari, voci scomposte... il tutto da dentro casa! Provateci voi. Dopo esser balzato giù dal letto, acceso tutte le luci e afferrato un manico di scopa, sono rinsavito quel poco per capire che i rumori erano di natura elettronica: cerca che ti ricerca ho trovato la radiolina accesa. Tirati giù i Santi del Paradiso dal 1° gennaio fino al solstizio d’estate, mi son detto “chissà se piove ancora?”. Erano le 6.20. Fuori cielo sereno. Evidentemente era destino: non avevo più scuse, ormai ero perfettamente sveglio, per non andare a correre la “mezza” a Casorate Primo.

So che ora Marco L. sta tirando giù contumelie ed improperi: ma non è che ti potevo telefonare alle 06.30 a.m. per dirti che ci potevamo trovare a Casorate! Arrivo nel primo paese della provincia pavese di buonissima ora: c’è un pienone di gente. Mi cambio con calma ed arrivo sulla linea di partenza in pieno centro. E chi ti trovo? Matteo Merati.... e Paolo Talenti!!! Ora, se il nome di Matteo Merati non dovrebbe sfuggire ai più, forse Paolo è meno noto. Ma assicuro che si tratta di uno dei più forti orientisti del reame, uno che ai suoi bei tempi doveva solo limare di uno zinzinello la tecnica orientista per lasciarsi dietro Elite a profusione. Uno che faceva l’orientista-impiegato (mica troppo... ma quasi) ed era già al livello di super-Deligios, quando Deligios era “the Great Deligios”!!! Tutti e due li trovate ora sul sito www.happyrunners.it , e se Paolo torna a fare orienteering io dico che possiamo anche fare i Campionati Italiani M40, ma per assegnare solo le medaglie di argento e bronzo!

Comunque non ci sono problemi, loro due viaggiano molto più forte di me... il problema nasce quando il duo di ex-Uellini (io lo sono ancora) decide che andremo insieme! Andremo al mio passo... Il che vuol dire che il ritmo dei primi chilometri (c’è anche una fanga insidiosa e spessa) è tra i 10 e gli 11 minuti al km. Che per me è sufficiente e quasi oltre soglia. Per Matteo il ritmo è tale che riesce a parlare senza soluzione di continuità, mentre io gli rispondo a monosillabi. Paolo probabilmente ogni tanto si appisola correndo... A quel ritmo, comunque, accade che raggiungiamo dopo qualche chilometro una figurina nera che si avvicina lentamente... sapete quelle sensazioni che capitano ogni tanto... capelli biondi mooolto carini, tutina nera attillata per far vedere che tutte le cosine sono al punto giusto... Sguardo d’intesa tra i tre vecchiardi, ma il ritmo della biondina (metà dei miei anni) è abbastanza blando, e non ha senso stare a ruota a farsi trasportare fino in capo al mondo da quel su e giù e su e giù e su e giù... (ogni riferimento a fatti veramente accaduti a me nel mio passato orientistico NON è casuale). Mai sorpasso fu più sanguinoso, e la biondina esce dalla mia vita. Forse. Ricordarsi intanto della biondina.

Al primo ristoro, puntuale al km.6 esatto, io mi fermo per onorare degnamente il popò di roba che c’è lì... così i due forti compagni di viaggio andranno per la loro strada! Penso io. Loro no. Mi aspettano. E si riparte questa volta tra gli 11 ed i 12 al km (il percorso è sempre un tantinello accidentato). Poco dopo, per fortuna, veniamo superati da una specie di keniano bianco con la tuta della New York Marathon... saluti calorosi con Paolo che ci dice “Vi scoccia se vado con lui?” e parte come nemmeno Schildauer 1983 al famoso “Suona la campana!”. Restiamo io e Matteo, io in apnea e pronto per la rianimazione, lui fresco come una rosa, e poco dopo raggiungiamo il bivio che separa il percorso dei 14 km da quello dei 21. Matteo vuole rimanere su quello dei 14, ma io vedo che in realtà i “14” sono indicati come “16” e quindi penso che tanto vale fare 5 km in più e mettere su un po’ di fiato. Ci separiamo ed io resto da solo.

Non per molto. Poche decine di metri dopo vengo letteralmente fagocitato da un gruppetto compatto che arriva (credo) da Motta Visconti; ci sono donzelle appena più attempate di me e donzelli corpulenti quasi quanto me. Il ritmo è adatto per proseguire insieme, e quindi per i 5 km successivi verrò praticamente “adottato” da questo gruppetto. Si procede con un buon passo ma... attenzione... sta per succedere qualcosa! La pischella bionda torna alla carica!!! Probabilmente il ritmo blando era dovuto al fatto che stava aspettando un paio di baldi accompagnatori che le fanno da scorta (ettecredo!). Il sorpasso avviene in uno dei lunghi ed eterni rettilinei del percorso dei 21 km. Ho l’Ipod a palla (per non sentire il mio fiatone) ma sento distintamente i commenti della componente maschile dei mottaviscontesi... cui fa seguito però un commento della parte femminile del gruppetto di cui faccio parte “Volete starle dietro? Ma non ne sareste capaci nemmeno avendo un bersaglio simile!!!” (allude sicuramente al su e giù e su e giù e su e giù... che si allontana lentamente). E poi prosegue “Siete così bolsi che dobbiamo darvi una mano noi!”, ed è così che le due donzelle del gruppo (le quali... a ben vedere... solo tre o quattro lustri fa dovevano essere delle pischelle notevoli anche loro!) si mettono in testa al gruppo a tirare come delle bestie! Non può durare molto, ma mi consolo accorgendomi che del gruppo sfilacciatissimo restiamo davanti solo le due signore ed il sottoscritto... avendo io deciso che se devo morire a Casorate Primo tanto vale farlo nel modo più orgoglioso!

Muro di Morimondo. Un muro vero e proprio. Sembra la salita al Grammont nel Giro delle Fiandre! In cima, al secondo ristoro, puntuale al km. 12, io sono il 151° mezzo-maratoneta che passa da lì (paragonare alle presenze sempre più spelacchiate, purtroppo, alle nostre gare).
Se il gruppetto si ferma, resto con loro. Ma il gruppetto non si ferma. Io si (il ristoro si onora sempre!) e quando riparto sono proprio da solo. E questa volta ci resto a lungo. Per fortuna il mio Ipod sente che ho bisogno di qualche scarica positiva: Bon Jovi e gli Status Quo mi portano fino al km 15... ancora 3 brani musicali, che sono due chilometri, e poi una quarta canzone e sono sicuramente al 18° km, all’ultimo ristoro e soprattutto quasi in dirittura d’arrivo.

Finisce la quarta canzone. Davanti a me la piatta pianura pavese (se era piatta pianura piacentina era meglio... così rinverdivo i fasti di “certe carte carsiche”). Vedo quasi un chilometro di percorso davanti a me e del ristoro nemmeno l’ombra... Sarà che da solo sto andando più piano? Un’altra canzone... ed è la mitica Diane Lane (quindi il ritmo si alza per definizione) ma davanti a me il nulla! C’è qualcosa che non va. Guardo l’orologio e vedo che sono passati 25 minuti dall’ultimo rilievo al km 15: 25 minuti per 3 chilometri? Ed ancora il segnale dei 18 non si vede? Esco dalla zona dei campi e comincio a costeggiare il campo da golf, mi aspetto il ristoro dietro la prossima curva... niente! Un’altra curva ed un lungo rettilineo... niente! Ma che sta succedendo?

Tutto questo mi preoccupa un po’ (i ristori mi servono!) e per rilassarmi un attimo decido di fare una deviazione dietro un albero a bordo strada per un lieve bisogno fisiologico. Qualche secondo, nulla di più. Ritorno in carreggiata e pochi metri davanti a me c’è un macchinone che mi viene incontro... decido di lasciarlo passare ed intanto mi sistemo bene la paccottiglia nei pantaloni... quando mi accorgo che il movimento della testa del guidatore è del tipo “mi guarda un attimo torna a guardare appena la strada e poi torna fisso su di me”! Io lo guardo un attimo, torno a guardare appena la strada... e poi torno a guardare lui. E lo squadro bene! IL DIRETTORE GENERALE!!!!! Ma porc...&%$£&*%#§... Ebbene proprio lui. Mo’ sto bello che fritto... Rimettiamoci a correre che è meglio, anche se ‘sto ristoro non arriva... arriverà (con il cartello maledetto dei 18 km che mai fu più mentitore) quando ormai il mio Ipod reciterà “20,3 km”... infatti il percorso di 21,5 km alla fine mi risulterà essere di 23,8. Ne verrò a capo attaccandomi per le ultime tratte ad un altro podista che poi tirerà persino la volata incitato dalla moglie! (ma vai... chi ti trattiene!?!).

Finita la tenzone torno alla macchina ed il blackberry (che finalmente dovrebbe essere tornato a me in pianta stabile) ha un nuovo messaggio: è Suo, del D.G. che vuole sapere chilometraggio e tempo. Domani mattina quel tempo e quel chilometraggio saranno sulla bocca di tutti. Sarà già tanto se non lo metteranno sulla intranet! E la colpa di tutto ciò di chi sarà? Di chi è? Ma della radiolina che si è messa a gracchiare all’alba. Della radiolina comperata per il Mobile-O di Miskolc!

La colpa di tutto, alla fine, è sempre dell’orienteering. Lo dicevo io.

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