Distacco
Caro Stegal. Ti scrive la tua ombra, la tua SHAron. Si, proprio io, quella che in tutti questi anni hai deriso e dileggiato ogni volta che dovevi motivare una performance non proprio esaltante. Hai raccontato in lugno ed in largo che la sfida nel bosco non è mai con i tuoi amici, ma con la tua ombra… e così sei riuscito ad inorgoglirti per una gara durata 99 minuti e 59 secondi a Casorate Sempione (perché quella volta avevi scommesso con la tua ombra che avresti impiegato meno di 100 minuti), ad innalzarti sul gradino più alto di un immaginario podio per un Campionato Italiano Middle a Civezzano nel quale (per dirla con le tue parole) io non sarei nemmeno riuscita a tornare indietro.
E così tutte le volte che “mi hai battuto” sei riuscito a trovare qualcosa di prezioso anche quando la tua classifica finale mostrava un ultimissimo posto a distanze siderali dal penultimissimo… tanto c’era sempre la tua ombra a darti una scusa per far trasformare una ciofeca in una prodezza, no? Ebbene questa volta non sarà così. Questa volta occorre proprio che qualcuno si decida a dirti in faccia che non puoi andare avanti così, caro Stegal. E questo “qualcuno” è la tua ombra. E “questa volta” sono le due gare di sabato e domenica scorsa al Campiglio ed ai Caprioli. Prima che ti venga a strana idea di raccontare con enfasi epica due giornate nelle quali… nelle quali… non c’è altro modo di dirlo: hai fatto veramente SCHIFO!!!
Non sopporto più di vederti arrancare in una gara sprint come se fossi all’ultimo chilometro (in salita) della O-Marathon. Si chiama gara sprint, capito? Vuol dire partire veloce, fare le lanterne d’un fiato una dopo l’altra e soprattutto… soprattutto… in una gara sprint in paese non si cammina! Non ci si perde! Non ci si ferma nei portici perché è buio! Non si sbaglia strada! Non si torna indietro a controllare l’incrocio perché ci si è persi! Non… Non… NON!!! Non si fa! E non (NON) cominciamo ad accampare scuse del tipo la caviglia, l’altra caviglia, e “dovevo pensare anche a fare lo speaker”, e che non hai fatto riscaldamento (quando mai lo hai fatto?), e che eri appena arrivato da un viaggio, e la stanchezza delle settimane in Lussemburgo, e… e… E!!!
E poi cosa altro? Sono tutti nelle stesse condizioni, ma a nessuno è mai saltato in testa di fare la gara e poi di fare lo speaker (Poetsch è solo un imitatore… e poi qualche volta pianta lì il microfono a metà gara). A nessuno è mai venuta in mente una scusa del tipo “faccio la M21 così so raccontare cosa affrontano quelli forti”. Hai 45 anni (anagraFISOmente parlando…), dovresti stare due categorie più in là a gareggiare con quelli della tua età che ti batterebbero lo stesso senza nemmeno impegnarsi troppo. Quelli che di anni ne portano ben più di 45 anni e che a Campiglio hanno corso dal primo all’ultimo metro, magari piano ma hanno corso, non si sono persi al primo punto e non sono finiti lunghi e distesi dopo aver cercato di correre sulle pigne… E lasciamo perdere il fatto che quella quarantena alla partenza di cui parlano tutti ti ha impedito di farti notare troppo dai tuoi amici di avventura mentre camminavi rantolando in piena zona pedonale!
Vogliamo aprire il capitolo Caprioli? E apriamolo! Caro Stegal, la tua involuzione tecnica è impressionante… “tecnica” per modo di dire, ovviamente, ma “involuzione” è solo un complimento. Ho visto Esordienti alle prime armi cavarsela meglio di te, e soprattutto farsi meno problemi. Dopo 18 anni di orienteering la tua scelta migliore per la 1, 3, 5, 8 (soprattutto 8), 10 (soprattutto soprattutto 10) e … e la maledetta lanterna 95 (soprattutto soprattutto soprattutto la maledetta lanterna 95!) è “vado là in zona e in qualche modo finirò per vederla”? AL Lago dei Caprioli? Su quella carta da paura? Proprio su quella carta di cui vai tanto fiero per un terzo posto in un Campionato Trentino H35 di mille anni fa? (quello doveva proprio essere un altro Stegal… oppure eri drogato o ubriaco). “Vado là in zona e in qualche modo la vedrò”? Devi essere rincitrullito, o pazzo, oppure il fatto di essere diventato il dominatore delle zone aeroportuali di mezza Europa ti ha ormai bollito… Il fatto di non provare nemmeno vergogna, di non esserti fermato, di aver voluto continuare la gara fino alla fine sotto gli occhi esterrefatti di tutti coloro che erano al traguardo, è una prova definitiva del fatto che vivi in una realtà tutta tua nella quale te la canti e te la suoni al ritmo della tua musica. Ma non hai bisogno di me e dell’orienteering per sentirti soddisfatto, se dopo 115 minuti di gara (di una gara che Cipriani ha vinto in 43 minuti) riesci persino ad incasinare gli organizzatori e l’ufficio stampa a tal punto da farti indicare vincitore sul sito Fiso e sul Corriere Trentino con un tempo di 10 minuti o giù di lì.
10 minuti, esattamente quelli di ritardo dal penultimo in classifica, quelli di ritardo dall’ora zero della gara di Coppa Italia (non riesci nemmeno più ad arrivare in tempo al traguardo) e quelli che ti ho dedicato per scrivere queste parole.
Tua, Sharon
Cara SHAron.
Hai ragione in tutto e per tutto quando dici che sono vecchio, che sono bolso, che dovrei vergognarmi e che dovrei smettere di fare certe cose. Me lo ha detto anche Manuela M. al traguardo di Campiglio… Mi dispiace per il caos ai tempi dell’organizzazione, mi dispiace per il povero Cipriani che ha fatto la gara perfetta (una delle tante nella sua carriera) e che si ritrova secondo nei racconti dei giornalisti. Mi dispiace per i frizzi ed i lazzi nei confronti degli atleti che arrivano sul traguardo e mi dispiace per le due gare rivoltanti che ho corso. Avrei potuto tranquillamente ritirarmi, vista e considerata la verve che stavo mettendo in gara.
Però…
Però è anche vero che a Campiglio, istraendomi, ho pensato spesso in gara a tutte le gare sprint cheho corso nel passato. Mi è venuta in mente Cison, Monghidoro, Roskilde (dove, anche se non ci crede nessuno, io veramente ho vinto una tappa della 5 giorni di Danimarca in H35). Mi è venuta in mente la sprint di Coredo e quella del Parco delle Cascine, zenit e nadir della corsa d’orientamento sprint.
Però è anche vero che al Lago dei Caprioli in un mondo normale e con una testa normale mi sarei ritirato alla 3, alla 5, alla 8, alla 10 e soprattutto mentre cercavo la maledetta 95 che su cui tutti quanti sono caduti con una facilità irritante. E invece sono andato avanti imperterrito perché, pur ansimando come se fossi all’ultimo km di TUTTE le mie O-Marathon, ho voluto fortissimamente finire la gara anche a costo di arrivare ultimo, ultimissimo, fuori tempo massimo, fuori limite della decenza. Perché ogni volta che qualcuno, o qualche ombra, dicono ad un orientista che quella cosa NON la può fare, l’orientista ci mette il 101% per farcela. Anche se è il 101% di poco o nulla. Anche se è il 101% di un milionesimo di milligrammo del talento, della bravura, dell’atletismo di Alessio, Marco, Klaus, Manuel, Christine o Julia.
E alla fine di una gara pietosa, penosa, vomitevole e vergognosa, quel 101% farà sempre la DIFFERENZA tra il fatto di essermi divertito ed il fatto di aver sprecato il mio tempo. Tra la vittoria e la sconfitta. Tra vivere e morire. Riconosci Al Pacino, vero? E così anche questa volta, come Ogni Maledetta Domenica, posso tornare a casa contento di aver fatto quello che mi piace fare, di essere arrivato al traguardo e di aver completato la mia gara. Anche se sono arrivato ultimissimissimo. Certo… una ombra valida ed importante come te meriterebbe un accompagnatore più nobile, una presenza corporea più snella, tonica ed importante. Magari anche più bella. Ce ne sono tante, in giro. Non ti garantisco che tutte siano facili da battere come il sottoscritto, e non ti garantisco nemmeno che con tutti quanti gli altri ti divertirai come hai fatto con il sottoscritto, quando tante volte siamo andati insieme nel bosco a farci soprattutto una risata ed una bella sgambata senza pensieri di classifica. Perché quando hai pensieri di classifica, magari dormi male e vivi peggio, ed alla fine anche una posizione sul podio o ai piedi del podio o ai piedi del primato ti lasciano l‘amaro in bocca. Ma tu vuoi provare l’ebbrezza del primato, cara SHAron, ed io non sono più in grado di aiutarti.
Facciamo così, SHAron. Io continuerò a fare di testa mia, ad affrontare le gare come posso e con le forze che ho, come a Campiglio ed ai Caprioli. Tu prosegui pure la tua avventura con qualcun altro. Ti lascio, SHAron. Sei libera. E poi non dire che non ti avevo avvertito...
Tuo, Stegal
4 Comments:
Prendo io il posto!
Prendo io il posto!
In Veneto si dice che le "ombre" si bevono ;-)
Cito:
"[...] in una gara sprint in paese non si cammina! Non ci si perde! Non ci si ferma nei portici perché è buio! Non si sbaglia strada! Non si torna indietro a controllare l’incrocio perché ci si è persi! [...]"
Ah no?
Questa è follia!
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