Stegal67 Blog

Sunday, March 17, 2013

...for Tommy and Gina, who never backed down…

“…this is for the ones who stood their ground,
for Tommy and Gina, who never backed down…”

Fatto salvo qualche sporadico messaggio nella bottiglia, fino ad oggi sono stato l’unico a sapere che sul mio desktop il pezzo a fianco di quello che sto pubblicando si intitolava “Stegal stops with orienteering”. Ed ecco anche l’inizio: “Il 28 febbraio 2013, dopo 20 anni di orienteering a tratti impiegatizio e a tratti panzotello, Stegal si è poco sorprendentemente auto-escluso dal mondo della cartina e bussola. Oggi infatti è stato richiamato a Milano, quartiere Gratosoglio, presso la vituperata casetta che funge da sede centrale della mai ben compresa entità chiamata “GOK”; qui, davanti allo specchio, ha annunciato a se stesso che la sua carriera low-level di orientista di fondo classifica era giunta a conclusione”.

Si… Lo so: la citazione è un po’ nascosta. Mi chiedo se qualcuno tra i più sgamati riconosceranno tra le righe lo stile di quel comunicato che, il 15 novembre di sette anni fa, ci ha lasciato improvvisamente privi dell’atleta di punta della nazionale italiana.

Altri tempi. Sette anni fa, più o meno nello stesso periodo, stava per disputarsi una gara a Tradate che si sarebbe chiusa (almeno per me) tra mille ed una polemica, con successive mail di minacce ed un post pubblicato sul mio blog e poi auto-censurato. La cosa bella è che, in altri sport o con altre persone, dopo quel giro di mail (e di telefonate notturne) sarebbero seguiti anni ed anni di faide e relazioni interrotte e sgarbi e dispiaceri e rancori… e invece nel giro di qualche settimana eravamo ancora tutti lì a rincorrerci attorno ad una lanterna ed a raccontarci come se non fosse stato per la carta rilevata male, il tracciatore che non ha rispettato le linee guida, il sole la pioggia il vento ed il gomito che fa contatto col ginocchio, ebbene anche noi avremmo potuto fare un tempo degno del miglior Elite!

Altri tempi. Sette anni fa, o sei o cinque o quattro o tre o due, se qualcuno mi avesse chiesto “Sai qualcosa della gara promozionale di Piatra Neamt di domenica?” avrei risposto (con un pizzico di nonchalance) “Certo… prima partenza alle 10.00 e ritrovo a 25 minuti al passo… ca$$arola se non fosse stato per quei 25 minuti al passo ci sarei andato anche io, solo che la miglior combinazione bus-treno-aereo-pullmann-autostop mi fa arrivare al ritrovo non prima delle 10.10 e non riesco nemmeno a farmi il taping!”. Oggi non solo ignoro se sia mai arrivata la parola “orienteering” a Piatra Neamt (in effetti ho solo conosciuto sul lavoro una persona molto gentile che arriva da quel posto, così l’ho citato), ma ignoro quasi del tutto l’esistenza di gare promozionali, regionali o nazionali che turbinano attorno a me, magari a poche decine di chilometri di distanza.

Altri tempi. Quelli nei quali a marzo inoltrato potevo guardare il calendario delle gare già messe in saccoccia e segnare la decima uscita stagionale in cartina. Con un pensiero di sottofondo, magari, già rivolto alle multi-days estive prenotate, alla solita Lipica Open alla quale non ho mai partecipato, alle prime gare di Coppa Italia appena di là da venire ed alla situazione dei rovi nei boschi lombardi, se irrobustiti o se tenuti a bada da un inverno più o meno rigido.

Altri tempi. Dovrei ripassarmi un certo pezzo pubblicato sul blog di Dario P. per ricordare quanti e quali ori-blogger si cimentavano in quel periodo, gli anni senza l’I-Pad, senza l’I-Phone, senza l’I-qualcosa… (tutte diavolerie di cui sono ancora sprovvisto). Altri tempi nei quali, se vado a rileggere quello che scrivevo proprio nel novembre 2006: “Gli amici sanno che visualizzo una bella gara di orienteering come una spugna bagnata che passa sopra la lavagna di ardesia piena di scarabocchi; dopo il passaggio, la lavagna sembra come nuova. Così funziona con il mio cervello”.

Ma dopo più di un intero anno nel quale l’orienteering non mi è stato di alcun aiuto nel “ripulire il cervello” dalle tossine, dalle tensioni, dalle paure e dalle preoccupazioni della vita quotidiana, ho riflettuto sul fatto che non mi restava che scrivere la fine di questa storia: avrei voluto raccontare un “the end” visto dalla parte di chi non si sente più un orientista, di chi non è più in grado di affrontare il bosco, di chi semplicemente non riesce più a trovare una gioia nel pensare al prossimo appuntamento, alla prossima cartina da affrontare, al prossimo tragitto casa-ritrovo-partenza-…-arrivo-casa. Non essendo più così importante quello che troviamo ogni volta al posto di quei “…”, di quello che succede tra il momento della partenza e quello dell’arrivo in una disciplina sportiva che ognuno riesce a vivere in una dimensione personale così spiccata.

Avrei solo dovuto scriverlo.

Alcuni dicono… che, scrivendo, si razionalizzano i sentimenti e si affrontano più facilmente le situazioni. Potrebbe anche essere vero. Scrivere non è la stessa cosa che affidare i messaggi alla voce o al pensiero, che appena è trascorso il tempo impiegato per far passare un fumetto nella mente o sulla bocca, è già ora di pensare alla prossima azione e … se si è detto o pensato qualcosa di bello, ok… e se era qualcosa di brutto bisogna mettersi lì e cercare di rimediare il salvabile.

Altri dicono… che, se riesci a scrivere, un po' di luce attorno alla zona delle operazioni vuol dire che l'hai già fatta. Forse non sai ancora se il sorriso che stavi cercando si trova in fondo ad un canyon nel Colorado… “Magari non hai trovato il bandolo della matassa, ma un'idea di dove passa il cavo cominci ad averla”.

Io dico… che durante questo periodo nel quale sono rimasto lontano dal blog, ho pensato ad un sacco di storie e qualcuna ha trovato un posto sul mio desktop. Alcune di queste storie sono i miei pensieri personali, legati all’orienteering o alla vita in generale (perché non bisogna dimenticarsi che c’è una vita, là fuori, oltre all’orienteering); altre sono storie che parlano di eventi che ho visto in televisione e di persone che in alcuni casi ho potuto conoscere, anche solo di sfuggita. Ci sono state un sacco di storie che ho cominciato a pensare mentre guidavo, tornando a casa dal lavoro, lungo i viali del quartiere “Barona” a Milano; storie che ho iniziato e mi sembravano bellissime, e che non ho terminato perché non sapevo come continuavano e soprattutto non sapevo come sarebbero andate a finire.

Ci sono state altre storie che sapevo benissimo come sarebbero andate a finire, ma che sapevo non essere del tutto vere; storie che ho raccolto nel corso degli anni (una di queste risale all’agosto del 1988, e forse sarebbe ora che io la completassi). Se Bon Jovi avesse avuto una seconda opportunità di scrivere “It’s my life”, gli suggerirei dei versi come questi, che non sono miei e sono come una pietra tombale delle mie settimane di silenzio:

“Forse tu fatichi a proseguire perché non sei sicuro di come continua la storia.
Forse hai un'idea, ma non ti sembra tanto vera. Oppure non vuoi che diventi vera.
Oppure pensi che la storia abbia una sola inevitabile conclusione, che però non vuoi che abbia.
Oppure non ti senti all'altezza della conclusione cui vorresti che arrivasse”.

E’ proprio così. Non so come continuerà questa storia. Non so se voglio che diventi vero quello che avevo in mente di scrivere. Non sono sicuro nemmeno che non ci sia la possibilità di far cambiare direzione al percorso che avevo immaginato, e quindi sto soltanto rimandando quello che potrebbe diventare inevitabile. Ma in ogni caso, in ogni maledettissimo caso, non mi sento ancora all’altezza della conclusione e del “the end” che mi sono figurato.

Per questo motivo, dopo aver passato un paio di mesi a convincermi che avrei dovuto smettere, penso che da qualche parte in fondo al cuore troverò la forza per continuare a scrivere e per continuarea giocare.

"...My heart is like an open highway.
Like Frankie said, I did it my way"

12 Comments:

At 9:04 PM, Blogger Dopolav-ori said...

anch'io sono convinto che dovresti smettere
di fare quei lavori logoranti che fai
Dario

 
At 2:43 PM, Anonymous Larry said...

Sì, non credo che dovresti smetterla con la crostata di mirtilli solo perché non la digerisci dopo aver fatto indigestione di chiodi, a proposito di esprimersi con parole degli altri.

 
At 12:21 AM, Blogger Ciobin75 said...

Personalmente non ho mai avuto il piacere di conoscerti, se non via web. Spero che tu possa ritrovare la voglia ed il piacere di correre nei boschi. L'orienteering italiano perderebbe sicuramente una figura decisamente caratteristica e gli oriblogger potrebbero perdere (perchè non è detto che tu smetta anche di scrivere) uno se non il miglior Oriblog italiano. Mi spiacerebbe per entrambe le cose.

Un saluto

Oriciobin 1975

 
At 4:18 PM, Anonymous Anonymous said...

Caro Stefano, ti scrivo da Anonymus anche se ti conosco benissimo. Sono ricapitato sul tuo blog oggi e mi sono accorto di essermi perso qualche puntata ...

Conosci il detto "la vita e' quello che ci succede mentre noi pianifichiamo altro" e io ti assicuro ne so qualcosa... Questo ci porta a volte ad essere in difficoltà. La vita va così, ma ricorda che non e' la spugna che non funziona piu', la spugna e' li, sempre uguale, pregna, e' semplicemente la lavagna che diventa troppo grande e gettare la spugna non e' certo quello che fara' rimpicciolire la lavagna.

Poi magari non vogliamo nemmeno che la lavagna rimpicciolisca, a volte diventa piu' grande naturalmente con il passare del tempo, con le responsabilità che cambiano. E' normale.

Consiglio : non prendersi mai troppo sul serio. L'orienteering e' una passione non una missione di vita.
Io ormai dedico aime' pochissimo tempo all'orienteering, ho la mia spugnetta, la mia lavagnona ... ma mi diverto un sacco lo stesso e non solo per il povero gesto sportivo che compio ma per il ritrovare un sacco di gente che ammiro con cui scambiare un saluto, te compreso.

See you.

 
At 5:20 PM, Anonymous Andrea said...

O più semplicemente, dopo un po’, ci si rompe il cazzo (scusami il francesismo).

Ci sono migliaia di buone ragioni per iniziare a praticare orienteering. Non sto qui ad elencarvele tutte ma, vabbé, lo sapete meglio di me, vero? I boschi, l’aria pulita, lo sport nobile, l’amicizia, il benessere mentale e fisico, la sfida con sé stesso, la maturità richiesta, la natura, la montagna e la gnocca.

Ci sono poche ragioni per smettere. Quella principale è, secondo me, che ci si rompe il cazzo. Come quando mangi aragosta per tutta la vita. L’aragosta è buona, buonissima, deliziosa. Ma prova a mangiarla tutti i giorni e poi fammi sapere.

Poi certo, ci sono altri motivi. Ma nella maggior parte dei casi, quando uno analizza seriamente la situazione, lì si arriva. E’ smettere di correre non perché ci si trova disvalori (cioé, alle gare, anche dopo 15 anni, trovo sempre la natura, l’amicizia, i boschi, il benessere, la montagna e la gnocca) ma semplicemente perché; basta: ci si rompe il cazzo a mangiare aragosta.

Non so se rendo l’idea.

Hey, sono cose che capitano. Io in qualche modo lo sapevo anche che ci sarebbe stato un punto esatto nella mia vita, un punto in cui questa cosa sarebbe accaduta. Ed è accaduta. Puntualmente. ( http://rebelot.wordpress.com/2006/06/05/585/ ) Il che non vuole dire smettere. Perché non si esce mai del tutto, per i valori di cui sopra. Ma cambiare. E accettare il cambiamento.

E’ una cosa che capita a tutti, prima o poi. Ne sono abbastanza certo. E’ il destino ineluttabile di ogni orientista. Un’indigestione, e tutto cambia. Si guarda la bussola, si guardano le scarpe infangate, e non è più la stessa cosa. Non è il mondo che è cambiato, non è l’orienteering che è diverso. La gente continuerà ad andare a Tradate e incazzarsi per qualche bazzecola inutile. Queste cose non cambiano. Cambiamo noi.

Io non sono tra coloro che ti tireranno la giacca e ti diranno “ma che, davvero? Ma dai, ripensaci...” sopratutto perché sono ex-orientista (oramai le 5 gare/anno a cui partecipo per me coincidono solo con trasferte in posti belli dove portare la famiglia). Io ti posso solo dire che a questo punto potevi anche deciderti qualche mese fa e candidarti al consiglio Fiso. Per via del cambiamento. Perché penso che la passione, nel tuo immensamente grande e nel mio piccolo caso, non vada sprecata, ma mutata.

Io, ad esempio, ora che mi sono rotto il cazzo, mi diverto molto di più a tracciare che a correre. Anche se entrambe le cose non è che mi vengano gran bene, ma nella prima almeno posso migliorare. Tu? Non aspettare il quadriennio olimpico a decidere :).

Ci si vede domenica :).

A proposito di citazioni, una delle mie preferite che calza a fagiolo. “Every turn of the path has its seduction. And it isn't because it is an undiscovered country. One knows well enough that all mankind had streamed that way. It is the charm of universal experience from which one expects an uncommon or personal sensation - a bit of one's own.“

 
At 10:11 PM, Anonymous Anonymous said...

Ciao Stefano, scusami se ti scrivo ma ... è un sentimento che mi porto dietro da anni, anzi quasi da sempre ... ogni anno alla fine mi dico "basta, questo è stato l'ultimo", dopo ogni gara mi dico "ma perchè devo rinnovare il rancore di Barbara per questa cazzata che continuo a fare" perchè non smetto visto che sono 10 anni che faccio meno di 8 gare a stagione? Già, perchè non smetto? Forse non sono ancora diventato grande, forse perchè nonostante gli anni, i tanti anni, rincorro ancora sogni e speranze, perchè credo che siano loro a tenermi vivo e a farmi andare avanti e l'Orientamento è un sogno sano e positivo, perchè è un posto dove anche un orso come me ha potuto trovare degli amici come te e di questo ti ringrazio..... fai ciò che vuoi della tua vita, solo quello che vuoi ..... con affetto daniele falcaro

 
At 11:02 PM, Anonymous Larry said...

Bu, io l'avevo presa per una dichiarazione di resistenza a oltranza, ma si sa che io fraintendo sempre tutto.

Comunque domattina parto per la due giorni di Slavonia e Baranja, che sono regioni nel nord della Croazia, al confine con l'Ungheria.
... e se non c'è gnocca là...

 
At 10:31 PM, Anonymous Anonymous said...

Simpatico 'sto anonymous ... very likeable

 
At 9:01 AM, Blogger Lessinia Orienteering Bosco Chiesanuova said...

Ste', dai metti un filtro.
zonori

 
At 6:06 PM, Anonymous Anonymous said...

vediamo che succede se provo a mettere un filtro (se funziona, grazie a Zonori per avermi "insegnato a pescare"... se non funziona è colpa mia e Zonori non ha colpa di aver dato una canna da pesca ad un homo-non-sapiens)

 
At 6:28 PM, Blogger Lessinia Orienteering Bosco Chiesanuova said...

Funziona il filtro?
zonori

 
At 9:13 PM, Anonymous Micha said...

Dal 2005-2006 quando ho iniziato... che orientameno sarebbe stato senza Stegal?
Micha

 

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