Stegal67 Blog

Tuesday, March 04, 2008

Mi ha fatto molto piacere, ieri, sapere che su alcuni blog (quello di PLab, di Rusky e quello del Varese Orienteering a firma di Angelo B.) ci sono commenti positivi alla prova di Milano nei parchi tenutasi sabato scorso al Parco delle Cave. Ho potuto leggere per ora solo il blog di Rusky, e da qualche parte si parla del sottoscritto come persona paziente e attenta…
Ahimé! Vorrei tanto esserlo. Purtroppo se da qualche parte c’è uno Stegal che in ambiente orientistico si presenta sotto le vesti descritte da Marco (ma mica sempre! Vedi le mie escandescenze alla Coppa Italia di Carano che lasciarono di stucco persino Andrea Segatta…), da qualche altra parte c’è uno Stefano che non è né paziente, né affabile, né molto simpatico che non perde occasione per andare via di testa e dar fuori di matto. Provare per credere, dopo il mio ultimo simpatico venerdì pre-Parcodellecave…

Venerdì. Giorno meno uno rispetto al Parco delle Cave. Ero già in tensione. Per mia abitudine fin da quando ero bambino, le cose non si fanno mai all’ultimo momento! La cartella per andare a scuola: sempre la sera prima. Lo zaino per andare al liceo sempre la sera prima. La versione di greco: mai l’ultimo giorno. Chiamiamola pianificazione. Chiamiamola “non fare domani quel che puoi fare oggi”. Sarà, più probabilmente, la paura che all’ultimo momento qualcosa possa andare storto e non ci sia più tempo per sistemare tutto.

Venerdì è il giorno in cui l’unica cosa che vorrei fare è arrivare a sera e caricare il furgone… pardon: la macchina (mica sempre: talvolta anche la macchina è stata caricata il giovedì, cosicché nel parcheggio della banca è arrivata una Fiat con paletti, teli, tavolini…). Il resto va fatto prima, in anticipo.

Venerdì. La follia comincia alle 7.10 del mattino: una chiamata dall’ufficio per un problema da pura legge 626… un orario nel quale una persona potrebbe anche essere a letto a dormire! Passi. Alle 8.00 comincia una nuova follia: le filiali del Veneto ricevono per errore il mio numero di cellulare anziché quello del tipo che deve assicurare l’arrivo dei corrieri con i soldi del bancomat: “… si può affacciare alla finestra che da su via XXX e vedere se arriva il corriere?..:” Attimo di perplessità “Scusi… via XXX… ma di quale città?...” “San Donà di Piave!”. Passi anche questa. Poi inizia la riunione fiume… dalle 8.30 alle 16.40, non stop, a base di accuse, litigi, lamentele; riunione finita praticamente per malore di due partecipanti (c’erano ormai 30 gradi in sala, con l’aria irrespirabile).

Venerdì sera. Arrivare a casa alle 19.30 con da fare ancora le seguenti cose: descrizioni punto di 5 percorsi, griglie di due scuole, recuperare le cartine, caricare il furgoncino. La tentazione di mandare tutto a ramengo c’era…

Per fortuna arriva sabato, un sabato orientistico è quello che ci vuole per ripulire la testa dai pensieri del lavoro. Poche ore di sonno bastano a dare sollievo. Alle 7.00 sono al Parco delle Cave, appena immerso in una lieve bruma. Arrivano Adele e Stefano, poi Marco. Si posa che è un piacere, in un’ora il percorso (31 punti) è giù tra due chiacchere e qualche battuta. Arrivano Piero, Robi e farah, arriva Rusky, arriva Stephen e Jo, arriva Martina (ma stavolta senza la scatoletta del tonno color “tra su di ciuk”), arriva Alessio che è reduce dal festival di Sanremo (“Allora? Come è Pippo Baudo?” “Alto…”), ma doveva essere al lavoro come Rusky e invece hanno preso tutti e due un permesso. Inizia la catena di montaggio agli ordini di Robi, intanto Adele Stefano e Marco montano l’arrivo, Piero e Jo la partenza ed io improvvisamente mi sento inutile; per usare una battuta di un celebre libro che però non mi viene in mente “Mi sento utile come le tette su un toro!”.

Arriva la prima scuola… ma che ore sono??? Le nove e dieci? Ma dovevano essere qui tra più di un’ora… è lo stesso, è tutto pronto… ci sono anche i ragazzi del CAI Melegnano, ci sono 400 cartine da distribuire…Qualche momento di buriana c’è stato: non è facile gestire 3 scuole anche se Rusky si mette a spiegare l’orienteering a suo modo, Sandro in un altro (coi ragazzi che lo guardano ammutoliti e noi pensiamo “ma è la scuola di Sandro?”), anche se in partenza montiamo due corridoi paralleli per le scuole e per i singoli che vengono presi in consegna da Adele o Stefano. Martina fa avanti e indietro con le cartine, Robi e Farah vengono a chiedere i dettagli dei percorsi mentre l’arrivo macina conteggi e classifiche a tutta birra.

Peccato che tra tante persone ci sia stato anche qualche imbecille che, anziché divertirsi cercando di imparare una volta tanto qualcosa di nuovo, ha pensato di ridere alle spalle di chi è arrivato al parco con tutta la buona volontà: 3 lanterne spariscono e poi riappaiono dalla boscaglia più fitta, il che costringe i ragazzi meno esperti a chiedersi dove siano finiti e a compattarsi in gruppi di ricerca anche di dieci elementi.

Per fortuna ci sono anche gli agonisti venuti a sfidare la mia scommessa ed il tempo di Alessio Tenani: il quale, non va dimenticato, ha corso la gara in notturna, con la zavorra (io) alle spalle e fermandosi ogni tanto anche a dare un’occhiata alla precisione della cartina come se la stesse omologando. La scommessa era la seguente: riusciranno i nostri agonisti a fare 23 lanterne a sequenza libera con la cartina e a ripeterle subito dopo con un nuovo testimone ma senza cartina? La risposta è SI. Ho sottovalutato gli agonisti? No, direi che ho centrato una caratteristica peculiare del nostro sport: quella di lasciare una traccia indelebile dei passaggi nella nostra mente, altrimenti non capireste come gli orientisti, anche i più scarsi, siano capaci di rivedere nella mente gare lontane, passaggi tra un punto e l’altro, lanterne fatte seguendo talvolta la curva di livello, talvolta l’istinto e molto più spesso il fattore “C”…

Un grazie agli agonisti anche per aver indirizzato, nel bailamme delle lanterne sparite, i ragazzi più giovani e gli esordienti, fermandosi talvolta anche a recuperare il telo buttato oltre una recinzione.
Non ho ancora capito quanti siano stati i partenti perché cartellini e griglie hanno preso la volta di Bratislava, dove sverna il responsabile dell’arrivo. Dalle scuole dovremmo essere oltre 250 partenti. Più o meno la stessa quantità gli iscritti singoli, che spesso hanno fatto più di un giro, o hanno preso il via in 6 con una cartina (una famigliola con cartina appiccicata alla capote del passeggino era da foto di prima pagina!), e magari durante il giro hanno approfittato per comprare le uova alla cascina del parco… direi che il parco delle cave passa l’esame per il secondo anno di fila.

Per il Monte Stella, ho in mente una nuova scommessa e in più ci sarà anche il mobile-O… ma non ho più nessuna intenzione di fare tutto venerdì sera!

Un passaggio per la domenica al Parco delle Groane: avrei voluto fare i 25 km ma un bivio mancato mi ha tenuto sul percorso dei 18 km. Bellissimo parco, bellissima giornata di sole, forse fin troppo caldo per il mio abbigliamento ancora invernale. 1h33’ il mio tempo, soddisfatto per come giravano le gambe e per questo mi rimane il rammarico di non aver potuto fare anche gli altri 7 km. Ma sarà per un’altra occasione: era la prima volta che correvo alle Groane e mi auguro che non sarà l’ultima.

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