Brescia da dentro il tunnel-el-el-el…
La prossima volta giuro che mi ricorderò di puntare la sveglia
all’ora giusta. Perché ogni volta, ogni anno, è sempre la stessa storia: quando
c’è una gara il giorno dopo il cambio dell’ora da legale a solare, e viceversa,
è sempre un casino! Per questo motivo la prossima volta me ne starò a letto… Una
volta mi bastava puntare la sveglia, quella grande come uno zainetto con un
ticchettio da bomba ad orologeria, un’ora prima o un’ora dopo, e poi passare la
giornata regolando di volta in volta i vari orologi di casa (sapendo che ogni
tanto qualche orologio lo trovi starato lo stesso e magari ti perdi l’orario di
inizio della partita o del telefilm, ma tanto lo stomaco non ha orologio e
anche se non è l’ora giusta si mangia lo stesso quando si ha fame).
Ma adesso c’è il blackberry. La domanda cruciale comincia a
serpeggiare un paio di settimane prima. “Si regolerà da solo?”. A che ora metto
la sveglia? Alle 6.30 con il rischio di svegliarmi alle 7.30 o alle 5.30, con il
rischio di essere in piedi all’alba e perdere un’ora di sonno? L’orario
indicato non è peregrino: per andare alla gara di Brescia in tempo per fare il
giro-dello-speaker ed essere pronto per cominciare a parlare alle 9.45, devo
prendere il treno delle 7.05. Quindi punto la sveglia, la radiosveglia, alle
5.40: 20 minuti per la colazione, 15 minuti per raggiungere a piedi la metropolitana
(treno delle 6.21), 25 minuti per arrivare in Centrale e acquistare il
biglietto e salire sul treno con calma. Tutto programmato con la radiosveglia: e che il
blackberry si attacchi e faccia quello che vuole!
Sfiga. Durante la sera di sabato va via la luce. Mezzo rimbambito e
imbesuito di sonno, ripristino l’orario sulla radiosveglia ma sbaglio e metto l’orario
corrente, senza ricordarmi che cambierà alle 3 del mattino. Il risultato è che
nel bel mezzo della notte la radiosveglia parte al ritmo di “Whatever you want”
(sempre santi subito gli Status Quo) ed io mi sveglio di soprassalto
urlando (me lo ricordo benissimo) “Minkiazza cavallina!”, chiedendomi subito
dopo come può essermi venuto in mente una esclamazione simile.
Fuori dalla finestra c’è il buio più pesto. Troppo buio. E’ vero
che c’è il discorso dell’ora legale e che sarebbero comunque le 5.40 ma… non avrebbe
invece dovuto esserci più chiaro? Vado in bagno e, dalla finestra, vedo due
piani più sotto in strada un tizio che sta pascolando il cane… è vero che può
sembrare una follia, ma se ho sbagliato l’ora della sveglia la giornata va
tutta a ramengo! “Scusi… pssst… scusi…!”. Il tizio con il cane alza lo sguardo
verso la mia finestra. “Scusi… ma sono le 5.40 o le 4.40?”. “Sono le 4.40, è
cambiata l’ora… ma il cane non porta l’orologio e deve uscire quando vuole lui”.
Forse, tra tutti e tre, il cane è il più sano di mente.
Stabilito che mi sono svegliato un’ora prima, messa una nuova
sveglia alle 5.30, torno a letto vestito da orientista, mi alzo alle 5.30 reali ed alle 5.55 esco per
andare a prendere la metropolitana. Botta di culo: passa un tram! Da lì riesco
a saltare al volo sulla metropolitana delle 6.00 (sfracellandomi le corna sulle
porticine che si stanno chiudendo), in stazione mi faccio largo alle
macchinette automatiche per acquistare il biglietto ed incredibilmente, sempre
al volo, sono sul treno per Brescia delle 6.25.
DI solito sui treni c’è sempre qualcuno che, per sicurezza,
chiede “E’ questo il treno per …?”. Stavolta è un po’ difficile: il vagone è
deserto, viaggerò da solo fino a Brescia (senza nemmeno vedere il controllore).
Per evitare botte di sonno impreviste, accendo il tablet su Youtube e mi sparo
un filmato di una quarantina di minuti sulla staffetta Tiomila del 2011; vedendo
passare le immagini e le interviste di Magne Daehli, di Jonas Leandersson, la
fuga di Fabian Hertner in nona frazione e la corsa solitaria di Thierry
Gueorgiou in ultima frazione, penso solo una cosa: “Magne, Jonas, Fabian e TG… a
Brescia aiutatemi voi!”. La mia mente è già focalizzata sulla grande difficoltà
delle gare a Brescia: il castello! Un autentico labirinto che avrei voluto
preparare in anticipo, esaminando le carte della gara del 2011 la cui finale si
era disputata proprio nel castello.
Bi-sfiga. Di quella gara mi sono rimaste due carte, ma tutte e
due della qualificazione che non era passata intra-moenia… Mi tocca andare all’interrogazione impreparato, a
secco di informazioni. Vabbé…
Arrivo a Brescia puntuale, metrobus gratuito offerto dagli
organizzatori e alle 7.58 di domenica 27 ottobre (8.58 secondo l’orario del
giorno prima, ma 7.58 per il resto del mondo) prendo il via dal lato sud di Piazza della Loggia. La gara di gara
che riporto qui è quella presa dal sito di Alessio Tenani, con il suo percorso;
da un primo veloce esame, le uniche tratte che abbiamo fatto sulla stessa linea
sono quelle non più lunghe di 50 metri!
A lui piace tagliare gli angoli usando
le piazzette ed ogni piccola apertura diversa da un incrocio, a me invece
piacciono gli angoli spigolosi… d’altra parte più di venti anni fa giocavo a
basket e non correvo di sicuro per più di 10 metri nella stessa direzione, e
sempre d’altra parte il campione di orienteering è lui.
Comunque, tra un
fiatone e l’altro, riesco ad arrivare alla 10 abbastanza in bello stile con un
parziale di 19’20”, anche se praticamente già ho speso gran parte delle mie
energie. Ho deciso, però, che userò le tratte che portano a nord 10-11 e
11-12 per studiare l’attacco al castello, l’ingresso nel labirinto di Brescia.
Mentalmente mi sintonizzo con i Big Four che ho salutato nel filmato su Youtube,
mostro loro telepaticamente la mia posizione sulla carta (sto arrivando lentamente alla 12) e li
faccio entrare in azione.
Purtroppo loro parlano quattro lingue diverse, e le parlano
tutte insieme nella mia testa! Così quello che segue è un gran casino. Uscendo
dalla 12, infatti, decido di andare verso nord ed il mio sguardo viene
catturato dalla “V” che compare poco a nord-ovest del punto 13 (perché sulla
carta di Teno quella “V” appare nera e sottile, mentre sulla mia carta è rossa
e cicciotta?); mi chiedo dove potrebbe mai portare quel sottopassaggio, e per
qualche arcano motivo decido che deve portare ad un’altra “V” rossa e cicciotta
che sta poco sotto il cerchietto del punto 13 (sulla carta di Teno è un po’
coperta), dentro il castello! Stabilisco quindi, lì per lì, che quello sia un
passaggio sotto le mura che porta dritto in zona punto… una scelta di percorso
vincente rispetto a quella che faranno i meno attenti, impegnati nel girare
tutto attorno al castello per arrivare fino al ponte levatoio.
Poco importa che sia un passaggio segreto praticamente “in piedi”,
che taglia dritto una decine di curve di livello in poche decine di metri… mi
immagino un cunicolo buio fatto apposta per sfuggire all’assedio dei cattivi ai
tempi del Medioevo e che ora arriva bello bello a far gioco a me che sto
cercando di risparmiare le forze per terminare la gara in condizioni appena più
che pietose. Magne ,Jonas, Fabian e TG intanto continuano a fare casino nella
mia testa: estraendo a caso qualche parola dal loro norve-svede-svizze-cese mi
convinco che la scelta dalla 12 alla 13 che sto facendo è quella giusta.
Arrivato in cima alla salita che porta dritta ad est verso le
mura, al di là delle quali c’è la 13, quella strada ai cui lati ci sono le due zone
gialle di prato, infilo le scale verso nord a scendere di un livello (scelta controintuitiva! Giusta, deve essere quella giusta! Si "scende" per poi "risalire", no?) e penso di
trovarmi davanti al passaggio segreto. Errore: mi trovo davanti una fermata
dell’autobus, con due tizie abbastanza frastornate che mi guardano. Cerco il
cunicolo (lo cerco anche dietro il gabbiotto della fermata del bus), ma non
trovo niente. Guardo dall'altra parte della strada: solida roccia e mura a
strapiombo! Però c’è un’ampia galleria che si apre verso sud… Magne, Jonas,
Fabian e TG continuano imperterriti a gridare nella mia testa, ed io decido
immantinenti che il passaggio per il castello deve essere appena dentro la
galleria, che infilo correndo sotto lo sguardo sempre più perplesso delle due
tizie che avranno qualcosa da raccontare a casa.
Trattasi, purtroppo e come noto a tutti i bresciani, della
galleria di scorrimento veloce che passa sotto il castello. Due corsie per ciascun
senso di marcia, priva di marciapiedi ma ricca di fumi di gas di scarico! Sembra
la galleria dove Mauser manda Mahoney a scontare le punizioni in “Scuola di
Polizia”… Di passaggi segreti, di cunicoli, ovviamente nemmeno l’ombra (si vede
che il “dado da 20” del Dungeon mi ha dato sempre il numero sbagliato). Però di
tornare indietro non ne ho voglia: dovrei ripassare davanti alle tizie se il
bus non è ancora arrivato, rifare le scale all’incontrario e mi troverei ancora
al punto di prima; decido dunque di continuare imperterrito fin dall’altra
parte del tunnel, anche se questa è la scelta più sbagliata, più sbagliatissima,
più incomprensibile della storia dell’umanità orientistica planetaria.
All’uscita
dalla galleria (notare dove si trova la “V” nera puntata verso nord sulla carta
di Teno) ho probabilmente il viso nero di tubi di scappamento e gas di scarico,
sono pronto per vomitare i polmoni ed ho collezionato una serie da antologia di
facce sbalordite di guidatori (anche di autobus) come non ne vedevo dalla volta
che durante la gara Elite al Monte Tablat sotto la tormenta di neve avevo
incrociato lo spazzaneve al bivio per Slaghenaufi.
Quando esco dalla galleria, il più è fatto: basta riguadagnare, con le mie gambe di legno ed il morale sotto i tacchi (oltre ai polmoni sputati) quegli
ottanta metri di dislivello che portano al ponte levatoio del castello che è l’UNICO
INGRESSO CHE PORTA OLTRE LE MURA (questo per ricordarmelo meglio alla prossima
occasione), venire a capo del labirinto del castello che è sempre molto bello ma
lo è ancora di più se lo corri alla velocità dei migliori (anche a costo di
sbagliare) e non a quella di una lumaca asfittica, e poi scendere per l’ultimo
giro attorno alla Piazza della Loggia. Arrivo qui in 66 minuti abbondanti,
atteso praticamente da nessuno (credo di essere stato dato per disperso).
Nella
testa posso sentire distintamente le risate di Magne, Jonas, Fabian e TG, ma le
ho fatte tacere con un urlaccio: "La prossima volta faccio da solo!"
Ps: vale percorrere, in gara, una strada che non è segnata in carta? No, perché qualcuno ha sollevato questo dubbio: dato che la strada nella galleria non era nemmeno tratteggiata...
Ps: vale percorrere, in gara, una strada che non è segnata in carta? No, perché qualcuno ha sollevato questo dubbio: dato che la strada nella galleria non era nemmeno tratteggiata...
7 Comments:
miiii, sei ormai irraggiungibile, chi altro potrà mai vantare di aver corso in tangenziale sotterranea!?!?!?!
E non è stata nemmeno la prima volta! Potrei risalire alla gara del Doss Trento nel 1993 e raccontare certe cose... (anzi, forse era quella del 1994, comunque epoca preistorica)
Sei un grande giocatore di Ruzzle, che altro conta nella vita?
Sei un fenomeno!!
Anka
Sei passato nel TUNNEL?!?!?
M.I.T.I.C.O!!!
GG
Sei il GG che credo e che mi urlò di tutto quella volta a Porto Selvaggio? :-)
C'è qualcosa di epico e di commovente in questi episodi di ostinazione in cui l'orientista cerca di aver la meglio sulla cartina... :-)
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