La mia Gropada 2012, secondo Gaber
Io se fossi un orientista, e potrei anche esserlo,
sennò non vedo cosa sono stato in giro a fare negli ultimi 19 anni.
Io se fossi un orientista
non mi farei fregare dai triangoli di partenza,
non farei neppure come gli esordienti,
che guardano la carta come se fosse una runa celtica;
sarei sempre presente e concentrato e attento lungo tutto il percorso.
Arriverei sicuro su tutti i punti, anche quelli più infestati e nascosti,
proprio come fanno quelli bravi. Per esempio il Cip e Dennis.
Magari per loro è diventata una cosa quasi noiosa,
non commettono mai errori grossolani,
nemmeno quando cercano un sasso in mezzo ad altri cinquemila.
Non partono mai nella direzione sbagliata,
non sentono mai il bisogno di sparire dalla vista degli altri
gettandosi senza scopo in una direzione qualunque
(e di direzioni ce ne sono 360, attorno, contando solo i gradi);
sanno quando devono correre veloci e quando rallentare.
Io invece, povero me, non vedo l’ora di sparire dalla zona di partenza
e pur sapendo che potrei prendere subito una cantonata micidiale
mi dico da solo che in partenza gli errori sono sempre rimediabili
e nella classifica non si vedranno…
Per questo io, se fossi un orientista, potrei preferire il secolo passato
rimpiangerei i cartellini cartacei
da cui non si capiva che avevi pascolato per 12 minuti al primo punto…
Io se fossi un orientista, eviterei dopo il primo punto di controllo
(trovato più per culo che per anima)
di pensare che è meglio camminare tra le rocce
piuttosto che continuare a correre come una gallina senza testa;
e dopo essere arrivato dritto sui successivi 4 punti (camminando)
eviterei di paragonarmi a un Gueorgiou da 12 minuti al km.
Eviterei di pensare alle scelte lunghe di Matthias Merz
solo perché questa volta ho azzeccato io la scelta migliore
(sempre più per culo che per anima)
e poi continuare a camminare per trovare i successivi 4 punti.
Io se fossi un orientista, e potrei anche esserlo,
capirei da solo quando è il momento di dire basta;
è il momento nel quale dalla 11 raggiungi la 13,
perché il cerchietto della 12 manco lo vedi in mappa.
E dalla 13 torni sui tuoi passi e praticamente ritrovi la 11
(e pensare che la 12 stava a 100 metri…)
anche se in mezzo ci passa un sentiero a due corsie con spartitraffico,
che ci sono persino gli autogrill in costruzione.
Ed alla fine non capisci più da che parte del sentiero ti trovi,
perché in lontananza senti solo il suono del quadruplo “bip”
che ti dice che le partenze sono già cominciate
e tu dovresti essere al traguardo a gestire il tuo ruolo di speaker.
Io se fossi un orientista, non avrei bisogno di stare in giro due ore
per capire che non sto onorando né la carta di gara,
né il tracciato, né il bosco, né gli organizzatori,
né gli altri ragazzi della categoria…
e se fossi un vero orientista non avrei bisogno
di arrivare alle due del pomeriggio, per lasciar cadere il microfono,
guardare il bosco, ripensare alle lanterne che non ho trovato
e capire che adesso, più stanco ma più concentrato,
quelle lanterne mi verrebbero letteralmente incontro,
e potrei persino pensare di correre più forte nel bosco.
Potrei persino trovare il primo punto, senza perdere 12 minuti.
E invece mi ritrovo con una ennesima P.M.,
che questa volta non l’ho nemmeno deciso io per stare fuori dalla classifica.
Questa volta l’ha deciso la mia testa che non è venuta a capo
di uno dei percorsi più tecnici degli ultimi anni.
Questa volta, anche questa volta direi (e non è la prima volta nel 2012),
io sono soltanto uno che si è perso, uno che non ha trovato la strada.
Ed è per questo che, nonostante tutto, comincio a capire
(ci sono voluti solo 20 anni, e poi dicono di certe teste dure)
che io forse non sono ancora un vero orientista…
(dedicato a Giorgio Gaber - “Io se fossi Dio”)
5 Comments:
Guarda che anche Colombo, in fondo, era uno che ha sbagliato strada.
Guarda il lato positivo: hai ancora un sacco di tempo per diventarlo!!
Ho apprezzato il dettaglio con cui hai ricalcato il testo originale nella prima strofa. Poi ti sei un po perso ma era arduo tenere il ritmo dell originale.
Gaber avrebbe apprezzato? Spero di si, ci manca tanto uno come lui.
Max
Lo ho sempre pensato anch'io che gente come il Cip o il Dennis si annoiasse a fare orientamento. Ma probabilmente anche un Rigoni o un Mamleev non si divertono poi più di tanto. Non tanto, almeno, quanto possiamo divertirci tu ed io, ma anche molti altri come noi, persi nella nostra estatica passione di disorientarci.
Anzi dimenticavo che stò pur sempre parlando ad un vice-campione italiano long distance quasi in carica ...
Io di orienteering non ci capisco un tubo. Non ho mai provato e la mia sola esperienza è stata aspettare al gelo due amici all'arrivo della notturna di Venezia.
Ma dopo un post così, lo ammetto, quasi quasi viene voglia di provare anche a me...
E per chi mi conosce, l'affermazione ha del miracoloso.
Soprattutto dopo che sono stata pesantissimamente ripresa per aver impropriamente definito MAPPA la cartina. Onta eterna...
I miei amici orientisti ti ringraziano, Speaker, per esser riuscito a far sembrare affascinante questo sport perfino a me ;)
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