Stegal67 Blog

Thursday, January 11, 2007

E' vero. Il mondo è MOLTO piccolo

E così, di punto in bianco dalla sera alla mattina, eccomi catapultato nel bel mezzo dei cantieri per la fusione Banca Intesa – San Paolo. Dalla sera alla mattina, buttato a Moncalieri come se fosse dietro l’angolo (per la precisione al Lingotto) a parlare .. di che cosa??? Boh! Non lo so bene neppure io, capirò questi giochi quando ormai forse sarà troppo tardi...
Però dalla riunione di oggi una cosa l’ho capita: che il mondo è piccolo, molto piccolo per noi, forse troppo piccolino. Ultimo esempio: entro nella sala riunione, io ed i miei 10 colleghi belli agguerriti.
Dopo di noi entrano i neo-colleghi del S. Paolo. Uno in particolare colpisce la mia attenzione: alto, pochi capelli, sulla cinquantina... un tipo come tanti altri eppure, eppure, mi dico che quel tipo io devo averlo già visto da qualche parte.
Istintivamente gli metto gli occhi addosso e lo seguo per un po’... nella mia mente agile (come una pantegana) si fa largo un pensiero. Ma come si fa ad andare da uno sconosciuto, anzi dalla controparte, a chiedere... Non si fa! E’ seduto 3 posti più in là rispetto a me, e io continuo a guardarlo, e lui se ne accorge, mi guarda, poi sposta lo sguardo, poi mi guarda di nuovo... e fa una faccia! E io mi dico “Eppure sembra proprio lui”. No, non è amore a prima vista, ma chi romperà il ghiaccio?
Ci pensa lui.

LUI : “Mi sembra che noi ci siamo già incontrati da qualche parte...”
IO: “Stavo pensando la stessa cosa... “ (attimo di pausa) “Io dico che ci siamo incontrati a Cuceglio”
LUI : “Ma tu non eri uno degli istruttori?”
IO : “E tu non eri uno di quelli che hanno vinto la gara?”

Ebbene si. Cari Roberta, Piero, Remo, Dario ed uellini vari, al tavolo delle trattative stava seduto uno dei partecipanti al corso motivazionale di Cuceglio di due anni fa. Anzi, uno d quelli che aveva pure vinto la tappa nell’edizione nella quale Roberta ed io abbiamo fatto da istruttori.
A quel punto, l’inizio della riunione è stato puro caos, con i megaultrafunzionari a chiedersi perchè quei due deficienti si salutavano come vecchi compagni d’armi e come avessero fatto due tizi che apparentemente si erano “incontrati una volta in un bosco” a ricordarsi le rispettive facce.

Sarà che orienteering = cose che non si dimenticano? Sarà che l’esperienza di quel signore gli è rimasta talmente impressa da non scordarsi del sottoscritto (e da chiedermi di salutare la signorina bionda che faceva da istruttrice... Roberta, saluti da Torino!).
E sarà mica che il mondo è mica così tanto grosso come ce lo immaginiamo?

E infine: ma quante probabilità c’erano che io, buttato all’ultimo momento a Moncalieri, incontrassi in riunione proprio lui? Forse le stesse probabilità che accadano altre situazioni veramente improbabili: ad esempio che un orientista milanese incontri in un ristorante danese di Roskilde al tavolo di fianco un altro orientista norvegese contro il quale anni prima aveva disputato (vincendole!) le semifinali della Vikingekort nello Jutland, e che ognuno dei due si ricordi il nome dell’altro, nome cognome e soprannome! Testimoni Andrea “Rebelot”, F.S., Bibi, le bistecche e soprattutto la birra (buooooonaaaaaaaa) del Jensen Bofhus di Roskilde!

Il mondo è piccolo per noi orientisti, molto piccolino!

2 Comments:

At 9:38 PM, Anonymous Anonymous said...

Di tutta questa storia mi dispiace che sei passato dalla tua promozione alla semi sperduta cittadella....

 
At 10:43 PM, Anonymous Anonymous said...

Onori ed oneri, diceva qualcuno. Però il letto dell'albergo è ENORME! Ma di andare a correre al Valentino non se ne parla proprio.

 

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