Stegal67 Blog

Saturday, September 08, 2007

La vera storia del Trofeo delle Regioni (parte 1 di ... boh???)

Ho corso la mia prima gara nel 1992, ben poche nel 1993. Nel 1994 frequentavo le posizioni molto basse dell’HC, con tempi di gara ben superiori all’ora, talvolta alle due ore, commettendo svarioni colossali e scelte di percorso che, a posteriori, non farei oggi nemmeno se ubriaco. Il 1995 cominciò decisamente meglio; ricordo la sorpresa allorché, alla prima HC dell’anno, scoprii di aver fatto ritorno al ritrovo in meno di 1 ora (i più sorpresi erano i miei compagni dell’UL). Un paio di altre gare in vicinanza del podio, gli avversari allora erano i mitici Groppi, Mannini, Molinari, Paolo Baldon, il gruppo dei “silenziosi” con Bernardi, Arrigoni e Rossato, poi Tedde e Boscarato e tanti altri amici; poi il “botto” a Taino. Ricordo che quel giorno, contrariamente al solito, feci un bel riscaldamento pre-gara con Luca Cafarelli, e poi in gara ebbi fortuna: mi trovai al gancio di una bella signora che correva la D35 o la D40, che andava sui punti dritta come un fuso, tagliando da un sentiero all’altro, da una traccia all’altra con una perizia che io non avevo, correndo in sicurezza laddove io avrei fatto giri molto più larghi. Lei era Maria Elena Liverani, ed io quel giorno arrivai secondo dietro a Gabriele Sanvito. Il 2° posto mi catapultò incredibilmente in testa alla classifica parziale di Trofeo Lombardia, e quel giorni scoprii l’esistenza di un “Trofeo delle Regioni”. In quegli anni il TDR prevedeva gare per HA, HB e HC, ed io cominciai a disegnarmi una sceneggiatura tutta mia: altre gare di Trofeo Lombardia prima del TDR non ce n’erano, quindi io sarei rimasto per un po’ in testa alla classifica... pensai al TDR come ad un momento di socializzazione e sfida tra tutti i “C” delle regioni italiane, tanto la gara C valeva pochissimi punti rispetto ad A e B. Mi sarebbe piaciuto difendere l’onore degli HC lombardi a Schia.

Ahimé. Nulla di tutto questo era nella mente di chicchessia. Venivano convocati i 6 più forti per ogni regione, due dei quali finivano in A, due in B e due in C. Giusto per dire, in B corse Arduini, che era proprio uno dei più forti in assoluto, ed in C Grilli, che con Giorgio Deligios formava il duo invincibile dell’UL. Poiché però ero entrato nell’ordine di idee di andare a Schia, ci andai ugualmente. E mi iscrissi in HB, perchè l’anno successivo avrei fatto il salto di categoria e volevo andare a provare con i miei occhi e le mie gambe i percorsi superiori. Saputo ciò, si iscrissero a Schia in B anche Stefano Mannini e Paolo Baldon. E a Schia vennero a fare la loro (forse) prima gara due amici che a modo loro avrebbero scritto altri pezzi di storia dell’orienteering: Piero Labanti e Roberta Borroni.

Io, Roberta e Piero partimmo il mattino di sabato per Schia. Non presto, forse per problemi di lavoro, tanto non eravamo iscritti alla staffetta. Affrontammo la strada malefica che porta fino a Schia e arrivammo mentre la staffetta era in pieno svolgimento, tutti un po’ malconci: Roberta e Piero in effetti non stavano molto bene già in partenza da Milano... Chiedemmo all’organizzazione dove potevamo trovare una camera, ed una ragazza ci mandò in un paese sperduto sui monti, paese di cui non ricordo assolutamente il nome. Poiché nessuno ci conosceva ed io non conoscevo praticamente nessuno, non avevamo niente da fare alla gara, quindi andammo avanti fino a trovare dopo altri ennemila tornanti il paese indicato. Ci qualificammo alla pensione come “atleti mandati lì dall’organizzazione del TDR” e aspettammo l’ora di cena. La pensione era stra-vuota, a cena eravamo gli unici commensali. Arrivò una signora con il grembiule da cucina .. era desolata, sconvolta, costernata, non sapeva più cosa fare! “Non immaginavo che sarebbero arrivati qui degli atleti! Io non ho nulla da mangiare per voi... io di solito offro tagliatelle fatte in casa, tortellini e lasagne fatte in casa. Mi dispiace veramente, cosa vi posso portare?” Beh!!! Ci accontentammo :-))) Dopo un tris di primi fatti in casa che avrebbe sfamato un reggimento, la signora proseguì con salumi e formaggi della zona (zona di Parma), più una grigliata di carne che a malapena riuscimmo ad intaccare da tanta che era! (non chiedetemi il nome del posto... ho detto che non lo ricordo!).

Quella sera le condizioni fisiche di Piero e Roberta scesero ancora di tono, ma non certo per la cena! Piero aveva la febbre alta, Roberta un mal di testa da spaccare un sasso... all’una di notte, dopo aver rifornito Piero di aspirine, pensai che forse potevo andare a cercare una farmacia o una casa per farmi dare della Novalgina... quando sentii un rumore sul pianerottolo! Ero in pigiama e spalancai la porta della camera, sperando di trovare qualcuno per chiedere aiuto. Mi trovai di fronte una scena da film: il cameriere della pensione, mezzo nudo, con veramente poco addosso, che stava accompagnando nella sua camera da letto la figlia della padrona... lei era già nuda per tre quarti e anche di più! Attimo congelato da Hiro Nakamura... cerco di balbettare qualcosa “Salve... cercavo della Novalgina...” “Zitto! Stia lì. Non si muova di lì. Non metta un piede fuori da quella porta e gliela procuro io!!!!” (era la voce di lui). Sparì da basso dopo aver scaraventato la fanciulla dentro la camera, e tornò con la Novalgina, e bene o male tutti arrivammo alla fine di quell’assurda nottata.

Domenica mattina tornammo a Schia. Non presto, siamo iscritti come UL e siamo a fondo griglia. Lasciai Piero e Roberta alle prese con il percorso Esordienti e andai a vedere le classifiche disponibili, dove trovai Mannini e Baldon: hanno certe facce! Scoprii in quel momento che i percorsi si chiamavano B e C, ma dato che tutti convocavano ugualmente i più forti, i percorsi non erano propriamente da B o C... insomma ci siamo capiti: erano B e C “à la Marco Bezzi” o peggio! In B guidava la classifica Arduini con un tempo assurdo: con oltre 90 minuti di gara si stava abbondantemente nei primi 5! (e non erano certo 5 scarsoni...). Avevo scelto proprio una bella gara per cimentarmi per la prima volta in B. Ma ero lì e dovevo ballare. Ricordo la partenza in discesa a picco, e poi certe risalite da far paura. Con una tecnica orientistica a dir poco nulla, ogni attacco al punto diventava “una scommessa”, trovare il punto era un inno alla “fantasia al potere” e la direzione di uscita dal punto era “casuale come un tiro di dado”. Passò un’ora, un’ora e mezza... allo scoccare delle due ore mancavano ancora 4 o 5 punti. Il tempo limite era di due ore e mezza e io, fortissimamente, non volevo essere fuori tempo massimo! Le energie mi stavano abbandonando ma cercai di arrampicarmi sulle ultime salite per arrivare agli ultimi 3 punti in discesa, poi agli ultimi due, poi all’ultimo a bordo della pista da sci, poi all’arrivo con un rettilineo da fare in discesa, la curva in contropendenza e poi la risalita. Tagliai il traguardo e dopo pochi passi mi accasciai sfinito: due ore, ventinove minuti ... e tanti secondi, ma non sessanta! Ero nel tempo limite! Andò ben peggio a Stefano Mannini che arrivò al traguardo in 3 ore e mezza ma dal lato sbagliato, rinunciando agli ultimi punti, e peggio ancora andò a Paolo Baldon che arrivò al traguardo a fine premiazioni del TDR, in piena fase di sbaraccamento, completando il percorso B in 4 ore e 45 minuti! (e poi mi dite dei percorsi di MB...). Piero e Roberta subirono l’impatto da “esordiente allo sbaraglio”: se a me nessuno aveva spiegato cosa era una canaletta, a loro nessuno aveva spiegato cosa era una carbonaia! Così passarono la mattinata cercando casette e piccole baracche nel bosco (ma si sono abbondantemente rifatti negli anni successivi, e Roberta nel 2005 è stata vice-campionessa italiana D35).

E questo fu il primo impatto con il Trofeo delle Regioni

(... continua ... oh se continua...)

6 Comments:

At 10:13 PM, Blogger Pierlabi said...

Io di quella gara ricordo, oltre alla maledetta carbonaia, la tua clamorosa sparizione all'arrivo. Perchè non è che ti sei accasciato dopo pochi passi, sei proprio crollato subito, nel tempo di un battito di ciglia!
Io che non avevo grande esperienza di arrivi alla morte (che in seguito sono diventati spettacoli per me abituali) non mi aspettavo che facessi perno sulla riga dell'arrivo per collassare in tempo zero e per alcuni secondi sono rimasto in dubbio sui tuoi poteri di teletrasporto ;-)

 
At 4:25 PM, Anonymous Anonymous said...

... My name is Nathan Petrelli ... :-)

 
At 6:48 PM, Anonymous Anonymous said...

@rusky: brum...brum... brrrruuuuuuummmmm.......
mmmmhhhh.... mmaaaaaaaaaaaa.....
mmmmhhhh.... mmmmmmoooooooo.....
gniiiiiccccc (frenata e parcheggio)

Indimenticabile! L'ultima volta che l'ho visto mi chiedeva di tesserarsi per l'Unione Lombarda :-)

 
At 6:44 AM, Anonymous Anonymous said...

Hai detto che non abbiamo il parcheggio adatto?

 
At 8:55 AM, Anonymous Anonymous said...

Ho detto. Mi ha risposto:
Bruuuuummmmmmmm..... (è andato via sgommando)

 
At 4:58 PM, Anonymous Anonymous said...

Ad uso e consumo dei lettori, devo rettificare un paio di ricordi appassiti nel tempo: in testa alla classifica non c'era Arduini ma Gabriele Bettega (che comunque in quegli anni battagliava per i podi nazionali) e Alberto Grilli non corse in C ma in B.

Ringrazio proprio Alberto per avermi mandato copia della classifica di quel giorno, e visto che (forse) questo pezzo uscirà anche sul Nuovo Lanternino, dovrò inserire una postilla...

 

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