Stegal67 Blog

Saturday, October 20, 2007

Quando giocavo a basket, più di 20 anni fa, ho sentito dire tante volte che “lo sport di squadra rafforza lo spirito dei ragazzi più di uno sport individuale”. Giocare in squadra significa confrontarsi con i compagni, imparare a coprire le debolezze altrui, partecipare in primo luogo in nome di una entità superiore e non per la propria sola gloria personale... guardavo alcuni amici che praticavano l’atletica o il tennis e mi sentivo superiore a loro, io che stavo evidentemente imparando più di loro a “stare al mondo”. Certo, devo dire che rispetto a quel mio amico che, robusto e corpaccioso, era stato indirizzato subito fin da ragazzino al lancio del martello... mi sentivo crescere e maturare più rapidamente.
Col senno di poi, poche convinzioni come questa si sono sgretolate come un castello di sabbia di fronte ad una mareggiata. Sarà che il livello dell’impegno era tale da imporre sempre e comunque una logica meno etica e più agonistica (c’era da pensare alla serie A1, alla prima squadra, ad un titolo nazionale); sarà che da ragazzo tendi a berti qualunque cosa ti dicano, soprattutto se è a tuo favore e ti fa sentire più grande... col senno di poi mi sono convinto che lo sport fa crescere e maturare che sia individuale o che sia di squadra, che lo si pratichi per passione in una disciplina che magari non prevede nemmeno una classifica o che lo si affronti con un obiettivo ambizioso misurabile in punti, voti o classifiche. Il modo in cui lo si affronta costituisce un trampolino di lancio per la giornata successiva, per la stagione successiva, per l’anno successivo; è l’impegno con se stessi a cercare di dare il meglio ogni giorno a fare la differenza, una differenza che diventa sempre più marcata anche nella vita quotidiana. Non importa se dietro ci sia una squadra o un individuo solo: è il singolo che deve costruire la propria strada e la propria consapevolezza di voler crescere, perchè nello sport che ho praticato più di 20 anni fa, dirigenti o allenatori o arbitri o giocatori più maturi erano raramente un esempio da seguire, raramente si sono mostrate figure in grado di insegnare qualcosa.

Ho praticato diversi sport, e devo dire non ne ho trovato nessuno come l’orienteering. Ce ne saranno, sicuramente, altri ugualmente se non più formativi o interessanti. Ma la mia opinione è che l’orienteering sia comunque al vertice della piramide degli sport educativi; e non solo perchè offre una formazione in campo ambientale, della geografia, della geometria e di quant’altro viene pubblicizzato nei corsi rivolti alle scuole. E’ educativo perchè è uno sport nel quale gli attori rappresentano di volta in volta tutti i ruoli del cast: l’atleta della gara di domani sarà il tracciatore della gara di domenica prossima, l’HB dell’anno scorso è colui che quest’anno scriverà le news per il sito Fiso, il membro della giuria della Coppa Italia sarà uno dei tanti partecipanti ad una categoria master della tal gara promozionale... : se la faccia di un dado rappresenta un unico ruolo ricoperto da ognuno di noi, per gli orientisti ci vuole almeno il dado da 20 facce del Dungeons&Dragons. E’ una cosa che si impara subito, un compito al quale non ci si può sottrarre: sono convinto che chi vuole limitarsi ad essere l’unica faccia di una medaglia non durerà molto ed andrà a cimentarsi in altre discipline; è un concetto che ho cercato di esprimere nei pezzi che scrivo per il Nuovo Lanternino, e che credo sia ben noto a tutti gli orientisti.
Affrontare con coscienza uno sport come questo significa poter maturare e crescere in un ambiente che giudico sano, competitivo il giusto, appassionante e sfidante. Quando vedo i ragazzi e le ragzze delle categorie giovanili nell’anno di grazia 2007 penso che abbiano avuto maggiori possibilità di vedere questo ambiente, e di conoscere le persone che ne fanno degnamente parte, di quante ne ho avute io. Hanno avuto la possibilità di cimentarsi in qualcosa che fa delle parole “partecipazione”, intesa come presenza attiva, e “libertà”, intesa anche come possibilità di scegliere luoghi, date e obiettivi personali, due parole chiave del nostro sport... due parole che fanno crescere e maturare nella responsabilità, e non sono solo il riferimento ad una canzone.

L’orienteering che conosco io è arrivato a questo punto grazie all’impegno costante di persone, atleti, dirigenti, allenatori e appassionati, che hanno scelto di non essere soggetti passivi ma di interpretare una parte attiva. Ognuno può scegliere se sia un punto buono o cattivo, io preferisco pensare che ogni momento sia un punto di partenza verso il prossimo obiettivo più ambizioso.
Non vorrei mai vedere partecipazione e libertà cedere il passo di fronte a scelte superiori, o a scelte di comodo, o a scelte politiche. Preferisco pensare che ci sia sempre un modo per conciliare esigenze ed aspettative di tutti, così come non ho mai trovato in gara una tratta che non fosse percorribile, con fatica errori ripensamenti e deviazioni.
Per questo motivo sono rimasto amareggiato per la contrapposizione che si è creata nella mia regione riguardo alla partecipazione della selezione lombarda all’Arge Alp (è qui, in fondo, che volevo arrivare...). Non ho compreso il motivo per il quale, a fronte di una scelta politica delle istituzioni lombarde non sia stata cercata una soluzione più conciliante che avrebbe potuto anche tradursi in una rappresentativa ufficiale, anche scarna, anche ridotta all’osso, ma ufficiale. Solo per dire “Siamo qua lo stesso!”. Gli altri land avrebbero capito, avrebbero forse apprezzato ancora di più il fatto che una compagine volesse essere presente a dispetto di un mancato apporto istituzionale. Sono convinto che l’edizione 2007 dell’Arge Alp non sarebbe stata la stessa senza la Lombardia, perchè l’atmosfera che avremmo sentito al ritrovo non sarebbe stato un tepore accogliente che ci fa sentire tutti, sotto la bandiera la divisa e la pelle, orientisti uguali a tutti gli altri (eh già! in questo non c’è nessuna differenza tra me e Daniel Hubmann!), ma un vento gelido e tagliente che sibila di mancanza di libertà e che si traduce in un vincolo alla partecipazione ad un evento sportivo nel quale si fa il tifo per i propri compagni e si aspetta l’esito della gara fianco a fianco con gli avversari.
Non ho capito il perchè dei messaggi “non potete usare la bandiera, non potete usare la divisa ufficiale, non potete usare il nome Lombardia”; forse per evitare che gli organi istituzionali possano usufruire aggratis, senza aver sborsato una lira di contributo, di eventuali successi? Forse per evitare di creare un precedente “Siete già andati a partecipare senza il nostro contributo... allora potete farlo ancora”? Certo, questo è un rischio, ma secondo me è un rischio da correre. Sono contrario alle prove di forza e sono contrario alle situazioni che possono creare una frattura ad una libera partecipazione: non partecipare nel 2007 sarebbe stato secondo me solo il primo passo ad una non partecipazione nel 2008, nel 2009, forse mai più.
Ho avuto come la sensazione che nel mio orienteering abbia fatto la sua comparsa, e sarebbe la prima volta in 14 anni, un “grande fratello” che può cercare di imporre ai miei dirigenti, ai miei rappresentanti, se posso o meno partecipare ad un evento sportivo, se posso o meno prendermi un fine settimana di pausa lavorativa per andare nei Grigioni, visitare Vaduz e .... certamente!... salutare i miei amici ticinesi, i cugini trentini ed altoatesini, rivedere le tute dell’Asko Henndorf e i pois bianco verdi del San Gallo. Mi è sembrato, da quel poco che ho potuto conoscere (ah! questa “arte della comunicazione”di cui tanto si parla e di cui ci sarebbe tanto bisogno, anche per il sottoscritto), che la scelta di non partecipare sia stata presa senza cercare alternative anche minimali, senza valutare nella sua totalità sia l’impressione negativa di subornazione che la Lombardia ha offerto agli altri land sia l’impressione sbagliata verso i ragazzi della selezione regionale o i ragazzi che magari avrebbero seguito la squadra pur senza farne parte, se ne avessero avuto la possibilità.
Da questo punto di vista, sono contento che orientisti affermati come Vincenzo, Giaime, Simone, Federica, Davide e Laura abbiano cercato di organizzare ugualmente la trasferta, magari scontrandosi apertamente con il Comitato Regionale. E’ stato grazie a loro se ancora possiamo mostrare agli amici degli altri land, alle nostre istituzioni, ai ragazzi ed alle ragazze della squadra lombarda che la libertà e la partecipazione ad un evento sportivo possono non essere subordinati ad alcuna scelta compiuta dai nostri “ragazzi grandi” del Pirellone in nome di chissà quale razionalità.

7 Comments:

At 6:59 AM, Anonymous Anonymous said...

Ciao Stefano...
prendo un momento di riflessione per rispondere a questo tuo post...

Tuttavia lasciami esprimere la mia gratitudine verso AMICI come te che ancora una volta hanno fatto qualcosa di importante per i ragazzi e ragazze della nostra regione... anche se i meriti li vorranno avere altri...

Allo stesso tempo esprimo il mio disaccordo verso il ruolo che assegni all'orienteering: è vero è uno sport formativo e completo, ma lo ritengo ALLA PARI degli altri... Io stesso se non avessi giocato a calcio, se non avessi conosciuto la bellezza di sacrificarsi per una squadra forse non avrei battagliato questa volta per organizzare questa trasferta; se non avessi fatto atletica forse non avrei imparato a sopportare la fatica fisica e mentale di affrontare in solitaria certe "sfide"... se vivi bene lo SPORT da ogni disciplina ti arrichisci ed è per questo quando ho l'occasione ascolto amici ginnasti, cestisti... e credimi persone valide ce ne sono...

A proposito di persone valide... non annoverarmi tra gli orientisti meritevoli... voi altri siete stati grandiosi TUTTI nel mettervi a disposizione dei giovani anche solo con la vostra presenza...
Dovevi esserci in palestra la domenica mattina durante la riunione tecnica... ognuno a portare un piccolo mattone per costruire il futuro...

Ora vado in Ticino a posare punti... la discussione politica lunedì

Ti lascio dicendoti che ho visto nei volti dei nostri ragazzi stupore e incredulità... forse non si aspettavano tante persone al loro servizio... ad essere sincero nemmeno IO ed è per questo che questa sarà sicuramente una delle gare che ricorderò sempre con piacere...

 
At 9:58 PM, Blogger Andrea Segatta said...

Ste, ma dimmi un po'...io che sono fuori dal giro Lombardo. Perchè mai il comitato ha fatto tanto casino per non mandare nessuno all'Arge Alp?

PS : anche a casa mia è suonata la campana.

 
At 5:14 PM, Anonymous Anonymous said...

@Vince: probabilmente hai ragione tu, io sono senz'altro condizionato dagli anni passati a praticare uno sport di cui conservo il ricordo di 3, massimo 4 persone per bene. Sarà stato il livello, l'importanza della posta in palio... non lo so. Quello che voglio dire è che l'assunto "uno sport individuale è meno formativo di uno sport di squadra" non mi trova assolutamente d'accordo. Non più, da quando conosco l'orienteering.

 
At 5:16 PM, Anonymous Anonymous said...

@Andrea: sono contento che sia suonata la campana a casa tua :-) pensa se adesso la tua piccola si mette a fare come l'Alberto! Avrei pagato per vedere i tuoi occhi... per me quell'evento, come si è sviluppato, il commento, l'atmosfera restano al numero 1.

Ps: non so rispondere alla domanda. Secondo me la questione non è "Non vogliamo partecipare" ma "Accettiamo di non partecipare". E' diverso, ma io non faccio parte del nostro Comitato.

 
At 5:25 PM, Anonymous Anonymous said...

A margine.
Oggi, al Monte Moria, mentre me ne andavo dal campo di gara ho assistito a questa scena: dietro la tenda blu dell'Interflumina, faccia a faccia a mezzo metro di distanza, due persone stavano parlando tra loro in modo assolutamente civile e pacato: uno è il Presidente (e mio amico) del CRL, l'altro l'atleta ed allenatore (e mio amico) Vince.
Avrei voluto filmarli. Perchè spero che sia l'happy end di questo film, o almeno un "to be continued" ad un sequel romantico. Avrei voluto andare da loro e dire che se non ci sarà un happy end un orientista col 50 di piede (ma non sarei l'unico) farà sentire fisicamente il suo piedino sul coccige altrui, fino a rinsavimento globale della specie orientistica padana.
Ma erano troppo belli per rovinare la scena. Perchè gli orientisti sono il popolo migliore che conosco, e magari condividono il primato con altre specie, ma sono al top. E Beppe e Vince sono con noi!

 
At 10:02 PM, Anonymous Anonymous said...

Mi stupisce che tu sia stupito...
sono andato a cercare le risposte che bramavo da mesi da chi poteva darmele e nonostante non approvi molte scelte del CRL e certi suoi comportamenti, non è questa una giusta motivazione per essere incivile...

Avute le risposte ho anche espresso le mie opinioni su certe vicende e dall'altra parte il comportamento è stato signorile e le ha viste come critiche positive, in quanto erano semplicemente queste...

Morale: non muto la mia idea generale e le mie osservazioni ... la direzione da seguire per crescere è un'altra, anche se oggi devo dire hanno presentato un'ottima iniziativa.

L'happy end c'è stato comunque, perchè a differenza della massa che bisbiglia alle spalle io posso dire di avere ancora una volta detto quello che pensavo...

Domenica ultima gara da lombardo... poi tornerò quando si vorrà fare qualcosa di serio e quando la massa smetterà di bisbigliare e passerà ai fatti...

Mi spiace solo per i ragazzi con cui ho passato raduni e trasferte... ma sono stanco di pensare in piccolo...

 
At 10:26 AM, Anonymous Anonymous said...

Se mi consentite vorrei rivolgere un ringraziamento a Stefano, perché leggendo il suo post ho avuto la netta sensazione di condividerne le considerazioni. Ho infatti riconosciuto nella sua analisi gli stessi punti di riferimento ai quali solitamente mi rivolgo, gli stessi protagonisti, gli stessi fattori contingenti.
Sul “caso Lombardia” vorrei aggiungere qualcosa riferendomi a situazioni analoghe, ben più gravi a quelle lamentate nel post; lo faccio rivolgendo a tutti gli Sportivi un appello: fate in modo che a nessuno venga mai negato il diritto di praticare lo Sport con motivazioni che nulla hanno a che fare con la lealtà sportiva.
Spero che il riferimento sia chiaro.

 

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