Bergamo e dintorni
Un week-end orientistico che ha avuto sicuramente luci ed ombre. La somma dei fattori positivi e negativi è comunque riassunto nella chiacchierata a ruota libera durante la bella passeggiata fatta con Dario G. e Mario R. (rispettivamente mio presidente UL e atleta Elite) dopo l’arrivo della gara di domenica al Parco dei Colli: comunque sia andata, le soddisfazioni di poter praticare uno sport come il nostro insieme agli amici e talvolta nemmeno troppo lontani da casa compensano eventuali fattori negativi da mettere in conto, piccoli incidenti o cose che non sono proprio andate come vorremmo, che si tratti di una classifica o di un percorso.
Vediamo un po’ il week-end, allora, partendo dalla sola gara di sabato.
Sabato gara in centro storico a Bergamo Alta. “High BG” per me vuol dire pensare ad un ricordo indelebile: la prima gara nella quale ho avuto a che fare con un percorso di dislivello superiore a 200 metri (forse erano 220 o 230?). Ricordo che Alberto Grilli, ancora mio compagno di squadra, interrogato a fine gara (la sua) su come fosse il percorso disse con un filo di voce “Si sale fino al cielo…”. Esatto: il passaggio sotto la funicolare è sempre lì a fare da gran premio della montagna.
La gara è a sequenza libera, una formula con la quale mi sembra che sempre più spesso si cerca di rivalutare i centri storici regionali. Poiché la partenza è alle 14.30, con 15 minuti da percorrere dal ritrovo alla partenza, ed io parto al minuto 1, arrivare alle 14.05 al ritrovo non è il modo migliore per approcciare una gara che so già essere lunga e impervia. 27 i punti di controllo, con 1 minuto per guardare la cartina prima del via per fare un piano di azione.
Il mio prevede di partire con calma e in discesa: non ho potuto scaldarmi e le prime lanterne in discesa verso destra mi permettono di cominciare a correre senza soffrire: per la salita ci sarà tempo. 18, 22, 5, 14, 2 (spero che Rusky pubblicherà la cartina!) e controllo il piano per il grappolo successivo: prevedo di salire alla 10, poi entrare nel castello, fare 7, 26 e 6 e uscire dal passaggio a nord-ovest verso la 13. Poi un po’ di zig-zag a prendere tutte le lanterne di città alta spostandosi verso ovest prima della salita al gran premio della montagna: il sottopasso della funicolare. Tutto bene dunque fino al castello, dove entro dietro a Checo G. un po’ in affanno per aver dribblato un paio di scolaresche in gita.
Il terzo punto del castello, la 6, mi lascia un po’ perplesso: è un “oggetto particolare” che però si trova in un nugolo di “oggetti particolari”; piccoli monumenti, panchine, segnali, altri manufatti… solo dopo qualche secondo realizzo che la lanterna è dietro un cestino. Nel frattempo Checo è schizzato avanti qualche metro a sinistra ma… sorpresa… lo vedo incrociare subito la mia strada verso sinistra. Ci metto poco a capire: il passaggio a nord-ovest è chiuso da un bel lucchetto. Un po’ sbalestrati, ritorniamo sui nostri passi e in discesa cerco di mettere a punto un nuovo piano: converrà cercare di allungare la strada e rientrare alla 13 per mantenere la rotta originale o già che ci sono conviene cercare un'altra sequenzaaaaaAAAAA!!!!! … un macchinone nero sbuca all'improvviso da destra, proprio dove si dovrebbe aprire la stradina che porta alla 13, e io rischio seriamente di ruzzolarci sul cofano! Poco male. Lascio passare la macchina e prendo la stradina, un po’ meravigliato di non vedere Checo dietro di me. Salgo, salgo ancora, la stradina si stringe… infatti uno stretto passaggio dovrebbe portare alla 13. Ma del passaggio neanche l’ombra. Cerco per qualche secondo e mi dico “Sarò mica finito in una zona privata? Eppure questa sembra una strada…”. Mi giro e la risposta è in fondo alla discesa: la strada imboccata ora è chiusa da un cancello! Non ci posso credere. Sarà mica rimasto chiuso dentro??? Scendo a rotta di collo e i miei timori diventano realtà. Il cancello è chiuso elettronicamente. Non mi resta che inerpicarmi sul muro di cinta, sperando di non essere visto dai passanti… mi vedono invece un paio di orientisti con i quali faccio la figura del solito scavalcatore di muri di cinta!!! Balzo giù da una altezza di circa 3 metri e mezzo con un tonfo e mi rimetto sulla strada della 13.
Finalmente ci arrivo ma le sorprese non sono finite. Per andare alla 9, infatti, c’è un altro passaggio chiuso e, mi sembra, non segnato come tale… A questo punto abbandono ogni velleità e ricomincio quasi da capo con meno convinzione: arrivo all’altro capo di HighBG con Angelo davanti e Checo dietro e affronto camminando la salita alla funicolare. Le ultime lanterne in discesa mi aiutano a verificare di non aver dimenticato nessuno dei 27 punti, ed il tempo sotto l’ora non è soddisfacente ma di meglio non avrei potuto fare.
Al ritrovo scoprirò che in alcune categorie c’è stata una autentica falcidia dovuta ad un’altra zona non percorribile (che io avevo deciso di ignorare nelle mie scelte) che ha portato alcuni concorrenti a piantare lì la gara. Io invece ancora non so se sono stato classificato: nella fretta di fare il cartellino l’ho piegato un po’ male; saranno riusciti gli organizzatori a ritrovarsi con le punzonature tra le pieghe del foglietto di carta casellato?
Seconda parte. Il sestetto del GOK che a Bergamo alta ha già perso due elementi causa influenza ne perde un terzo nella mattinata di domenica. E’ una Fiat Tipo con autista solitario quella che sale ad Almé per la prova di Trofeo Lombardia. Nella mia solitudine vengo quasi adottato dal Cus Torino, incontrato lungo la strada per un caffè…
Arrivo di buona ora perché parto al minuto zero: per cause di lavoro (non mie questa volta), la mia auto ha chiesto di partire presto e l’organizzazione ha gentilmente acconsentito. Poiché al ritrovo non comprendo bene la posizione di spogliatoi e deposito borse, preferisco cambiarmi in auto anche se è parcheggiata lungo la strada.
Al minuto zero l’organizzazione prova le partenze. Sotto il gazebo con Cristina M., mi accorgo che le cartine di prova hanno qualcosa che non va: tanto che chiedo se la svedese è rappresentata dal triangolo o dal quadrato! Mentre i ragazzi provvedono a modificare qualcosa, mi sovviene un particolare del comunicato gara: “ci sono campi coltivati segnati in carta ed altri, non attraversabili ma non segnati”.
Piccolo, forse non tanto piccolo, inciso.
Sarò fissato, ma sono anni che lo vado dicendo: comunicati di questo tipo secondo me servono a poco. Se ci sono delle zone non attraversabili, occorre 1) segnarlo in carta (basta una croce a penna, non serve modificare la carta e chiedere una nuova omologazione…) 2) fare in modo che i percorsi non ne prevedano l’attraversamento, oppure! provvedere con un controllore e uno sfoltimento delle classifiche finali per i trasgressori. In Ticino lo fanno… Per par condicio, dico che nemmeno la mia società ha fatto le cose per bene da questo punto di vista (due anni fa, o tre? a Tradate). Sull’argomento “campi coltivati” o seminati, non vedo perché dovrebbe essere lasciata alla mia sensibilità il fatto di scegliere se attraversare o meno: ho ancora in mente la volta in cui attraversando quello che secondo me era un prato innocuo venni inseguito da un contadino con il forcone, mentre la moglie e la figlia dalla finestra del primo piano della casina limitrofa urlavano all’indirizzo dei concorrenti e indicavano al fattore il prossimo corridore da forconare…
Fine dell’inciso.
Alla partenza, con un po’ di concitazione prevedibile al minuto zero (ne so qualcosa di partenze organizzate e di minuti zero tempestosi), mi viene indicata una svedese “da quella parte…” ed in effetti vedo una lanterna un po’ lontana, circa 100 metri. Con il minuto 1 vuoto (causa esponente del GOK assente), ho la partenza tutta per me. Ma una volta partito mi sorprendo a vedere, solo dopo pochi metri, dietro una base di cemento, una lanterna. Che sia già il triangolo? Ancora più perplesso, ai miei piedi di estende un bel praticello erboso e subito penso “Sarà attraversabile oppure no?”. Volendo compiere la seconda buona azione della giornata dopo l’episodio con la cartina del minuto -2, torno sui miei passi per chiedere lumi, ma la mia domanda rimane senza risposta… o meglio: la prima risposta fornitami è che lì ci sono solo erbacce ("non mi pare proprio, vieni a vedere!"), la seconda risposta è un invito perentorio a lasciare la zona e proseguire la gara.
Decido quindi di aggirare tutto il prato stando sui sentieri a bordo carta: non credo di aver perso molto se non una trentina di secondi con questo episodio, ma resto comunque un po’ perplesso (come sempre) sull’argomento “campi coltivati”.
Il primo loop della gara, con molte salite e moltissimi rovi, mi vede carente alla lanterna 3: vado in bussola e trovo una lanterna codice 123. Non è la mia… ma ometto di controllare se potrebbe essere una delle successive, visto che in una micro-zona ho 6 punti di controllo. Non lo faccio e sbaglio: era la mia 7 e mi servirà a fare il punto per la 3 ma solo dopo 3 o 4 minuti di peregrinazioni tra i rovi della zona. Errore anche per andare alla 4 (finisco sulla 5) proprio perché continuo a pensare all’occasione persa alla 3. Continuo invece a non capire la tratta 7-8: è uno spostamento puro verso un’altra parte di cartina, ma è di una cattiveria terribile perché, sulla linea da me percorsa, prevede una discesa di 50 metri e una risalita di 80… e non è che altre scelte fossero meno erculee (a meno di non buttarsi in mezzo ai verdi 2 o 3 di questa zona…).
Fosse stato per me, avrei preferito andare direttamente in zona 11 (Rusky, pubblicherai la cartina vero?) e fare un secondo loop nella zona dei punti 8, 9 e 10 ma avendo affrontato il trasferimento in modo più soft.
La seconda parte della gara è in una zona più carina ed attraversabile, o forse è il pensiero dell’inferno verde rimasto indietro che tale la rende (in fondo tutto è relativo). E nonostante per entrare ed uscire dai punti si percorrano talvolta angoli parecchio acuti, salendo al punto e scendendo per la stessa linea, mi rimane abbastanza forza e dignità per affrontare la sequenza 14-15-16 rimanendo in curva di livello ed evitando di risalire ai sentieri dove rimangono gli esordienti con famigliola.
Il risultato? Lento, molto lento, più del doppio del tempo di super Mario “Bros” Ruggiero, e magari c’è anche chi ci ha messo di meno. Ma non è un problema. La chiacchierata post-gara mi ha messo subito tranquillo e di buon umore e l’adrenalina è tornata a livello di controllo in men che non si dica. Domani si torna in ufficio: rimpiangerò persino il loop 2-7… ed è tutto dire delle condizioni in cui stiamo lavorando!
7 Comments:
Ehi Ste, per andare alla 8 qualcuno è salito subito e poi ha aggirato tutti i valloni in "piano"... Vedi le scelte possibile erano almeno 3!
PS: scusa ma chi potrebbe metterci meno di me? Forse solo Guergiou... :)
Cosa succede a fine giugno?!?
Mario
Ciao super-Mario! Hai ragione tu. In quel casino di rovi la tua scelta, come pure quella che suggerisci qui, non l'ho nemmeno notata. Il che la dice tutta sul mio livello tecnico :-(
Credo che Rusky alluda al fatto che a fine giugno è prevista una gara per la quale qualcuno dovrà fare le selezioni. Beh! Le classifiche di ieri parlano chiaro su chi sono i migliori orientisti lombardi, soprattutto tra i master!
Di chi parli di Cancelli? :)
Quinqualogo del buon selezionatore:
1) privilegiare l'affidabilità data dai risultati passati (= i già campioni italiani)
2) privilegiare i risultati presenti (=i campioni regionali)
3) privilegiare i già convocati: conoscono la pressione e hanno già la tuta
4) privilegiare chi corre nella sua categoria: è conscio dei propri limiti e delle proprie ambizioni
5) privilegiare chi mette le cartine sul blog: è indice di disponibilità verso il pubblico
6) beati gli ultimi, perchè vedranno Thierry Gueorgiou...
7) non rubare
8) waschen, ovvero il più grande nuotatore tedesco
9) paese veneto il cui equlvalente maschile ha dato i natali al cioccolato
10) piccoli indiani andarono in Puglia al TdR.
Ma cavoli!!!
Nel quinqualogo c'erano due "tra le righe" nascostissimi!!!
Eppure Cristian Bellotto ne ha sgamato uno nel giro di pochi secondi... era quasi impossibile arrivarci, la mia ottava personalità (l'enigmista) è ferita a morte!
Quando succedono queste cose, io resto sempre più basito: vorrei tanto sapere la media del QI degli orientisti!
(Ps: il secondo è impossibile da trovare, a meno che non vi chiamate PLab e contemporaneamente non facciate un triplo carpiato con avvitamento... e comunque io negherei, ma ogni riferimento a fatti e persone è puramente voluto)
sfizzero?
Bastaaaaaaaaaa...!!!
Ci rinuncio. Non faccio più giochini verbali :-)
Un momento però: di chi stiamo parlando? Manca il nome!
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