Stegal67 Blog

Wednesday, April 16, 2008

Perché dovrei essere pessimista?

Per una volta prevedo il futuro.
Oggi, domani e dopodomani si prospettano riunioni riunioni riunioni (non si capisce quando troviamo il tempo per lavorare!).
Sabato mattina si parte per la Valsugana: campionato regionale sprint, coppa Italia di Trail-O e coppa Italia a Vigolo Vattaro (con uno speaker eccezionale, il migliore: Andrea R.)
Domenica subito dopo la gara (partenza presto), partenza per la Baviera.
Lunedì si rientra a Milano. Poi martedì si parte per il Lussemburgo. Ritorno giovedì 24.
Venerdì 25, sabato e domenica le gare in Liguria.
Lunedì 28 e 29 a Parma, poi il 30 si parte per il Paradiso: Vols am Schlern, poi Cavareno\Ronzone e poi ancora la Predaia.
Chissà se il 5 maggio reciterò il mio “ei fu” dopo questo tour de force? Ma non mi sento pessimista. Ho imparato a non esserlo. Certo, non devo esserlo dopo quel che ho scritto per il sito Asti riguardo alla gara di Cima di Medaglia!
Buone gare a tutti! In bocca al lupo.

Stefano

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“Il vantaggio del pessimismo?
Un ottimista non risulterà mai piacevolmente sorpreso!”

Gli appassionati di letteratura gialla conoscono senz’altro il nome di Nero Wolfe, la figura creata da Rex Stout, un investigatore privato dotato di grande pancia, misogino e geniale, agorafobico e straordinariamente acuto, amante della buona cucina, della birra e delle citazioni argute. La frase sopra riportata è proprio del grande Nero Wolfe.
Ma che c’entra tutto questo con una gara di orienteering? C’entra, c’entra… Immaginate la scena, anzi mettetevi per un istante nei panni (vi andranno, purtroppo per me, molto larghi) dell’ori-giornalista italiano alle prese con la settima lezione del corso “Come diventare un orientista ticinese in dieci lezioni”. Orientista milanese, cittadino quindi… insomma: geneticamente predisposto agli ori-disastri. Per contro, un teatro di gara ignoto: la Cima di Medeglia. Già quella parola “cima” fa tremare le vene ai polsi degli orientisti che arrivano da sud di Brogeda: le salite ticinesi sembrano sempre più dure, sempre più ripide, sempre più tecniche della più scoscesa rampa lombarda; e poi i nomi dei due tracciatori Laura Grandi e Roberto Tettamanti, per l’ottima organizzazione SCOM Mendrisio, due atleti che fanno della combinazione tra la tecnica e la fisicità il loro punto di forza: provate voi ad arrivare al ritrovo del Monte Ceneri con il ricordo indelebile dell’essere staccati in salita da Laura nella notturna di Sormano, o ad essere piantati lì come paracarri sul ciglio della strada da Roby al Campionato Ticinese di Isone! Sentivo nell’aria praticamente un remake del Monte Generoso 2007. Partendo dalla piatta Milano verso l’ignoto sentivo già le voci che avevano accompagnato il TMO dell’anno scorso “… è inutile lamentarsi, bisognava pensarci prima”.

Ma… un momento! Perché mai un orientista dovrebbe sentirsi pessimista? Per una maldestra posizione in classifica? Per la difficoltà del nostro sport, le asperità, il clima? Eppure dovremmo essere ben consci che su quasi 400 partenti saranno si e no una cinquantina, il 20%, coloro che possono a buon titolo presentarsi al via con buone chance di salire sul podio! Ma dove la troviamo un’altra disciplina sportiva nella quale ci sia sempre e comunque la possibilità di misurarsi, prima ancora che con gli avversari, con noi stessi, con le nostre ambizioni e le nostre possibilità tecniche e atletiche, limitate o importanti che siano, nel quale sia possibile in fondo autoassolversi e scegliere una categoria più semplice, un percorso per una volta meno azzardato? Una volta mi sono lamentato di un passaggio pericoloso in un vallone instabile… una amica e compagna di squadra mi ha chiesto “E perché sei passato da lì? Ti rincorreva forse qualcuno?”. Impossibile essere orientisti e lasciarsi andare al pessimismo… E allora rapido cambio di scena: il fotogramma che mi porta alla partenza è quello delle Highlands scozzesi. Ailt Cailleach. Un posto che non si trovavano due scozzesi in grado di pronunciarlo nello stesso modo! Una serie di colline di dura erica scozzese con gli aperti gialli ricchi di dettagli, e i boschi dai confini disegnati con il righello… e Roberto Tettamanti che mi incrocia in gara e fa segno “pollice su”! Ehi, ma siamo in Scozia o in Ticino? Siamo in Ticino, perbacco! Ma sembra ancora di essere nelle Highlands: c’è questa ampia zona aperta con tanti dettagli, ci sono i boschi bianchi senza un solo rovo o una spina (o, almeno, io non ne ho trovati), e ci sono Laura e Roberto in perlustrazione nella prima parte di gara che mi incrociano. Stavolta è toccato a me fare segno “pollice su” a Roberto: chissà se si è ricordato di quel breve episodio scozzese?

Ci sono le salite, certo, come potrebbero mancare in Ticino? Ma prima e dopo le salite c’è la possibilità per tutti di osservare un panorama mozzafiato sulla vallata, con lo sguardo che non incontra ostacoli nell’aria tersa e cristallina e spazia da Bellinzona fino ai confini di Lugano; c’è stata l’ascesa alla partenza dapprima in furgone (guidati con perizia da coloro che svestiti i panni dei driver si buttano, ancora con passione, nella tenzone… e non li ringrazieremo mai abbastanza) e poi a piedi lungo un sentiero ancora parzialmente innevato: ma quando hai un cicerone come Bea Arn, che racconta il passato ed il presente di quella carta, anche l’ultimo centinaio di metri di dislivello sembra passare in un lampo e dietro la curva appare già la zona di partenza.

E’ stato proprio in quel momento che anche al sottoscritto è giunto forte e chiaro il messaggio della Cima di Medaglia, forse ritrasmesso anche dalle antenne in cima alla montagna sotto le quali siamo transitati per andare alla “svedese”: perché lasciarsi andare al pessimismo? Perché trincerarsi, ancora prima del quadruplo “Bip”, dietro all’immagine di fosche visioni di salite impervie, di trappole tecniche, di punti nascosti chissà dove? Perché non lasciare che la Cima di Medeglia diventi allora un esaminatore, anche severo ma sicuramente onesto, delle nostre capacità? Sono convinto che se avessi potuto barattare un esame al liceo o all’università con una gara di orienteering, il numero di “Notti prima degli esami” in bianco sarebbe stato sicuramente inferiore! Con la differenza che alla Cima di Medaglia non potrò mai farmi passare il risultato del compito da uno dei quei secchioni che di solito si siedono al primo banco e che si reincarnano in quel già citato 20%, sempre i soliti, sempre loro, che hanno trasformato il “primo banco” nelle prime posizioni del ranking finale. Impossibile non citare per l’ennesima volta Stefano Maddalena, colui che ormai avrebbe l’età per passare dall’altra parte della cattedra e ergersi al rango di professore, ma che continua imperterrito a macinare chilometri, salite ed avversari, unico a scendere in HAL sotto la barriera dell’ora di gara; e chissà come si sarà sentito Manuel Asmus, 25 anni, sul podio in mezzo a Stefano e a Daniel Giger che di anni ne fa solo 38! Nell’altra metà del cielo è invece una nazionale rossocrociata, Angela Wild, ad impedire una doppietta che avrebbe fatto parlare ancora una volta di “terremoto generazionale”: perché solo la vincitrice della “Due giorni del Ticino” ha impedito che dopo Elena Ross (classe ’91) fosse Vera Ramelli (classe ’87) ad imporsi nel TMO. Tutto questo mentre Elena e Maura Guglielmetti, Caia Maddalena e Nuria Gysin non stanno certo a guardare e minacciano di far diventare la DAL ticinese una delle categorie più impronosticabili dell’intero circo orientistico d’oltralpe (oltralpe per me, si intende…).
E poi gli altri “secchioni”. Quelli con l’esperienza ed il ghigno satanico di chi la sa lunga come Antonio Guglielmetti e Gianni Pettinari, quelle come Michela Conti e Bea Arn che non si fanno certo intimorire da un terreno che in certi tratti invitava a fermarsi a fare a palle di neve. E quelli che scalpitano nelle categorie giovanili, che nemmeno loro si sono fermati a fare a palle di neve (magari dopo il traguardo si) e che agli esami magari non ci pensano ancora, come Tobia Pezzati, Patrizio Campana, Sebastian Inderst e Pietro Ferretti, come Laura Fonti, Federica Gianola, Lucia Guglielmetti e Veronica Soldati. A tutti costoro un “10 e lode” da parte di un assiduo frequentatore degli ultimi banchi…

10 Comments:

At 8:03 AM, Anonymous Anonymous said...

Ho già nostalgia... è da troppo che non salgo in Ticino...

Comunque complimenti per il tour de force... se lo passi sei pronto per affrontare i miei do tour...

Dai sabato ci sediamo 5 minuti al bar e facciamo un brindisi alla nostra salute...

Ovviamente io sono un tirannosauro brianzolo ( avarizia genetica ) e tu sei un milanese... quindi sai già chi offre...

 
At 9:00 AM, Anonymous Anonymous said...

Magari ti aspetto per un brindisi al volo alla 100, tra un commento al microfono ed una piazzola del trail-O! E in quel brindisi torerò fuori tutta la mia ascendenza nonesa :-)
Ho dimenticato di mettere le categorie di gara, mannaggia: ho contato e ci sono più M21 che altro!

Ps: tu non sei un brianzolo, sei un ticin-solandro. E la tua SCOM ha organizzato veramente una bella bella gara!

 
At 9:23 AM, Blogger Andrea Segatta said...

In bocca al lupo a TUTTI noi per il nostro tour de force. Viva l'orientamento!!!

 
At 11:18 AM, Anonymous Anonymous said...

Porterò i tuoi complimenti nel mendrisiotto... anche se li hanno già ricevuti credo...

Allora alla 100 e li ti confiderò che cosa mi sento di essere... con tutti i giornalisti che ci sono in giro, meglio tenere tutto nascosto :-)

Buon orientamento a tutti allora!!

 
At 2:31 PM, Anonymous Anonymous said...

Tu confida tutto a me e vedrai che per i 5 minuti successivi sul sito Fiso non comparirà niente, oltre non garantisco! :-)
Comunque i propositi:
- Marter M21
- Genova M21
- middle M21
- Cavareno M21 (aiuto!)
- Predaia M21 (aiutoooooo...!)
Mi preparerò correndo lungo l'Alzette, da Limpertsberg ala Pulvermuehle; il parco della Pulver è TROPPO da Stegal-orienteering: ostacoli zero, visibilità ampia, dettaglini microscopici, giallo e bianco!

 
At 10:52 PM, Anonymous Anonymous said...

E' inutile che tu ti iscriva alle M21 per sentirti più giovane.... ormai sei vecchio quanto me e sarebbe ora che tu iniziassi a correre in modo decente le categorie master! E non mi dire che lo fai per evitare figuracce con Plab e Attilio....

 
At 3:39 PM, Anonymous Anonymous said...

Il motivo per cui lo faccio in Val di Non è che quelli sono i boschi nei quali sono cresciuto e non mi fa paura stare in giro anche 3 ore; infatti a Vols am Schlern resto sulla mia M35.

Per Marter non potevo mica lasciare da solo PLab!

Per le gare in Liguria è un altro discorso... ma non è da blog.

 
At 5:32 PM, Blogger MatPaz said...

Orco un altro davanti nelle prossime gare... Sicuro della scelta M21-Bezzi?

 
At 8:13 PM, Anonymous Anonymous said...

COME M21 BEZZI ??? Dove? Quando?

 
At 8:13 PM, Anonymous Anonymous said...

Ovviamente scherzo... io in fondo non ho fatto il giretto a Marilleva, quindi non so a cosa vado incontro... quindi M21! (dove? quando?)

 

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