Stegal67 Blog

Monday, September 22, 2008

In un curioso scambio di e-mail con “uno dei più forti atleti stranieri che abbia mai calcato i terreni italiani” (facile indovinare chi è…) ho scoperto che il numero di campionati italiani individuali che ha corso lui è pari o superiore ai miei! Credo che una gara come i Campionati Italiani possa andare fiera di una partecipazione così attenta e così costante da parte di un atleta che sta scrivendo ancora pagine di storia dell’orienteering (e quando smetterà lui, saranno i suoi allievi a proseguire…).
Ma se è vero che di questi atleti ed allenatori non ce n’è mai abbastanza anche alle nostre latitudini, devo dire che anche io modestamente sono un “aficionado” di una delle classiche gare del Canton Ticino: la Lui & Lei di fine estate! Non so se la Lui & Lei va fiera e si fa vanto della mia presenza, ma tant’è: io posso offrire solo me stesso.
Se non vado errato, quella di quest’anno è la sesta o settima edizione a cui partecipo.
Dopo una prima partecipazione a Lugano in notturna con una compagna di staffetta raccattata al momento, il sodalizio RobyEty ha attraversato il luganese più volte per partecipare a questa classica competizione che richiama comunque più di 200 partecipanti. Una gara che ci ha visti arrivare una volta secondi (alla Collina d’oro) e più spesso nelle retrovie.
Ma una gara, quella corsa da noi, che nel corso degli anni ha mostrato dei “corsi e ricorsi storici” tra il fantozziano ed il divertente.

Una caratteristica di questa prova è il disputarsi il venerdì sera. Giorno ed orario nel quale l’uscita da Milano diventa un incubo autostradale da far tremare le vene ai polsi. Gestibile, ma appena appena, se si parte dalla zona nord-ovest di Milano. Ma se abiti, come me, nel profondo sud di Milano e lavori a sud-ovest… diciamo che bisogna mettere in conto un’oretta e mezza o due solo per venire a capo del traffico della metropoli. Quante volte siamo arrivati in autostrada impiegandoci un tempo che, ad essere girati dalla parte opposta, eravamo già in spiaggia a Varazze…
A questo si aggiunge il fattore “dogana di Brogeda”, da sempre trafficata dalle ore 0.00 alle ore 24.00 per 365 giorni all’anno. Ed io che continuo a non capirne il motivo visto che, cronache alla mano, non mi sembra che il presidio frontaliero sia fonte di grandi retate o perquisizioni. E’ una coda punto e basta (perché non aprite una seconda corsia?) senza scopo alcuno!
Infine il fattore “dintorni di Lugano”: ritrovi in paesini senz’altro noti ai ticinesi ma che per i milanesi diventano una specie di lotteria che comincia con la domanda “Lugano sud o Lugano nord?” (intesa come uscita dell’autostrada) e poi con i giri in città cercando il cartello indicatore del paese più vicino alla zona di gara… solo che questi ogni tanto spariscono! Provate a cercare Tesserete uscendo a Lugano nord e seguendo solo i cartelli, e vediamo dove finite!

Quest’anno, per sovrapprezzo, io arrivavo direttamente da Capodistria (Slovenia). Riunione venerdì mattina, poi pullmann, treno 1 e treno 2 e vediamo se arrivo in tempo a Bironico… è stata la volta che siamo arrivati con il maggiore anticipo! Alle 19.00 in zona ritrovo. Ecco cosa vuol dire poter tagliare fuori Milano!

Superato lo scoglio del trasferimento in zona gara, cui nel corso degli anni siamo arrivati talvolta in tempo, talvolta non in tempo, talvolta oltre ogni tempo massimo ma sempre attesi dagli organizzatori, il secondo scoglio è quello delle luci per la gara. Se ci fossero ancora i circuiti di gare notturne lombarde by Pippo Tealdo o quelli trentini, avrei già comperato un set di luci tipo quelle che usano gli Elite: con abbaglianti e anabbaglianti, con dei fasci luminosi tipo “Luci a San Siro” in grado di illuminare a giorno la foresta… In assenza di altre occasioni, continuiamo a presentarci alla gara io con una torcia stile “ricerca in cantina”, di quelle a forma… di torcia appunto!…da tenere in mano; e per fortuna che le mie nozioni di fisica mi ricordano che le pile emettono anche un certo campo magnetico quindi… ooopppssss: non tenere torcia e bussola nella stessa mano. Roby invece con pila frontale assai flebile, abbastanza a buon mercato, in grado di fare quel minimo di luce per garantirsi la sopravvivenza e poco più.

Un momento.
Di solito io arrivo alla gara con la mia torcia. La mia socia, che peraltro è sempre organizzatissima ed è grazie al lei se il gruppo GOK ha sempre una cuccia dove dormire alle varie gare, evidentemente su questa faccenda della notturna ha lo stesos problema che ho io nel memorizzare certe cose di uso quotidiano; negli ultimi 4 anni la situazione è stata così: senza luce, con luce ma senza pile, con luce ma con pile scariche, con luce e pile ma luce rotta. Un bel filotto. Devo dire che ogni anno con un coraggio da leonessa dei boschi non si è mai tirata indietro e mi ha sempre accompagnato in condizioni di visibilità ben sotto i limiti della suddetta sopravvivenza. Quindi bravissima lei a gareggiare comunque e a dare il suo contributo, in situazioni nelle quali io avrei rinunciato a priori.

Quest’anno era praticamente impossibile che dimenticasse la luce frontale. Il mio “pressing” era cominciato il fine settimana precedente. Inoltre io avevo portato la mia torcia fino in Lussemburgo e in Slovenia… quindi lei aveva provveduto con congruo anticipo a munirsi di luce e di pile adeguate. Nessun problema, quindi. Infatti… minuto di partenza… io sono davanti alla carta di gara per vedere dove è il triangolo e sento una voce “Oooopsss… ho dimenticato la bussola…”. Subito nominata sul posto “Pasa Ikonena”, Roby ha mantenuto fede ai suoi recenti successi da oltre 60 punti in lista base (e provveduto a smentire il mio immediato cazziatone) cimentandosi bene, senza bussola, nel bosco di Bironico leggendo solo le curve di livello. Io avevo la si-card e andavo a punzonare mentre lei rimaneva a pochissimi passi a studiare la situazione: praticamente sempre è riuscita ad uscire dai punti davanti ed in direzione giusta, e poi a rimanere in buona rotta fino all’attacco del punto. Tanto che alla fine mi dirà: “Però senza bussola è un buon allenamento! Dovrei farlo più spesso…”. Cerrrrrto ma… please, non alla prossima Lui & Lei :-)

Non sono mancati i soliti siparietti. Alla 6, allo scavalcamento di un fossato apparentemente ampio ma in realtà (visto con la luce) facile “Non riesco a passare… non riesco a passare…” “Dai che si passa, io sono già di qua… adesso torno indietro e mentre salti ti do un pedatone, così vediamo dove vai a finire!”.
E poi per andare alla 10 (tratta tirata in salita da Roby, che ormai corre più di me!):
R: “All’avvallamento su a sinistra!”
S: “All’avvallamento… giù a destra!”
R: “Ma no! All’avvallamento su a sinistra!”
S: “Ascolta me: all’avvallamento giù a destra!”
R: “Su a sinistra!”
S: “Giù a destra!”
R: “Su a sinistra!”
S: “Ho detto GIU’ A DESTRA … #£&$& !”
Avevo ragione io… ma solo perché la sua luce ormai al lumicino le impediva di vedere un quasi-incrocio (lei stava puntando la 13, cerchietto vicinissimo alla 10).

Brava Roby, in ogni caso: gli allenamenti tecnici con coach Atty e mentali con coach PLab stanno danno i loro frutti!!!

E bravo anche al tracciatore della gara, Gianni Ghezzi. Sono sempre più convinto che Gianni (e chi per lui in passato) abbia studiato e magari provato i percorsi proprio “in notturna”, per vedere davvero l’effetto buio cui si trovano di fronte i concorrenti. Ho fatto gare in notturna nelle quali i percorsi erano dei “facili diurni”, ma di notte è tutto troppo diverso e troppo più difficile: i percorsi vanno provati proprio nelle condizioni di gara, altrimenti si corre il rischio che alcuni punti veramente banali (di giorno) si trasformino di notte in rompicapi inestricabili e poco divertenti, soprattutto perché di notte il rischio infortunio è veramente più alto.
Da questo punto di vista la Lui & Lei ticinese dell’AGET Lugano assicura uno standard di cura di questi dettagli assai alto e sono sempre andato nel bosco tranquillo, sicuro del fatto che non avrei dovuto fare cose pericolose.

Brava AGET!!!

1 Comments:

At 2:40 PM, Anonymous Anonymous said...

Mi piacerebbe sapere dove e quali sono le critiche: su quali percorsi e su quali basi. Potrei sempre imparare qualcosa.

Per me il percorso E non era né troppo facile né troppo difficile: primi punti in paese ma non facili (i trasferimenti si, ma i punti no). Poi punti non complicatissimi nel bosco, ad aggirare i verdi e le sassaie. Non complicatissimi da rischiarci la pelle o le caviglie o trovarsi infreddoliti a girare minuti e minuti nel buio, ma nemmeno troppo facili.
Direi proprio "il giusto per una notturna".

Un'altra variabile è: che luci avevano i commentatori? Perchè se avevano il pilino tipo cellulare (ricordo la notturna di Baselga vinta da due Elite austriaci che si sono fatti luce sulla mappa e nel bosco col cellulare!) forse tutto era troppo difficile, ma con il faro da stadio tutto è molto più facile.

 

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