Go finio ‘a O-Marathon!
(…’co can’…!) – copyright by Michele Franco
Credo che passerò questa settimana a raccattare insieme i pezzi delle sensazioni vissute oggi alla prima O-Marathon di Folgaria… le sensazioni, non i muscoli perché quelli apparentemente a 6 ore dalla fine della prova stanno ancora insieme (il banco di prova sarà domani mattina, quando bisognerà alzarsi dal letto per andare a lavorare).
O-Marathon in Men Elite. Era dal giorno che avevo visto il volantino della gara che ci pensavo: perché non provare? Il 3 agosto sarei stato reduce dai WMOC portoghesi, dalla OOCup in Slovenia… sarei stato “caldo” di allenamento. Quindi perché non provare? Almeno una volta nella vita a cimentarmi in una gara che, nelle intenzioni degli organizzatori, doveva ricordare un po’ la Blodslitet o altre famose maratone orientistiche.
E poi io l’ho sempre detto: mi piacerebbe correre una volta all’anno a Forte Cherle e Passo Coe (e, si, mettiamoci anche Costa di Folgaria…) e se qualcuno mi da la possibilità di farlo in un solo giorno, perché non approfittare?
In realtà avevo una speranza: che la maratona tracciata da Luigi Girardi sarebbe stata per lo più su sentiero, con i punti vicini a un attacco sicuro… insomma una gara tecnicamente semplice ma molto molto lunga. Spiegherò poi come è andata a finire…
Il week-end è partito alla grandissima con una coda siderale sul Brennero… no, con una bella, molto bella prova di Coppa Italia di trail-O tracciata da Roberta Falda. Quando dico “bella gara”, lo dico non per via del fatto che io sono arrivato per la seconda volta quest’anno al terzo posto. Lo dico perché secondo me la gara di Folgaria è stata proprio del tipo che bisognerebbe sempre proporre nel calendario italiano. Ma ne riparlerò più diffusamente su questi schermi.
La O-Marathon ha avuto inizio in un caldissimo pomeriggio di Folgaria. Il gruppo GOK forte dell’aggiunta di “the fourth dimension” Davide e Paola (+ Ono e Pat) si schiera al via in tutte le categorie adulte. Alle 15.30 parte la score per i master che vedrà Paola vincere la sua categoria e Roberta finire terza. Alle 17.30, in una Folgaria nella quale risuonano le parole dello speaker Franz Isella, parte la prova sprint in linea di MElite e WElite, che definirà la griglia dell’indomani mattina. La gara sprint prevede poco più di due chilometri con 140 metri di dislivello… dislivello tutto tra la lanterna 1 e la 3. Cosicché, già bollito dal caldo patito nel trail-O (durante il quale ho bevuto 1,5 litri d’acqua, più che dopo una gara di C.O.), arrivo in cima al campo sportivo di Folgaria in debito di energie e con un gran senso di nausea che non mi sarà di aiuto per il resto della corta prova, nella quale prendo 8 minuti di distacco da Jonas Rass (*** - vedi nota a più di intervento).
Il clima di domenica mattina p decisamente più fresco. Chi fosse sceso alla fermata dell’autobus di Folgaria Est avrebbe trovato il sottoscritto intendo a spalmarsi i piedi di vaselina e polaramina, per evitare vesciche (per fortuna non è passato nessuno); il resto della poltiglia, per ascelle tette e parti intime l’ho usato al ritrovo di Forte Cherle per il “piacere” della compagnia in attesa del minuto zero dell’Elite. Attilio, Roberta e Paola, Mary e Davide erano già in gara da un’ora: chissà come se la stavano cavando? Piero era pronto a correre per l’altopiano in soccorso…
Alle 9.30 parte Jonas, poi Gian, poi “Truffa” e ancora Michele Tavernaro. Non ricordo chi l’ha detto, ma guardando il passo imperiale di Miki sulla prima salita non poteva che partire una bella frase “In fondo è l’unico che sa a che cosa sta andando incontro” (riferimento alla sua grande Blodslitet dell’anno scorso).
9.38. E’ il mio momento. Un minuto prima Rusky era partito camminando, rammentando a tutti (soprattutto a me e al DiPa) che avrebbe preso in giro chiunque fosse partito correndo e poi non avesse portato a termine la gara…
Prendo la cartina e già ho uno shock. Altro che “gara facile”: le lanterne sembrano impestate negli anfratti più reconditi della gara di Forte Cherle, come nemmeno alla gara regionale del JTT! Non mi scappa (per fortuna) l’occhio sulla lunghezza del primo giro: 9 km + 500 metri… d’altronde se alla fine ne dovrò fare 24 km + 750 metri di salita da qualche parte bisogna pur cominciare! Il primo punto è veramente impestato: infatti sulla via del secondo mi superano Vincenzo C. e Michele F. (che erano partiti molto prima) e che evidentemente avevano pascolato in giro. Per me l’unico modo per arrivare al traguardo è sbagliare il meno possibile: non sono in condizioni di sbagliare e fare strada e dislivello inutile su queste distanze! Alla 2 vedo arrivare alle spalle Rusky, con una scelta diversa, e ancora una volta faremo scelte diversissime per la 4 (il centro della prima “farfalla” di punti) dove pure arriveremo insieme facendoci grasse risate. Faccio bene (bene per me!) la farfalla di punti ma nel finale mi scopro già a sudare in maniera innaturale…
Dopo la farfalla ci si sposta verso la parte altissima della mappa, con una doppia tratta 14-15-16 che porta con un trasferimento micidiale quanto a salita alla malga sopra quota 1600. Rusky ed io siamo ancora insieme ma sulla salita Rusky prende un paio di minuti di vantaggio.
Ritroverò lui e Licia Kalcich sul pezzo bianco (mappa provinciale) che collega Forte Cherle a Passo Coe (intesi come mappe): c’è una specie di burrone che si frappone alla strada di Passo Coe, perciò mi accingo ad una discesa (peraltro sul muschio) stile Toni Valeruz grazie alla quale sbarco al primo cambio carta con un paio di minuti di vantaggio su Rusky.
Al cambio carta, accoglienza da parte di papà Baccega: papà in tutti i sensi, perché si assicura che nonostante la fatica io mi ristori a sufficienza e sia ancora ben determinato a proseguire. “Il peggio è passato” mi dice, ma la carta di Passo Coe che sto guardando non dice così: ancora una volta i punti davanti a me sono tecnici come poche volte ne ho visti (sulla carta di Passo Coe!). Mi metto di buzzo buono e con calma arrivo a capo delle prime due lanterne; Rusky mi raggiunge ed insieme andiamo alla ricerca della 3 che in teoria sarebbe solo il centro della seconda farfalla. In realtà sarà un punto tecnicissimo, difficile da trovare anche al secondo e terzo passaggio: in pratica la farfalla è una serie di 9 punti tutti di grande difficoltà, compreso il centro. E questo comporta fatica, tanta fatica! Soprattutto mentale. Infatti arrivo bene o male a capo anche del secondo loop ma sono stravolto: la testa che doveva tenere a posto i muscoli delle gambe per l’ultima parte è letteralmente spremuta per lo sforzo tecnico di venire a capo della situazione, ed il mio corpo è in cortocircuito; non posso tenere a bada testa e fisico insieme, ma non posso nemmeno rimanere in mezzo alla cartina di Passo Coe!
Con un passo abulico che mi costa tanta fatica, supero le zone aperte e raggiungo una traccia che diventa sentiero: è la linea che mi dovrebbe portare in zona 13, un’altra lanterna di difficoltà extra… ma per qualche motivo non mi convince. Dovrebbe essere rettilinea, bordo carta, ed invece si susseguono 3 tornantini. Mi convinco che devo essere finito fuori carta, con l’unica possibilità di andare a nord e raggiungere la strada per il ritiro, quando davanti a me trovo un recinto: in effetti la traccia attraversa un recinto… e c’è anche una depressione, una zona di semiaperto! Ma quei tornantini erano inequivocabili; li “escludo” dai miei pensieri e provo ad attaccare il punto (una buca sul costone) e improvvisamente lo vedo: è la 13. Attacco abbastanza bene anche la 14, ma andando verso il cambio carta mi convinco che non ce la posso fare. Sono ultimo, in ritardo e ho davanti a me ancora una carta. Rusky non aveva la mia stessa sequenza nella farfalla e sarà molto avanti. Al cambio carta anticipo subito la mia decisione al Bacc e a GiuBezzi, e devo essere convincente. Mi rifocillo (almeno 2 litri di liquidi) e intanto qualcuno mi chiede “Hai visto altri in giro?” “No, sono l’ultimo…” “Ci sono ancora tizio, caio e Giovannini dietro di te…”. Come? Rusky? Che gli è successo? Niente! Perché lo vedo arrivare con il suo solito passo costante.
Mi tocca anticipargli la mia scelta di ritirarmi ed ecco che il capitano parte con il suo attacco: non dovevo andare così forte all’inizio… dovevo rifocillarmi meglio… ok, ok! Ho capito. Se andiamo via insieme finisco la O-Marathon!
Il resto è storia recente.
Affrontiamo insieme i 3,2 km di sterrato che portano sulla carta di Costa (Rusky viene anche attaccato da un cane…) e insieme studiamo la strategia: non vogliamo fare un solo metro di salita inutile. Infatti dalla 1 alla 4 faremo le cose proprio benino con minime indecisioni. Poi la gara è proprio finita: la farfalla è decisamente abbordabile, nella zona dei punti più belli del trail-O. Ripartiamo insieme e praticamente da lì è tutto sterrato o asfalto, fino agli ultimi punti in Folgaria. All’arrivo in Piazza, Luigi, Roberto, Paolo, Carlo e Claudio e tutta l’organizzazione Gronlait ci fa un ultimo applauso. I nostri compagni del GOK ci vedono arrivare sani e salvi, ancora in forze.
Come ho scritto all’inizio, ci sarà tempo per raccattare le sensazioni.
Per il momento auguro lunga vita alla O-Marathon, con una partecipazione maggiore. Io la mia MElite l’ho fatta e finita.
Nota a pié di pagina
(***)
La mia partecipazione alla gara sprint, con il mio ultimo posto ad 8 minuti da Jonas Rass, ha apparentemente sollevato un po’ di polemica. Fino ad una settimana prima dalla gara, il regolamento prevedeva che per partecipare alla O-Marathon in Elite bisognava fare la sprint il sabato… poi gli organizzatori hanno voluto accogliere le legittime richieste di chi non poteva essere disponibile il sabato, inserendo la clausola che chi non era al via sabato sarebbe partito nella gara di domenica 1 minuto dopo l’ultimo. Cioè, a conti fatti, un minuto dopo di me.
Mi spiace e mi scuso se qualcuno (se c’è) si è risentito per il fatto che è stato costretto a partire a 9 minuti da Rass domenica, e mi spiace e mi scuso se qualcuno (se c’è) ha preferito non partecipare alla gara di domenica perché infastidito dal fatto che sarebbe partito in ritardo rispetto a Rass, Simion e Tavernaro. Sinceramente il ritardo che ho preso dai primi (15 minuti il primo, 23 io) è paragonabile a quello che ho preso agli italiani di Pergine, il che per le condizioni in cui ho corso sabato pomeriggio va pure bene…
Ci sono due spiegazioni che posso dare.
Quella logica: gli organizzatori hanno stabilito un regolamento e lo hanno rispettato. Io, sabato pomeriggio (quando sembrava che Gian e Jonas, tanto per fare due nomi, non sarebbero arrivati in tempo), ho chiesto se si poteva fare un cambio dell’ultimo momento e fissare un ritardo massimo oltre il quale ci sarebbe stata comunque la mass start, per non penalizzare i concorrenti. Comunque anche il mio compagno di staffetta Rusky ha preso 7 minuti di ritardo, ed il fatto che entrambi siamo arrivati in fondo alla MElite vuol dire che abbiamo entrambi cercato di onorare al meglio la gara e gli organizzatori.
Quella illogica: chi lo dice che il mio tempo nella sprint non è buono? Bastava provare ed essere lì sulle salite roventi di Folgaria a cercare di fare meglio… ma questa polemica è venuta fuori solo la domenica mattina, quando (apparentemente) io non ero al ritrovo di Forte Cherle e quindi (apparentemente) avrei rinunciato a prendere il via dopo aver “fatto il danno”. Mi spiace che ci siano andati di mezzo i miei compagni di squadra, cui in mia assenza è toccato sentirsi le polemiche e fornire risposte o spiegazioni: io sento di aver onorato al meglio la gara come poche volte mi era capitato prima.
Attendo critiche.
8 Comments:
Sai che nei mille "non-ruoli" che ricopro ogni tanto salta fuori chi si fa portavoce del comune sentire degli altri e, come è come non è, sembra che io non ne combini una giusta...
Ragazzi, siete degli eroi! Impavidi e coraggiosi (ed un po'incoscienti) avete portato a termine un'impresa lunga, lunga, lunga! E mentre scrivo quasi mi vergogno di non aver avuto il coraggio di essere presente con voi a questo appuntamento epico.
Bravi ragazzi. Mi tolgo il cappello davanti alla vostra impresa.
Mi è dispiaciuto un sacco no partecipare ma indubbiamente non avrei avuto la preparazione per arrivare alla fine.
Speriamo per il prossimo anno.
Sinceramente se fosse stata una gara normale non sarei certamente soddisfatto della mia prova... siccome era sperimentale mi tengo il bicchiere mezzo pieno!
http://www.tvtca.com/video_on_demand.php?id_menu=34
intorno al minuto 10 comincia l'orienteering
gratulation to galletts ( e buon compleanno in ritardo)
Mannaggia al mio firewall che non mi consente di vedere il file!
:-(((
C'è qualcuno che conosce un modo per vederlo in un altro formato?
gara bella e divertente. forse un po' troppo lunga per me. partire con i migliori o 10 minuti dopo non mi avrebbe fatto nessuna differenza.
mi sono accorto anche io che andavo forte. forse troppo visto che poi tra le 2:30 e le 3:00 ore di gara camminavo...
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