Stegal67 Blog

Tuesday, July 29, 2008

Quarta tappa: dall’inferno al paradiso! Quando l’orienteering fa scopa con il bosco dei tuoi sogni…

Pensieri dal Lussemburgo, in una giornata che finora ha visto sole, pioggia, sole, pioggia, sole… e non ci si capisce più niente! (gli impiegati come me escono in maniche di camicia e sperano di non prendere l’acquazzone, le impiegate escono vestite di quasi nulla e per gli impiegati va sempre bene!).
Mala Lazna. Quanto eri lontana da Crni Laz? Eppure è sempre Slovenia. Eppure è sempre la stessa OOCup. Eppure sono sempre io: sempre io che alla fine della quarta tappa vado dal tizio che mi aveva detto “Welcome to Slovenia” e inizio con un bel “Ehi! Anche questa è Slovenia!”. Crni Laz. Posto nuovo per me e per tutti, credo. Il bosco delle fiabe! Bianco, bianco dappertutto. Avessi trovato un rovo o un sasso o una buca scoscesa… Un bosco impossibile o quasi da descrivere. Lo ricorderò sempre come un lieve e soffice panettone con i movimenti e le curve di livello appena accentuate e ben distribuite, un sottobosco che sembra moquette, una visibilità amplissima che sembra di stare a Bedolpian nella zona del campo da calcio o su certe carte dei Monti Matra ungheresi.
La quarta tappa è la tappa lunga, ed il gruppo GOK la affronta nelle primissime posizioni della griglia. Il tempo di arrivare in partenza e si capisce subito che “qualcosa è cambiato” (cit.): non si vede una buca o un sasso a perdita d’occhio, in compenso i primi concorrenti che partono si vedono, per un paio di minuti almeno, inerpicarsi sulla prima salita che porta al primo punto (lanterna svedese, chi era costei?).

Ecco. I primi concorrenti. Davanti a me parte Henrik, danese amico di Attilio e di Rusky. Silkeborg Orienteering Klubb. Già il fatto che sia danese implica che è più forte di me, poi è magro “’me n’ stecc’” e si capisce che è uno di quelli che muove le gambette senza problemi! Infatti mi dice che nella terza tappa, la sprint, ci ha messo 58 minuti ma è deluso. Io invece gli rispondo che ho impiegato un’ora esatta e sono molto contento… relatività spicciola! Parto e sono subito in un bel bosco bianco; 21 lanterne su 7,5 km (il dislivello non è noto, as usual) ma stavolta la descrizione non è “roccia roccia roccia” ma è “depressione depressione depressione” con qualche buca qua e là: metà del dislivello, in pratica, lo si fa per uscire dalle vaste depressioni, alcune simili ad ampie e dolci ciotole dal fondo morbido come se fossero state generate da un gigante che ha appoggiato le ginocchia sul terreno per riposarsi.
Primo punto. Azimut. Ed errore di direzione. Tanto che finisco storto di venti metri (ma su una lanterna cortissima) e mi fermo nella “zona cartine” della partenza rossa popolata di bambini e veciotti (e dagli M21short!). Bell’inizio… rapido cambio di direzione e finalmente trovo la lanterna. Il secondo punto è lungo ma corribile per sentieri e tracce: mi rimetto in bolla ed arrivo sulla lanterna tirandomi dietro un ceco (tuta azzurra Loko Trumlov); la lanterna sta in un’altra bella depressione, ed io pago la risalita facendomi staccare di qualche metro. Per poco però , perché “Loko” parte in direzione sbagliata e sono io che lo porto sulla 3, dove Loko arriva con un altro ceco (tuta gialla e blu). Si sta formando un bel gruppetto, vero? E non è finita. Punto 4. Loko e il Giallo-Blu partono veloci, si incasinano in zona punto e nella buca arrivo davanti io… davanti ma non da solo perché da nord (quasi da fuori carta) scende una sagoma nera. E’ quella di Henrik il danese. Da quel momento, per 4 lanterne, sarà un gioco a tira-e-molla. Quattro uomini in fuga: davanti Henrik che tira in salita e va via leggero e preciso sotto la linea color magenta. Poco dietro, schierati alle ali, Loko e Giallo-Blu che confabulano tra loro. Più dietro, con la lingua fuori e sbanfante come un asfittico, il sottoscritto che non vuole perdere il treno giusto.
Questo fino alla lanterna 8: l’uscita dal punto (la solita depressione) è in salita e per di più nell’unico pezzo di bosco nel quale si addensano rami tagliati di fresco. Henrik danza come una piuma e si allontana in salita. I due cechi faticano visibilmente ma non mollano. Io invece devo accontentarmi di vederli scavalcare una collina lontana e li perdo di vista. Sono di nuovo da solo.

Da solo ma non perduto. In fondo il bosco attorno a me è sempre il bosco dei miei sogni. Affronto con buona lena alcune lanterne abbastanza piatte e sugli unici 10 metri quadrati di verde duro (che peraltro nascondono una depressione con annessa mia lanterna) tiro dentro Anne Konring Olesen detta anche “grinta da pitbull”. Una nuova tratta medio-lunga tirata dritta al punto mi introduce ad un bosco se possibile ancora più piatto, ancora più pulito, ancora più scorrevole. Non oso guardare l’orologio, ma penso che se le lanterne sono 21 ed io sono alla fine dell’ultimo loop e sto viaggiando verso la 17 la mia corsa sta per finire. Tirata lunga, ripassando preciso dalla 13, ed ultima salitella ripida a fare da ostacolo per la parte finale. Le ultime lanterne sono quasi facili, perché ormai il bosco si legge che è una meraviglia anche se non è per nulla facile, e per arrivare alla 20 faccio anche una scelta alternativa: non attraverso il bosco ma mi butto sulla strada a bordo carta incrociando decine di orientisti che si stanno recando alla partenza: credo che la mia faccia soddisfatta abbia rassicurato più d’uno che quel bosco NON è quello di Mala Lazna… possibile che il tracciatore non si sia accorto della scelta sulla strada? Se è per questo non se ne accorge nemmeno il mio capitano Rusky, che mi da 10 minuti netti nella quarta tappa, ma dall’alto della mia 1h18m sono comunque soddisfattissimo e contento per una ottima tappa. Tanto da farmi fare il “numero” già citato con l’organizzatore sloveno.

Ah! Dimenticavo. 3 minuti dopo il mio arrivo, in attesa di Rusky, vedo una sagoma nera sbucare dalla 19 verso la zona del finish. E’ Henrik! Da solo… Ma allora… allora nel bosco sono riuscito ad effettuare mio malgrado il “controsorpasso”! Dove diavolo ci sono riuscito? E, soprattutto, COME diavolo ci sono riuscito? E, ancora, dove sono finiti Loko e GialloBlu? Dovrò aspettare ancora qualche minuto per la risposta all’ultima domanda: loro sono ancora più indietro, staccati di qualche minuto da Henrik e peraltro ancora insieme. E questo è il più bel finale che mi poteva capitare dopo una giornata passata in un bosco da favola. Proprio come passare dall’inferno al paradiso!

3 Comments:

At 7:37 PM, Anonymous Anonymous said...

Certo che di compagnia ne trovi sempre molta.... non voglio svelare la quinta tappa!

 
At 9:53 AM, Anonymous Anonymous said...

Lasciamo perdere.
Non sveliamo cosa è successo nella quinta tappa, please! :-)
Mi basterebbe accennare alla "scelta di percorso" che ho fatto dalla 100 all'arrivo (tratto fettucciato)...

 
At 10:15 PM, Blogger Andrea Segatta said...

Voglio sapeeeeeere.
Ormai l'unica cosa che mi rimane è il virtual orienteering.
In questo momento sono una carcassa vivente.
Che è successo Ste?

 

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