Stegal67 Blog

Sunday, March 01, 2009

Una giornata di andata e ritorno in treno Milano-Firenze-Milano in FrecciaRossa per fare un quarto d’ora di gara, ed anche i Campionati Italiani Sprint passano in archivio con poche sorprese e novità. Andata e ritorno in giornata sono causati dagli impegni lavorativi che oggi mi vedono alla scrivania... come ieri fino alle 22 sono stati i miei ragazzi a mantenere la postazione sotto il fuoco nemico dei consulenti!

Il quarto d’ora di gara, in realtà, è stato per me più attorno ai 26 minuti e mezzo che attorno ai 21-22 che speravo di impiegare. Del resto le poche sorprese e novità sono legate al mio stato di forma in gara ed al mio approccio alla cartina; non riesco a capire come mai nel corso della settimana riesco ad essere abbastanza in palla in allenamento e poi arrivo alla domenica ed i piedi non sembrano avere la forza di andare l’uno avanti all’altro. Sarà perchè mi alleno solo di sera a tensione lavorativa al massimo? Sarà perchè mi alleno “sul liscio” e non riesco a forzare nello stesso modo sul terreno sconnesso? (o anche solo parzialmente sconnesso... vedi Firenze).

Già: Firenze. Sarà stata anche una bella gara sprint secondo i canoni previsti dalla mega-federazione internazionale, ma preferisco di gran lunga le edizioni di Marcesina e Laghi di Fusine. Una edizione sprint che sarà ricordata anche per una media al kmsforzo parecchio inferiore a quella della finale dei campionati mondiali. Una carta che rappresenta un parco cittadino largo 100 metri o 200 nella fascia più ampia, tutto piatto, senza dettagli e con le sole siepi a rappresentare un ostacolo che, purtroppo, ha rischiato anche di stravolgere le classifiche finali. Approcciandomi a Firenze ho cercato di non pensare che la carta avrebbe assomigliato più a quella dell’Idroscalo (che però è almeno “dog leg” e da un estremo del lato est non vedo l’altro estremo ovest) o del Parco di Trenno (che almeno è più largo), ma se queste sono le tendenze dell’orienteering ben vengano allora i panzoni come me che su questo terreno ci sguazzano 10 minuti (il 40%) in più dei campioni nazionali.

Quindi gambe molli, fiato inesistente, voglia di lottare e cambiare ritmo pari a zero (il fatto di correre prima degli altri senza alcun riferimento o sprone davanti o dietro non mi avvantaggia, ma è una mia scelta!). E allora per che cosa ricorderò la gara di Firenze. Io, e spero anche gli altri partecipanti, per aver potuto ancora una volta esibirmi come speaker.
E adesso quindi mi tocca andare a spiegare quello che ho detto anche a Rusky nel dopo gara.

Diciamo che il mio lavoro mi ha portato sempre più spesso, negli ultimi anni, ad approcciare clienti, ad erogare corsi di formazione (è quello che in pratica ho fatto da ottobre ad oggi), a parlare davanti ad un pubblico. Il mio datore di lavoro non mi ha mai mandato a partecipare a quei corsi aziendali “come diventare un buon oratore” che sembrano essere così di moda fra tutti coloro che in un modo o nell’altro devono abituarsi a parlare in pubblico. Avrei timore, oggi, a partecipare ad una di queste attività: forse scoprirei che quello che sto facendo, ma soprattutto il modo in cui lo faccio, è del tutto sbagliato o rivedibile. E mi impappinerei (io ho fatto un solo corso, o meglio una sola prova, il 7 luglio 1994 ed è stata la discussione della mia tesi di laurea: il ricordo mi è ancora chiaro e forte, e posso dire che se ce l’ho fatta allora non avrò problemi a parlare in pubblico per i prossimi centoventisei anni).

Adesso ho sviluppato una certa proprietà di linguaggio anche di fronte ai clienti. La cosa che più mi piace, nei corsi che vado ad erogare, è che ogni volta c’è sempre il precisino che cerca di mettere i bastoni tra le ruote mettendo in difficoltà l’interlocutore. Mi piace vedere se, ma soprattutto come, riesco a rintuzzare i vari “attacchi” e ricondurre la discussione nel binario giusto senza fare forzature del tipo “Ne parliamo dopo, adesso andiamo avanti!”. Mi piace vedere come reagisco quando i supporti informatici vanno in errore, o quando i dati che vengono proposti su schermo non sono quelli che mi aspetto. Non posso esprimere quello che penso “Oh ca..o!” ma devo immediatamente in un decimo di secondo girare al problema inventando qualcosa. E devo dire, a giudicare dai commenti dei miei capi, che in fondo ci riesco abbastanza bene.

Ed è un po’ quello che succede anche quando faccio lo speaker, che è l’attività che più di ogni altra mi ha aiutato nel migliorare il mio approccio ed il mio comportamento quando faccio lo stesso esercizio anche sul posto di lavoro.
Come ieri, quando mi sono trovato Liliana P. già al traguardo e campionessa italiana senza che me ne fossi accorto, quando gli Elite mi arrivavano in faccia l’uno dopo l’altro come sparati da una mitragliatrice, quando mi sposto ad osservare per la prima volta una certa categoria e scopro che mancano solo 3 atlete al traguardo... Una grossa mano, ieri, me l’ha data il supporto informatico di Giorgio Bernardi, con il quale avrei fatto meglio ad impratichirmi prima che gli arrivi delle W16 raggiungessero il culmine. Un aiuto agli speaker potrebbero offrirli anche i pettorali, che ieri purtroppo erano “sparsi” (quindi le radio che mi annunciavano l’arrivo del pettorale 276 non mi dicevano nulla finché non avessi trovato tra le varie categorie chi e dove correva mister duecentosettantasei...). Mi sarei anche volentieri dato una mano da solo se avessi studiato prima le griglie, in modo da avere un quadro preciso della sequenza degli arrivi dei migliori nelle varie categorie.

Sono tutte cose, queste, che fa regolarmente Andrea Rinaldi, il maestro. Ed ogni volta scopro sulla mia pelle che il tempo che Andrea impiega per mettere a posto questi tasselli del puzzle non è buttato via ma serve invece per creare il canovaccio della storia che si andrà a raccontare al microfono. Ieri invece io sono stato fortunato perchè non ho avuto, anche se solo per pochi minuti, due arrivi contemporanei di vincitori.
Mi sarei potuto ritagliare il tempo in un altro modo: se avessi evitato di andare a fare i miei 26 minuti di inutile gara, ad esempio. Ma non credo che, mai e poi mai, andrò a fare una trasferta orientistica solo per fare lo speaker. Il bosco ed io ci dobbiamo dire ancora tante cose. Ho detto “il bosco”, però...

19 Comments:

At 3:16 PM, Anonymous Anonymous said...

Il primo commento è mio, post telefonata su una frase riportata sul sito Fiso: si, mi autodenuncio per primo e dichiaro che ho attrraversato 3 volte alcuni piccoli varchi nelle siepi (non ho piegato nemmeno un rametto!). Nella concitazione non mi è nemmeno passato per l'anticamera del cervello che potesse essere un "verde4"

 
At 3:50 PM, Blogger Cosimo said...

neanche riesco a contare quanti ne ho attraversati io... onore a marco! riosservando la carta cmq la stampa mi pare piuttosto deficitaria...

 
At 4:06 PM, Anonymous Anonymous said...

Non saprei giudicare la qualità della stampa ma personalmente sono rimasto stupitissimo del fatto che, causa trance agonistica o causa scarsità di ossigeno già tra la 1 e la 2, la possibiità che l'attraversamento fosse vietato non mi è nemmeno passata per la mente.

E con questo rimando alle cosiderazioni che feci sul fatto che il 90% degli orientisti (me compreso) non conoscono bene il regolamento ma spesso (me soprattutto compreso) finiscono per far parte delle giurie...

 
At 9:51 PM, Blogger Eddys said...

Veramente era vietato? Salti non ne avevo voglia di fare, ma quando c'era un varco ... Penso che pochi si siano tirati in dietro!

 
At 10:30 PM, Anonymous Anonymous said...

Idem.... se c'era il varco già fatto non mi sono tirato indietro! nella mia categoria non c'erano molte occasioni per farlo in quanto molte lanterne erano in prossimità dei varchi.

 
At 2:41 PM, Blogger SILVAN said...

L'ho fatto pure io senza star lì tanto a pensare se rovinavo qualcosa... ma... se volete squalificarmi per questo ne sono giusto felice... :)

 
At 3:39 PM, Blogger Cris said...

Non è certo _solo_ colpa degli atleti (che comunque dovrebbero conoscere il regolamento).
Il verde 4 in questione era tutt'altro che leggibile...

 
At 4:35 PM, Anonymous Anonymous said...

Nel pezzo per il sito Fiso non sapevo bene se e come trattare l'argomento.
Avrei potuto glissare, e forse a posteriori sarebe stato meglio, ma ho pensato che tutti quanti i presenti si erano accorti nel post gara che stava per succedere qualcosa (poi in realtà non è successo nulla, né poteva succedere). In passato sono stato tacciato di comportamento omertoso per non aver segnalato situazioni ai limiti del regolamento.

Dico qui che non era mia intenzione mettere in dubbio o sollevare eccezioni su alcun risultato. Anzi, volevo sottolineare che ancora una volta gli atleti si dimostrano sportivi (nel senso decoubertiniano del termine) migliori di quanto essi stessi pensino di essere.

 
At 5:57 PM, Blogger MatPaz said...

no... sono da squalificare, però qualcuno poteva anche pensare di scriverlo sul comunicato gara, anche perche capire che quello era verde 4 è un po dura.
Ma in questi 2 giorni sono accadute molte cose misteriose

 
At 9:43 PM, Anonymous Anonymous said...

Sinceramente non sapevo nemmeno che esistesse il verde4.... anche perchè il verde3 non è attraversabile per ovvi motivi! ma c'era qualcuno che controllava chi passava fra le siepi? mah, non credevo che anche in mezzo ad un parco potessero nascere dei problemi simili...

 
At 10:13 AM, Blogger Cris said...

Ebbene sì, Rusky... e le regole dovremmo conoscerle, non credo che Stegal non sapesse cos'era un infrazione di passi, ai tempi...
421 Impassable vegetation (forbidden to cross) Colour: green 100%, black 50%.
An area of dense vegetation (trees or undergrowth) which is impassable or which shall not be crossed, due to forbidden access or because it may constitute a danger to the competitor. symbol shall always be given in the map legend.
It is forbidden to cross impassable vegetation! Competitors violating this rule will be disqualified.

 
At 12:31 PM, Blogger Cris said...

Detto questo, dico 2 cose in merito.
Nell'ordine credi che in questo caso abbiano sbagliato:
- il disegnatore della carta, nel non rendere abbastanza visibili le siepi
in v4 (tra l'altro il minimo dovrebbe essere o.4mm). Un disegno più o
meno curato aiuta molto.
- l'omologatore, che se ha avuto la possibilità di vedere la carta
(magari stampata) doveva rendersi conto della scarsa riconoscibilità
dell'oggetto in questione in corsa.
- chi ha deciso di stampare in quel modo. Non è possibile correre un
campionato italiano su una stampa con qualità paragonabile a un 200 dpi.
- il tracciatore che la stampa la deve seguire (è parte dei suoi
compiti).
- il direttore di gara.

 
At 12:45 PM, Blogger Cris said...

Sorry.... è saltata la riga del delegato tecnico! :)

 
At 12:31 PM, Anonymous Anonymous said...

Grazie di avermi informato.... ma c'è anche la versione italiana? potrei anche non conoscere l'inglese e rimanere ignorante per sempre! Concordo sugli ultimi interventi: riguardando la cartina non avrei mai pensato che quella linea invisibile fosse il verde 4! ero rimasto al fatto che il verde segnasse la difficoltà della corsa e non che vietasse l'attraversamento... ho studiato solo il regolamento TRAIL-O ultimamente...

 
At 2:54 PM, Anonymous Anonymous said...

Dal sito Fiso:
FIRENZE: Bilancio positivo per il week-end agonistico di Firenze che ha visto in scena il Campionato Italiano Sprint ...
Si è trattato di un evento pienamente riuscito ... con oltre 1.000 partecipanti ...
A livello organizzativo tutto è andato al meglio: “E' stata posta in essere una grossa mole di lavoro. Con il nostro gruppo di lavoro abbiamo fatto fronte a tutte le esigenze tecniche e logistiche. Il tracciato cittadino era piuttosto impegnativo."
Scusa Cris, ma tu che gara hai visto?

 
At 4:54 PM, Blogger Cris said...

Io ho visto solo la gara del sabato. Come ben sai, caro Anonimo, i voti fanno media.
Ciò significa che evidentemente domenica le cose sono andate molto bene.

@Rusky: lazarus.elte.hu/mc/specs/issom2007-ita.pdf
Sicuramente sei uno dei pochi che non conosce le norme. :)
Tra parentesi...il RIF prevede che il trail-o si svolga su carte ISSOM, quindi merita studiare l'ISSOM, se pratichi trail-o...

 
At 10:38 PM, Anonymous Anonymous said...

Ed io che avevo scelto l'orienteering per svagarmi nei week end... non ho mai voluto fare corsi per non stressarmi la vita anche fuori dal lavoro! adesso dovrò veramente darmi alle campestri!

 
At 11:01 PM, Anonymous Anonymous said...

Cris, hai fatto male a darmi quell'indirizzo... in un attimo ho visto che gli ultimi due campionati sprint non sono stati regolari... a Pergine per via del traffico e dei pedoni e a Firenze per via del verde4 che dovrebbe essere o,25 mm.; guardando la mappa vedo lo stesso tratto di disegno di fianco a tutti i viali e non solo dove le siepi erano alte! la cosa assurda è che, guardando il mio percorso, il tratto 7-8-9 non si sarebbe potuto fare se non passando dal varco di fianco alla 6!meglio vivere nell'ignoranza!

 
At 8:58 AM, Blogger Cris said...

Esagerato! Cumpà, siamo in Italia! :)

 

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