Cara signorina straniera bionda.....
che siedi di fronte a me di sbieco sul treno del ritorno dalle gare del Rome Orienteering Meeting.
C’è una cosa che volevo dirti dal momento in cui è partito il treno per Milano. Ho notato come tu abbia fatto girare la testa a metà seconda classe, che ha sperato per un istante di aver fatto sei al Superenalotto estraendo il biglietto per stare al tuo fianco, o almeno al fianco della tua amica appena meno caruccia.
Ho percepito la delusione di tanti maschioni italioti quando ti sei seduta ed hai subito piantato una grana per il posto a sedere, lasciandoti andare a qualche commento in inglese sull’Italia (ma tu non sei inglese, hai più la cadenza dell’americana venuta su a bistecche e convinzione di avere in mano lo style of life del mondo).
Ho dato una occhiata ai tuoi lineamenti finti, ai tuoi capelli perfetti nella loro semplicità che sembrano usciti dalla reclame della Pantène, alle tue sopracciglia curate come nemmeno un quadro del Louvre, al tuo nasino perfetto (tutto vero), alla tua boccuccia piùccheperfetta ed ai tuo portamento da vera Barbie.
Sto ascoltando da ormai 65 minuti la tua voce melodiosa, un accento che hai imparato frequentando il red carpet alla consegna degli Oscar. Con le giuste accelerazioni e le pause e le piccole frasi di sorpresa accennate con qualche smorfietta del viso. Sto guardando pure il cinquantenne seduto al tuo fianco che subito ha capito di aver fatto bingo e che domani, in mancanza d’altro (questo solo il futuro potrà dirlo) si vanterà di aver cuccato una vera sventola straniera; lui, un italiano male in arnese che sta scavando nel suo inglese Oxford Institute per stare al tuo passo.
Vorrei dirti una cosa, cara... cara... si, non puoi che avere uno di quei nomi finti da film americano. Non ti puoi chiamare che Tiffany o Tanya, o Kelly, o giù di lì... pronunciato come una implicita dichiarazione “sono qui per te”.Vorrei dirti una cosa, cara...
MI HAI STRACCIATO I MARONI!!!
La tua voce è troppo perfetta, troppo melodiosa, troppo giusta... ma io sono STANCO. Sono stanco MORTO! Io vorrei dormire e non dover ascoltare il tuo eterno e perfetto cinguettio da star. Io ho appena finito una due giorni di orienteering collocata tra una settimana di lavoro da panico ed un’altra che mi attende (perchè in questo caso io vedo il futuro..) ancora più da paura.
Vedi, cara... non tutti gli italiani sono lì a pendere dalle tue labbra perfette o dallo sguardo magnetico che butti da questa parte per introdurre... chissà?... un terzo elemento nel tuo gioco. Io volevo solo dormire. Volevo dormire e dimenticare per qualche istante le 5 cappelle che ho preso ieri durante la Coppa Italia di Trail, una gara troppo difficile per le mie modeste capacità,,, 5 errori che mi hanno mandato quasi a fondo classifica ma... cavoli! Che bravi che stanno diventando i trail-o-ers italiani: con una gara del genere (bravo il tracciatore Remo M.), una volta 5 errori mi avrebbero catapultato sul podio. E invece mi sono accontentato di applaudire Teno, i due Michelotti e Rusky tornato a vestire finalmente i panni dell’atleta di vertice in questa disciplina.
Non so se tu stamattina ti sei svegliata con un sussulto, capendo dai rumori della strada che la sveglia non aveva registrato il passaggio dell’ora legale. Il che ha rappresentato fin da subito un ritardo di 40 minuti sulla tabella di marcia che prevedeva che io fossi presto al ritrovo del Trofeo Centri Storici Nazionali per prendere subito il via e fare da speaker.
Non so se nella tua giornata hai avuto momenti di autentico sfinimento per la fatica di correre su e giù per le strade di Roma con una mappa in mano, dribblando i turisti, cercando le lanterne tra le macchine ed i motorini parcheggiati alla “come capita capita” anche sfruttando le catenelle alle quali erano assicurate le lanterne. Non so se puoi annoverare il piacere di esserti cimentata su un percorso molto bello, con continui cambi di ritmo e di direzione, che ha sfruttato molto bene le zone di Roma più turistiche ma ugualmente percorribili senza che i concorrenti debbano prima pensare a schivare le comitive di turisti; non conosco il nome del tracciatore, ma l’M35 di oggi era proprio bella, troppo bella forse per me che non mi alleno più da un mese e che alla terza lanterna ero già nel pallone per obnubilamento da fatica, e che dopo qualche altra lanterna ho dato un’occhiata all’orologio per scoprire che avevo finito la benzina in nemmeno venti minuti.
E infine non penso che, se mai ti fossi trovata sui prati di Villa Borghese, ti saresti fermata più di qualche decimo di secondo ad ascoltare una voce assai meno melodiosa della tua, quella del sottoscritto impegnato a raccontare prima gli arrivi delle categorie di contorno e poi a urlare i passaggi e gli arrivi della finale Elite. Ma non credo che l’orienteering faccia per te: troppa fatica, troppe sollecitazioni... i rovi, i sassi!
Sai, cara Tiffany o Tanya o Kelly... la prima cosa che hai detto al mondo intero sdraiato ai tuoi piedi, quando ti sei seduta, è che Milano non ti piace. Che gli italiani hanno dei modi di gestire le situazioni, come ad esempio il tuo posto a sedere, sempre “a modo loro”, che stai finendo di studiare qualcosa che sicuramente avrà un nome pomposo e artistico ed incomprensibile, e non vedi l’ora di tornare a casa.
Ma vedi, Tiffany Tanya Kelly.... non tutti gli italiani sono così babbei come il tizio seduto di fianco a te che sembra un incrocio tra Briatore dopo un frontale con un camion ed un giornalista-opinionista-tuttologo (e magari lo è pure). Ci sono anche quelli come me. Che non avrebbero alcuna intenzione di finire nella lista degli “italiani stupidi che hai condito via con quattro espressioni facciali ed un accento molto white anglo saxons protestant di buona famiglia”, che si dedicano a passatempi completamente fuori moda e rozzi e disdicevoli, come l’orienteering, che vorrebbero dormire o farsi i fatti loro senza per forza di cose dover sentire il tuo racconto perfetto narrato dalla tua voce incantevole.
Ma pensaci un po’... cosa ci fa seduto al tuo fianco nella seconda classe di un treno strapieno questo tizio se fosse davvero un imprenditore-commendatore-artista? E’ vero, ha appena estratto il suo blackberry e lo maneggia come Tex Willer maneggerebbe la sua Colt 45... ! Ma guarda... se vuoi te lo faccio vedere anche io (il blackberry!)... allora vuoi dire che non conosci Milano abbastanza bene per sapere che metà dei sedicenti imprenditori-commendatori-artisti hanno il blackberry. Anche se lui ti sta facendo vedere il suo profilo su facebook e tu gli stai dando il tuo numero di telefono. Magari, chissà, un giorno sarete insieme in una foto su Facebook, guancia a guancia con uno sfondo del mar dei Caraibi, ma io che sono inguaribilmente pessimista mi permetto solo di augurarti di non finire buttata in mezzo ad una strada da un sedicente protagonista delle notti glamour milanesi.
Forse, a pensarci bene, gli orientisti non sono poi così male. Se non altro, non siamo peggio di tante altre persone. Anche se molto spesso alla domenica pomeriggio molti di noi dormono, per recuperare dalle fatiche. Ed il panino (o più probabilmente il cocktail) che tra poco ti verrà offerto nella carrozza ristorante, ce lo portiamo da casa anche se nel viaggio del ritorno dobbiamo andarlo a cercare tra mucchi di calze puzzolenti e pantaloncini sudati...
Per adesso, però, LASCIAMI DORMIRE!
5 Comments:
TROPPO BELLO!
Stegal for President!
Renzo
bello avere un amico che scrive così bene, anche se non è possibile che proprio lui il mio idolo corra dietro "al nemico"....
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Te la sei voluta; la prossima volta fatti il biglietto in prima. Lì si dorme di gusto, ti portano il caffè, il giornale, e da Roma a Verona ti puoi leggere cento pagine di "Playing the enemy" senza che l'occhio caschi di lato ...
Oops, scusa, ho confuso gli account ...
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