Stegal67 Blog

Sunday, March 07, 2010

“Scusi, dov’è la settantatre?”

“aspetti che contr... ... maaaaa... in questa gara ci sono solo lanterne con codice letterali!”
“intendo la fermata dell’autobus per tornare a casa”
Ho dovuto aspettare le 13.00 del sabato mattina per incappare in uno degli equivoci più gustosi della mia carriera orientistica con la signora che, amica e 3 bimbi al seguito, vagava per il parco Forlanini cartina alla mano e dopo circa 40 minuti di vagabondaggio aveva raggiunto la lanterna 3 del percorso esordienti (che è un bel record per la persona che si è presentata dicendo di aver imparato la nostra arte a San Martino di Castrozza e a Passo Rolle...).
La signora in questione, comunque, rappresentava i numeri da 178 a 182 dei partenti della mattinata della seconda tappa di Milano nei Parchi 2010, e mi sia concesso dire che ancora una volta è un numero bello grosso che continua a farmi pensare che se avessimo la possibilità di mettere in campo più forze e con più continuità, forse riusciremmo a far breccia anche con le istituzioni di questa metropoli “vicina all’Europa”.
Nel frattempo mi godo la posa punti con Oscar, capitato lì quasi per caso e cooptato al volo, la ripresa punti con Davide che poi fa ri-posare Andrea per gli ultimi passaggi imprevisti fino alla definitiva ri-ripresa punti che chiude una mattinata fredda ma almeno con il sole.
Alle 13.30 del sabato, con la macchina stracarica di ogni sorta di mercanzia orientistica (pali, teli, pali di scorta, pronto soccorso, tavolino, materiali vari, gadget, sedie, trolley... sto dimenticando sicuramente qualcosa) si parte per la seconda avventura di giornata.

“Guarda mamma, quel signore non riesce più a camminare...”

“Quel signore” sono io.
La seconda avventura della giornata comincia dove è finita la prima, anche se in mezzo c’è una apocalisse stradale all’inizio della SS Valassina che mi fa temere che non arriverò mai a Besana Brianza in tempo!
Sabato pomeriggio, sulla carta di Casaglia (in pratica la zona attorno al Palazzetto dello Sport) va in scena una di quelle promozionali di cui fino all’anno scorso lamentavo la mancanza: organizzazione pulita e puntuale ma assolutamente essenziale, percorsi dedicati a chi è alle prime armi ma che vanno bene anche per gli agonisti che preferiscono correre con la carta in mano piuttosto che senza, i ragazzi della Besanese impegnati in massa per gestire tutti gli aspetti della gara sotto l’occhi vigile di Ivano B.: proprio il modo più divertente per finire la giornata orientistica. Il tempo tiene, le gambe molto meno ma devono portare in giro anche quel bel po po’ di sovrappeso di cui si farà beffe l’ex amico Daniele Falcaro (Daniele! Controlla le prossime iscrizioni perchè potresti trovarti improvvisamente proiettato in una bella MA SuperLong tuo malgrado :-)
Essendo in piedi dalle 7.00, non posso pretendere di essere in una forma splendente; ma sul giro “Lungo” mi troverò più volte superato come un paracarro in salita da ragazzini che con tre passi me ne danno due e mezzo di distacco, e per fortuna che la vecchia volpe Stegal sa punzonare il cartellino molto velocemente e riesce ad uscire dai punti nella direzione migliore... altrimenti hai voglia a star dietro a due gambe che hanno meno della metà dei miei anni e portano meno della metà del mio peso!
(sono sempre più orientato verso quella disciplina con carta e bussola che si svolge da fermi...)
L’ultimo sprint finale mi lascia senza una sola oncia di fiato, cosicché dopo il traguardo stramazzo al suolo alla ricerca di aria (i miei occhi erano così vicini al terreno che avrei potuto vedere una microspora grande come un pallone da basket) mentre le orecchie sentono distintamente la voce di quel bambino che, evidentemente poco avvezzo a simili scene pietose, chiede alla mamma chi sia quel povero tapino...

Arriva così sabato sera che... altro che Saturday Night Fever: sembro pronto per il ricovero in una unità di terapia intensiva! Ce n’è abbastanza per dichiarare il KO tecnico (il colpo di grazia me lo hanno dato le operazioni di scarico del coche fantastico che hanno preso circa mezz’ora...).

Domenica mattina. La sveglia pone fine alle sofferenze di una nottata da incubi. Il piano di volo prevede che vada a correre il TMO a Morbio: dove sarei anche iscritto in HAL con i vari Stefano Maddalena & Manuel Asmus & compagnia cantante... “Perchè lo fai?” chiede l’ultimo barlume di intelligenza al 99,9% di materia cerebrale ammorbata di totale incoscienza? La risposta è “Perchè no???” e si capisce che è una risposta ricca di significato, di propositi reconditi, di sagge e prolungate riflessioni... insomma: non me ne frega una cippa! HAL ho deciso e HAL deve essere!!! Perchè la carta è nuova (per me) e me la voglio vedere tutta. Perchè tanto arrivo ultimo lo stesso anche in H40. Perchè... perchè... PERCHE’ NO???
La colazione del campione (del Duca di Parma) prevede: caffé, yogurth, torta, caffé, succo di frutta, miele, caffé... cosicché sono ancora un po’ ingolfato quando rimetto piede su “el coche fantastico” alla volta di Morbio, Canton Ticino. Il check ai sistemi di minima sopravvivenza danno esiti sconfortanti: le gambe stanno per dichiarare uno sciopero selvaggio, in particolare la sigla S.U.G.S. (Sindacato Unitario Ginocchio Sinistro) entra in agitazione permanente lanciando sassi e molotov contro i muscoli flessori. La testa è abbastanza nel pallone e tiro degli sbadigli di dimensioni tali che potrei ingoiare senza fatica un pitone che sta ingoiando un alligatore che sta ingoiando Mr. Crocodile Dundee con tutta Linda Kozlovski.
Occorre fare qualcosa... musica! E l’I-Pod si rivela il migliore amico di questa alba milanese proponendo subito Fantasy degli Earth Wind & Fire. E all’altezza dell’uscita di Baggio della tangenziale, gli Abba partono all’attacco: There is no big decision \ You know what to do \ La question c’est voulez-vous...
Ok. Gli Abba intendevano ben altro. Ma la mia “chestion” è: “vùlé vu davvero fèr sett scios?”. La risposta è SI! E quindi via che si va verso la mia HAL di Morbio: il S.U.G.S. ritira su gli striscioni e mette via sassi e molotov, le gambe rientrano dallo sciopero in cambio di vaghe promesse...
Adesso dovrei anche dire come è andata a Morbio... Bene! Nel senso che sono molto meno stanco che dopo la gara di Besana. Bene! Nel senso che i percorsi di Bea Arn sono stati molto divertenti con un continuo alternarsi di tratte lunghe mozza-fiato (non nel senso di panorama spettacolare, ma di salitazza micidiale in mezzo a vigneti stile Alsazia) e passaggi decisamente complessi in alcuni borghi con portici sottopassi scalini gradini e pertugi da labirinto di Minosse: ragazzi, guardate che se non ci diamo una mossa finisce che i ticinesi tracceranno delle gare in città che noi nemmeno ci sognamo! (Fragori docet).
Meno bene la cappella drammatica che infilo quando dalla 4, anziché andare alla 5 salendo subito le 3 o 4 curve necessarie, penso di andare alla 1 il cui cerchietto sta proprio in dirittura... perdo quota inutilmente e quando mi rendo conto dell’errore capisco che per tornare sulla retta via dovrò fare una scalata come nemmeno Messner nella pubblicità della Levissima: 10 minuti su un punto in una gara middle che Manuel Asmus vincerà (se è stato lui a vincere) in poco più di mezz’ora. Io mi accontento di finire in 55 minuti dopo aver infilato un’altra cappellina da due minuti al punto 19, dove mi convinco che per andare alla 20 il percorso preveda una uscita di cartina prima di rimettermi in linea di galleggiamento.

Ed è stato così che il terzo appuntamento orientistico del fine settimana ha dilavato via dal mio animo tutte le tensioni accumulate in una brutta settimana di lavoro. Ed è stato così che sulla strada del ritorno, sereno e tranquillo come poche altre volte, all’altezza del casello di Fino Mornasco ho proseguito diritto verso casa anziché fare una deviazione verso Giussano, dove ero iscritto alla prima prova del Trofeo Centri Storici Lombardi.
Questa volta sono stato io a pormi una domanda e a decidere che per la mia personale due giorni poteva bastare, che non avevo altro da chiedere al mio orienteering e che non avevo voglia di chiedere un altro sforzo sull’asfalto alle mie gambe ed al mio ginocchio sinistro.
Che sentitamente hanno ringraziato. Fino a domenica prossima.

2 Comments:

At 5:21 PM, Blogger michele said...

Per tutti quelli che in tenera età si professano cadaveri ricordo che nel mio primo e unico mondiale corso ad Asiago in finale(ultimo ma arrivato) ho avuto il piacere di apprezzare le doti di un M90 che non so se erano allucinazioni mistiche, ma deve avermi stracciato in volata.....eterna giovinezza....

 
At 9:39 AM, Anonymous stegal said...

Infatti devi sapere che il mio fiero intendimento è quello di vincere almeno per due volte l'Oringen in H100 (accacento)... e lì SI che voglio staccare sul rettilineo Rigoni & Co.

Dico due volte perchè una Oringen con un po' di fortuna la si può anche vincere (no che non si può!).

Poi, dopo la seconda vittoria, cambierò sport e mi darò definitivamente al curling...

 

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