Stegal67 Blog

Thursday, August 19, 2010

Fabian did it again! (with admiration and devotion by the writer-speaker)

Quando si frequentano così tanti orientisti, quando le conversazioni in viaggio o davanti una pizza scivolano così spesso sull’orienteering, quando (soprattutto) il livello medio dei conversanti non è quello degli Elite che partecipano ai Campionati del Mondo ma quelli degli appassionati che dedicano qualche fine settimana o un paio di periodi di vacanza alla bussola ed alle lanterne... capita di imbattersi in storie che sembrano talmente irreali da risultare il parto della fantasia di qualche buontempone.

E che poi risultano talmente vere da chiedersi a chi diavolo può essere venuto in mente per la prima volta di utilizzare certi strumenti per prepararsi ad una gara, o da domandarsi fino a che punto gli atleti di primissima fascia possono arrivare per preparare una gara importante.

Insomma, io sapevo che in occasione dei Campionati Italiani Sprint in due manches disputati a Parma qualcuno si era praticamente rimappato il Parco Ducale ipotizzando che sarebbe stato usato per la prova (parlo dei primi anni 2000... roba della preistoria).
Sapevo che in occasione dei JWOC in Primiero molti ragazzi stranieri avevano tenuto a portata di mano (qualcuno per circa un annetto) la gigantografia della mappa stradale di Mezzano, per abituarsi al terreno di gara, per “assorbire” angoli e vicoli e direzioni privilegiate.

Sapevo anche che uno juniores svizzero, diventato poi famoso, aveva preso visione di alcune carte sulle quali si erano disputate prove del TMO in anni precedenti ai Mondiali Giovanili che si sarebbero disputati in Canton Ticino... ed osservando i tracciati di alcune categorie si era fatto l’idea che, in una certa tratta in costa, il ripetuto passaggio di tanti concorrenti aveva senz’altro lasciato una scia alla quale si sarebbe potuto “appoggiare” (anche a distanza di più di un anno) nel caso in cui il percorso dei JWOC avesse riproposto una simile tratta. Una scia che probabilmente non sarebbe nemmeno stata cartografata ma della cui esistenza lo junior elvetico era praticamente certo...

Ai JWOC ticinesi, puntualmente, si verificò proprio quanto ipotizzato dal protagonista di questa storia: nonostante la presenza di Olav-Lundanes-pigliatutto (proprio lui, il neo campione del mondo long distance) sulla terrificante-almeno-per-me costa di Taverne quella traccia ipotizzata ed effettivamente scovata contribuì, sicuramente in maniera non determinante ma almeno come ulteriore supporto, al successo di Fabian Hertner sulla middle distance. Non c’è che dire: una preparazione a secco minuziosa e certosina, una pianificazione fino a livelli di dettaglio impensabili per l’impiegato-panzottello che spesso dimentica persino di dare una occhiata alle vecchie carte sulle quali ha già corso... una storia che ho talvolta raccontato agli amici (soprattutto da quando Fabian Hertner è diventato un Elite con medaglie mondiali al collo ed una foto sul sito Fiso che ci immortala insieme dopo la qualificazione al cosiddetto “mondiale mikrosprint” di Miskolc).
Ricevendo spesso, al termine della storia, occhiate perplesse...

Ma su internet ora quella storia ha aggiunto un nuovo capitolo, se possibile ancora più incredibile...
http://www.olvbl-elite.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=143&Itemid=1
http://www.olvbl-elite.ch/images/stories/karten/fabian/100818_woc_sprint_final.jpg

In sintesi, per chi non conosce l’inglese o non ha voglia di tradurre... Dal momento che la finale sprint dei mondiali di Trondheim si sarebbe disputata in città, essendo noto il dislivello e la lunghezza e la zona di arrivo e nell’ipotesi che partenza ed arrivo sarebbero state molto vicine, inoltre disponendo di Google Earth, Street View e di alcune “map clips” pubblicate sul bollettino dei Mondiali, Fabian Hertner a casa sua ha “rimappato” la carta di Trondheim senza essersi nemmeno avvicinato alla Norvegia.
Inoltre ha “tracciato” il suo percorso mondiale ipotizzando a secco dove avrebbero potuto trovarsi le lanterne, quali avrebbero potuto essere le difficoltà ed i trabocchetti delle tratte e quali strategie potevano utilizzare per affrontare il percorso. Un lavoro incredibile (per me) che diventa addirittura una prova di autentica magia quando si va a verificare la differenza tra la mappa dei WOC e la mappa “homemade by Hertner”, e soprattutto la differenza tra il percorso immaginato dal giovane campione elvetico e quello effettivamente proposto dal tracciatore.

Se fossimo nel calcio, qualcuno arriverebbe ad ipotizzare la presenza di un Lucianone Moggi dell’orienteering (essendo che, anche secondo la canzone di Checco Zalone, “grande Luciano Moggi \ dacci tanti orologgi agli arbitri...” e quanto ad orologi la Svizzera non scherza un tubo!). Ma questo è orienteering, e quello che è riuscito a fare il buon Fabian non solo non è misterioso ma probabilmente non è nemmeno stato l’unico atleta (e la Svizzera l’unica squadra) a cercare di disegnarsi il suo mondiale virtuale.

Quindi, organizzatori dei Mondiali 2014 ovunque voi siate, mi raccomando! Occhio a Google Maps e Street View ed a tutte le altre diavolerie... altrimenti correte il rischio che le finali sprint vengano corse ad occhi bendati da atleti che si sono installati il terreno di gara persino sulla playstation :-)

10 Comments:

At 12:03 PM, Blogger Dopolav-ori said...

Certamente Hertner ha fatto un grande e ammirevole lavoro, ma secondo me non c'entra molto con l'orienteering, che è prendere in mano una mappa e leggerla al volo. Io sono così fissato che non mi sono neanche guardato la cartina di Asiago, dove ho già corso, in vista della sprint di venerdì prossimo...

Certo che questo Hertner deve avere parecchio tempo libero...

 
At 12:22 PM, Anonymous stegal said...

Probabilmente quello che noi riteniamo sia stato fatto nel tempo libero, lui lo ha fatto durante il suo "orario di lavoro".

Che per un simile campione, in una nazione orientisticamente all'avanguardia come la Svizzera, potrebbero anche essere coincidenti...

Ps: spero ora di non ricevere un ulteriore commento anonimo sui professionisti italiani...

 
At 12:32 PM, Anonymous rem said...

incredibile quanto sia ben fatta la mappa di Hertner, quasi da non credere che è riuscito a mappare il parco del Forte (curve di livello e vegetazioni) da casa

a Trondheim ci chiedevamo: ma l'idolo di casa Osterbo, non è avvantaggiato a correre in una città che conosce?

alla luce della disponibilità dei dati a tutti gli orientisti, e della barriera artificiale che hanno messo prima della 1(l'avranno fatto apposta? per creare una scelta? per sfavorire chi conosceva la città a memoria?)
penso che tutti se la sono giocata alla pari

certo che la definizione di orientering sarebbe 'navigazione con mappa in terreno sconosciuto'

 
At 2:24 PM, Anonymous rusky said...

A certi livelli non lasci nulla al caso.... gli errori da 10" per una sprint sono enormi! quindi devi avere bene in mente la zona dove stai correndo. Noi ragioniamo da amatori, loro sono professionisti e la differenza si vede.-)

 
At 2:34 PM, Blogger Cris said...

Perchè non gli facciamo mappare per i woc 2014?
Facendolo da casa abbatte i costi! :)

 
At 9:34 PM, Blogger Andrea Segatta said...

Impressionante... non ho parole, sembra impossibile!

 
At 11:41 PM, Anonymous Marco said...

Fabian è un motivatissimo ragazzo che dopo essersi laureato in ingegneria, ha deciso per qualche anno di dedicare il 100% del suo tempo all'orienteering, per gentile concessione dei suoi genitori (stando a quanto non nasconde) e probabilmente grazie all'appoggio di qualche sponsor, che comunque immagino non banale da trovare neppure in Svizzera. Di sicuro, in ogni caso, grazie a una grande passione. Storie paragonabili le racconterebbero anche altri, come Hubmann o Merz.

Prendere la carta vecchia, metterla in ocad, eventualmente aggiustarla un po' e disegnarci su il tracciato, per gli appuntamenti importanti lo fanno tutti da molto tempo. Jaroslav molto spesso ci becca, e anche bene. Che si andasse al forte, che partenza e arrivo fossero là, che si passasse
due volte dallo stesso ponte, leggendo le informazioni tra le righe o esplicite, lo avevamo capito anche noi, e penso praticamente tutti. Da li' non è difficile capire come gira il tracciato. Poi prendere al volo l'entrata o uscita piu' conveniente al forte, o fare immediatamente una buona scelta al 16 (punto piuttosto importante), o fare bene in velocità i punti corti, sono cose che vengono dall'allenamento, non dalla pratica a secco. Sicuramente il lavoro a secco aiuta a sentirsi
"sicuri", a non trovarsi grosse sorprese. Ma il piu' delle volte, per me, è piu' una cosa psicologica che tecnica. Ti fa sentire preparato nei dettagli. Questo è cio' che lui descrive nel suo articolo, e infatti una conclusione molto importante è che ha perso la gara sulla scelta al 16, dove non sicuro, è tornato sui suoi passi per una ventina di metri e ha cambiato idea. Si capisce al volo quanto fosse
importante, in una gara in cui i primi 7 erano racchiusi in 7 secondi. E per quanto si sia capito come gira il tracciato, quella scelta Fabian non l'aveva indovinata nel suo "guess". Non si puo' mica imparare a memoria tutte le possibile scelte, oltretutto senza poterle provare. Il guess del percorso, a volte è anche un po' un gioco. Similmente per la barriera, naturalmente creata ad arte, accade che chi è piu' forte sicuramente affronta la situazione momentanea nella maniera migliore. Altro esempio, Olomouc. Sulla carta vecchia c'erano tre ponti, ma uno era inagibile da poco. Scelta lunga al primo punto, puoi avere in mente
tutti i ponti di questo mondo, ma conta chi è veloce a risolverla bene in quel momento. L'orienteering è sempre e comunque sport di situazione, particolarmente nelle sprint. (tra parentesi, questo è un motivo importante per cui dare la carta un minuto prima in una sprint a
un atleta evoluto, equivale a rendergliela tecnicamente molto meno impegnativa) La situazione, tecnicamente, si allena soprattutto in maniera attiva. In conclusione, per me, è piu' significativo notare l'approccio mentale meticoloso con cui un papabile medagliato affronta
la gara (approccio di cui la visualizzazione a secco è una parte, sicuramente importante), che non le ripercussioni tecniche che questo lavoro fornisce. Quelle, se ci sono, sono piu' indirette, che non dirette.

E per spiegare come questi aspetti siano vissuti dagli appassionati, basti dire che lunedi', arrivando sonnecchiante dopo aver preso il volo delle 6, ho sfogliato il giornale in caffetteria (di quelli gratuiti, tipo "metro") e ho aperto veramente gli occhi per la
prima volta quel giorno, trovando una pagina piena sulla staffetta, con foto dei bronzi e descrizione dell'errore di Gueorgiou. Quasi metà dell'inserto sportivo. Arrivando a casa la sera, i vicini invece di chiederti com'è andata, ti chiedono se sei contento per com'è andata. Dà sempre piu' soddisfazione che spiegare per l'ennesima volta cos'è quello sport in cui ti portano bendato in mezzo a un bosco e devi sopravvivere tornando a casa ;)

http://www.swiss-orienteering.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=1150&Itemid=119

 
At 9:34 AM, Blogger Stefano said...

Aggiungo un commento pervenuto (in forma NON anonima) dall'amico Zonori:

A questo punto meglio rendere giä pubbliche le carte sprint prima della gara, in modo tale che tutti i concorrenti siano posti nelle stesse condizioni. Sarä poi il tracciatore a rendere loro la vita difficile ...

 
At 9:36 AM, Blogger Stefano said...

Forse potrebbe essere una soluzione. Ho sempre pensato che anche nel bosco sotto casa mia dovrebbe essere il tracciatore a rendermi la vita effettivamente difficile equiparandomi a tutti coloro che il mio giardinetto di casa non l'hanno mai visto...

 
At 8:57 PM, Anonymous Anonymous said...

Io intendevo comunque dire che le carte da mostrare a tutti "prima" dovrebbero essere SOLO quelle sprint, perchè appunto più facili da ottenere in anticipo.
Per le carte di bosco il problema non credo sussista e sfiderei chiunque a "indovinare" il luogo esatto di una gara, la partenza esatta e l'arrivo esatto di una zona come Leinstrandmarka, o come Smistad.
Che si riproducano pure il centro di Asiago o i dintorni di Gallio per il 2014 (ammesso siano lì le Sprint), tanto la Sprint la si vince con le gambe più che con il cervello.
O no?
P.S. visto che adesso gli accenti sono a posto? O ... Finlandia bel paese, ma hanno una tastiera che fa schifo, proprio come il fuso orario australiano.

 

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