Terza tappa dell’Oringen e si ricomincia con le gare long: ovvero parecchi chilometri e pochissimi punti. Navigazione, navigazione e ancora navigazione. E pensare che a me viene il mal di mare già nella vasca da bagno...
Il pensiero va alle vaccate clamorose che ho fatto nella prima tappa long: non ho intenzione di ripetermi ma non sono nemmeno sicuro del fatto mio. Partirò con i “piedi di piombo”, cercando di entrare in carta almeno sul primo punto, e vediamo un po’ che succede.
La situazione meteorologica è diversissima rispetto al primo giorno. Eh si! Anche in Svezia può fare caldo, anche molto caldo. Diciamo che siamo passati dai 12 gradi ai 28 gradi; è una temperatura che sarebbe anche accettabile a Milano in luglio, con l’afa e la cappa cui purtroppo siamo abituati, ma qui sembra veramente che sia esplosa l’estate in un colpo solo... come PLab fa notare, il GOK parte all’alba quando ci sono 10 gradi e soffia vento di tramontana e parte a mezzogiorno quando il sole splende alto nel cielo a cuocere il cervello.
Ma torniamo alla prima tratta. Prendo la carta in mano, unico del mio minuto di partenza (e sembra impossibile all’Oringen), e studio la situazione: su per il sentiero fino al rifornimento, a 400 metri circa, e poi dentro a destra: collinetta, naso, ancora collinetta pelata a fare da riferimento e a sinistra c’è il mio avvallamento.
Tutto bello. Tutto giusto. Sulla carta.
In realtà funziona tutto fino a quello che “penso” essere il naso e “penso” essere la collinetta pelata. Di avvallamenti e lanterne in zona neanche l’ombra! Alla fine, in mezzo ad un mare di gente che si guarda attorno persa, mi accorgo che un H40 del Frolunda che partiva dietro di me va via in direzione della 2 come una scheggia; decido che quindi nel mio peregrinare sono finito lungo e ritorno sui suoi passi. Avvallamenti nemmeno l’ombra, ma c’è una roccia davanti a me... ecco: la parete rocciosa (non segnata) è il bordo del mio avvallamento.
Tutto bello. Tutto giusto secondo i parametri di qui. Io però ho già perso almeno 4 minuti in un punto da 5 minuti.
Il secondo punto rappresenta la prima traversata lunga di questa long distance. Poiché non c’è uno straccio di sentiero a fare da linea conduttrice (ci sarebbe, ma dovrei espatriare in Norvegia prima di rientrare in zona punto dalla 3), me ne vado via per paludi e paludine e paludone e autentici reami di fango profondo... ad un certo punto mi accorgo che da 10 minuti almeno non sento e vedo traccia di essere umano attorno a me. Sono abbastanza sicuro del fatto mio ma... come si fa in Svezia all’Oringen a non vedere nessuno per 10 minuti? Sarò mica finito fuori cartina? Eppure le paludi le ho esaminate ben bene tutte, in lungo largo e profondo... A cavarmi di impaccio sbuca fuori un ragazzo con la tuta della nazionale belga, anche lui abbastanza perplesso e felice di trovare un altro essere umano sulla stessa direttrice di marcia. Rinfrancato, ho ancora abbastanza forze e fiducia per arrivare bello pulito (nel senso di dritto sul punto) alla seconda lanterna... in compenso non basteranno 15 (dico quindici!) risciacqui alla tuta per far andare via la terra ed il fango.
Il resto della gara va via senza nemmeno tante palpitazioni. Arrivo al ristoro dopo la quarta lanterna insieme a Cristina Bez; per il quinto punto un’altra sceltona lunga a passare sotto tutto l’elettrodotto fino alla zona punto e poi le ultime lanterne sono quasi middle; alcune difficili, o perlomeno insidiose come la 8 sulla quale lascio almeno 4 minuti (errore parallelo e finisco per navigare su un naso in tutto e per tutto identico a quello dove avrei dovuto trovare il punto), alcune facili. La scena di giornata alla 9 quando decido di attaccare la collina risalendo per una specie di stretto e ripidissimo camino tra due pareti rocciose; davanti a me una tuta IK Domnarvets di una D20Elite (all’inizio pensavo fosse Agnes Vask... ma poi ho pensato che Agnes corre per l’OK Ilves) che a 5 metri dalla sommità quando ormai si vede il cielo... decide che non ne vuole più sapere e torna indietro. Solo che 50 centimetri dietro ci sono io, e se quella vuole tornare indietro devo tornare indietro anche io; ed è quindi solo a male parole (in italiano, tanto non le capiva) e con un forte push della mia manona destra sul suo culone svedese (linguaggio internazionale), che riesco a mandarla su per gli ultimi metri di roccia fino a veder le stelle...
Finale abbastanza cotto: lo sprint dice 46 secondi contro i 42 impiegati a fine middle, d’altronde i chilometri si sentono. La posizione dice 202 con Marco che ha patito tantissimo il caldo solo 5 minuti 4 posizioni davanti, ed Attilio 12 minuti e 4 posizioni dietro.
In serata, dopo un meritato riposo, andiamo a vedere i “tori” e le “tore” che corrono l’Eliteserien al parco di Orebro. Ci piazziamo in prossimità dell’ultimo punto che sta in fondo ad un ponticello realizzato appositamente sul fiume (una trentina di metri di passerella) e dietro ad una aiuola di fiori circolare. I concorrenti potrebbero passare in senso orario o antiorario senza perdere un solo secondo gli uni dagli altri, ma sono singolari le scenette di quelli che arrivano in coppia e si “guatano” l’un l’altro per capire chi dei due deve prendere l’iniziativa sul “verso” di percorrenza (ripeto... 10 metri... intanto i secondi passano). Curiose anche le scene all’arrivo con i concorrenti che pensano che ci sia il fotofinish e quindi passano via senza punzonare il “Mal”, e da Paperissima la scena del vincitore Fabian Hertner che arriva davanti all’aiuola e si ferma (anche lui!), poi riparte ma sgomma sull’erba umida e vola in terra... si rialza ma perde la cartina e torna indietro a riprenderla.
Poi vince lo stesso, ma se fosse stato un mondiale e avesse perso per un secondo... non oso pensare!
Un po’ di spazio anche per il Trail-O.
Stamattina gita a Lillam (5 km da Orebro) per provare la terza tappa dell’Oringen Elite, in un bosco da pura favola dove i locali possono arrivare in bicicletta se non facendo jogging. Da noi andrebbe bene per un Campionato Italiano Middle!!! Gara non facile, a tratti veramente impervia: Rusky realizza un e-plein che la dice lunga sulle possibilità del giovanotto di fare bene anche a livello internazionale; i metto assieme 4 errori ma mi prendo il lusso di azzeccare in belo stile i due punti a tempo (trattandosi di gara dimostrativa, il tizio al punto a tempo impiegava più tempo a spiegare le regole ai beginners... e non gli deve essere parso vero che un italiano arrivasse lì bello bello a spiattellare una “E” ed una “B” corretta in un tempo anche abbastanza limitato). Un po’ di soddisfazione anche per me, insomma, ma i nazionali hanno un altro passo e si vede!
2 Comments:
Le zanzare del trailO ringraziano sentitamente
si vede che non erano ancora sazie le zanzare
oggi pomeriggio anche noi 3 siamo tornati sul campo gara per studiare alcuni punti e confermo che le zanzare avevano ancora fame di sangue italiano...
Post a Comment
<< Home