Stegal67 Blog

Wednesday, June 30, 2010

Appollaiato su un balconcino che guarda dritto sulla zona di arrivo dei Campionati Altoatesini 2009... nell'unico buco dove prende la mia chiavetta, con due caviglie (ora sono due!!!) grosse come palloncini, con i muscoli piegati e piagati da una seconda tappa sassosissima e verdissima ma condotta con onore e da una terza tappa velocissima sonno un sole cocente, ecco quello che avevo scritto dopo la prima tappa della 6 giorni del Tirolo.
Ci ho messo tre giorni per trovare uno straccio di campo per pubblicare qualcosa su internet... sembrano i tempi che sto impiegando per trovare le lanterne sopra il Karersee!!!

***

Essiamonoi Essiamonoi in Paradiso siamo noi!
Si, siamo proprio in Paradiso, ma quando Quel Qualcuno disse che le porte del Paradiso sarebbero state conquistate con fatica e sudore della fronte... penso che avesse in mente proprio la prima tappa della 6 giorni del Tirolo!

Ommammamia... devo andare parecchio dietro con la memoria per ritrovare una long così faticosa, così dura. Sarà per il fatto che sto corricchiando su una gamba sola, con il piede sinistro sempre a rischio di farmi lanciare un urlo lancinante e la gamba destra che fatica per due... oggi sono stato ancora una volta vicino al limite delle mie possibilità fisiche, soprattutto per carenza di idratazione, e lo so soltanto io come mi sia stato possibile trascinarmi in cima alla carta del Karersee proprio sotto (ma anche in mezzo a) le ultime lingue di ghiaccio e neve che vengono giù dalle montagne più belle del mondo.

Si parte per la prima tappa e si capisce subito che Rudi Mair, proprio lui il Rudi “no limits” (avete capito adesso il perchè?), non ha proprio intenzione di lasciarci tranquilli per via del fatto che di tappe ce ne sarebbero altre cinque. Già nel salire alla partenza, la compagnia del Buon Ricordo (io) mette in scena una gag delle nostre: affianco, zoppicando, un giovanotto scandinavo in tuta NTNUI che sale alla partenza aiutandosi con una stampella, ed insieme ce la chiacchieriamo sui nostri piedi sventurati... tutto molto soft, finché durante la eterna mia tratta tra la 5 e la 6 ci incroceremo (lui fa una Open) e quella stampella passerà di mano due volte in segno di saluto!

Ma sto andando troppo avanti.
Partenza e prima lanterna lunghissima, bisogna uscire dai valloni e poi buttarsi su una costa abbastanza dolce in cerca del primo punto (per me saranno già 15 minuti di contesa)... sono lì che me ne vado per i fatti miei ed improvvisamente piomba sulla scena la bellissima Josephine Engstroem (perchè una ragazza così carina deve fare l’orientista professionista?) che per prima cosa mi chiede dove siamo! Per fortuna sono talmente lento da avere una idea chiara dell’avvallamento in cui mi trovo, quindi riesco anche a fare una figura decente (se la bella Josi volesse ricambiare il favore, mi trova sul percorso M40 dietro a qualche masso erratico...). Nella strada per il secondo punto incrocio PLab in corrispondenza del mio punto 17 o 18, che ad una prima valutazione spero di poter tornare ad affrontare circa 90 minuti dopo... purtroppo la dolce costa finisce presto, Josi chissà dove sta, ed è il momento della prima risalita “no limits”: 3-4-5: una salitazza sotto il rabattone del sole, con i punti che vengono incontro a me mooooolto lentamente (per fortuna sugli stessi punti scendono in senso contrario le categorie master femminili, cosicché non è un problema sbarcare sul cocuzzolo giusto).

Dopo la 5, con il cuore che batte già all’impazzata, una occhiata alla carta di gara... ed alle porte del Paradiso: la tratta 5-6 infatti porta in cima alla carta, dove ancora la neve alberga incontrastata a ricoprire un ghiaione eterno che sembra appena precipitato dal ghiacciaio soprastante. La velocità di percorrenza diminuisce sensibilmente (se è possibile rallentare ancora di più) e mi accorgo che i compagni di avventura che si muovono in zona cominciano a guardarsi l’un l’altro, più per solidarietà orientistica che per effettivo bisogno di andare in giro in pattuglia.

Neve, sassi enormi, il sole che picchia all’impazzata... lanterna 6, poi 7 poi 8... c’è ancora una 9 che sarebbe impossibile da trovare, e già mi vedo portato al traguardo da un elicottero chiuso dentro un sacco di plastica (scena provided by Davide Volpi) se non fosse che sulla scena in lontananza compaiono i salvatori della patria, sotto forma di un gruppo di gitanti (con bambini). Un solo pensiero: quelli lì non verranno mica su senza un riferimento! Ed ecco che infatti sulla carta, tra il sudore e la fatica ed il riverbero della neve, compare una microtraccia che fa da ovvio riferimento per il nono punto (per arrivare al quale occorre superare un anfratto roccioso angustissimo subito ribattezzato “Termopili”). Nel frattempo ci accorgiamo che il gruppetto ha perso un vagoncino, ovvero quell’Hakan Svensson che fa bella figura in Svezia in Elite ma che su quella tratta deve aver rimpianto le paludi della Tiomila e della Jukola. Infatti ad un certo momento ha piegato a destra e si è buttato in discesa... vabbé, fatti suoi, ha le gambe abbastanza buone per risalire senza il nostro aiuto (fosse stata almeno Josi...). Dopo la 9, l’uscita dal ghiaione è fettucciata (e meno male!) e si può ricominciare a fare del buon sano orienteering classico su un terreno nel quale non si rischia l’incolumità...

I punti si susseguono uno dietro l’altro, con una caviglia che sta attaccata al piede forse solo per un filo di pelle; i dislivelli che si fanno più abbordabili e con l’ora e mezza di gara che si avvicina avrei proprio bisogno di un ristoro... ma i due punti d’acqua sono ben lontani dalle nostre percorrenze (e questa è una piccola critica che faccio agli organizzatori...).

Le ultime salite, ma sono brevi rampe su sentiero o con il punto a vista, le faccio per andare alla 16 ed alla 18. E la 18 mi riserva proprio la sorpresa di giornata in quanto è la prima lanterna nella quale il vecchio adagio di Rudi Mair “prima vedere oggetto, poi vedere lanterna” non si avvera... se penso che i posatori hanno messo i codici numerici delle lanterne sempre rivolti verso l’oggetto, cosicché non li si è mai potuti vedere da qualche metro di distanza...!!! (e questa è una non-critica che non-faccio al tracciatore ed all’organizzazione).

Dopo l’ultima salita alla 18, dove comincio a prendermi cura peraltro di un gruppetto di W60 che necessitano di conferme orientistiche, capisco che sete o non sete, disidratazione o no, caviglia o no, la gara è praticamente conclusa anche se mancano ancora 8 lanterne. Ma saranno tutte nella zona di fondovalle, con una serie di passaggi in curva di livello sopra ad un torrente che porta proprio in zona arrivo.

Il mio tempo finale, 2 ore e 12 “minuti alti” non fa paura a nessuno... sicuramente non al vincitore di giornata, Michael Stockmayer (che ha corso qualche mondiale in più di me). Si stupisce invece l’amico speaker Wolfgang Poetsch che subito dopo il traguardo mi chiede come mai questo ritardo dal suo connazionale...
“Sai Wolfgang, sono infortunato e praticamente sto correndo su una gamba sola”.
Sottotitolo (non detto al microfono): “Sai Wolfgang, sono infortunato ma Stockmayer mi avrebbe dato un’ora anche se fossi stato sano!!!”.
Poi Wolfgang mi concede l microfono per un altro siparietto: “Sono solito chiamare Rudi Mair con il sopranome di no limits... ed ogni volta qualcuno mi viene a chiedere il perchè. La risposta ce l’avete, ed è nella gara di oggi!”.

Atty chioserà alla fine (dopo essere caduto praticamente in un crepaccio ed averci quasi lasciato un gomito) “Non sono d’accordo con la scelta del tracciatore dalla lanterna 6 alla 10”. Insomma, quelle tratte sul ghiaione non sono piaciute proprio a tutti. Ma il bello è che domani si replica con una middle che credo farà storia... la sentenza degli organizzatori è “La gara è middle ma il tempo di percorrenza dei vincitori sarà da gara long”. Insomma, si entra ufficialmente del Rock Labyrinth del Karersee. Mai come domani, forse, non poter correre sarà solo di aiuto...

2 Comments:

At 2:12 AM, Anonymous Laura Pausini said...

hello! warm greeting ^^!
you have a nice blog 0_0

by the way,
if you need to find Unique Font, you can go to our website.

best regards;

 
At 9:17 AM, Blogger Dopolav-ori said...

che onore, scrivere dopo Laura Pausini...
e che invidia leggendo il tuo post!!!!
speriamo che priam o poi ci facciano qualche altra gara
buone gare!

 

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