Highlands Open (parte seconda)
Mentre mi accingevo a cominciare il racconto delle prime due gare all’Alpe Adria 2010, qui in una stanza a Brallo di Pregola, mi sono ricordato che mancava un pezzo per completare il puzzle degli Highlands Open, che ormai sono passati di una settimana. In pratica, sono indietro di un giro, condizione consueta per chi come me misura i distacchi dai primi in termini di decine di minuti (come è successo oggi...).
La terza tappa degli HOP, a Campomulo di Gallio, mi riporta sul terreno dei miei primi campionati italiani assoluti (1996, penso) quando ero un fiero HB da metà classifica... ed infatti terminai esattamente a metà classifica ma avevo davanti quasi 50 nomi; tale era la partecipazione numerica a quei tempi, pure in HB. Campomulo è carta insidiosa per i dettagli: mi aspetto un giro in senso antiorario partendo dai prati a bordo strada, salita sul grosso collinozzo ad est, poi passaggio della strada sui prati a nord e ritorno sui due collinozzi ad ovest. Ci azzecco in pieno se non fosse che il giro si sviluppa esattamente in direzione opposta! Ma ormai faccio gli allenamenti a secco come Fabian Hertner!
Mi piace la gara di Campomulo, come è stata tracciata per gli M40 e per come l’ho affrontata... certo, ci devo mettere un errorino alla 3 ed uno alla 5, ci devo mettere un po’ di distrazione causata da un crocchio di ragazzi che viaggiano insieme lungo le prime tratte del percorso. Ma soprattutto devo riflettere sul “chi me lo ha fatto fare” sulla salita micidiale 7-8 che mi porta dal pratone alto alla zona delle trincee sulla parte est della carta. Lì ho veramente sofferto l’inferno, il mio peso, gli acciacchi, la vecchiaia che avanza... Mi sono ripreso perchè ad un certo punto, sulla 9, proprio in zona punto mi è venuto incontro un gruppetto di 4 amici della M40 che avevano pasticciato. E “il Bellini” mi dice: “O sbagliamo noi o hai sbagliato tu”, sapendo ovviamente che erano loro ad aver pascolato. Ma io ho risposto qualcosa tipo “4 contro 1, ho sbagliato io...” ma sapevo di aver ripreso un buon ritmo ed in fondo ridevo sotto i baffi.
A fine gara un piccolo colpo da Ko nel vedere Rusky (secondo dietro a Fritz... ci vuole la foto con la bandiera lombarda e lo stendardo del Trent-O) fermo in bacino di carenaggio con un ginocchio gonfio come un melone. HOP finiti per lui e purtroppo un punto di riferimento per me che si ferma in questo scorcio di stagione.
Dopo una giornata di “riposo-non-riposo” (scalata all’Ortigara), il venerdì prevede la sprint ad Asiago. Una gara che mi fa sempre venire un po’ di stranguglioni perchè già mi vedo a sbanfare ansante e pachidermico nelle vie di Asiago in mezzo ai turisti che si chiedono chi sia quell’omino Michelin e chi glielo faccia fare... Sprint con 1 minuto di distacco tra i partenti, e chissà quanti mi supereranno come se fossi un paracarro.
Il percorso M40 evita di farci passare nelle zone più trafficate (di gente e di auto); partenza nel parchetto e primo errore per andare alla 2, un errore che faranno in tanti. Poi faccio qualche (penso) buona scelta ed in fondo sono io che mi faccio riprendere gli ultimi 15 secondi di gap da Gert Lexen, per avere qualcuno che mi fa il ritmo sulla tratta lunga 7-8. Piano diabolico, risultato pessimo. Mentre inseguo Gert, dietro una curva non vedo una concorrente che per pararsi mette avanti entrambi i polsi: la vedo con la coda dell’occhio all’ultimissimissimo momento ma non riesco ad evitare un colpo terribile allo sterno che mi lascia lì 10 o 15 secondi senza fiato.
Dal quel punto in poi cerco solo di portare a termine la gara senza sbagliare troppo, recuperando addirittura nel finale qualcosa a Gert che finisce lungo su un paio di punti.
Finale di giornata a commentare con Alessia C. la gara KoSprint, un altro successo spettacolare dell’ Erebus Vicenza, un altra milestone nella carriera organizzativa di questo team. La gara è molto divertente e coinvolgente anche per gli speaker, ed è bello vedere che tutto si concluda (anche se in fondo è solo una kermesse) tra i sorrisi di tutti i contendenti.
Sabato. Comincia il Trofeo delle Regioni e l’impegno come speaker con Alessia si fa più serioso. Dopo la gara di trail-O mi trasferisco subito al Turcio che è una delle mie carte preferite anche se parecchio impegnative... la mia gara si concluderà con una PM voluta: dopo due buone lanterne nella parte nuova della carta, finisco per vagare 10-12 minuti fuori carta per andare alla 3. Il conseguente scoramento viene in parte mitigato dal fatto che, camminando, riesco a fare molto bene il loop 4-7 ma poi la lunghissima e terribile (e a tratti mica così bianca come è indicato in carta) costa per la 8 mi mette in grossa difficoltà. Finisco così sulla 9, che sta una dozzina di curve più in basso... la risalita metterebbe in difficoltà le mie energie e le chances di arrivare al traguardo in tempo utile per aiutare Alessia, e quindi proseguo la gara dalla 9 arrivando fino alla fine in un tempo che comunque è di poco inferiore alle 2 ore.
Ribadisco il mio enorme gradimento per la parte bassa della carta del Turcio, ma la parte nuova comincia ad essere un po’ troppo ostica per me.
Riguardo a questa gara, voglio fare i complimenti indistintamente a tutti i concorrenti che hanno partecipato con coraggio anche sotto il diluvio a tratti torrenziale che si è scatenato: occorre un coraggio sportivo enorme per portare a termine un percorso del genere (magari poi all’1:15.000!) in condizioni climatiche e di scivolosità anche estreme. Massimo rispetto per tutti, anche per chi (o soprattutto per chi) ha impiegato più di 3 ore ma non ha mollato.
Domenica. C’è un po’ aria di sbaraccamento. Manca solo la staffetta e poi anche questa edizione dell’Altopiano sarà alle spalle. Ho una staffetta... Open? ... M35? Non lo ricordo neppure io nel turbinio di staffette che la scelta del CRL ha provocato. Quello che so è che parto male (il bosco verso ovest è buio come il didietro di una marmotta, verso est ho il sole in faccia, il primo punto non è ancora stato posato da Cosimo...) ma mi riprendo dal punto 2 che trovo bene ed arrivo senza troppa fatica al punto 9. Qui comincia il ritorno con tratta lunga verso l’arrivo, ed io mi fiondo verso la strada statale asfaltata...
Poco ci manca che le macchine, i camion ed i trattori che passano asfaltino me! Arrivo in brevissimo tempo in fondo alla tratta (se l’avessi affrontata nel bosco sarei ancora là) ma mi sorge il dubbio che la strada sia out-of-bound... cartina in tasca vado da Cristian B. e scopro che la strada è percorribile. La mia scelta, impiegatizia e panzottella a prima vista, diventerà poi durante la gara un fattore che deciderà alcune categorie; scoprire che Dario Beltramba e Andrea Cipriani, ma anche Renzo De Paoli e Remo Madella, hanno fatto la stessa scelta non può che inorgoglirmi.
La staffetta poi andrà commentata da Alessia e da me, e credo che i momenti migliori siano stati la partenza delle W20 con lo sprint selvaggio di Laura Meneghel (ma soprattutto la reazione delle altre ragazze alla vista di una collega che cercava la fuga prima ancora del punto K) e la sfida in M35 risolta allo sprint.
Poi giunge il momento di rientrare... e allora si deve lasciare ancora una volta l’Altopiano, con la promessa che torneremo indipendentemente dal fatto che sia per un mondiale oppure no. All’Altopiano, orientisticamente parlando, si crede o non si crede. Io ci credo.
3 Comments:
Ed io che mi aspettavo grandi cose dalla seconda parte...
invece nulla.
M.
Anche tu ti aspettavi grandi cose dalla tua seconda parte di staffetta?
:-)
Un altro M.
Io sono uno di quegli "eroi" che sabato ha tenuto duro, sotto l'acqua al freddo e col 15000 ... ma non è bello ritrovarsi in classifica con un bel FT :-(
E.
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