In memoria di Alfredo Sartori
Questa sera ho ricevuto la telefonata di un persona che, con voce sommessa ed emozionata, mi diceva di aver ricevuto la notizia della scomparsa di Alfredo Sartori, del Maestro. Io l’avevo avuta qualche ora prima, da Bepi Simoni.
Chi mi ha telefonato stasera non è un orientista trentino, non è nemmeno un orientista famoso. E’ una persona come tutte quelle che frequentano i boschi domenica dopo domenica, una persona che aveva avuto modo di incrociare i propri passi con quelli di Alfredo.
Non posso scrivere niente di diverso rispetto a quello che scrissi l’anno scorso sul blog, in occasione del 30° compleanno dell’Orienteering Pergine, quando vedemmo il Maestro per l’ultima volta. Minato nel fisico ma con una lucidità sbalorditiva. Ricordava tutti i nostri incontri, fin dai primi gemellaggi Trentino-Salisburgo, nella neve del Lavarone, quando gestiva la staffetta mista italo-austriaca su una carta 1:25.000 “... dovete fare un orientamento... grossolano...”, accompagnando l’ultimo aggettivo con un gesto della mano che significava “non guardate la classifica, pensate a divertirvi”.
Per tanti anni mi sono presentato alle gare solo per partecipare, io uno tra tanti. Ogni volta ha sempre avuto una parola gentile per me, e per gli amici che avevano preso parte a quel gemellaggio. Ci chiedeva come andavano le cose a casa, che progetti orientistici avevamo, ci raccontava delle sue ultime uscite nei boschi per cartografare questa o quella zona attorno a Pergine. Non dimenticava mai niente.
Non ho mai voluto dargli del tu, un po’ per il rispetto che volevo mostrargli, un po’ per quello scherzo che ormai avevo instaurato con lui, che rispondeva sempre “non eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo dati del tu?”.
Voglio usare la frase che ho sentito questa sera dall’altro capo della cornetta del telefono: “Era una brava persona”.
E adesso posso dirlo anche io
CIAO ALFREDO!
Chi mi ha telefonato stasera non è un orientista trentino, non è nemmeno un orientista famoso. E’ una persona come tutte quelle che frequentano i boschi domenica dopo domenica, una persona che aveva avuto modo di incrociare i propri passi con quelli di Alfredo.
Non posso scrivere niente di diverso rispetto a quello che scrissi l’anno scorso sul blog, in occasione del 30° compleanno dell’Orienteering Pergine, quando vedemmo il Maestro per l’ultima volta. Minato nel fisico ma con una lucidità sbalorditiva. Ricordava tutti i nostri incontri, fin dai primi gemellaggi Trentino-Salisburgo, nella neve del Lavarone, quando gestiva la staffetta mista italo-austriaca su una carta 1:25.000 “... dovete fare un orientamento... grossolano...”, accompagnando l’ultimo aggettivo con un gesto della mano che significava “non guardate la classifica, pensate a divertirvi”.
Per tanti anni mi sono presentato alle gare solo per partecipare, io uno tra tanti. Ogni volta ha sempre avuto una parola gentile per me, e per gli amici che avevano preso parte a quel gemellaggio. Ci chiedeva come andavano le cose a casa, che progetti orientistici avevamo, ci raccontava delle sue ultime uscite nei boschi per cartografare questa o quella zona attorno a Pergine. Non dimenticava mai niente.
Non ho mai voluto dargli del tu, un po’ per il rispetto che volevo mostrargli, un po’ per quello scherzo che ormai avevo instaurato con lui, che rispondeva sempre “non eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo dati del tu?”.
Voglio usare la frase che ho sentito questa sera dall’altro capo della cornetta del telefono: “Era una brava persona”.
E adesso posso dirlo anche io
CIAO ALFREDO!
Ed è come sentire la voce che mi dice “... finalmente hai imparato, ci diamo del tu”.
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