Stegal67 Blog

Sunday, November 07, 2010

LA GARA "DEL TUBO"

Neppure Umberto Eco o il mitico Bartezzaghi saprebbero spiegare da dove nasce l’uso gergale della parola “tubo” nelle frasi a significato negativo...
“Non capisci un tubo!” era l’espressione preferita del mio compagno di corso a Istituzioni di Fisica Teorica, colpito dalla mia faccia allibita di fronte a certe equazioni pazzesche (certo... lui adesso è professore ordinario a Bologna e io no...).
“Hai comprato un pc del tubo!” è la classica frase rivolta a chi ha appena acquistato ad un prezzo esorbitante un computer che sarebbe diventato obsoleto nel giro di 12 ore causa immissione sul mercato di un modello 10 volte più performante a metà prezzo...
“Che viaggio del tubo!” l’ho usato io in occasione di certi tragici rientri a Milano la domenica pomeriggio dalle provincie del nord-est... o da Monte Livata...

Chissà se gli amici del Varese Orienteering hanno capito di aver rischiato grosso nell’organizzazione della gara di Pradacci, Campionato Lombardo Sprint tra i campi, il vallone e la piccola fascia di bosco ad ovest di Tradate; perchè la gara di ieri sarà forse ricordata come “la gara del tubo”!
C’è da dare una piccola spiegazione.
Era da qualche anno che non mi recavo nella zona di Tradate per fare un po’ di buon sano orienteering. In occasione dell’ultima gara, un campionato long a Tradate, ero rimasto scottatissimo dalla mancanza di fairplay dei soliti idioti che mettono a repentaglio la disputa di gare future transitando con la massima nonchalance per aree private (la famosa mega area privata a nord-est della carta di Tradate), situazioni accompagnate da frizzi e lazzi rivolti a chi (poverino) si era comportato in modo regolamentare. La mia reazione era stata quella di boicottare apertamente l’ordine d’arrivo, rifiutandomi di punzonare la sicard allo scarico bricchetti e provocando un po’ di contumelie che avevano avuto una eco anche sul blog; poi erano seguite telefonate minacciose con velati riferimenti a possibili querele (da parte di un concorrente – ci tengo a precisarlo - al mio indirizzo) e le mie scuse agli organizzatori – ci tengo a precisarlo, non a quel concorrente – ed avevo tolto quel thread dal blog.

Diciamo che ero pronto un po’ a tutto, tornando a Pradacci e leggendo nel comunicato gara che si doveva prestare particolare attenzione ai campi arati (pena squalifica). Nella realtà, a parte un paio di esordienti un po’ persi, due bambini che stavano rincorrendo il papà in fuga, non ho assistito ad alcuna situazione non regolamentare. Merito anche di un tracciato che è stato disegnato in modo da evitare, almeno sul mio percorso MA, che i tagli dei campi arati diventassero vantaggiosi.

Ma allora perchè “gara del tubo”? Perchè nella mia carriera orientistica (non gloriosa né memorabile) ricordo nitidamente il giorno in cui superai per la prima volta i 200 metri di dislivello (Bergamo), i 360 (Scozia), i 500 (Lanzo d’Intelvi) ed i 750 (Mala Lazna); ricordo la prima volta in cui ho guadato un laghetto (Val Piana), la prima volta che ho detto ad un campione del mondo di c.o. dove era la lanterna (Barricata... ma PLab mi aveva preceduto di qualche anno con un campione del mondo di sci-o).
E quindi ricorderò anche la gara di Pradacci, nella quale per la prima volta sono passato... dentro ad un tubo! Un tubo. T-U-B-O. Tubo. N’tubo! Presente no? Quei cosi tondi... cilindrici...

Quando sarò vecchio, più di adesso, emi siederò a raccontare le mie avventure orientistiche davanti al fuoco di un caminetto, comincerò così: “Accadde tutto alla lanterna 9 del percorso MA...”. Perchè mi ostino a fare ancora l’MA? Per vedere l’”effetto panico” che si crea negli occhi di alcuni forti M35 quando arrivano sul punto con l’impiegato panzottello che avevano salutato al momento di varcare il primo cancello di partenza (quindi... se l’I.P. – impiegato panzottello – era ancora lì quando sono partito... allora è partito dopo di me...! e adesso è davanti a me...!! ecc.ecc. in un crescendo di panico e punti esclamativi). Diciamo che un paio di costoro mi ha persino seguito pensando che li stessi portando al punto giusto!

La partenza, pur di gara sprint si tratta, è stata una luuuuuuunga tratta driiiiiitta da una parte all’altra della carta su uno dei pochi sentieri che costeggiano i campi. Così lunga che alla fine mi sono girato per vedere se Paolo “Sdrucciolo” Albrizio, partito dopo di me, stesse già arrivando alle calcagna (lo chiamo così non perchè sia l’ottavo dei sette nani, anzi è ben carrozzato di suo, ma per via del famosissimo episodio di Brallo di Pregòla già narrato nel blog); in realtà la tuta che vedevo era quella del suo compagno di squadra Roberto Manelli. Primi giri nel boschetto, evitando i verdi quanto più possibile, e primo assaggio del torrente asciutto che – autentica autostrada dal fondo terroso e sabbioso – costituisce talvolta l’unico modo per navigare tra un punto e l’altro.

Quando arrivo al punto 7, ho già capito che il torrente diventa una scelta per raggiungere il punto 8 (e la faccio) ed è praticamente l’unico “sentiero” per arrivare al punto 9 “tunnel parte est”. Un tunnel che, nel comunicato gara, veniva indicato in quanto si doveva prestare attenzione alla testa, alla zucca. “Soprattutto te, mi raccomando!” mi apostrofava Massimo Accorroni al ritrovo... Poiché quel punto 9 sta fuori dall’alveo del torrente, decido di approfittare di un sentiero che fa un giro appena più largo ma che mi dovrebbe portare in bocca al punto; quando arrivo all’interno del cerchietto però trovo nell’ordine:
- una torma di concorrenti tra il perso ed il persissimo che, stile Rambo (o Rimba), stanno affrontando...
- ... una zona di autentico verde 4 con rovi alti come me che portano verso una canaletta a strapiombo.
- una linea elettrica, anzi un incrocio di linee elettriche, alla quale mi affido per capire dove diavolo sono sbarcato... ma in carta di linee elettriche ce n’è solo una!

A questo punto, assolutamente non consapevole di essere a 5 metri dal punto, affronto anche io il verde 4, scavallo l’argine del torrente e piombo dall’altra parte (nel torrente, appunto) giusto per avere un riferimento. E vedo un cilindrone di cemento che sporge da sotto l’argine. Un cilindrone del diametro di 1 metro. 100 centimetri. Mi affaccio, nella speranza che magari il punto 9 sia lì, ed “in fondo al tunnel” (mai espressione fu più vera!), a 15\20 metri di distanza, vedo il punto 37. Ok. Quello è il TUBO. Il tunnel. Ripenso alle parole di Massimo “soprattutto tu stai attento alla testa” e penso che nemmeno Dotto e Gongolo sarebbero passati eretti in quel tunnel senza sfondarsi la capa... Appoggio le mani a ore 10 e ore 2, tengo i piedi a ore 4 e ore 8, rischio di sfrangiarmi la schiena che picchia contro la parete alta del “tunnel” e arrivo dall’altra parte. Punzono e riparto in retromarcia per una seconda traversata, stile pantegana, ma per fortuna riesco a girarmi ed esco di nuovo nel torrente, sano e salvo.

Dopo una esperienza del genere, direi che il resto della gara scorre via senza problemi ed anche il verde 1 e 2 dei punti 11 e 12 (invero molto meno aggressivo di quanto mi sarei aspettato) non mi preoccupa più di tanto. Finale di gara molto campestre, e cloppiti cloppiti nell’ultima tratta arriva Fabio “el caballo” Cattaneo che con grande leggerezza e spinta di garretti mi salta proprio nel finale.

Considerazioni finali. Prendete il commento per quello che è... la “gara del tubo” è stata anche divertente per l'impiegato panzottello che ha portato i suoi chili di troppo ed i litri di birra bevuti negli ultimi tempi su e giù per gli argini (e nel tubo!). Ha avuto i suoi risvolti tecnici rilevanti, è stata vinta dai migliori sulla piazza ed era praticamente impossibile fare meglio di così sulla carta di Pradacci. Io continuo a preferire i percorsi come quello di Avegno (una delle sprint più interessanti che abbia mai corso), ma si tratta di scelte di politica personale. Sono contento di aver visto che nessuno ha tagliato per i campi e in fondo ... .è stata la mia prima (duplice) esperienza di “passaggio nel tubo”.

Solo una cosa mi ha lasciato perplesso. E se mentre navigavo avanti e indietro in quel tubo, qualcun altro fosse entrato dalla parte opposta? A seconda della categoria di “quell’altro” (o di quell’altra...) c’era da far venire fuori un bel casotto... :-)

IN BOCCA AL LUPO SBRAMBI, GUARISCI PRESTO!!!!

5 Comments:

At 3:46 PM, Anonymous Fabio said...

Beato te che sei passato solo 2 volte nel tuo "el caballo" c'è passato ben 3 volte: per timbrare la TUBO-lanterna, per andare alla 9 e anche alla 13!

 
At 3:58 PM, Anonymous stegal said...

El caballo ormai non si fa mancare niente per primeggiare in classifica! :-)

 
At 7:43 PM, Anonymous g.p.m. said...

non ho mai fatto il tubo!!! (diverso da non ho mai fatto un tubo)
nè all'andata nè al ritorno...e
forse mi son giocato la gara

 
At 5:13 PM, Anonymous Anonymous said...

Non sarebbe cambiato un tubo. Noi del Nirvana siamo comunque troppo forti...

Marco

 
At 6:12 PM, Anonymous stegal said...

Dopo tutto ciò, una semplice ricerca "orienteering+tubo" su Google da come primo esito questo blog. Precede anche il sito che spiega la simbologia dell'orienteering...

Non trovo invece nessun link con "stegal+pamela+anderson", segno che nessuno ci ha ancora sgamato :-)

 

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