Stegal67 Blog

Monday, June 20, 2011

Kastav(ay)... si pronuncia come “Castaway” e si legge come “Alpe Adria 2011”.

Sono le 13.15 di sabato 18 giugno, ed i miei occhi intravedono a qualche metro la lanterna numero 100. Sono abbastanza sfinito da non riuscire a scorgere se sullo sfondo c’è lo striscione “CIL” dell’arrivo, e mi fermo un secondo a controllare il codice del punto sul quale convergono altri naufraghi della long distance valida per l’Alpe Adria. Per qualche secondo non so nemmeno io se piangere, se ridere, se ringraziare gli amici del GOK o se benedire le tute gialle e rosse del Veneto Team, se dedicare un pensiero al Signore degli Orientisti che sta qualche curva di livello sopra di noi o se flagellarmi per il peccato di superbia (e di follia) che ancora una volta mi ha portato nel bosco.

Ma sono al traguardo, ed è l’unica cosa che conta davvero...

Flashback. Solo 12 ore prima.

Probabilmente sono sdraiato sul ciglio della strada che porta a Basovizza, dopo essere crollato in perfetto stile “E’ caduto giù l’Armando...” (Enzo Jannacci) dalla GOK-car. Da un paio di minuti, o forse qualcosa in più, il mondo aveva smesso di essere lo stesso: l’alto ed il basso, la destra e la sinistra, il caldo ed il freddo erano diventati concetti avulsi dalla realtà. Un collasso in piena regola, a pochi minuti dalla destinazione di Kozina (Slovenia). Se in quel momento qualcuno mi avesse porto una pistola carica, penso che mi sarei sparato in testa per interrompere le sensazioni che stavo provando... se solo fossi riuscito a capire dove stava la testa! Uno dei pochi pensieri coerenti di quei minuti è una “deviazione mentale” da fisico: poiché le immagini dei punti fissi , che altro non sono che i sassi sul terreno della piazzola dove sono crollato, ruotano attorno a me per almeno 120 gradi bastano 3 giri per fare un triangolo equilatero perfetto (giuro che è vero...). L’altro pensiero è che ho aspettato 6 mesi per disputare la gara long di domani, ed il destino mi sta mettendo nei guai. 6 mesi...

Flashback. 9 mesi e mezzo prima.

Sono sul prato di Brallo di Pregola. Alpe Adria 2010. Tutto si sta concludendo in gloria o quasi, ed io dopo aver fatto le mie gare sto sparando al microfono gli ultimi saluti ai partecipanti. Tomislav Kaniski, l’IOF advisor dell’edizione 2011, mi porge il volantino dell’edizione croata. Non ho mai corso in Croazia, dico a Tomislav che quella potrebbe essere l’occasione buona. Ecco... Tomislav, per chi non lo conosce, è il cugino cattivo di Charles Bronson. E’ un orientista “duro”, al confronto Marco Bezzi ed i suoi percorsi di Marilleva potrebbero sembrare delle passeggiate di salute. E’ uno tosto, e quando gli dico che potremmo rivederci nel 2011 lui risponde che sicuramente la Croazia mi offrirà una sfida “challenging”. Una proprio questa parola: “challenging”. Ed io penso: come fare a raccogliere quella sfida? Come fare...?

Flashback: ultimi giorni del 2010.

Ormai il calendario internazionale è consolidato. Il foglio excel sul quale tengo traccia anche delle promozionali a Kuala Lumpur è ricco di date. Per ogni settimana è indicato il “vorrei ... ma potrò?”. E per il 18 e 19 l’indicazione è sulla Croazia. Alpe Adria Cup 2011. Dove non c’è la M40 ma si passa direttamente dalla M35 alla M45 (che tra l’altro non vale per la Coppa...). E dove c’è Charles Bronson... ehmm... Tomislav Kanicki che mi sapetta al varco!!! Come fare a raccogliere quella sfida? Come posso fare, alle soglie dei 45 (di età) e dei 100 (di peso) a cimentarmi in quella gara, soprattutto quella long!, senza partire per un ritiro annunciato? La risposta è talmente semplice...

Flaskback: Trofeo Lombardia a Casorate: MA. Andalusia O-Meeting: M35. Trofeo Lombardia a Monte Merlo: MA. TMO a San Zeno: MAL. Coppa Italia a OltreBrenta: M35. Coppa Italia a Passo San Boldo: M35. Middle a Hinterbech: WRE. TMO a Carona: MAL.

Ecco spiegato tutto. Non sono diventato improvvisamente folle (o perlomeno lo ero già da prima). Tutto quello che ho fatto nel corso di questa prima parte di stagione, scegliere sempre le gare più lunghe e più dure che potevo, aveva una sola spiegazione logica che però per scaramanzia non volevo dire a nessuno: mettere nei piedi tanti chilometri, ma soprattutto mettere nella testa tanta sofferenza, per non mollare la gara long dell’Alpe Adria a metà strada. Se mi fossi fermato nel fango di Monte Merlo non avrei finito la gara in Croazia, se avessi abbandonato tra i sassi di OltreBrenta Kanicki mi avrebbe sconfitto, se non avessi affrontato il montarozzo di Carona non avrei avuto la forza per terminare il percorso long dell’Alpe Adria...

E’ stato un allenamento mentale, più che fisico; perchè ogni volta che quest’anno mi sono trovato di fronte ai miei abbondanti limiti fisici ho cercato di sopperire con la testa, con l’immagine di Kanicki che mi porgeva quel volantino. Io VOLEVO andare all’Alpe Adria, GAREGGIARE in M35 e FINIRE quella gara, a tutti i costi.

Flashback: meno di 12 ore prima del via della gara long. Sono sempre disteso in una lurida piazzola vicino a Basovizza...


Quello che succede tra la mezzanotte della piazzola di Basovizza e le ore 13 del sabato è il racconto di una gara affrontata al di sotto del minimo livello di sopravvivenza: il giorno in cui introdurranno il controllo medico alla partenza, io sarò invariabilmente rimandato indietro prima del clear e del check.

Si sale a Platak (quota 1111 metri s.l.d.m.) da Fiume (quota 0). E a metà strada circa accade un curioso fenomeno noto come “l’inverno sta arrivando”. Si entra nelle nuvole spesse che anticipano la catastrofe meteorologica su Istria e Quarnaro, la temperatura scende di 20 gradi almeno costringendo chi è salito in pantaloncini corti e maglietta a rovesciare borse e valigie in cerca di qualcosa per coprirsi. La visibilità è stile “nebbia in pianura padana”: la casetta che sovrasta il parcheggio, una fila di macchine più in là (30 metri al massimo) compare e scompare ad intermittenza dietro alle nuvole basse.

Al ritrovo le facce dei sopravvissuti alla gara a staffetta del giorno prima sono un programma... a quanto pare la carta di gara non è un “laserscan” perfetto... i sentieri grossi sono quasi invisibili, quelli piccoli manco parlarne, le curve di livello in alcune zone sembrano buttate lì alla rinfusa. C’è chi dice che in alcune zone della mappa la carta sia stata “stirata” ed aggiustata per far combaciare i rilievi. Si parla dell’”errore” da 15 minuti di Deny, di quello da 12 minuti del talaltro fortissimo Elite. Un bel modo per prepararsi mentalmente alla gara long dell’Alpe Adria con una pressione massima che non arriva alle 3 cifre e con la minima pericolosamente vicino ai limiti legali...

Per il point-by-point della gara long dell’Alpe Adria, il blog dovrà aspettare l’arrivo dei .jpg. Ma il risultato finale è chiaro: “Ombra” ritirata. Stegal al traguardo.

Alla faccia dei primi punti posati in una zona cartografata alla valàPeppone, del punto 6 trovato con un Marco Bezzi inc...zzato nero, del punto 10 sul quale piomba un gruppone di dispersi, della nebbia incombente al punto 12, delle curve di livello inesistenti alla 15 e dell’ultimo loop di lanterne posate in un’area che (per dirla alla Licia Kalcich) “Se mi davano la vera carta di gara, potevo cavarmela meglio”.

E soprattutto fancu1o al mio collasso e alla piazzola di Basovizza!

La chiusura è in modalità Lionel Stander, nel personaggio di Katanga del film “Stanza 17-17”: “Io ho fatto 37 guerre, rivoluzioni, colpi di stato, guerriglia... Io sono stato deportato a Porto Longone. Ma io ero come bambino, poppante, invertebrato. Io non avevo ancora incontrato VOI!”

E io, dopo essere sopravvissuto alla long di Platak, non ero ancora stato alla middle di Kastav, che da il titolo a questo pezzo del blog. Per i soli amanti dei finali, la carta della M21E è visibile sul sito di Emiliano Corona http://www.emilianocorona.it/carte/AA_middle.jpg solo che la M21E era più corta della mia M35!!! ... E buona ricerca del triangolo rosso della partenza!

4 Comments:

At 8:34 PM, Anonymous rusky said...

Emiliano Corona scrive:

"Dal punto di vista orientistico invece spero di dimenticare velocemente questo week end: mi sono immaginato di essere ritornato all’epoca pioneristica della cartografia, quando ogni gara poteva essere un’avventura, quando eri bravo non se vincevi ma se riuscivi ad arrivare all’arrivo."

Se lo dice lui, allora devo proprio crederti....

 
At 9:05 PM, Blogger Stefano said...

Eh già, perchè se non lo diceva lui... :-)

 
At 9:27 PM, Anonymous rusky said...

Ma dai, tutti sanno che i tuoi articoli, banditi dal sito istituzionale, sono palesemente romanzati

 
At 9:36 AM, Anonymous Larry said...

Approfondisci la parte della piazzola a Basovizza, che è allarmante!

 

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