Stegal67 Blog

Monday, May 09, 2011

Back to ‘90s...

Sono solito chiosare le mie prime stagioni da orientista lombardo con le molto meno che immortali parole “erano tempi in cui si facevano 10 gare all’anno... di solito 4 erano al Parco di Monza e due in centro a Monza!”. Negli ultimi 8 giorni ho potuto verificare che neppure tre O-Ringen, un WMOC, innumerevoli multi-days in giro per l’Europa e tanto altro ancora hanno cancellato la voglia di frequentare queste gare che hanno molto di casalingo e di spontaneo, nelle quali non ti aspetti un ritrovo organizzato al 100% e percorsi sopraffini (finendo spessissimo per trovare sia l’uno che gli altri!!!); e soprattutto questi sono diventati appuntamenti ai quali recarsi sapendo che tutti quanti in fondo hanno lasciato a casa il coltello (che di solito si porta, ben affilato, tra i denti) ed il clima tra tutti i partecipanti pochi istanti prima della partenza e financo durante la gara è di estrema amicizia e di grande sportività.

Sabato scorso, 30 aprile, al Parco di Nichelino è andata in scena una prova di Coppa Italia di Trail-O. E’ stata soprattutto una buona occasione per fare un viaggetto in compagnia di Mary e Marco (mio ex compagno di squadra e staffetta, pure nel trail-O!). Atmosfera tranquilla, nessuna pressione, il percorso disegnato da Marina Beltramo è stato descritto con puntualità ed efficacia nel blog di Marco. La mia gara non è da ricordare tanto per il 12° posto su 19 partecipanti (prestazione che, a posteriori, giudico lusinghiera e persino un po’ fortunata...) quanto perchè riesco ancora una volta nell’impresa di ritrovarmi a corto di tempo (credo unico tra tutti) persino quando il tempo a disposizione è di 125 minuti per 18 punti!

Il fatto è che mi accorgo, in tanta (de)concentrazione di aver lasciato indietro un punto (il numero 13) proprio mentre sto andando a consegnare il cartellino e mancano BEN 7 minuti allo scoccare del tempo limite. Il punto 13 è quello più lontano di tutti, e quindi per qualche secondo maledico la mia dabbenaggine... poi, pur essendo vestito con camicia, pile, antivento, marsupio davanti e borraccia dietro, non so per quale strano motivo mi trovo a correre a perdifiato attraverso il parco! Uno sguardo all’orologio con i secondi che corrono (corrono ben più di me), un pensiero di mollare su una panchina antivento, pile e camicia per essere più leggero... arrivo sulla scena del punto 13 a 2 ore e quasi 1 minuto, osservo per non più di 3 secondi le lanterne, battezzo una C lì per lì e mi lancio all’indietro. Risultato? Consegna del cartellino con 10 secondi di anticipo sull’ora limite, in condizioni PIETOSE (le due persone al gazebo credo mi abbiano guardato come si guardano i pazzi): fradicio di sudore, letteralmente a pezzi, in preda al vomito più totale. Si può finire una gara di trail-O così? Se si sta parlando di me, dal 30 aprile 2011 si può!!!

Mi ci vogliono almeno 30 minuti solo per riprendermi... e così perdo l’appuntamento con il treno che avrebbe dovuto riportarmi a Milano. Rientrerò con Marco ed ho così modo di partecipare anche alla seconda tenzone della giornata: la Ori-Niclin gestita dall’organizzazione di Renato Martinetto, ed ho capito solo oggi che “Niclin” sta per “Nichelino” (che ospita il parco...). Trattasi di mass start con one-main-relay, ed i percorsi non sono né corti né banali; è vero che il parco è tutto un intersecarsi di sentierini e piccole tracce che tagliano il verdone (nel quale il solo pensiero di buttarsi è follia), ma talvolta anche questi sentierini si rivelano delle trappole ben congegnate perchè basta mancare un bivio per ritrovarsi a navigare in mezzo alla vegetazione opprimente. Mi iscrivo sul posto in MA e, indossando un paio di pantaloni ASCO Lugano prestati dal Brambilla (pantaloni che, vista la vegetazione, hanno rischiato grosso), affronto una gara di stampo martinettiano nella quale nonostante una andatura a dir poco impiegatizia e grassottella credo di essere rimasto in testa fino alla lanterna 8.

Da lì in poi la mia insipienza atletica ed un grosso errore alla 16 durante il secondo giro (in quel caso ho veramente vagato a caso per lunghi minuti nel verdone senza raccapezzarmi) hanno fatto la differenza, lasciandomi solo a caracollare per il parco e per la salita che portava al traguardo.

Nel fine settimana appena trascorso è toccato alla Lombardia invece riconciliarsi con i centri storici. Sabato pomeriggio, a Paullo, gara sotto la caldazza micidiale ben tracciata da Fabio Cattaneo: ad una prima parte un po’ noiosa fatta di grosse e semplici tirate, per ammazzare ben bene il fiato di chi (come me) non ne ha, ha fatto seguito una seconda parte – con cambio carta – a sequenza libera nella quale il “giro giusto” non era poi così immediato, e credo che parecchi abbiano allungato di molto il percorso ideale.

Resto sempre della mia idea. Per rivalutare i centri storici lombardi (che non siano Bergamo o San Donato o Dervio e pochi altri) basterebbe usare il vecchio metodo dei tracciatori cinesi: prendi 20 chicchi di riso, li lasci cadere a caso sulla carta e, dove si ferma il chicco, lì ci piazzi la lanterna! Non importa se non c’è il “giro giusto”: non ci deve nemmeno essere!!! Butta giù 20 lanterne a caso e lascia che siano gli orientisti ad andarle a cercare e ad impazzire!

In ogni caso sono rimasto contento della proposta di Fabio C., che ha cancellato dalla mia mente la precedente esperienza a Paullo (di qualche anno addietro) dove in una giornata torrida non avevo fatto altro che correre avanti e indietro lungo le strade principali in una gara che di orientistico quella volta aveva avuto proprio poco.

Parlando di tracciati, vedo già su Facebook i primi commenti positivi ai percorsi di oggi a San Donato realizzati da Andrea Gianotti. Trattandosi di gara organizzata dalla mia società, lascio i commenti agli altri. Ho passato qualche istante di follia all’arrivo (arrivo posizionato all’interno del Centro Sportivo nel quale era in corso una autentica sagra di tutti gli sport... con le conseguenze – casino, passanti, esplosione di rumori e colori – che lascio immaginare), ma spero che i partecipanti si siano divertiti. C’è qualche risultato inatteso, dovuto però – credo – alle vere insidie del percorso che ad un percorso-bingo. In ogni caso ho visto alcuni concorrenti andarsi a complimentare con Andrea, che tra pochissimo sarà neo-bi-papà, e questo è più che sufficiente per dare un senso positivo alla giornata.

E intanto, in serata, il Moggi dell’orienteering è tornato a colpire... chi ha orecchie per intendere, intenderà! :-)

2 Comments:

At 11:37 AM, Blogger Cosimo said...

This comment has been removed by the author.

 
At 11:37 AM, Anonymous Anonymous said...

Mah, non dire gatto se non l'hai nel sacco... anche perchè, anche se è nel sacco, prima di riuscire a metterlo in pentola ci vuole...

 

Post a Comment

<< Home