Stegal67 Blog

Saturday, January 07, 2012

The Park side of the moon

Approfittando delle prime “ore d’aria” del 2012, ho completato ieri i percorsi della seconda e terza tappa di Milano nei parchi 2012. La maggior parte del tempo l’ho trascorsa al Parco Lambro, sulla carta di gara realizzata da Remo Madella: la tappa del 18 febbraio è abbastanza lontana dalle prime gare del Trofeo Lombardia, e questa volta penso di esserci andato giù un po’ più pesante rispetto ad altri tracciati fatti anche nel recente passato… se non altro dal punto di vista atletico.

Ho cercato di sfruttare in modo “orientistico” l’ostacolo naturale costituito dal fiume, e anche nel 2012 ci sarà il “punto Renate Fauner”, dedicato alla pluri campionessa italiana con la quale un giorno mi trovai a punzonare la lanterna 13 del Meeting Internazionale di Venezia, con la 14 a vista non più distante di 50 metri… ma come ovviamente possono immaginare i patiti del Meeting veneziano, quei 50 metri si rivelarono in realtà molto più lunghi! In quell’occasione Renate tirò giù una parolaccia in tedesco ben comprensibile anche da me, ed io mi misi a ridere… Certo, potrei anche chiamarla “tratta Eduard Shutkovsky” e non ci sarebbe niente da ridìre o da rìdere, se non fosse per il modo in cui il grande russo risolse la questione (al Parco di Monza?) durante una promozionale invernale di qualche anno fa.

Aggirandomi per il Parco Lambro con la cartina in mano, colonna sonora di Francesco Salvi “E questa lanterna qua devi metterla làaaaaa…” ho pensato spesso che le cartine dei parchi cittadini (non solo quelli di Milano) potrebbero essere sfruttate meglio, non solo per gare promozionali come ad esempio la “Milano nei parchi” che da sette anni è ad iscrizione gratuita (i soldi per coprire le spese, ovvero stampe di gara, lanterne, paletti, testimoni cartacei ce li mette la mia società e quindi in buona sostanza i tesserati) ma anche per qualche evento più importante o più ufficiale: e non parlo del solito vecchio trail-O che al Parco Lambro ed al Parco Forlanini ha già visto una edizione della Coppa Italia… perché se ci si mette nelle mani di due tracciatori competenti come Remo e come Marco Giovannini, beh!, sarebbero capaci di tirare fuori qualcosa di eccezionale anche da una aiuola spartitraffico.

Parlo invece magari di un Trofeo Lombardia, di un Campionato Regionale Sprint, di qualcosa di più concreto (dal punto di vista agonistico) del solito rivedibile percorso che l’impiegato panzottello butta giù in un paio o tre di uscite sul campo, con un occhio rivolto esclusivamente al divertimento per i pochi agonisti che decidono di dedicare un sabato mattina ad una corsa nel parco con una cartina in mano anziché ad un allenamento atletico.

E’ vero che le ragazze ed i ragazzi della squadra lombarda non diventeranno più bravi e non miglioreranno la loro posizione nelle classifiche nazionali gareggiando al Parco Lambro o al Parco Nord (dove comunque con lo sport ident si potrebbe tracciare una O-Marathon, se non per dislivello e difficoltà tecniche almeno per lunghezza); mi sembra però che nell’ottica della “semplificazione” richiesta dal Comitato Regionale Lombardo e della promozione richiesta dalla FISO (è un caso che sul sito Fiso da quest’anno ci sia una sezione a parte dedicata al calendario delle gare promozionali?) dovremmo essere tutti quanti mentalmente più pronti ad accettare che in calendario ci sia qualche gara più “ruspante”, magari su una carta che non è omologata come se ci dovessi correre un mondiale, magari tracciata da chi non ha fatto il corso di tracciatore, magari una middle su carta al 5000 o al 7500 anche se i soloni scandinavi (che non hanno il problema di far conoscere il loro sport alla gente, perché da quelle parti l’orienteering va in prima serata) non sono d’accordo.

In Svizzera fanno tracciare i ragazzi di 16 anni, e poi certo i più esperti danno una occhiata e danno qualche utile suggerimento, e non si fanno problemi a correre il Campionato Ticinese su una carta 1:4000 se quello è il formato più consono a garantire la leggibilità del campo di gara! O a decidere il Trofeo Miglior Orientista in una gara fatta di tre tappe sprint corse una dopo l’altra, l’ultima delle quali con la mappa “curve di livello”, che riscuote anche l’apprezzamento dei campioni… ma in fondo cosa vuoi che ne capiscano di regolamenti gente come Hubmann, Merz e Hertner?

Non faccio fatica a comprendere che nella testa degli orientisti, o perlomeno di parecchi di loro, la stessa gara, lo stesso percorso, la stessa organizzazione, risultano poco efficaci come evento ufficiale se non vengono rispettati completamente fino all’ultima virgola i regolamenti e soprattutto se c’è il rischio che non vengano assegnati i MALEDETTI PUNTI DELLA MALEDETTISSIMA LISTA BASE, ed invece tutto torna ad essere divertente se l’evento è assolutamente promozionale, ad iscrizione libera, vado-partoquandovoglio-laclassificameladiconotregiornidopo…

L’anno 2012 dovrebbe essere quello della semplificazione, che è un ottimo concetto condiviso da tutti coloro che vestono una componente dirigenziale; purtroppo non tutte le rivoluzioni copernicane si confezionano nel breve volgere di una stagione sola, e gli orientisti (non tutti, ma la maggior parte ancora si) vestono i panni dell’atleta per gareggiare in competizioni che danno i bei punti in lista base, vittorie ufficiali di cui parlare o scrivere, occasioni per mostrare di essere più forti dei rispettivi avversari, ecc.ecc.; secondo me anche da cartine come quelle del Parco Lambro (o del Parco Nord, o del Parco delle Cave) potrebbero uscire classifiche che rispecchiano i veri valori in campo anche se la scala di gara non è di impronta IOF (il Parco Lambro è in una scala 1:5.500, cosa che può fregare sono nel trail-O), anche se magari un percorso potrebbe risultare più lungo (se sprint) o più corto (se middle) di quanto prevedono le tabelle, anche se l’omologazione è po’ zoppicante (se ci sono delle zone dubbie, è compito del tracciatore non mettere lì i punti o non farci passare i percorsi).

Così si potrebbe dare nuova dignità al Parco Lambro o al Parco delle Cave o al Parco Nord, senza nemmeno trascurare alcune zone come il quartiere Terrazze a sud di Milano, o il quartiere Adriano con i suoi parchi nella zona nord-est (queste ultime sono cartine che, se non cambiano le cose, nonostante tutta la buona volontà potrebbero non vedere mai la luce perché i tempi ed i denari da dedicare all’orienteering sono sempre meno…). Quando ho cominciato a fare orienteering, si gareggiava tre volte all’anno al Parco di Monza: una volta era una gara di Trofeo Lombardia, una volta era una staffetta, una volta era il “Trofeo del Parco”: quest’ultima era una gara nella quale tanti orientisti che sono ancora o sono stati Elite si sono SCANNATI per vincerla… altro che il Campionato Italiano che comunque lo vincevano sempre le Fiamme Gialle!!! Quest’anno dal 18 febbraio all’11 marzo si prova a tornare nei parchi: Parco Lambro e Parco Forlanini per la Milano nei Parchi, e Parco di Monza (11 marzo) per il Trofeo Lombardia (e qui per fortuna degli orientisti i percorsi ce li mette – credo – Paolo Mario Grassi).

Sicuramente i miei tracciati non sono del tipo “una volta che hai corto su un tracciato dell’impiegato panzottello, la carta del mondiale middle alla Montagna di Lachat ti fa un baffo!”. Ed è probabile che su un percorso di parco cittadino potrebbero emergere dei vincitori che non sono coloro che ti tirano un azimut di un chilometro sbagliando di un metro o che sanno trovare la strada a colpo sicuro nei Rock Paradise o nelle foreste scandinave. Ma se ogni tanto vince il più veloce e non il più tecnico, se ogni tanto corriamo una sprint o una middle un po’ troppo lunga o un po’ troppo corta o troppo poco aderente al concetto di sprint\middle, o su una carta già usata…

Oltre alla maledetta lista base, nell’elenco dei regali che ho chiesto a Babbo Natale c’era di toglierci dalla testa la maledetta FREGOLA PER LA CARTA NUOVA: di mappe “Taino-Monte della Croce” (giusto per dire un posto dove mi ci hanno portato pure per un evento aziendale outdoor) o di “Valli Pegorino e Cantalupo” ne ho un pacco così a casa. Ma per chi conosce l’orienteering nell’anno di grazia 2012, sono carte nuove! E magari più appetibili (come distanze da casa, come impegno per partecipare ad una gara da esordiente, per farsi portare da un genitore…) del posto nuovissimo, bellissimo, fighissimo, con le curve di livello talmente incasinate che se non hai corso almeno tre Oringen ti mandano in crisi… e ovviamente trattasi di posto in culo ai lupi (scusate il francesismo) perché altrimenti sarebbe già stato scoperto 20 o 30 anni fa.

Se, a fronte di queste “penalizzazioni” che suonano atroci alle orecchie dei puristi, riusciamo a tornare a proporre un calendario continuativo, qualche gara in più facilmente raggiungibile e che consenta ai padri e madri di famiglia di tornare a casa in tempi certi ed orari decenti senza dover investire una intera giornata per una gara regionale… Se riusciamo a FARCI VEDERE un po’ di più dai neofiti e dai potenziali orientisti del prossimo decennio senza andare a ficcare ritrovi ed arrivi di gare regionali e soprattutto nazionali in posti assurdi dove nemmeno il sindaco del paesino viene a vedere che cosa cavolo stanno combinando quei tizi che hanno chiesto il permesso di mettere giù tre gazebi… se riusciamo a trovare la quadratura del cerchio tra le gare di altissimo spessore, che capiscono solo i fini gourmet, e le occasioni meno ghiotte ma più adatte a palati meno raffinati, siamo proprio sicuri che andremo a rimetterci? “Semplificazione” è un concetto che non dovrebbe limitarsi all’aspetto organizzativo, ma dovrebbe diventare qualcosa che è dentro le nostre teste, nella nostra mentalità, che ci fa accettare qualche compromesso. Forse, così facendo, un giorno avverrà che l’MELite che oggi non è ancora nemmeno nato guarderà a chi starà correndo l’M80 o giù di lì dicendo “Questi sì che hanno inventato uno sport con controfiocchi”, come noi oggi pensiamo di chi 30 anni fa ha avuto il coraggio di proporre lo sport che pratichiamo. 30 anni fa i primi orientisti sono partiti dalle cose semplici, dalle basi: perché non ho mai visto costruire (o ricostruire) un edificio dal tetto, dalla punta, dalla cima della classifica.

Semplificazione per me vuol dire partire, o ripartire, dalle basi ed accettarne anche le ovvie conseguenze. Altrimenti si corre il rischio che rimanga uno sterile esercizio di dialettica.

6 Comments:

At 9:53 PM, Anonymous Marco G. said...

In pratica hai scritto tutto quello di cui abbiamo discusso negli ultimi anni!
Potrebbe essere un manifesto politico per la prossima candidatura....

Oggi, stavo seguendo una manche di slalom; ad un certo punto, sento dire dal telecronista che l'anno prossimo cambieranno le dimensioni degli sci. Poi, spiegava che tecnici ed atleti erano contrari ed erano arrabbiati perchè la Federazione internazionale non gli aveva consultati!
Beh, mi si è accesa la lampadina: tutti gli sport hanno lo stesso problema...

 
At 6:39 PM, Anonymous Anonymous said...

D'accordo su tutta la linea, caro Stefano....o si semplifica o si muore...anche perchè così mi pare che i "santi martiri" organizzatori siano in via di estinzione.

Fabio Storti

 
At 8:26 PM, Anonymous Marco G. said...

Visto l'andazzo, non solo gli organizzatori...

 
At 9:35 PM, Blogger Dopolav-ori said...

Ostrega, ho aperto i commenti per scrivere "Potrebbe essere un manifesto politico per la prossima candidatura...." e l'ho trovato già scritto.

 
At 9:10 AM, Anonymous stegal said...

Nessuna candidatura, nessun programma. Come Marco G. ben sa, non mi candiderei nemmeno come rappresentante di condominio.

Lascio fare il mestiere a chi lo sa fare, e quello del Consigliere Federale è difficile e impegnativo dal punto di vista umano, non fosse altro perchè siamo nel XXI° secolo ma siamo ancora ben lontani dal poter fare riunioni via video o skype... e a giudicare dalle news sul sito Fiso i nostri consiglieri sono spesso costretti a farsi dei "viaggi della speranza" nord-sud o sud-nord... ci vuole spirito di sacrificio mica male!

 
At 5:41 PM, Anonymous Marco G. said...

Questa è davvero sottile...-))

 

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