Stegal67 Blog

Tuesday, September 27, 2011

Nel fine settimana che sancisce la vittoria del Trentino nel Trofeo delle Regioni... no, del Veneto... no, del Trentino!... (il tutto per un’ora di totale follia tra le 17 e le 18 a cercare di capire chi avrebbe dovuto tornare nella accessibilissima Fontanerosse a riconsegnare il trofeo), io me ne torno definitivamente a casa dopo un doppio avanti e indré Milano-Val Trebbia-Milano con la vittoria nella finale di Coppa Italia di trail-O, forse anche con il primo posto nella lista base di specialità, e con un dubbio amletico: sarà vera gloria?

Se dovessi infatti indicare un solo fotogramma per descrivere la gara disputata sabato mattina a Fascia di Gorreto, direi che è quello nel quale ho visto Daniele Danieli (il mio favorito) parlare a fine tenzone con Guido Michelotti (tracciatore); per me quella era la foto simbolo della competizione: il vincitore ed il tracciatore. Ero a non più di 10 metri da loro, mi sono avvicinato ed ho detto a Guido: “Bravo Guido! Oggi mi hai veramente punito!”.

“Punito”, nel rugby, rappresenta il giocatore che ha passato tutta la partita alle prese con un avversario più forte: non può mollare ma sa di avere ben poche chances ad ogni azione, in ogni momento. Penso succeda la stessa cosa ai piloni europei che si trovano di fronte Martin Castrogiovanni... Ed io a fine gara mi sono sentito proprio così: punito; un gran mal di testa per lo sforzo di rimanere concentrato per quasi tutti i 100 minuti di gara, e la sensazione diffusa di non avere molte chances di centrare una buona posizione in classifica; una gara equa e senza dubbio ben tracciata ma troppo difficile per le mie possibilità.

Adesso dirò alcune cose sul trail-O che importeranno a pochissime persone, e forse affiderò al sito di Marco Giovannini www.trailo.it i pensieri “flag by flag” sulle riflessioni (talvolta sensate talvolta ai limiti della follia o del ridicolo) che mi hanno portato a vincere la gara, unico del lotto di concorrenti a punteggio pieno.

Allora... ho già fatto in passato confronti azzardati tra gli scacchi ed il trail-O. Ora voglio fare un paragone ancora più azzardato: risolvere un punto nel trail-O è come avere in mano una serie di carte da giocare; c’è la carta “remapping”, la carta “valutazione della distanza”, la carta “direzione e azimut”... c’è quella “altezza” e quella “conoscenza del regolamento”. Talvolta capita di giocare una carta sola, talvolta vanno giocate in combinazione. Il tutto, ad ogni punto, definisce una sorta di “confidenza” nella risposta che viene data, confidenza che secondo me non può mai essere al 100% perchè questo sarebbe possibile solo disponendo non della mappa, che è una rappresentazione della realtà, ma di una fotografia...

Ecco: io durante la gara di Fascia ho dovuto spesso giocare tutte le carte che avevo in mano, tutte quelle classiche che si trovano nelle bustine comprate in cartoleria ed anche parecchie di quelle “special cards” che si acquistano nei mercatini, su E-Bay, negli scambi tra collezionisti. Ho giocato la carta “immagina dove termina l’avvallamento anche se non lo vedi”, la carta “io penso che tu mi vuoi far pensare...” (1° livello di complicazione) e la carta “io so che tu sai che io penso che tu mi vuoi far pensare...” (2° livello di complicazione). E poi la mia carta preferita con la quale sempre più spesso cerco di far quadrare i conti e valutare le brevi distanze: “quante macchine puoi parcheggiare in questo spazio?”.

Pazzo? Forse. Ma la bravura di Guido Michelotti a Fascia è stata proprio questa: ha tracciato una gara equa ed onesta per tutti ma veramente difficile; con il risultato che a fine gara, nonostante su ogni punto io abbia avuto la possibilità di elaborare una strategia, il numero di punti di controllo sui quali il mio grado di confidenza era alto o medio-alto era veramente minimo.

Giusto per dare una idea di quello che si potrebbe leggere, andiamo da qualcosa del tipo:

“1 – dal punto di vista vedevo sia le due lanterne del punto 1 che le tre del punto 2. Ho valutato l’altezza dell’unico albero in zona e del pilone della linea elettrica, e ho controllato le curve di livello degli avvallamenti per verificare che la lanterna fosse almeno nell’avvallamento giusto. Grado di confidenza: alto.”

a robe da neurodeliri del tipo...

“17 – ultima lanterna e, dopo la 16, avevo abbastanza tempo per giocare le mie carte. All’inizio non riuscivo ad identificare il masso nel bosco scuro e fitto. Poi ho guardato le curve di livello e ho visto che il masso avrebbe dovuto essere 25 metri più in alto della strada dove mi trovavo. 25 metri sono un palazzo bello alto! E invece la lanterna sembrava più vicina. Ad un certo punto tra me e la lanterna si è frapposto un concorrente, Fulvio Pacor, che è alto quasi due metri (come me) ed ho cominciato a pensare a “quanti Fulvi Pacor c’erano tra me e la lanterna” e ne ho calcolati visivamente 6 o 7 al massimo (vale giocare la carta “Fulvio Pacor”?”). Spostandomi a sinistra, ho guardato la punta sud della parete rocciosa, che era a mezza altezza tra la strada ed il centro del cerchio, e ho visto che la lanterna era sulla stessa curva di livello o quasi. E poi il sasso continuava a non vedersi! A quel punto ho lasciato lì la mia unità di misura (sempre Fulvio Pacor) a riflettere da solo e ho punzonato “Z”. Spero che Fulvio, se mai verrà a leggere questa cosa, non si arrabbi... Grado di confidenza: alto”

Post scriptum. Solo dopo aver finito di scrivere tutto questo, mentre ero sotto la doccia, ho avuto questo pensiero: forse la mia mente, se da un lato continua a calcolare distanze ed altezze, dall’altro mi “blandisce” con impressioni del tipo “stai giocando la carta - Fulvio Pacor -” o “stai giocando la carta - quante auto parcheggi in questo spazio – ” per darmi sempre l’impressione che in fondo si tratta di un gioco e che come tale va pesato...

E questo è il motivo per il quale, quando mi sono allontanato verso il ritrovo della gara a staffetta del Trofeo delle Regioni nel quale avrei fatto sia da apripista che da speaker, avevo salutato Guido e Daniele (che era il mio favorito... ma questo l’ho già detto) come vincitori della gara. Veramente stanco dal punto di vista mentale, ho affrontato il mio facile percorso a staffetta come se quelle fossero le ultime lanterne della O-Marathon... anche se un po’ mi ha tratto in inganno l’equivoco del punto K: quando sono partito io, le fettucce portavano dritte alla lanterna “70” e non al punto “K” che era nascosto. Con il risultato che, cercando di partire da quel punto, se tenevo il boschetto sulla mia destra andavo verso sud-ovest anziché verso nord-ovest come avrei dovuto fare; e se puntavo la bussola a nord-ovest il boschetto stava sulla mia sinistra anziché e destra! Ed intanto pensavo: “Caspita! Non sono in grado di orientare una mappa e penso di poter fare le gare di trail-O!!!”.

Solo dopo il secondo punto, sotto il caldissimo sole ligure, mi sono un po’ ripreso e camminando (perchè la caviglia infortunata a Sgonico continua a far male) ho completato il percorso in un tempo ridicolmente alto. Poi, improvvisamente, mentre cominciavo ad organizzare la postazione dello speaker, arriva Marco Giovannini e mi fa i complimenti... penso che, ovviamente, stia scherzando e chiedo conferma alla “sua signora”; la quale conferma quanto sta dicendo Marco. E mentre penso che mi stiano prendendo in giro tutti e due, arriva Marina Beltramo e si complimenta anche lei...

Così è diventato tutto chiaro: che avevo vinto io la gara, che avevo vinto a punteggio pieno... e che ovviamente non avevo partecipato alla premiazione (scusate ma stavo proprio facendo un’altra gara). Ma mi sono accorto durante il viaggio di ritorno a Milano sabato sera con Marco e Mary, e poi durante l’avanti e indietro della domenica quando sono sceso nuovamente nell’entroterra ligure per la gara individuale, che le mie spiegazioni su alcune “carte” davvero personali che ho giocato durante la gara non avevano una logica ferrea.

Tutto questo non fa che lasciarmi in testa la domanda con cui ho cominciato: è stata vera gloria o sono stato solo avvantaggiato da una circostanza di eventi? Certo che sono veramente tanti dubbi per uno come me che aveva dichiarato ad inizio stagione che sarebbe stato ben lontano dalle lanterne del trail-O. Di questo mio “ritorno” dovreste chiedere conto a Rusky e PLab che mi avevano convinto a partecipare alla gara di Nichelino a metà stagione... quel giorno, quando mi sono piazzato verso il fondo classifica, ho capito che avrei dovuto dotarmi di parecchie “carte” in più per poter ambire ad una posizione migliore e per dare un senso più completo alla partecipazione alle gare di trail-O.

Partecipazione che continua per me a non avere lo scopo principale di vincere, ma di affrontare una sfida intellettuale con un tracciatore che sta cercando, con onestà altrettanto intellettuale, di rendermi dura la competizione.

Due considerazioni a margine, per rispondere a chi mi ha chiesto...

1) si: è la prima volta in vita mia che non prendo parte ad una gara nella quale faccio lo speaker (domenica, la gara individuale del trofeo delle regioni) e non intendo ripetere l’esperienza... nel senso che correrò sempre e comunque foss’anche all’alba

2) si: la tuta dell’Orienteering Mezzocorona con la quale ho preso parte alla gara di trail-O ha un significato davvero speciale per me.

http://www.fiso.it/trentino/azimutn/viewnews.asp?art=56&tipo=7&dTipo=Articoli Vari

6 Comments:

At 2:31 PM, Anonymous Anonymous said...

Approfitto per intervenire su due questioni che mi stanno a cuore: percorsi e griglie.
A mio parere alcune gare Long del calendario federale sono delle emerite fregature (in termini di durata) soprattutto per le categorie Master e Supermaster; e quel che è peggio è che il settore tecnico della Fiso (ammesso che esista) da anni non fa nulla per migliorare le cose. Pensavo che le gare Middle fossero state introdotte per differenziarle dalla specialità Long, per ridurre i tempi di gara, ecc. invece mi accorgo che spesso tra Long e Middle non esiste alcuna differenza, soprattutto nelle categorie Master e Supermaster. Anche domenica scorsa la mia categoria (M55) è stata vinta in 34’.
Il mio parere è che sarebbe ora di dare una spallata all’immobilismo federale adottando soluzione tecniche innovative.
Esempio: nelle categorie Master e Supermaster creare per la specialità Long delle categorie B più brevi, accessibili a chi non se la sente di affrontare 8-9-10-11 kmsf. (35-45B, 50-65B, ecc.) e allungare le percorrenze delle categorie “normali”. Per dirla più semplice una Long Master e Supermaster dovrebbe prevedere un tempo del vincitore di 60’-65’.
Griglie: 2’ di intervallo tra i concorrenti Master e Supermaster sono POCHI! Introduciamo inoltre il concetto di gruppo rosso (i migliori di categoria) e facciamoli partire con intervallo doppio rispetto ai concorrenti meno accreditati. Anche ai Campionati Italiani in M55 in 10’ partivano tutti i migliori (Bisoffi, PadoVan, Depaoli, Cavazzani, Murer). Ciò crea disequità e favorisce che parte per ultimo.
Tra di noi orientisti sono ormai anni che ci diciamo queste cose, ma nessun comitato organizzatore prova mai ad adottare soluzioni alternative (non necessariamente quelle che suggerisco io). Invito pertanto tutti gli organizzatori di buona volontà ad essere una volta tanto innovativi.

 
At 3:09 PM, Blogger Rudi said...

mmmmmm......le categorie già abbondano,farne nuove mi pare un pò troppo. Forse basterebbe eliminare le gare middle per i veterani sopra la 40.Esistono già la MAK MB MC che sono open
poi se vogliamo più categorie io voglio la MS (Men Smokers) ma temo che non si possa istituire per via della pubblicità alle sigarette :(

 
At 9:07 PM, Anonymous Anonymous said...

Eliminare le middle sopra i 40? Ha, ha, ha. Ma se la Fiso ha da poco istituito l'M65 e la W65 anche nella Sprint!
Il problema non è quello di aumentare le categorie Long (i quali percorsi possono benissimo essere gli stessi di altre categorie) ma di rendere credibile un'attività agonistica o presunta tale. Con questo andazzo l'Orienteering in Italia diventerà sempre di più una scampagnata domenicale dove "chissà cosa ci attende".

 
At 10:47 PM, Anonymous Anonymous said...

Dove erano le società del sud al Tdr? Problemi di costi??
18 società fantasma in Puglia, 13 in Sicilia, 3 in Calabria, un Vice Presidente Nazionale....L'anno prossimo Trofeo delle Regioni al sud..nessun partecipante dal sud al trofeo delle Regioni quest'anno!!! Un fallimento della FISO nazionale. Però il Sud fantasma premiato nel 2012 con 1 Coppa Italia CO, 1 Trofeo Nazionale Centri Storici, Campionati Italiani Assoluti e Staffetta e Trofeo delle Regione!!! P.s. La commissione calendario si era dimessa in massa!!! I nostri consiglieri Federali cosa fanno???

 
At 11:33 AM, Blogger Stefano said...

Considerato che questo era un post su una gara di trail-o e sulle considerazioni di un mezzo matto sulle "carte" da giocare...
Direi che la mia professoressa del liceo avrebbe detto: buono il contenuto, scorrevole la forma, ma completamente fuori tema :-)

E poi questo e' il mio diario, mica Rum-Ori!

 
At 8:32 AM, Anonymous Larry said...

Immagino che si consideri il FP (Fulvio Pacor) come unità di misura nella sola dimensione dell'altezza, essendo per profondità e larghezza quello che la geometria chiama "senza dimensione"...

 

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