“Fermato” durante la posa punti sulle Strade di ... San Francisco?!?
Che non sarebbe stata una giornata facile per il posatore,
l’ho capito fin dal primo punto dei 48 punti (quarantotto! Gli pòssino…). Il
primo obiettivo era quello di non lasciare troppe tracce in giro, in fondo siamo
in un cosiddetto "centro storico"... non così storico come Lissone o Muggiò, ma insomma siamo lì; il secondo era quello di non coinvolgere un
intero esercito di aiutanti ed impiegare un’era geologica di tempo nella posa dei suddetti marcatori dei 48 cerchietti, in
fondo è solo un allenamento dell’OK Bovec (anche detta “la squadra del
Mino Raiola dell’orienteering nazionale”) in vista del primo appuntamento
della stagione, ovvero la Sylvester 5 Days.
Parto quindi di buon mattino con la mia bella divisa ed uno
zaino carico carico di: a) banda plastificata bianca e rossa in stile cantiere; b) pacco da 100+100 tovaglioli di carta bianchi ed arancioni c) 5 rotoli di carta
igienica e (dulcis in fundo come extrema ratio) d) 3 rotolini di costosissimo
nastro adesivo rosso brillante. Arrivato al primo punto, sto per attaccare 40
centimetri di striscia di plastica rossa e bianca al ramo di un albero e mi
sento come trafiggere la nuca da una cosa puntùta… giro lo sguardo e questo incrocia l’occhiata
in tràlice di una sciura che sta stendendo i panni sul balcone a pianterreno e che comincia ad
apostrofarmi: “Cosa sta facendo?!?”.
Nulla, cara signora. Non sto facendo nulla. Sto mettendo dei
segnali per indicare il percorso ad un piccolo gruppo di ragazzi che passeranno
da qui di corsa… non si preoccupi, poi passiamo a ritirarli… Niente da fare:
l’occhiata della signora, che avrebbe incenerito almeno metà di Quella Sporca
Dozzina, continua implacabile. A questo punto metto via la
striscia di plastica, bypasso al volo il piano B (i tovaglioli arancioni) e
atterro direttamente sul piano C: una corta striscia di una trentina di
centimetri di carta igienica di poco prezzo, che infilzo sullo stesso rametto. La
sciura intanto è sparita all’interno della sua magione. A rompere i c… ehmmm…
ad interloquire con qualcun altro, spero.
Con il mio bel rotolo di carta igienica in mano (una visione, penso, davvero inquietante), giro attorno al palazzo ed arrivo al secondo punto. Miro ad un cestino dell’immondizia di fianco all'albero isolato e avvolgo una bella striscia attorno al paletto. Quanto tempo sarà passato, nel frattempo? Va bene che
sono lento, ma… tre minuti? Con la coda dell’occhio vedo che a venti metri da
me, sulla strada, si ferma una pattuglia delle guardie giurate: “Lei… cosa sta
facendo?”.
Nulla, caro signore. Perché me lo chiede? … Segue breve
scambio di gagliardetti, io che faccio vedere la mappa e lui che fa vedere il
distintivo. Alla fine se ne esce con un generico “Ci sono state segnalazioni…
persone che circolano tra i palazzi per lasciare segnali…”; continua con un
riferimento non proprio politically correct su una certa etnìa in particolare e, per finire, un avvertimento secco e pungente di piantarla lì subito e di non attaccare nulla
da nessuna parte se non voglio avere problemi. Al che, pazientemente, cerco di
spiegare di nuovo la situazione, mostro anche la tessera della FISO (seguire la
storia della tessera Fiso che verrà buona in seguito) ed illustro il “piano D”
che prevede di attaccare solo una strisciolina di nastro adesivo brillante; per
garantire la mia buona volontà, torno indietro con lo sceriffo di Dodge City
fino al punto precedente e stacco la carta igienica sostituendola con il
suddetto nastro adesivo. Lo sceriffo si allontana con una faccia poca convinta e molto incaxxosa, come quella dello sceriffo Will Teasle quando fa testacoda sulla strada perché ha visto negli specchietti Rambo che sta riattraversando i confini di Hope.
(... la traccia evidente del mio passaggio, dopo aver salutato Will Teasle...)
(... questa invece devono averla messa per segnalare di andare a rubare a casa del picchio...)
Il resto della posa prosegue senza eccessivi problemi, anche
perché cerco di mimetizzarmi il più possibile in questi felpati dintorni e
l’operazione di attaccare la strisciolina di nastro la faccio con la stessa
velocità con cui Tex Willer fulmina con la pistola il cattivo di turno (poco
importa se i ragazzi avranno difficoltà a trovarla… dovranno fidarsi della
mappa e convincersi di essere finiti sul punto). Dicevo, prosegue tranquilla
fin quando non mi addentro nel boschetto a marcare la sequenza 28-32.
E’ vero, ho l’Ipod che manda Def Leppard a palla nelle
orecchie, quindi sono un po’ anestetizzato rispetto al rumore che può esserci nei dintorni. Ad un certo
punto riesco a percepire, persino sento alla schitarrata, un “Ehi tu!”
gridato molto forte e, un istante dopo, qualcuno che mi prende per la spalla…
Mi giro e mi trovo davanti una scena nella quale mancano soltanto i Navy
Seals e la Delta Force, mentre forse i movimenti che percepisco nella parte
alta del campo visivo non sono le foglie degli alberi che si muovono ma la
S.W.A.T. che sta rapidamente calando sulla scena. Il labiale (ho Def Leppard
sempre nelle orecchie) dice “pabomista i togunempi!”… che diventa un “favorisca
i documenti!” non appena tolgo gli auricolari.
“Prego, scusi?”. “Ho detto favorisca i documenti e ci
spieghi i motivi della sua presenza nel perimetro!”. Il cervello registra le
informazioni a velocità supersonica e colgo: una persona accanto a me. Una poco
lontana sulla strada, un auto sulla strada (forse due) con chiara indicazione
di appartenenza sulla fiancata, una serie di radioline che gracchiano
all’impazzata robe tipo “abbiamo raggiunto il sospetto… la situazione sembra
essere sotto controllo… verifiche in corso… restate in contatto…”; intanto ci
sono persone che fanno jogging accanto a noi, gente coi cani… metto su la mia
migliore faccia di tolla e, visto che siamo in un piccolo boschetto a bordo
strada, dico “Scusi, quale perimetro?”.
(... il luogo del remake dell'operazione Overlord...)
Non sto a menarla tanto, visto che da lì in avanti le cose
assumono contorni tra il clownesco ed il surreale. Finisco con il dover fare un
rapporto in un ufficio, rapporto dal quale si evince che:
1. Durante la posa avevo fatto scattare un qualche “allarme
di intrusione ambientale” (so dove è successo, ma perché me l’hanno detto Loro... viva la segretezza... ed è un posto a 5
metri dall'asfalto!…)
2. A quel punto ero stato identificato sulle telecamere di
sorveglianza e seguito come nemmeno Will Smith in “Nemico pubblico”
3. Avevo sollevato ulteriori sospetti perché mi muovevo in
direzioni casuali (grazie coach! La prossima volta tira una bella linea dritta senza tutti quei rimbalzi!) e mi fermavo ogni tanto a guardarmi attorno con atteggiamento
circospetto, attaccando dei segnali agli alberi
4. "Una volta deciso di stabilire un contatto col sospetto,
questo non rispondeva alle indicazioni verbali…" al che si deduce che la colpa
di tutto è di Def Leppard e che magari coi Matia Bazar più soffusi mi sarebbe andata meglio!
Da parte mia, tiro fuori nuovamente la tessera della FISO
sul retro della quale era ancora pinzato uno dei vecchi biglietti da visita da addetto
stampa che usavo due presidenti fa… “… e questa la teniamo Noi!”. Mostro la
mappa di gara, segnalando come non sia la prima volta che veniamo in quel posto a correre (ed io di
sicuro sono già passato nei pressi di quel punto dove è scattato l’allarme, anzi forse una
volta avevo addirittura un punto proprio lì!), ma ottengo solo sguardi
perplessi. Quando si capisce che è stato tutto un clamoroso equivoco, dopo
saluti e convenevoli di prammatica (cit. Nico Zuffi) molto più rilassati, posso tornare a
mettere gli ultimi piccichini rosso brillante seppure con un ritardo pazzesco
sulla tabella di marcia.
(... traccia del mio evidente passaggio nel "perimetro"...)
(... il particolare della traccia, se non si vedesse bene nella foto sopra...)
Alla fine di tutto questo po’ po’ di baraonda, ci ho rimesso
solo la mia tessera FISO rimasta in ostaggio della Squadra Aerea Speciale... anzi segnalo al mio Presidente ed al Presidente Gazzèrro - e non Gàzzero (cit. Mauro Nardi) - che sono privo di tessera FISO per il 2014. Ma
la cosa che mi sembra più buffa è che, fossi stato io davvero un pericoloso
personaggio, nessuno (nemmeno nei momento più caotici) ha mai voluto vedere i miei documenti ufficiali! Forse negli obiettivi della Fiso del terzo millennio
c’era quello di rendere la tessera della Federazione un documento ufficiale di
identificazione, valido anche per espatrio e sostituivo della patente C-D-E? Se
così fosse, ci siamo vicini…
Un ringraziamento al coach che ha tracciato il percorso (48
punti! Te possino…) mandandomi dritto tra le fauci dei Marines, e soprattutto
ai ragazzi che hanno aspettato pazientemente per un’ora al freddo, e che poi si
sono dovuti sorbire un allenamento di “trova il pixel rosso nel bosco”.
(... Metka verso il cocuzzolo della 29. Si coglie in alto a sinistra un brandello della carta ed in basso a sinistra metà del nastrino rosso...)
(... Sissio impegnato nel bosco, in "zona perimetro"...)
(... un esordiente passato di lì per caso, sempre in "zona perimetro"...)
2 Comments:
mah, che vuoi che ti dica... niente di nuovo... è proprio una pessima abitudine degli orientisti quella di violare sistematicamente proprietà private, residenze ufficiali, basi militari... dovete vergognarvi!!!
Per fortuna era un allenamento modulabile e quindi adattabile e si è, così, ugualmente potuto tenere.
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