Stegal67 Blog

Wednesday, January 16, 2008

Nell’ultimo fine settimana ho visto la luce!
“Hai visto la luce?”
Si, ho visto la luce. O meglio: ho avuto chiara, limpida, immutabile visione di due fatti fondamentali che caratterizzano la mia vita. Prima che parta la musica di Peter Gunn Theme (The Blues Brothers), spiego da dove derivi cotanta certezza.

Fatto numero 1. Il tempo scorre. Lo avreste mai detto? Io no!

Ma sabato sera a casa Volpi ne ho avuto la spudorata certezza. Sul televisore sono passate infatti le immagini dei filmini realizzati dalla Foxes Production in quel di

a) Goteborg, e fin qui... siamo al 2004... alcune fattezze si sono un po’ modificate ma tant’è... : certi arrivi raccapriccianti del gruppone Unione Lombarda (io, Atty, PLab, Refa e Foxes appunto) quasi mano nella mano a farci coraggio ed accompagnarci l’un l’altro fuori dalle fitte foreste svedesi! Un applauso a Davide per aver trovato la canzoncina dei Barbapapà a sottofondo dell’arrivo del gruppone a Torslanda (quarta tappa, evento che sarà molto probabilmente nella top three delle mie gare più belle quando mi deciderò a scriverlo

b) Scozia 6 days del 1999... e già qui ci siamo poco visto che tra tutti abbiamo guadagnato una media di 15 chili a testa! (un dato che si alza ancora di più quando si tiene conto invece che Roby è dimagrita), ma che bello rivedere altri arrivi mano nella mano (uno solo in realtà nella celebre tappa di Rogie dopo essere sopravvissuti ad alcuni passaggi stile free-climbing tra le rocce ed aver corso per la prima volta in vita mia una tappa con più di 350 metri di dislivello)

c) Svizzera 6 days del 1997... la mazzata definitiva al morale!!! Avevo ancora gli occhiali stile Epifanio: li cambiai definitivamente proprio durante quella trasferta, mettendo quelli che ho ancora oggi. La Fiat Tipo di quella volta, già di 5 anni, non è ancora stata cambiata (ma sto per...). Il peso era di circa 75 chili. Rivedere Paola con i capelli corti, stile teenager, Davide che compiva 29 anni proprio durante quella trasferta (e io 30), la sfida con il 67enne giapponese Mori Yoshishige in HC, la pioggia durante le gare ed il sole durante le gite... Roberta che arriva al traguardo e smoccola in tutte le lingue per la sua prestazione (ma quello succede ancora oggi). Un paio di mie braghe veramente raccapriccianti, ma Roberta in quel filmino indossa un pile dai colori psichedelici! Dulcis in fundo, Paola che racconta di averci messo 17 minuti sul primo punto dell’ultima tappa... ma io ricordavo che la carta di quella tappa è appesa al muro del corridoio di casa sua: e infatti eccolo lì il punto, ai Monts de Riaz, un punto a 200 metri dalla partenza, con davanti uno stradone e di fianco un prato enorme: 17 minuti ??? Eh si, quando si è poco più che esordienti succedono anche queste cose che oggi sarebbero inspiegabili (“metterci 17 minuti” mi succede ancora oggi, ma non su un punto del genere!)

Mi chiedo se tra 10 anni, riguardando quei filmini (su un altro supporto supertecnologico che nel frattempo avrà soppiantato il DVD), penserò al fatto che sono passati non 10 ma 20 anni.


Fatto numero 2. Le mie gambe reagiscono meglio se nelle mani è presente una cartina.

Domenica pomeriggio. Andrea G. festeggia il suo compleanno con una street-O, con percorso score e domande cui rispondere quando si arriva al centro del cerchietto (tipo: gli ultimi due numeri del telefono dell’insegna al centro del cerchietto).

Divertimento a go-go, vecchi marpioni dell’UL che non cedono un metro o una risposta, reclami e polemiche (ovviamente tutto per scherzo) alla fine come se ci giocassimo il campionato italiano.
E gambe che macinano bene. Oh se macinano! Una velocità assai maggiore di quella con cui mi metto ad inanellare giri noiosi sul campetto di allenamento davanti a casa. Una voglia ben superiore di aggredire la strada, di arrivare a quell’angolo laggiù sapendo già che devo svoltare e poi prendere la salitella... una tensione massima per limare un metro o un secondo o per sprintare alla fine della prova (eh già! Perchè se non sprinto, la Borroni mi passa sulle orecchie!)

Insomma: il fatto 2 è acclarato. Sono un orientista, non un runner. E me ne vanto e me ne bullo pure! Ho cercato di trovare il compromesso tra le due cose ma non c’è niente da fare: sono lento nella corsa e sono lento nell’orienteering, ma lo “Stegal con la cartina in mano” batterebbe lo “Stegal senza” di parecchie decine di metri, sullo stesso percorso!

5 Comments:

At 6:01 PM, Blogger Pierlabi said...

OK, faccio il pignolo.
1) a Goteborg 2004, io NON ero tra quelli mano nella mano all'arrivo (comunque eravate bellissimi...); io infatti ero BarbaPerso, quel deficiente talmente perso che non aveva capito che era esattamente dove voleva essere e che pertanto si e' ritirato trovando l'arrivo soltanto a orecchio (nuova tecnica dopo l'orienteering di precisione, quello grossolano, quello ad capocchiam e quello ad posteriorem, detto anche ad fortunam)
2) mi permetto di obiettare alla frase finale: non potra' mai essere lo stesso percorso, perche' sicuramente troveresti una passaggio alternativo piu' breve (nel bosco sicuramente con un triplo carpiato nei rovi)
3) ma come, cambi la macchina? dopo solo 3 anni che te lo diciamo?

 
At 9:11 PM, Anonymous Anonymous said...

Ok, rispondo al pignolo :-)
1) a Goteborg 2004 eri con noi in spirito. E poi non si può mai sapere di dove uno ti troverà nel bosco. O devo ricordarti della quinta tappa alla 5 giorni di Metz? Quando il "gruppone" UL commentò a voce alta "Cacchio! Grande gara del Labanti!"
2) sai che la mia pellaccia comincia ad essere refrattaria ai rovi? Mi sto O-imborghesendo?
3) solo perchè la signora sindaco forse vieta al traffico gli Euro1 !!!!

 
At 9:32 AM, Anonymous Anonymous said...

Vorrei segnalare a pierlabi che esiste anche la tecnica "a occhimetro" (più o meno ci siamo e la lanterna DOVREBBE essere DA QUESTE PARTI) molto in voga negli anni settanta ma non ancora abbandonata da molti orientisti non proprio in erba.

 
At 4:15 AM, Anonymous Anonymous said...

imparato molto

 
At 5:30 AM, Anonymous Anonymous said...

leggere l'intero blog, pretty good

 

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