Avventure in Portogallo – seconda edizione: World Masters Orienteering Championship
(parte 2 di 2)
(parte 2 di 2)
...
Mercoledì:
- piani ben riusciti
Primo giorno di qualificazione long. I dubbi sono legati alla lunghezza della gara (più del doppio della open), al dislivello, alla sabbia, alla lettura della carta… a tutto! Si viaggia sui 13 kmsf, il che mi fa pensare che in meno di due ore non ce la si fa. Per fortuna al centro gare ho trovato un nuovo paio di scarpe del mio numero, con le quali affronterò la tenzone (sempre in attesa di svelare il mistero delle mie Saucony molleggiate, sparite a Pedreanes…).
I primi a partire sono Rusky e Bibi, quest’ultima praticamente buttata un po’ recalcitrante nel box del meno 5 minuti. Dopo un’oretta abbondante mi aggiro per gli ultimi saluti pre-gara in zona finish quando vedo arrivare in rapida sequenza sia Bibi che Rusky! Ottima gara, penso io. Ottima gara, fanno segno loro. Non mi ricordo più se l’uno o l’altra esordiscono con il classico “oggi è proprio la carta per te, ti divertirai”… che mi sembra un po’ il commento che fanno quelli che sono appena usciti dal gabinetto del dentista a coloro che attendono in sala d’aspetto! E se poi mi perdo e faccio una gara schifosa e non mi diverto? Anche Lidia, di fronte alla mia previsione delle due ore (minimo) di gara mi dice di stare un po’ più su con il morale…
Saprò poi che Rusky prevedeva per me un tempo di 1h40m. Risultato finale 1h32m! E sono persino insoddisfatto.
Partenza nel sabbione e primo punto facile… sembra facile! Zona con sentieri e tracce e rade coppie di cocuzzoli in mezzo alle quali dovrebbe stare la mia lanterna; rade ma non uniche. Infatti io finisco subito storto sull’ALTRA coppia di cocuzzoli. Il tempo di pensare che dovrei tornare alla svedese e rifare il punto che ho un barlume di coscienza e mi accorgo dove sto sbagliando… mi sposto in zona punto ed ecco la mia lanterna! Da lì ne metterò insieme 18 (diciotto) senza alcuna sbavatura di rilievo. Il fatto è che sulla strada per la 2 mi viene in testa il concetto del “piano”: un piano, devo avere un piano in testa! Sabbione… traccia… giro attorno alla prima collina e passo sulla sella… sfilo la seconda collina… affronto la terza collina e dietro ci deve essere il mio avvallamento. E il bello è che c’è! Mi sembra quasi di vederlo in trasparenza attraverso le curve di livello: sto guardando il lato ovest di una collina ma è come se sapessi che sul lato est c’è il mio avvallamento, con un ditone luminoso che lo indica dall’alto! E avanti così per altre lanterne: recupero il finlandese partito due minuti prima di me (ma mi staccherà sulla corsa), conduco persino la tratta bi-chilometrica praticamente sotto la linea fino al punto… punto 7 sul quale porto un M40 “Tampere Pyrinto” in tuta rossa completamente perso! Infatti si attacca alle mie spalle sulla 8 e sulla 9 e sulla 10… per la 11 prende una strada diversa e lo saluto mentalmente pensando “vai! vai! che tanto non sai dove andare…!”. Mi riprenderà alla 13 in salita, attaccato alle piote di un altro concorrente.
Solo nel finale un paio di errori da 1 minuto o un minuto e mezzo sulle ultime due lanterne prima della 200. Gli ultimi due punti prima della 200, per deconcentrazione (sento la voce dello speaker… ma faccio anche io questo effetto???) e per consapevolezza di aver finito una bella gara. Non ho mai guardato l’orologio fino allo scarico si-card: 1h32m. Rusky mi dice del suo pronostico di un’ora e quaranta. Io sono felice per come ho fatto il percorso e in fondo ho preso solo 19 minuti da lui.
Oggi mi sono rimesso in bolla!
Giovedì:
- bolla! bolla!
- 30 secondi
Seconda prova long distance. Stessa carta, stesso mare, diversissima concezione. Niente più tratte iper-chilometriche (solo una da 1,5 km) ma una partenza con punti ravvicinati, poi 7\8 tratte a galoppare e poi un finale da vera gara middle in una zona dettagliatissima.
Partenza nel solito sabbione, stavolta sto più attento per non sbagliare la 1 e… ci finisco direttamente sopra! Anche stavolta alla 5 prendo il solito finnico partito davanti, mentre sulle tratte lunghe vengo raggiunto da atleti che partono alle mie spalle e quando arrivano sul punto partono nelle direzioni più assurde (cosicché me li ritrovo alle spalle). A metà della tratta lunga, al ristoro, trovo un francese della M65: poveretto! Sta a circa 3 km da più vicino dei punti della sua gara (tutti nella zona dettagliata): uno qualunque dei punti. Mi biascica un “encroyable…” al quale non posso che rispondere con un “je suis desolé”. Boschi di eucalipto si alternano a pinete e disboschi ruvidi, ma la tratta decisiva sarà la 13-14: media lunghezza, 3 rifornimenti in mezzo, ma soprattutto è il passaggio dalla zona “liscia” a quella molto dettagliata. Affronto la tratta con calma, bagnandomi ad ogni ristoro come ha insegnato Rusky, e con il mio piano in testa. E le lanterne sono sempre lì al loro posto, dove finisco io con sicurezza. Unico errore, di 30 secondi, alla 19. Ma basta accendere il cervello per capire come ricollocarsi e trovare il punto che non era affatto lontano da me. 30 secondi e basta in tutta la gara. Ok, sarà stata più facile. Ok, il bosco era più bello. Ok. Ok tutto.
Ma un tempo finale di un’ora e 23 minuti non me lo aspettavo. Il distacco da Rusky scende a 13 minuti. E una gara così non la facevo da tempo immemore, forse da Barricata 2007!
Sabato
- la festa appena incominciata… è già finita!
- ma in che posto improbabile abbiamo corso?
La gara di sabato sarebbe anche la finale dei WMOC 2008. Mi sembra quindi logico arrivare al centro gara e respirare un po’ di tensione agonistica in più rispetto alle due gare precedenti. Quel che si respira, anche, è l’impressione che il posto scelto per la finale non sia esattamente allo stesso livello delle due gare di qualificazione. Poco da dire sulla carta, che si rivelerà essere più pendente, più sabbiosa e assai più ruvida (presenza di distese di cespugli che “azzerano” le ausiliarie di collinette e depressioni rendendole quasi indistinte da lontano), qualcosa in più da dire sull’arrivo che non consente il formarsi di quelle “tribune naturali” di spettatori che mi aspetterei dalla finale. Anzi: sembra proprio che abbiamo tirato via erbacce, felci e rovi proprio per l’occasione.
La gara la gestisco nelle condizioni che ho descritto sopra: il terreno è più lento e faticoso, quindi ci sarebbe la possibilità di studiare buone scelte in anticipo se non fosse che le distese di cespugli bush-osi costringono i meno tecnici come me ad una andatura più cauta. Un errore di 2\3 minuti alla seconda lanterna (errore di parallelo) e qualche imprecisione qua e là si inframmezzano a tratte lente ma fatte veramente bene nelle quali seguo tutto il piano a menadito e finisco proprio in bocca ai punti, mettendo a frutto l’esperienza delle due gare di qualificazione. Nel finale di gara entro nella zona dove i più forti si stanno contendendo il mondiale, ed effettivamente vedo passare dei giovani quarantenni n grande spolvero atletico che attaccano visibilmente anche in salita. Spronato dall’esempio, riesco a condurre bene e con rinnovato vigore gli ultimissimi punti, recuperando ancora qualcosa a Rusky che era partito nei primi minuti di gara e non aveva nemmeno trovato riferimenti lungo il percorso.
Rettilineo finale ancora nel sabbione, sperando che almeno una delle foto scattate da amici e organizzatori sia venuta bene: perché per l’occasione indosso la maglietta rossa regalatami dagli organizzatori dei JWOC 2009, come novello uomo-sandwich.
Gara lunga, terreno più difficile, sabbia… 1 ora e 22 minuti di gara. Ancora qualcosa limato al mio migliore tempo ed al mio socio Rusky!
Allora la domanda non è più: cosa ci sono venuto a fare in Portogallo?
La domanda è: quando ci potrò ritornare? Perché sabato pomeriggio già si sente la mancanza di queste pinete marittime, piatte e con quella bella visibilità alta che avevo già dichiarato nell’intervista pre-mondiale essere di mio gradimento. E sono stato accontentato :-)
- piani ben riusciti
Primo giorno di qualificazione long. I dubbi sono legati alla lunghezza della gara (più del doppio della open), al dislivello, alla sabbia, alla lettura della carta… a tutto! Si viaggia sui 13 kmsf, il che mi fa pensare che in meno di due ore non ce la si fa. Per fortuna al centro gare ho trovato un nuovo paio di scarpe del mio numero, con le quali affronterò la tenzone (sempre in attesa di svelare il mistero delle mie Saucony molleggiate, sparite a Pedreanes…).
I primi a partire sono Rusky e Bibi, quest’ultima praticamente buttata un po’ recalcitrante nel box del meno 5 minuti. Dopo un’oretta abbondante mi aggiro per gli ultimi saluti pre-gara in zona finish quando vedo arrivare in rapida sequenza sia Bibi che Rusky! Ottima gara, penso io. Ottima gara, fanno segno loro. Non mi ricordo più se l’uno o l’altra esordiscono con il classico “oggi è proprio la carta per te, ti divertirai”… che mi sembra un po’ il commento che fanno quelli che sono appena usciti dal gabinetto del dentista a coloro che attendono in sala d’aspetto! E se poi mi perdo e faccio una gara schifosa e non mi diverto? Anche Lidia, di fronte alla mia previsione delle due ore (minimo) di gara mi dice di stare un po’ più su con il morale…
Saprò poi che Rusky prevedeva per me un tempo di 1h40m. Risultato finale 1h32m! E sono persino insoddisfatto.
Partenza nel sabbione e primo punto facile… sembra facile! Zona con sentieri e tracce e rade coppie di cocuzzoli in mezzo alle quali dovrebbe stare la mia lanterna; rade ma non uniche. Infatti io finisco subito storto sull’ALTRA coppia di cocuzzoli. Il tempo di pensare che dovrei tornare alla svedese e rifare il punto che ho un barlume di coscienza e mi accorgo dove sto sbagliando… mi sposto in zona punto ed ecco la mia lanterna! Da lì ne metterò insieme 18 (diciotto) senza alcuna sbavatura di rilievo. Il fatto è che sulla strada per la 2 mi viene in testa il concetto del “piano”: un piano, devo avere un piano in testa! Sabbione… traccia… giro attorno alla prima collina e passo sulla sella… sfilo la seconda collina… affronto la terza collina e dietro ci deve essere il mio avvallamento. E il bello è che c’è! Mi sembra quasi di vederlo in trasparenza attraverso le curve di livello: sto guardando il lato ovest di una collina ma è come se sapessi che sul lato est c’è il mio avvallamento, con un ditone luminoso che lo indica dall’alto! E avanti così per altre lanterne: recupero il finlandese partito due minuti prima di me (ma mi staccherà sulla corsa), conduco persino la tratta bi-chilometrica praticamente sotto la linea fino al punto… punto 7 sul quale porto un M40 “Tampere Pyrinto” in tuta rossa completamente perso! Infatti si attacca alle mie spalle sulla 8 e sulla 9 e sulla 10… per la 11 prende una strada diversa e lo saluto mentalmente pensando “vai! vai! che tanto non sai dove andare…!”. Mi riprenderà alla 13 in salita, attaccato alle piote di un altro concorrente.
Solo nel finale un paio di errori da 1 minuto o un minuto e mezzo sulle ultime due lanterne prima della 200. Gli ultimi due punti prima della 200, per deconcentrazione (sento la voce dello speaker… ma faccio anche io questo effetto???) e per consapevolezza di aver finito una bella gara. Non ho mai guardato l’orologio fino allo scarico si-card: 1h32m. Rusky mi dice del suo pronostico di un’ora e quaranta. Io sono felice per come ho fatto il percorso e in fondo ho preso solo 19 minuti da lui.
Oggi mi sono rimesso in bolla!
Giovedì:
- bolla! bolla!
- 30 secondi
Seconda prova long distance. Stessa carta, stesso mare, diversissima concezione. Niente più tratte iper-chilometriche (solo una da 1,5 km) ma una partenza con punti ravvicinati, poi 7\8 tratte a galoppare e poi un finale da vera gara middle in una zona dettagliatissima.
Partenza nel solito sabbione, stavolta sto più attento per non sbagliare la 1 e… ci finisco direttamente sopra! Anche stavolta alla 5 prendo il solito finnico partito davanti, mentre sulle tratte lunghe vengo raggiunto da atleti che partono alle mie spalle e quando arrivano sul punto partono nelle direzioni più assurde (cosicché me li ritrovo alle spalle). A metà della tratta lunga, al ristoro, trovo un francese della M65: poveretto! Sta a circa 3 km da più vicino dei punti della sua gara (tutti nella zona dettagliata): uno qualunque dei punti. Mi biascica un “encroyable…” al quale non posso che rispondere con un “je suis desolé”. Boschi di eucalipto si alternano a pinete e disboschi ruvidi, ma la tratta decisiva sarà la 13-14: media lunghezza, 3 rifornimenti in mezzo, ma soprattutto è il passaggio dalla zona “liscia” a quella molto dettagliata. Affronto la tratta con calma, bagnandomi ad ogni ristoro come ha insegnato Rusky, e con il mio piano in testa. E le lanterne sono sempre lì al loro posto, dove finisco io con sicurezza. Unico errore, di 30 secondi, alla 19. Ma basta accendere il cervello per capire come ricollocarsi e trovare il punto che non era affatto lontano da me. 30 secondi e basta in tutta la gara. Ok, sarà stata più facile. Ok, il bosco era più bello. Ok. Ok tutto.
Ma un tempo finale di un’ora e 23 minuti non me lo aspettavo. Il distacco da Rusky scende a 13 minuti. E una gara così non la facevo da tempo immemore, forse da Barricata 2007!
Sabato
- la festa appena incominciata… è già finita!
- ma in che posto improbabile abbiamo corso?
La gara di sabato sarebbe anche la finale dei WMOC 2008. Mi sembra quindi logico arrivare al centro gara e respirare un po’ di tensione agonistica in più rispetto alle due gare precedenti. Quel che si respira, anche, è l’impressione che il posto scelto per la finale non sia esattamente allo stesso livello delle due gare di qualificazione. Poco da dire sulla carta, che si rivelerà essere più pendente, più sabbiosa e assai più ruvida (presenza di distese di cespugli che “azzerano” le ausiliarie di collinette e depressioni rendendole quasi indistinte da lontano), qualcosa in più da dire sull’arrivo che non consente il formarsi di quelle “tribune naturali” di spettatori che mi aspetterei dalla finale. Anzi: sembra proprio che abbiamo tirato via erbacce, felci e rovi proprio per l’occasione.
La gara la gestisco nelle condizioni che ho descritto sopra: il terreno è più lento e faticoso, quindi ci sarebbe la possibilità di studiare buone scelte in anticipo se non fosse che le distese di cespugli bush-osi costringono i meno tecnici come me ad una andatura più cauta. Un errore di 2\3 minuti alla seconda lanterna (errore di parallelo) e qualche imprecisione qua e là si inframmezzano a tratte lente ma fatte veramente bene nelle quali seguo tutto il piano a menadito e finisco proprio in bocca ai punti, mettendo a frutto l’esperienza delle due gare di qualificazione. Nel finale di gara entro nella zona dove i più forti si stanno contendendo il mondiale, ed effettivamente vedo passare dei giovani quarantenni n grande spolvero atletico che attaccano visibilmente anche in salita. Spronato dall’esempio, riesco a condurre bene e con rinnovato vigore gli ultimissimi punti, recuperando ancora qualcosa a Rusky che era partito nei primi minuti di gara e non aveva nemmeno trovato riferimenti lungo il percorso.
Rettilineo finale ancora nel sabbione, sperando che almeno una delle foto scattate da amici e organizzatori sia venuta bene: perché per l’occasione indosso la maglietta rossa regalatami dagli organizzatori dei JWOC 2009, come novello uomo-sandwich.
Gara lunga, terreno più difficile, sabbia… 1 ora e 22 minuti di gara. Ancora qualcosa limato al mio migliore tempo ed al mio socio Rusky!
Allora la domanda non è più: cosa ci sono venuto a fare in Portogallo?
La domanda è: quando ci potrò ritornare? Perché sabato pomeriggio già si sente la mancanza di queste pinete marittime, piatte e con quella bella visibilità alta che avevo già dichiarato nell’intervista pre-mondiale essere di mio gradimento. E sono stato accontentato :-)
5 Comments:
Continua a rosicchiare tempo.... tanto, quando mi raggiungi, dovrai ancora migliorare per entrare in finale A!
dai che lo freghi, tu hai la passion, e la tua mente viaggia più veloce della luce.
Credo che ne dovrà passare di tempo e di allenamento prima che io possa fregare Rusky. Perchè lui fa parte di quella categoria di atleti Elite che si è fatto da se (cosa che, allenandosi a Milano, non è banale), si è costruito una tecnica solida (come ha fatto, visto che sulle carte tecnicheci va solo per le gare?) e ha coraggio e passione da vendere.
Se non fa una cappella o non decide di mandare a ramengo una gara, io gli sto dietro. Ma io punto agli H100, come noto...
Ma c'è una gara il 3 agosto...:-)
Ps:
di prossima pubblicazione:
"Lo Zio Sam (non) ha bisogno di te"
Ciao Ste
ho visto le carte sul sito di Rusky; deve essere stato davvero divertente e stimolante questo mondiale.
Anch'io vorrei tanto fare la gara del 3 Agosto ma una "faccenda" che tu sai non mi permettere di arrivare con un allenamento anche appena sufficiente. Avrei una gran voglia di viaggiare come voi.....
A presto, e in bocca al lupo per la vostra eccezionale estate orientistica.
Continua il mio momento favorevole... in un paese quasi sperduto, dopo alcuni problemi logistici, ho pescato un internet point (pure gratis, con tastiera complicata...) dove posso tenervi aggiornati da qui.
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