Il film “Ned Kelly” si apre con l’epilogo, la scena dell’impiccagione del bandito. Poi il film inizia e racconta la storia del protagonista... Allora anche io comincio dalla fine, dall’epilogo: l’alba di lunedì mattina quando un sms mi sveglia di soprassalto da un sonno ancora insufficiente a ricaricare a dovere le batterie, ed il messaggio mi dice che la classifica della gara di trail-O è cambiata ed io non sono più sesto ma chissà dove sono finito...
Bel risveglio, nulla da dire! Ma visto che in fondo certi risvegli me li sono andati io a cercare, vediamo di capire come sono arrivato a quello strano epilogo.
Innanzitutto la premessa è che il lungo week end di Tarzo l’ho studiato ben bene nei minimi dettagli (o quasi). Dal 9 febbraio al 21 marzo, infatti, avevo lavorato tutti i santi giorni tranne il sabato degli sprint di Firenze, con punte di 18 ore di lavoro al giorno (raggiunte lunedì 16 marzo e martedì 17 marzo); perciò quel che chiedevo realmente alla prima sosta di questo tour de force era:
- cancellare tutte le tossine del lavoro
- stancarmi a sufficienza da non ricordare nemmeno dove fosse collocata la mia scrivania.
Alla fine , devo ammettere di esserci riuscito!
Sabato mattina la GOK-car (primo grazie al GOK che mi sopporta in queste strampalate avventure) strapiena come un uovo è partita alla volta di Moriago per la prima delle due gare di giornata in programma: la Coppa del Veneto. Viaggio tranquillo, che si conclude nel parcheggio del campo sportivo a salutare un sacco di amici venuti fin lì da mezza Italia.
Quando si da il via alle danze della tenzone orientistica, scopro subito con un certo disappunto che le mie velleità finiscono al “Via!” dello starter: tutti i miei avversari in mass start schizzano via come proiettili... pure certi orribili vecchiacci con il doppio o quasi dei miei anni! Quella di Moriago è solo la quarta gara dell’anno per me, e dopo Monza e Firenze (ma con una carta per tanti versi decisamene più allettante) si risolve in un’altra corsa pazza sul piano alla quale non sono per niente pronto. D’altronde l’ultimo allenamento serio risale al mese scorso... “Sul piano” = senza dislivello; nonostante questo dopo una garetta senza infamia e senza lode, dopo 3 ali di farfalla fatte in progressione, arrivo al terzultimo punto di controllo in totale debito di ossigeno: è il momento nel quale vedo una linea abbastanza retta che dalla 15 porta in zona traguardo.
E penso “la 16 è il cerchietto sul cancello del campo sportivo e la 17 è il finish! E la linea retta mi porta al fettucciato che costeggia il recinto del campo!!!”.
Se penso che il mio cervello ha impiegato l’ultima molecola di ossigeno per meditare ‘sta pu11anata...!!! Quella linea retta, infatti, non è altro che l’unica curva di livello maestra di tutta la carta (passa, nevvero, al centro del cerchietto...); e non c’è nessun fettucciato, ovviamente, sul bordo del campo sportivo! La mia corsa pazza in mezzo alla palude si traduce, una volta arrivato all’ingresso del campo, in una verifica delle punzonature.... segue attimo di silenzio (attonito, come dice il bardo Dario Stefani) dopo il quale il cervello prorompe in una serie di improperi quando mi accorgo che ho saltato l’ultimo passaggio dal centro della farfalla. 4 minuti buoni persi. Ritorno a punzonare al centro della farfalla e sono insieme ad un avversario diretto di categoria, con il quale faccio una tirata finale fino al traguardo... volata persa di 1 metro, ovviamente!
Il dialogo che segue è surreale ed è l’epitaffio della mia gara:
lui “ma dove hai sbagliato?”
ed io “alla 15... sono andato dritto al traguardo...”
e lui “si, ma se eri lì con me dovevi aver sbagliato anche prima!”
ed io “no, errori non ne ho fatti...”
e lui “...allora devi essere andato proprio piano!”
Per la serie “se vuoi anche tirarmi una pistolettata in testa fai pure...”, niente male come inizio! Nel freddo post gara di Moriago per fortuna mi accolgono i miei pantaloni imbottiti ed un paio di calzettoni di lana; e alla fine è per colpa dei miei amati indumenti se non sono andato anche a fare un giro nella penombra per la gara in notturna che avrei speakerato di lì a poco: troppo bello stare al calduccio... così mi sono accontentato di tornare a vedere gli ultimi punti del giro diurno rifiutando l’offerta di Roland Pin di andare almeno a fare la farfalla degli Elite nella parte di cartina che non avevo ancora visitato.
Nella gara notturna ho fatto del mio meglio per coprire i lunghi minuti tra il secondo lancio di massa (tutte le categorie di contorno) e l’arrivo degli Elite... d’altronde non c’erano più di una ventina di persone ad aspettare gli arrivi, ed è andata a finire che gli Elite sono partiti per primi e sono pure arrivati per primi! Insomma, non mi è sembrato di aver contribuito molto alla riuscita della gara... così ho detto a Janos Manarin che avrei cercato di rifarmi il giorno dopo.
Ritorno in cuccia, vicino a Tarzo, sulla macchina del Varese Orienteering e con un navigatore satellitare che al confronto le scelte di percorso di Gueorgiou sono quelle di un simpatico umorista... faccio in tempo a gustarmi un piatto di pasta con il GOK team prima di cadere in catalessi sotto le coperte.
Janos ricompare nella mia vita solo poche ore più tardi, alle 7 in punto, per portarmi a Tarzo. Infatti l’Orienteering Tarzo e l’Orienteering Miane hanno deciso di coccolarmi proprio bene e così riesco a strappare un passaggio in zona gara proprio ad uno dei capisaldi dell’intera organizzazione che a quell’ora avrebbe già dovuto essere già nel bosco a posare.
Il compito più difficile dell’intera giornata che mi aspetta non è il mio impegno di speaker, bensì il convincere la mia pellaccia a rimanere abbigliata con la sola tuta da gara ed andare alla partenza quando la lancetta corta dell’orologio segna ancora il 7 e la temperatura ha un bel “meno” davanti al numero... Una volta postami la classica domanda “sente omini o cosa?” (e in genere io propendo sempre per il “cosa”) e stabilito quindi che questa gara s’aveva da fare, la temperatura e l’orario non sono più stati un problema!
Sono andato in zona partenza passando davanti alla chiesa (sguardi allibiti dei pellegrini della prima messa del mattino) e poi con Stefano Zonato ho raggiunto le cartine. Il via! non ha certo visto all’opera un baldo atleta, bensì il solito impiegato panzottello che ha cercato lemme lemme di scavare nella forza di volontà per cavare fuori un tempo meno che decente sulle prime 4 lanterne di puro e totale scorrimento. Quel tipo di percorso non è proprio nelle mie corde...; passato al punto 4 in 40 minuti circa, e c’è gente che nello stesso tempo avrà finito la gara, il ritmo si è animato nei punti successivi molto più vicini tra loro ma tecnici (per quanto tecnica possa essere una MB) sui quali mi sono divertito parecchio. Alla 11 ho capito di aver praticamente finito e sono sceso verso la zona traguardo... ma durante l’attraversamento dell’ultimo pratone ho intravisto sotto di me le macchine nel parcheggio dell’arrivo, e la mia auto-suggestione si è spinta a tal punto da sentire qualche incitamento provenire dalla zona dell’Er-team (potrei anche essermi sognato tutto!).
Poiché come tutti sanno sono molto timido, ho preferito sparire subito dalla vista degli eventuali spettatori (non so chi si poteva accorgere che c’era già qualcuno in gara) uscendo dal prato anche a costo di buttarmi di volata negli ultimi fittissimi rovi, solo per il gusto di aprire un nuovo sentiero nel verde 2!
Arrivo e cambio di volata, questo si molto veloce e performante, per seguire PLab verso il percorso di trail-O, seconda prova di giornata. Sul trail-O di Tarzo che posso dire se non che anche questa volta non ci ho capito molto? (le gare di trail-O stanno diventando sempre pià difficili ma anche sempre più concettose...). Voglio ringraziare chi mi ha lasciato lo spazio per partire (c’era già una piccola coda di atleti in attesa) e devo ringraziare anche la mia buona stella perchè molte delle risposte le ho date “de panza” ovvero ascoltando la vocina che nei primi 5 secondi mi diceva quale poteva essere la risposta corretta. Un simile atteggiamento non è molto rispettoso della disciplina e poteva tradursi non in un settimo posto finale, perchè tale è stato dopo tutti i cambi di versione della classifica, ma in un bello ZERO... solo che francamente non potevo attardarmi su un percorso che mi aveva visto già balbettante ed in preda a mille dubbi (soprattutto su dove fossero i punti di osservazione!) nelle prime 4 lanterne.
Finita la prova, nuova corsa (in salita, questa volta, poi voglio vedere se ho fatto più strada io o gli M40!!!) per due km circa fino al ritrovo di Tarzo. Qui scopro che al traguardo nel frattempo è giunto un solo concorrente... il resto lo potrebbero raccontare le persone che si sono sorbite la mia voce berciante per altre 3 ore circa, compresi gli atleti che so che mi hanno sentito dal bosco! Ancora ringraziamenti per i cloni di Janos Manarin e Roland Pin per l’aiuto costante (dico cloni perchè non potevano sempre essere loro due a stare dappertutto), e anche per Gianfranco De Vito per la predisposizione del tavolo da speaker e per Stefano Zonato per i tanti tempi segnalatimi nelle categorie master e giovani.
E grazie anche ai volontari del servizio radio che mi hanno fornito gli intermedi con i quali si è potuta fare un minimo di cronaca a distanza della gara... anche se proprio la radio ci ha fornito il momento più ansiogeno quando ha “mancato” il passaggio di Alessio Tenani: ci sono stati molti minuti di attesa nei quali abbiamo temuto anche che stesse succedendo qualcosa di brutto, poi per fortuna nel finale di gara Alessio è sbucato in fondo al rettilineo proprio davanti a Mamleev e tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo.
Finale di giornata con spelling telefonico delle classifiche Elite ed i risultati si sono visti, ma ho i testimoni (il GOK che si scaravoltava dal ridere) e non ne sono responsabile: mettere la faccia di John Belushi e parlatemi di cavallette, inondazioni e apocalissi varie ... ma NON E’ STATA COLPA MIA :-) , poi verifiche e controverifiche e contestazioni della classifica del trail-O, code disumane in autostrada ed un arrivo a tardissima serata a casa. E quando finalmente, passate le 3 di notte, sono passato dal sonno agitato al sonno ristoratore...
BIP BIIIIP...
il messaggio: non sono più il sesto in classifica della gara di trail-O. Che cavolo di risveglio! In ogni caso l’obiettivo principale è stato raggiunto: mi sono trascinato in ufficio, ed una volta entrato la mia testa ha pensato... quale diavolo è la mia scrivania? Niente di meglio di un week-end così per lasciarsi alle spalle 40 giorni di banca!
8 Comments:
E noi credevamo che il giovane Furia fosse stato vittima dell'inesperienza... alla Coppa Veneto avete fatto lo stesso identico errore.... e a guardare bene la carta non è così assurdo: "mai vista una maestra del genere" (s.d.)
Fatelo lavorare di più!! altrimenti non si spiega perchè è così fresco e disponibile nei week-end.... altro che uomo di compagnia!
Abbiamo discusso un bel po' prima di decidere se lasciare o meno le curve di livllo su una carta come Moriago, poi la decisone è stata di non toglierle. Ma di dubbi ne abbiamo avuti molti ...
Ho appena finito di mettere su carta le impressioni dell'uomo dietro al microfono... un breve sunto, diciamo :-)
Riguardo a quella curva maestra, io non ho scusanti: se vado piano e mi confondo pure vuol dire che devo pagare per i miei errori. Mi sono chiesto come se la sarebbero cavata gli Elite, ma non avevano quel punto mi pare. Starò più attento per la prossima volta
Più che le curve di livello, che per quanto impercettibili sul terreno, ci possono anche stare, quella maestra era veramente "tricky"...
Oh ragazzi ... la curva maestra non è che sia più CURVA delle altre; il suo valore è identico a una curva normale. Sfiga ha voluto che di lì passasse una quota multiplo di 25. OK si poteva barare e disegnarla normale ... tanto chi se n'accorgeva ...
Sarà per la prossima volta.
leggere l'intero blog, pretty good
La ringrazio per Blog intiresny
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