Stegal67 Blog

Wednesday, July 22, 2009

(Quinta tappa)

Slovenia: tornerò!!!

E si arriva così alla fine di questa ennesima avventura... tra i sassi e le buche ed il caldo opprimente, ma è sempre diecimila volte meglio che stare seduto in ufficio ad aspettare che piovano ca$$i&martelli.

Il menu domenicale prevede la sveglia presto, perchè (cara grazia) si parte nei primi minuti di gara invertendo la tendenza dell’ultima OOCup quando il gruppo GOK partì a fondo griglia con la prospettiva dell’apocalisse autostradale.

Primi minuti di griglia = temperatura accettabile. Sarà per questo motivo, sarà per via del fatto che dopo quattro giorni di battaglia qualche cosina sui sassi e le buche l’ho capita, sarà per la mega-cena a base di mega-pasta alla Gostilna di Vhrnika... ma stavolta le gambe girano parecchio! Ed è per questo motivo che prima l’amico Rudy Rooman e poi Bea Arn mi vedono passare nel bosco in stile “Ma pensavi di fare la finale dei 100 metri alle Olimpiadi?!?!?”.

Poi, ovvio, it’s orienteering e quindi si tratta anche di trovare le lanterne (un punto 8 decisamente facile sulla cartina ma bastardo non poco per me che arrivo a quel punto un po’ in deficit di ossigeno), ma dopo cinque giorni ho anche nelle orecchie la musichetta di “You! You and me! I feel so high when I think Orienteering...” che scoprirò solo oggi essere made by Manfredi-Viale... e con questa compagnia i punti vanno via abbastanza veloci uno dopo l’altro e ... surprise!... ad un certo momento sono a 3 punti dalla fine ed ho ancora energie per aumentare il ritmo!

Quei “3 punti dalla fine” mi piacerebbe persino che fossero belli complicati da godersi fino all’ultimo metro, ma ormai il bosco di Logatec non ha più segreti ed è sufficiente tenere d’occhio le tracce di sentiero per arrivare con una certa precisione in zona punto. Gli ultimi due, poi, sono un tuffo verso il traguardo in discesa a ripercorrere la stessa strada del giorno precedente. Ed improvvisamente scopro che anche la OOCup 2009 è finita!

Con la mia P.M. camuffata (mentalmente) da tappa corretta.

Con le maledizioni tirate al milioneedottocentomila tra rocce e roccette che invece da un certo punto in poi sono diventate quasi amiche.

Con i tracciatori che sorridono quando arrivo nella tenda dello scarico si-card dopo aver sentito per 3 volte l’intervista di Wolfang Poetsch (due volte al microfono) al quale rispondo sempre che la Slovenia mi piace molto e che la considero un vero Paradiso per l’orientista.

Per questo “Tornerò!”, ed anche per la birra Union, per la Nudina con il Karst Ham, per la Ljublijanska (o come diavolo si dice) da qualche etto... mi beccherò ancora il caldone e le rocce ed i disboschi ma chissenefrega! Per questa volta do retta alla coppia Manfredi-Viale:
“... I Like to compete – Being a champion – Is my secret dream!...”.

(Quarta tappa)

Slovenia, restituiscimi gli occhiali!!!

Passata la sventola della P.M., non mi resta che buttarmi con rinnovato vigore nelle ultime due tappe che passano dalla location attorno alla località innominabile ai dintorni di Logatec. Una quarta tappa lunga che si sviluppa in un bel bosco bianco e con tante rocce.
Partenza tranquilla e primi punti fatti benino prendendo le misure al bosco. Il tempo di soccorrere una W18 che si disintegra sui sassi cercando di arrivare alla lanterna prima di me (terzo punto – cocuzzolo) e vado via bello tranquillo sulla traccia che dalla 5 mi porta alla 6.

Premessa: è già capitato due volte che i rami di questo bel bosco “bianco” mi portassero via di netto gli occhiali, ma per fortuna entrambe le volte mi sono caduti o in mano o sui piedi. Nella quarta tappa non sarò così fortunato: tratta 5-6 e anziché fare il giro a destra o a sinistra sui sentieri mi butto dentro di testa nel bianco fitto... dai e ridai ad un certo punto una mano velenosa mi artiglia gli occhiali e me li strappa di dosso.
...
I puntini di sospensione stanno a descrivere i circa 10 minuti passati carponi nel verdone sassoso a cercare l’unico paio di occhiali decente in mio possesso :-(((

Quando ormai il panico è dirompente e sono quasi alle lacrime, passa sulla stessa linea un temerario della M18 che mi vede per terra e, in francese, mi chiede se è tutto ok...
“Ho perso gli occhiali... c’è una cosa rossa attaccata...” (come se quello potesse star lì ad aiutarmi)
E con la coda dell’occhio lo vedo chinarsi a 3 metri da me...
“Sono questi *”.
Francamente vorrei abbracciarlo e baciarlo e offrirgli una magnum di champagne; l’asterisco in fondo alla battuta “Sono questi” sta ad indicare che non so se è un “!” o un “?”.
Nel primo caso una bella botta di fortuna per me, mentre nel secondo caso la botta l’avrebbe presa prima lui... non è che nel bosco sloveno gli occhiali crescano come funghi!

Scampato il pericolo, mi appropinquo alla tratta lunga (mooooolto lunga) come se fosse una passeggiata; tanto la concentrazione è a ramengo ed il bosco è bianco.

Bianco. Nel senso che hanno finito il toner!!!

Un groviglio inestricabile di sassi, disboschi, ramaglie, erbe basse che nascondono voragini! Bianco??? Ma non c’è in tutta la stramaledettissima ISSOM un simbolo per dire che da mezzo metro di altezza in SU è tutto bello come ai MillePini ma dal mezzo metro di bassezza in GIU’ è un inestricabile e pazzesco inferno???

Niente da fare: l’unica cosa che si può fare è portarsi rapidamente fuori dal casino ed affrontare tutte le tratte quanto più possibile su sentiero. Purtroppo da metà della quarta tappa in poi diventa veramente un terno al lotto capire se il bosco bianco tra le mega-depressione è “corribile” o è bianco “per modo di dire” (si veda in proposito anche il blog di Rusky.

In ogni caso qualche bella lanterna nel finale mi vede ancora lottare con i rami bassi (ma ci sto più attento) per un finale in 1h35m che ritengo più che soddisfacente per me.

(Terza tappa)

Slovenia P.(orcaccia) M.(iseria)...

Oggi ho scoperto, sulla mia pellaccia, quanto sia difficile mantenersi lucidi quando si va clamorosamente sopra soglia, per di più sotto il sole cocente. Terza tappa simil-sprint (per quanto si possa definire sprint una gara che si corre tra le rocce slovene) con un percorso di poco più di 3 km e mezzo e 19 punti di controllo. In pratica un gran corri&vai da un punto all’altro, sempre più freneticamente, sempre più veloci, sempre più cotti... fino al botto finale!

Dislivello, as usual, non noto. Ma questa volta sensibile e ben identificabile visto che soprattutto ad inizio gara il tracciato manda da una collina all’altra ed in mezzo ci sono anche delle vallette abbastanza profonde... quindi la prima parte del percorso è tutto un su e giù cercando almeno di limitare la strada e di rimanere sotto la linea magenta visto che il bianco del bosco lo permette. Il bosco permette anche in questa terza tappa di essere precisi... le lanterne sono talmente vicine che l’uscita dal punto coincide con l’attacco di quello successivo quindi a meno di grossi svarioni non è possibile sbagliare molto. La velocità rimane elevatissima e la temperatura pure.

Finisce così che arrivo al punto 14 in gran spolvero, almeno per le mie possibilità, ma completamente cotto. Comincio ad essere impreciso alla 15, ed alla 16 ho l’ultimo guizzo di lucidità riuscendo persino a staccare il francese che lotta per il podio. Il trasferimento alla 17 tutto su sentiero ad evitare un profondo vallone verde e poi ... la nebbia: arrivo vicino alla 17 attaccandola dalla cima di una collina e nell’ultimo secondo di lucidità guardo verso il piede della collina per cercare il punto (parete rocciosa al piede). L’ultimo secondo, appunto. Cotto come sono finisco per percorrere la cresta della collina, anziché scendere, e trovo un’altra lanterna: arriva di fronte a me un Elite che urla per chiedere strada ed io, anziché controllare il codice, punzono di volata e mi butto a capofitto.

Risultato: P.(orcaccia) M.(iseria)! Che sarebbe in realtà P.E. ma in fondo è lo stesso. Nelle ultime due lanterne sono veramente cotto: alla 18 ci arrivo in stile zombi, mentre attorno a me Petr Losman rimbalza da una roccia (e da una lanterna) all’altra passandomi accanto due volte per chiedermi se ho trovato il punto. E anziché andare alla 19 vado direttamente al finish. La mia gara durerebbe 58 minuti, e sotto l’ora sarebbe un bel risultato, e devo dire che non mi importa tanto la P.M.: so che è dovuta al fatto che ho tirato over my top in questa tappa, e quindi sapete cosa dico? Che mi va bene così!

(Seconda tappa)

Slovenia poetica.
Oggi tutti quanti si son dati un gran da fare a colpi di frasi celebri.
Ha cominciato Rusky prima della partenza: “Oggi si fa LA GARA!” (intendeva: oggi si determina la classifica finale).
Ho continuato io dopo l’arrivo: “Ma chi ci ammazza più a noi dopo ‘sta gara?”

In effetti la gara di oggi non è proprio identificabile come una passeggiata nel parco. Il vincitore di categoria ci mette 62 minuti, che per 5,3 km (il dislivello non è mai noto) sarebbero una media da esordienti alle prime armi.
But Slovenia is Slovenia. Se ne accorge Wolfgang Poetsch che al minuto 50 di gara dice più o meno qualcosa del titpo “Stiamo ancora aspettando il secondo concorrente al traguardo”.
Se ne accorge l’amico belga Rudy Rooman, che se solo ci fossero stati ancora due o tre punti stavolta lo “palavo”.
Me ne accorgo io che sono felice per aver chiuso in 93 minuti lasciando alla fine solo 5 minuti netti di errore su due punti (5 e 9) e tirandomi fuori, non ho ancora capito se con classe o di puro deretano, da due errori di parallelo che rischiano di portarmi completamente fuori dalla zona punto.
Se ne accorgono anche Bibi e PLab, che chiudono ben oltre le due ore di gara ma senza ritirarsi, lasciando talvolta (soprattutto Bibi) minuti a mazzi tra le centinaia di buche del bosco, e son un tempo simile non sono nemmeno a fondo classifica!

Quindi tutto sommato sono convinto di aver detto io la frase giusta: “Ma a noi... ma dopo una gara del genere chi ci può ammazzare più?!?”. Detto prima di altre tre tappe della Orienteering On Line Cup, potrei scoprire presto di essermi tirato sui piedi la gufata del secolo...

See you tomorrow!

(Prima tappa)

Slovenia violenta.

Non è il titolo di un filmetto di serie C anni ’70 stile “La polizia s’incazza”... Slovenia violenta è ciò che ogni volta ci troviamo di fronte in queste belle gare estive come la Orienteering On Line Cup.

Ma si può essere così stanchi e a pezzi dopo una gara di soli 4 km? (il dislivello come sempre non è noto). Si vede che si può! Slovenia divertente. Slovenia tecnica. Slovenia impegnativa. Ma sempre "violenta" è... Il primo della classifica M40 vince con circa 48 minuti, ed è un viaggiare veramente forte, credete a me!

Io impiego 26 minuti a venire a capo delle prime 9 lanterne che sono tutte un continuo stop&go in mezzo alle milionate di rocce ed alle mille depressioni della zona di Crni Vrh. Poi ci sono le due tratte lunghe senza troppi punti di riferimento, con i bordi delle depressioni che diventano da “bianchi” a “verdi” e bisogna lottare contro la fatica e la forza di gravità per riuscire a tenere la linea voluta.

Tratte lunghe che diventano veramente impegnative in zona punto, quando l’approssimazione con la quale si arriva vicino al cerchietto è più alta rispetto alla prima mezz’ora di gara... la depressione che ci sta davanti è quella che mi porta in zona punto, o un’altra vicina, o una che non ci azzecca niente? Nella prima tappa della OOCup, appena il tempo di abbandonare una zona veramente infestata ed insidiosa (nella quale è difficile anche per i migliori muoversi a meno di 10 minuti al kmsf) che il loop finale ci ributta nuovamente proprio in mezzo alla suddetta zona...

Il mio primo tempo di gara è di 1h12m... e ad un certo punto pensavo pure di riuscire a stare attorno all’ora! Non fosse altro perchè il ceco che mi partiva davanti di 4 minuti l’ho beccato al punto 4 e l’ho staccato al punto 5. Poi lui ha inserito il turbo per concludere in 62 minuti. Ma in Slovenia i minuti di vantaggio e di svantaggio si misurano con l’orologio del campanile, ed io sono contento della mia prima tappa.

Capitolo a parte. Ci sono 3 gare a Crni Vhr. Una è quella di oggi, una domani a Predgridze. La terza? PLab mi assicura che non sarà in quel posto di cui evito persino di fare il nome... sennò mi sa che non riesco a tornare a casa!

3 Comments:

At 6:52 PM, Anonymous MT said...

è curioso che la canzone più bella sull'orienteering l'abbia scritta un italiano che non ha mai fatto una gara in vita sua. All'Oringen 2008 lo hanno intervistato, memorabile:

http://www.youtube.com/watch?v=mKrAHGCZKMA&feature=related

 
At 9:07 AM, Anonymous Anonymous said...

leggere l'intero blog, pretty good

 
At 1:35 AM, Anonymous Anonymous said...

imparato molto

 

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