Stegal67 Blog

Friday, May 07, 2010

La seconda tappa della Due Giorni della Lessinia, affrontata in MB dopo una prima giornata di sconfitta su tutta la linea in M35, mi si è presentata dopo (finalmente) una buona cena, una buona birra, un buon krapfen in pasticceria (ho scoperto che Bosco Chiesanuova è famosa per i krapfen... un po’ piccoli però!) ed una buona notte di sonno interrotta solo da una misteriosa aggressione ai danni di Attilio da parte di un fantasma che a quanto pare ancora si aggira nella stanza 14 dell’Hotel Frizzolan.

Una MB che ha avuto lampi di ilarità, di riflessione e di pensieri filosofici, nonché di perdite della trebisonda. Il finale in salita (e per fortuna ci è stata risparmiata l’ascesa al ritrovo) mi ha visto vano inseguitore di mamma Murer... mentre alcuni membri dell’Er-Team salutavano il mio arrivo con commenti che non dovrebbero MAI essere indirizzati a chi ... “ha il microfono in mano” :-)))))

Ilarità e contentezza.
Si parte nel solito apertone della carta della Lessinia. Pronti via ed una breve ascesa alla lanterna svedese mi porta all’angolo di un muretto. La lunga e sempre laboriosa ricerca del triangolo di partenza (perchè? ... E sottolineo PERCHE’... non mi capita mai di cuccarlo al primo colpo?) mi fa intravedere il primo punto a poca distanza, in un grooooosso avvallamento. Mi giro di 90° e vedo nell’ordine: muretto dritto come un fuso che mi porta in area punto, angolo di muretto che mi fa da punto di arresto, casottino nel prato che fa da attacco al punto... il problema è che vedo tutto questo insieme e vedo già una specie di voragine che scende nel vuoto; dovrebbe essere il groooooosso avvallamento.
La mente dell’impiegato panzottello si riempie di circospezione, il passo è sempre quello strascicato del finale dei quasi 14kmsf di Brinzio anche se siamo solo in partenza di una MB... gli occhi vagano a destra e sinistra a cercare i segnali che dovrebbero indicarmi che la direzione presa con sicumera è sicuramente sbagliata... ed ecco che la lanterna appare ai miei piedi.
Due pensieri: 1) Buselli (il mitico Buselli dei miei primi anni da orientista, un idolo... e adesso dovrò spiegare a Dario Pedrotti chi era e cosa è stato Buselli...) l’avrà fatta in 30 secondi. 2) “...mmazza! E’ così che sono diventate le HB negli ultimi anni???”

Riflessione e pensieri filosofici.
Ho scoperto perchè il bosco è mio amico. L’ho scoperto andando alla lanterna 2. Il primo dei lunghi trasferimenti che Valerio\Walter\Stefano hanno messo anche nella MB. Sono ripassato dietro alla cascina che aveva già fatto da punto di riferimento nella prima tappa. E sono ritornato su quei valloni aperti attraversati nella prima tappa, enormi, pratosi... OPPRIMENTI!
Ho capito una cosa.
La mente, la mia mente, nel bosco ragiona su una distanza “visuale” di pochi metri. Da QUI io vedo fino a LA’, e LA’ non è così distante da farmi pensare ad altro. Devo stare concentrato sulla carta. Quando poi LA’ è diventato QUI, il gioco ricomincia.
Non così sulla carta della Lessinia. Mentre andavo alla 2 mi sono visto aggirare un grosso dosso, e quando si è aperto davanti a me il mega-pascolo il mio pensiero è stato “facile... adesso sono QUI e devo arrivare LA’”. Solo che LA’ è rimasto LA’ per ancora parecchio tempo... LA’ era sempre LA’ IN FONDO, mentre io con il mio passo ancora più lumacoso che in partenza mi spostavo da QUI a QUI più qualche metro, poi a LI’, poi a LI’ un po’ più lontano... ma LA’ continuava a rimanere distante.
Finché mi sono stufato e ho preso la direttissima in salita che mi portava nel bosco: dislivello inutile, passaggi tra le rocce ad arrampicarmi, ma almeno avevo ricostruito la mia stabilità mentale. Il mio limitato orizzonte visuale e la mia attitudine a ragionare per piccoli (lenti) passi successivi.
Così anche per andare alla 3, quando anziché scendere sul facile sentiero a bordo pascolo sono rimasto in quota nel bosco (bianco ma anche un po’ verde) e scosceso. Facendomi superare (e salutare con la manina) da tutti coloro che nel frattempo avevano preso l’autostrada, e che alla fine non faranno poi così tanto dislivello in più del sottoscritto.

Perdite di trebisonda.
Potrà mai mancare? E’ quello che ho fatto per andare alla penultima lanterna. Una MB, per lunga che sia, si aggirerà sempre attorno all’ora di gara. La mia testa può reggere la fatica mentale e dopo 20 minuti di percorso (tra la 2 e la 3) avevo capito di essere quasi a metà gara... e quindi di lì a poco a due terzi di gara, a tre quarti di gara.... all’arrivo!
Peccato che ho staccato la testa prima di arrivarci, a quell’arrivo.
Esco dal terz’ultimo punto e vedo davanti a me ancora una scelta ovvia: scendo nel prato, lo percorro tutto a bordo bosco, imbocco il sentiero e alla curva sono proprio sotto alla lanterna. Troppo facile. Anni di M35 mi hanno fatto diventare sospettoso. “Sicuramente i tracciatori hanno previsto una scelta meno ovvia ma mooooolto più redditizia... ‘spetta ‘mo che la trovo!”.
La mia “redditizia” scelta ha previsto un passaggio in costa ripida a scavalcare pure un albero fulminato, una ascesa tra le rocce che nemmeno in ragni della Grigna (in alcuni passaggi sembravo Edlinger...) e quando alla fine mi sono ritrovato mio malgrado su un pascolo, con casetta a vista, ho guardato in fondo (ad almeno mezzo km di distanza) e ho visto il ritrovo.
E ho pensato: dove sono finito? E soprattutto, mi staranno vedendo anche loro???
Beh! La mia scelta “redditizia” mi ha portato sul pascolo alto. Dislivello e fatica a profusione, ed intanto la mia mente vedeva sull’invisibile pascolo basso i miei compagni di squadra che passavano (e mi salutavano ancora con la manina)...

Insomma. Devo tarare un po’ la mia prospettiva:
1) le MB non sono così facile come il primo punto di una gara potrebbe fare pensare
2) devo imparare a non amare il bosco così tanto da lasciar perdere una scelta facile
Ma soprattutto
3) se vedi una scelta facile... PRENDILA !!!!

3 Comments:

At 11:03 AM, Blogger Dopolav-ori said...

in effetti mi stavo proprio chiedendo chi fosse sto Buselli...

 
At 11:45 AM, Anonymous stegal said...

Allora... prima mi è toccato spiegare chi era Maddalena.

Poi... mi è toccato spiegare chi era DellaSanta.

Adesso... mi tocca spiegare chi è Buselli.

Domani... spiegherò chi era Deligios, "the great Deligios", che avrebbe potuto essere (con Simoni e con Luis L.) il più forte di tutti gli orientisti italiani se fosse nato sulle sponde dell'Adige.

 
At 7:45 PM, Anonymous zonori said...

Giusta osservazione Rusky: DallaSanta in effetti non esiste! DALLA Santa. Denis DAlla Santa.

Giusta osservazione Stegal: devo imparare a non amare il bosco così tanto da lasciar perdere una scelta facile. Giusto giusto due giorni fa mi è costato un titolo italiano.

 

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