Stegal67 Blog

Sunday, June 13, 2010

Le situazioni evolvono spesso in direzioni imprevedibili.
Imprevedibili e talvolta negative.

Avrei tanto voluto scrivere un “Ancora 48 ore” che sarebbe cominciato con i titoli di coda del film precedente, con il ritorno a casa (o meglio, alla stazione di Vicenza) in macchina con la famiglia Guarato-Marcati... E poi avrei voluto raccontare un venerdì sera alla seconda tappa di Fra.G.Ori in Ticino. E infine il fine settimana atteso da inizio anno, quello della O-Marathon degli Altipiani, con il terzo attacco alla categoria Elite e, en passant, una nuova Coppa Italia di trail-O a Serrada di Folgaria.

Ahime... nulla di tutto ciò si è verificato. O quasi. Accade tutto venerdì sera attorno alle 19.35. Sono a Mezzovico, alla seconda tappa di Fra.G.Ori. E sto corricchiando nel deadlo di viuzze del paese sul bel tracciato di Anna Bisceglia. Non sono molto concentrato, forse a causa di una ennesima giornata di lavoro terrificante. Sto andando verso il settimo punto e la mia scelta prevede un passaggio in una zona... forse un complesso scolastico?... con un piccolo campo rettangolare asfaltato che mi indirizza verso un masso a bordo del torrente che scende dalla montagna. La discesa avviene lungo una piccola scalinata, ma visto che il punto si trova alla mia sinistra decido di abbandonare i gradini e continuare di sbieco sull’erba del prato... L’ultimo passo col piede destro atterra proprio sul bordo tra il gradino e l’erba.

Un attimo. Una pattinata. Sento che la caviglia destra sta per cedere e “richiamo” il piede sinistro per reggere il mio dolce peso. Ma il piede sinistro è già in zona erbosa. La punta della scarpa si impianta nell’erba e si blocca. La caviglia sinistra ha un elongazione innaturale e sento un crac sinistro... e poi un dolore fortissimo che sale lungo la gamba verso il ginocchio. E’ come se qualcuno stesse cercando di estirparmi muscoli e tendini strappandoli dall’alluce con una tenaglia. La punta del piede è sempre piantata nell’erba, il ginocchio si piega di brutto sotto il mio fondoschiena... io crollo lungo il prato erboso finché il mio peso crea abbastanza attrito sul terreno da vincere la forza di gravità.

Il primo pensiero, nel dolore lancinante, è che là sotto si sia spaccato tutto. Uso una mano per estrarre il ginocchio e mi accorgo per fortuna che il cartello “Dolore” si ferma appena qualche centimetro sotto il ginocchio. La caviglia però è saltata. Tacito in un istante la vocina che dice “Su, forza, puoi proseguire e finire la gara!”. So che devo raggiungere prima possibile il traguardo e chiedere aiuto. Per fortuna sto transitando proprio sopra all’arrivo: scendo con molta circospezione e dolore e vengo preso in custodia da Ester che arriva col ghiaccio... lo vorrebbe applicare sopra la calza ma io lo voglio sulla pelle perchè faccia più effetto e subito. “La caviglia è la tua” dice Ester, ma non mi interessa: voglio fermare il gonfiore prima che la caviglia si gonfi come un pallone. Cosa che in parte, ovviamente, avviene lo stesso. Ma il peggio che temevo sembra definitivamente passato. Ancora un po’ di pomata fredda, mille raccomandazioni... ritorno a Milano con fatica e con ancora più fatica mi metto a letto stentando a prendere sonno per il male. Intanto il GOK è stato avvisato: Stegal infortunato, O-Marathon saltata.

Sabato mattina all’alba il GOK prende a bordo uno Stegal dolorante e abbacchiato. Direzione Serrada di Folgaria. Alla Coppa Italia di trail-O sembra che io sia l’unico “paralimpico” al via... d’altronde la mia zoppia è evidente. La gara di Coppa Italia la ricorderò qui sul blog soprattutto per alcuni fattori di secondo piano:
- le lanterne che sembrano lavate col muriatico da tanto che sono sbiadite (alcune invisibili a vedersi nel bosco verde)
- il dolore che mi impedisce di muovermi agevolmente e, soprattutto, mi distrae continuamente (scambierò il simbolo di “radici” con quello di “alberi” e mi accorgerò solo dopo gara che un certo simbolo non rappresentava una panchina ma una enorme croce di pietra a bordo strada...)

Il mio risultato è il peggiore di questa Coppa Italia, in una classifica molto corta, ma l’amarezza è compensata dalla doppietta del GOK “Rusky + PLab” dopo che la prima classifica li aveva messi ai primi due posti in ordine contrario. Le due ore di, seppur agitato, sonno pomeridiano sono le prime della settimana che mi godo veramente, così come la autentica catalessi post-cena... Perchè adesso arriva domenica, la domenica della O.-Marathon, ed è il momento di pensare a qualcosa di brutto e di nefasto che io ed il pompelmo (ovvero la mia caviglia) possiamo combinare...

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