Stegal67 Blog

Sunday, May 23, 2010

Vita da speaker

(e qui ci starebbe bene un inizio stile “Attenti a quei due”... ta-ta-taaaa tata-ta-taaaa ... ah! Come mi vedrei bene nei panni di Danny White...)

http://www.youtube.com/watch?v=et6oaQy2zOk&feature=fvst

Vita da speaker, ragazzi. Dura, molto dura. Mooooolto dura. Ma divertente, sempre al limite, sempre in bilico tra la fesseria incombente e la sbracatura galeazziana. Ma dura! Però qualcuno mi dice che ogni tanto me le vado a cercare... e allora, per vedere come potrei fare lo speaker “in quell’altro modo”, stavolta ho fatto in modo che alla Coppa Italia della Penicina, oltre al sottoscritto ci fosse anche un altro speaker. Diciamo uno bravo. Diciamo uno dei più bravi.

Diciamo Per Forsberg.

Ecco.
Per Forsberg arriva alla Penicina in perfetta forma. Ha riposato durante la settimana, una telecronaca di hockey, una comparsata in televisione... Sabato sera una buona cena italiana al ristorante (qualunque ristorante, anche la più fetida delle pizzerie al trancio, è meglio del più fine gourmet scandinavo). Per Forsberg stringe mani e saluta in quattro lingue diverse, prima di concedersi una buona notte di sonno.

Stegal arriva alla Penicina dopo 17 giorni consecutivi di lavoro a doppi turni (più qualche nottata in ufficio) ed una serie di inca$$ature lavorative da tirar via la pelle di dosso a qualcuno. La cena di sabato... semplicemente non c’è, troppo stanco per cenare si va a letto alle 20.30 quando tutta Milano cade nella catalessi da finale di Champions League (tanto io non ho la televisione e non la potrei vedere). Sabato sera i bookmakers danno per poco sicura la presenza di Stegal domenica mattina alla Penicina.

Per Forsberg si sveglia domenica mattina al suono di un carillon. Dal basso giunge un aroma di croissant caldo appena sfornato. Scende a colazione stringendo mani e augurando la buona giornata in sei lingue diverse. Differente il suono che alle 5.15 sveglia di soprassalto Stegal: sono rientrati alcuni tifosi da San Siro ed hanno deciso di svegliare il condominio... visto che di croissant caldi non c’è nemmeno l’ombra, tanto vale svuotare il cartoccio di succo d’arancia (che sta anche scadendo) e infilarsi in autostrada.

A due ore dalla prima partenza, Per Forsberg si presenta in tenuta da perfetto gentleman in zona arrivo; per lui è riservata una ampia zona demilitarizzata... computer, maxi schermi, griglie comparate e databases con i risultati degli ultimi 24 anni di orienteering mondiali (compare persino la vittoria di Stegal al Trofeo della Grotta di Villazzano!). Per Forsberg stringe mani e comincia a dare ordini in otto lingue diverse affinché tutto proceda per il meglio. Anche Stegal è in zona arrivo due ore prima della partenza. Abbigliamento rivedibile (sopra la maglia dell’Aget Lugano, sotto un paio di pantaloni orientistici ante-guerra, Inov-8 incollate dal papà ai piedi). La zona a lui riservata dista dagli spettatori meno della lunghezza di un braccio di Alberto Simionato, il che consentirà a Tone di mollargli una “pizza” a tradimento sul coppino... Per fortuna Roberto Manelli, tra le ventiseimila cose che ha fatto per organizzare la gara, ha trovato il tempo di stampare mille griglie per lo speaker (grazie Roberto!).

Meno un’ora alla partenza. Per Forsberg sembra Eisenhower durante lo sbarco in Normandia: stringe un milione di mani e, parlando in dodici lingue, coordina il lavoro di un numero di persone quante nemmeno al concerto del 1° maggio (su coraggio!) secondo la stima degli organizzatori. Alla stessa ora, Stegal è alle prese con le prime lanterne della Penicina, in quanto si ostina imperterrito a voler fare la gara come tutti gli altri per osservare da vicino come è il bosco e vedere l’effetto che fa in gara... e poiché va a più di 10 minuti al kmsf pensa persino di essere un buon orientista, visto che stavolta le lanterne gli si fanno letteralmente incontro.

Meno 30 minuti alla partenza. Per Forsberg ha stretto le mani di tutti gli Elite in gara, li ha intervistati in sedici lingue diverse compresi alcuni dialetti dei Carpazi e si accinge a dare il solenne via alla tenzone con un “Extra omnes” come nemmeno alle elezioni papali...
Nel frattempo Stegal comincia ad accorgersi alla lanterna 6 che partire un’ora e mezzo prima è molto divertente (lo è anche per i cinghiali che possono giovarsi del vantaggio numerico contro l’unico orientista in gara...) ma talvolta possono esserci dei piccoli svarioni. Dopo 5 lanterne, infatti, l’attacco alla 6 è preciso come nemmeno quello di Dario Pedrotti che imita Gueorgiou, ma la lanterna semplicemente non c’è... poiché anche sulla 3, 4 e 5 aveva già avuto qualche problema (del tipo “stazione assente + mantellina adagiata a terra quindi invisibile = difficoltà a trovare solo il paletto + punzonatura sulla carta), Stegal non si fida del suo orientamento (e come potrebbe, se lo chiede persino Per Forsberg in diciassette idiomi indoeuropei!) e quindi riattacca il punto per ben 3 volte, uscendo dal punto a trovare un punto d’attacco ogni volta diverso. E poiché ogni volta trova il punto d’attacco al volo, e ogni volta torna dritto al punto di partenza... questo di solito vuol dire una sola cosa ma Stegal non è in grado di capire che il punto manca davvero! Facendo cerchi sempre più larghi, finalmente Stegal trova una lanterna: che ha il codice giusto! Peccato che sia posata in un posto che non ci azzecca niente... ma Stegal è solo contento che la sua gara non sia PM e prosegue.

Al punto 9, Stegal gira attorno al dosso in cerca di una carbonaia: la vede da lontano (15 metri) ma non vede il punto; ricomincia a girare in tondo attorno alla carbonaia per qualche minuto, finché dopo un tempo indefinito sente un pesante tramestio nel bosco. Temendo un nuovo attacco da parte dei cinghiali, Stegal si acquatta nel sottobosco e ad un certo punto vede comparire Whites che posa il punto nella stessa carbonaia... finisce così per seguirlo fino alla lanterna 10 (distante appena 100 metri) subendo peraltro l’onta del fatto che Whites arriva sul punto, mette la stazione, aggiusta la mantellina, controlla la direzione e sparisce all’orizzonte prima ancora che Stegal abbia punzonato.

A meno 15 minuti dalla partenza, Per Fosberg ha le mani violacee per le tante strette di mano ed il cervello in fiamme nello sforzo di raccontare il pre-gara agli inviati delle televisioni di diciotto paesi diversi (tutti con una lingua diversa). In quel momento Stegal, che ha già “registrato” una lanterna che non “bippa”, capisce che ben difficilmente sarà di ritorno in tempo per l’ora zero di gara, nella quale è solito avventurarsi in uno di quei “benvenuti ai concorrenti” che lo hanno reso celebre urbi et orbi, quando straparla al microfono col cervello ancora annebbiato dalle tossine... Stegal capisce però che la tratta lunga 14-15, che prevederebbe l' attraversamento di due verdoni e di una zona lunare ricca di rocce, rischia seriamente di buttarlo fuori carta. Per evitare drammi, intravede una soluzione: allungare la strada quel poco che serve per ripassare in senso contrario da tutti i cancelli -1, -2, -3 della partenza e persino dalla zona riscaldamento; le facce allibite dei concorrenti in zona partenza sono nulla al confronto delle facce allucinate di coloro che si sono appartati nel retro della zona partenza per un ultimo bisognino pre-gara e che si vedono piombare addosso durante una discesa "a vita persa" 95 chili di orientista !!!

All’ora zero, Per Forsberg si alza in tutto i suoi due metri e quaranta di prorompente bellezza nordica, lascia con un po’ di disgusto la stretta di mano di Barack Obama (che nel mondo conta molto meno di lui...) e con la voce di Odino quando parla a tutto il Walhalla di eroi dà finalmente il via alla gara nelle venti lingue rappresentative di tutti i concorrenti in gara: i cancelli della partenza si aprono come il Mar Rosso davanti a Mosé, e l’Evento può finalmente cominciare. Il mondo, che aveva trattenuto il fiato, può ricominciare a respirare... le onde ad infrangersi sugli scogli dell’oceano... i vulcani islandesi ad eruttare...
Nel frattempo Stegal, ormai più simile ai cinghiali che ha schivato per tutta la mattina che ad un essere umano, affronta la penultima lanterna che si dovrebbe trovare su un evidente naso dietro ad un prato. Peccato che sul naso non ci sia ombra di uno straccio di punto... poiché è materialmente impossibile che Stegal sia rimasto alto, anche perchè alla sua destra (in discesa) la visibilità del bosco è pari a quella che c’è normalmente sulla prima corsia dell’autostrada Verona-Bergamo (un chilometro netto, poiché stanno tutti in mezzo o in corsia di sorpasso!), Stegal prima decide di proseguire un po’ e poi di tornare indietro e salire di quota... e poi di ritornare indietro, e di salire ancora un po’ di quota... finché per farla breve battendo il bosco palmo a palmo trova il punto per grazia ricevuta e si accorge che anche questo non “bippa”... non registrando però che forse (ma forse) il punto appena trovato potrebbe essere uno zinzinello fuori dal posto giusto.

A questo punto Stegal decide di essersi divertito abbastanza e che forse è il momento di andare a trovare Per Forsberg al traguardo... ma l’unica cosa che riesce a pronunciare dopo il finish è “ci sono... pant pant puff... due lanterne... anf anf... che non bippano...sbuff pant”. Alla ovvia domanda “quali sono?” Stegal dispiega la carta davanti a se e... la notte cala sul cervello ottenebrato. Era la 9? La 6? La 14? Come ci sono arrivato fino al traguardo? Nel frattempo, Per Forsberg sta stringendo le mani di tutti i concorrenti che arrivano al finish, sta salutando in mondovisione in ventisei lingue diverse compresa un antico dialetto fossile del Kazakhistan orientale (ma i kazaki non lo capiscono perchè la sua pronuncia è troppo perfetta), e soprattutto ha già memorizzato i tempi di partenza e di arrivo di tutti i protagonisti e favoriti della gara, e ha colto l’informazione fondamentale che Klaus Schgaguler e Nicole Scalet non hanno preso il via.

Invece Stegal, ripreso fiato ma senza togliersi né i pantaloni lerci né le Inov-8 infangate, scaricato il bricchetto con un tempo ributtante di 1 ora e 21 minuti circa, assunta una sembianza vagamente umana, sopportato lo sguardo un po’ di compatimento del suo maestro Andrea Rinaldi (nonché la “pizza” di Tone Simionato) passerà le ore successive ad essere colto di sorpresa dall’arrivo dei favoriti, ed aspetterà invano con un anelito di filo di voce rimasta gli arrivi di Klaus e Nicole per “l’ultimo terremoto in classifica”.

E infine, sulle note finali della sigla di “Attenti a quei due”, Per Forsberg e Stegal riprenderanno la strada di casa. Il primo fiero e pieno del suo professionismo, ed il secondo ancora sbalordito di essersela cavata a buon mercato e di essere riuscito ancora una volta a farsi sopportare da circa 600 orientisti che potrebbero a buona ragione richiederne la pubblica impiccagione.

Ma scommetto che io mi sono divertito di più. Ed ancora una volta, come alla mia prima tappa della mia prima O-Ringen, potrò guardare negli occhi tutti quanti e sfidarli senza un filo di paura dicendo: “ma voi... cosa pensate di aver capito della gara se ve ne siete rimasti qui a stringere mani e salutare in trentadue lingue?”. Per Forsberg compreso.

7 Comments:

At 11:13 PM, Anonymous rusky said...

Un piccolo appunto: credo tu abbia scambiato 9-10 con 10-11... ma fa nulla, dopo aver girovagato un'ora e mezza in cerca di "nasoni", parlato per qualche ora, hai ancora la forza di scrivere una marea di c... (cose): ma vatti a riposare! ciao.-))

 
At 9:00 AM, Blogger Dopolav-ori said...

questo blog è evidentemente di parte: non sono IO ad imitare l'attacco al punto di G., è esattamente il contrario!

 
At 9:05 AM, Anonymous stegal said...

Quella "G" sta per "Galletti", vero? :-)
Se è così, il racconto è veritiero. E comunque, grazie a te, adesso so come trovare il triangolo di partenza in un tempo decente!

 
At 5:50 PM, Blogger Dopolav-ori said...

This comment has been removed by the author.

 
At 5:51 PM, Blogger Dopolav-ori said...

no guarda, è anche stavolta il contrario: io ho elaborato quel geniale (...) modo per trovare il triangolo, solo perchè nel tuo blog hai sollevato il problema, perchè prima da solo non ci ero mica arrivato. E adesso anche io risparmio almeno 4-5 secondi in partenza. Spero che il tuo blog non sia letto anche dagli avversari...

 
At 5:58 PM, Anonymous stegal said...

Tranquillo... gli avversari ci penso io a tramortirli ripassando dalla partenza a velocità ultraterrena!
Di ieri ho un vago ricordo di una ragazzina con tuta del Pavione che si è scansata all'ultimo momento in perfetto stile "milanese sulle strisce pedonali quando arriva il bauscia col Suv)

(la gente che mi vede passare dice "Cacchio quanto corri!"... ma non si accorge che appena entro nel bosco mi fermo a raccattare il polmone che nel frattempo ho vomitato...)

 
At 2:32 PM, Blogger Zarfo said...

Devo dire che leggere i tuoi post è sempre divertente!!! E comunque tra i cinghiali e Massimo Bianchi non saprei cosa preferire!

Eccomi qua, neofita tra i maestri, ad iniziare la vita del blogger anch'io!! Piano piano renderò anche la mia pagina decente...cerca di avere pazienza!

Ciao

 

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