Letterina a Babbo Natale (Tragic Moments)
E così si va a chiudere un altro anno sportivo. L’anno nel quale divento anche orientisticamente maggiorenne, avendo gareggiato per la prima volta nel lontano agosto 1992, cosa che sembra impossibile visto che le cappelle che faccio ancora adesso non possono essere etichettate sotto la voce “mancanza di esperienza”.
Qualche minuto fa, mentre stavo pensando a cosa avrei scritto (pensieri che poi puntualmente vengono stravolti da quanto esce effettivamente dalla tastiera), avrei definito l’annata sportiva come “più ombre che luci”. Poi però ripenso al fatto che sul sito dell’Unione Lombarda, di fianco al numero di gare disputate in stagione, c’è il magico numero 69... il che vuol dire che di giri in lungo ed in largo per la penisola, e non solo quella, ne ho fatti anche quest’anno.
E’ vero. Ricorderò questo come “l’anno dell’infortunio”. Ma è anche vero che, per chi come me vince una gara solo per il fatto di presentarsi al via, quell’infortunio patito in un venerdì sera di giugno non ha impedito di continuare a frequentare i campi di gara; anche se ho dovuto trascinare una gamba fino al traguardo, anche se spesso ho lanciato urla di dolore quando il piede sinistro poggiava in malo modo o incocciava un ostacolo imprevisto... urla che molto spesso non ha sentito nessuno (e mi chiedo se non vi sia un nesso di causa-effetto) perchè anche quest’anno sono partito tante volte prima di tutti gi altri concorrenti.
No, gli infortuni purtroppo sono quelli che ho visto accadere a Tommy o Sbrambi e, seppur in misura minore anche se vistosa, a Teno recentemente. Diciamo che gli infortuni sono altri, sono quelli che impediscono di partecipare con intenti bellicosi ad un campionato italiano o mondiale, o fanno chiudere anzitempo una stagione preparata con sacrifici e sforzi quotidiani che gli impiegati panzotelli come me nemmeno si sognano...
Dico “più ombre che luci” perchè qualcosa mi è rimato di incompiuto nella stagione. Qualcosa che non so definire nemmeno adesso ma rimane ad aleggiare impalpabile accanto a me (sarà forse la mia eterna ombra?). Forse quest’anno, più che in altre stagioni, mi sono talvolta accontentato di arrivare al traguardo in alcune gare senza tentare un colpo a sorpresa o un cambio di ritmo che alla mia età (e con il mio peso) non riesco più a praticare. Forse mi sono davvero adagiato nel vedere che il mio corpo mi consente ancora di fare gare lunghe o lunghissime, senza pensare al fatto che tante volte ho rischiato oppure o superato le due ore di gara. Forse mai come quest’anno mi è bastato vedere i nomi di “quelli che sono saltati” per essere felice delle mia prova condotta nelle retrovie, senza accorgermi e senza riflettere sul fatto che “quelli che saltano” sono quasi sempre andati al doppio della mia velocità... come si fa, d’altronde, ad essere felice per aver ripreso e staccato Corradini su una lanterna se in quella stessa gara BigNico in classifica sta 50 minuti davanti a me???
Però quest’anno sono riuscito a partecipare alla mia terza O-Marathon, sono andato alla 6 giorni del Tirolo con un tempo pazzesco (bello!) in uno scenario incredibile da patrimonio dell’Unesco, e poi sono andato alla mia terza O-Ringen con un tempo ugualmente pazzesco (pioggia!) in uno scenario da patrimonio della IOF. Ho partecipato ad una edizione degli Highlands Open nella quale l’hanno fatta da padrone (almeno fino alla quarta tappa) l’amicizia e la felicità di essere sull’Altopiano che si percepiva tra i concorrenti. Ho realizzato un 1-2-3 con HOP, Alpe Adria a Brallo e Campionati Italiani in Val dei Mocheni che mi hanno lasciato appagato sotto ogni punto di vista (gestione delle iscrizioni UL a parte...).
Sono riuscito persino a vincere una gara! Quella di Coppa Italia di Trail-O a Parma! (quella che molti noti trail-atleti definiscono come l’antitesi del trail-O... anche qualche compagno di squadra del tracciatore...). Anzi, pur non essendo risultato vincitore in nessuna delle cinque tappe, sono riuscito a primeggiare (grazie ad una improvvisa e copiosa nevicata che ha tenuto a casa i concorrenti più temibili) nella classifica finale della serie di gare promozionali organizzate dalla Besanese.
Ho corso un paio di ultra-mezze-maratone, l’ultima tre settimane fa nella neve e ne risento ancora le conseguenze...
Insomma, cosa vorrei di più? Forse potermi ancora allenare un giorno a Sesto Calende con Minna, senza avere in giro quel rompiscatole di Pasi, però!
Caro Babbo Natale,
per l’anno prossimo non ti chiedo molto... mi basterebbe poter ripetere una stagione come quella appena trascorsa.
Se possibile, evitami di andare a mettere in pericolo le articolazioni (caviglia e ginocchio e tendine d’Achille) a Mezzovico, o almeno ricordami di fare un massiccio taping anche nelle gare in centro storico.
Mi piacerebbe anche nel 2011 vedere almeno una volta il mio nome in cima ad una classifica, una qualunque classifica... non deve essere per forza la Coppa Italia... mi basta anche una promozionale condominiale o una notturna tra amici. Ma se questo non fosse proprio possibile, ok... va bene lo stesso, in fondo ho dovuto aspettare sette anni di sforzi ed innumerevoli secondi posti prima di vincere la mia prima HB a Monte San Giorgio.
Nei giorni scorsi ho preso in una mano l’atlante e nell’altra il calendario di WorldofO, e magari con il tuo aiuto riuscirò ancora a fare un viaggetto o due a scoprire nuovi posti dove ci sono nuove cartine e vecchi e nuovi amici con i quali passare qualche ora nel bosco.
Fammi trovare la forza e la voglia di andare a gareggiare in posti ed in condizioni che non avrei mai immaginato un giorno di visitare, come quando il giorno di San Valentino mi sono ritrovato sotto la neve a vagare per Genova Bolzaneto... o quando sono andato a prendere il diluvio torrenziale di Muggiò o mi sono infilato per due volte in un tubo scolmatore a Pradacci. Se proprio fosse possibile, però, cancella dalle carte orientistiche il nomi di Carvico... perchè ho già commesso per due volte lo stesso errore (andarci a gareggiare) e non vorrei davvero per una gara in centro storico
infilarmi nuovamente in un bosco verde 3 con fondo argilloso e pendenza costante del 30%...
Tu che puoi, convinci ancora i vari Rudi Mair (va bene anche il passaggio sul ghiacciaio e nel verde 8!), Dario Beltramba e Thomas Widmann a tracciare una bellissima gara come lo sono state quelle della 6 giorni del Tirolo, e davvero faresti filotto se invece tu tenessi a letto con l’influenza quel tale russo che ha tracciato la quinta tappa: l’orienteering è diverso dall’andare e tornare lungo la stessa curva di livello sparando i 150 metri di dislivello sulle ultime due tratte!
Non ti chiedo di farti parte attiva verso gli amici dell’Er-team perchè... come dire... io sono già là! (anche se non potrei mai ripetere 10 lanterne in fila come quelle di Hinterbeck 2008).
E poiché si parlava prima di atlante... ricordami che se andrò all’estero a gareggiare, foss’anche nel vicino Cantone, dovrò sempre comportarmi dignitosamente come ho fatto all’O-Ringen (grazie per avermi evitato la mia prima P.M. in Svezia alla prima lanterna della prima tappa...): in fondo le paludi mi piacciono perchè se non altro sono piatte anche se talvolta la palude sta in cima alla collina e non in fondo alla depressione (come è possibile?!?). Laddove comportarsi dignitosamente vuol dire anche ricordarmi di mettere nel borsone un pantalone di riserva per evitarmi di percorrere in mutandoni lunghi tutta la gara di Roma in centro storico...
Ricordami di tenere chiusa la bocca di tanto in tanto. Sia quando mi cimento come speaker sia quando mi lancio in alcune improbabili battute con i miei compagni turchesi dell’AGET, che mi ascoltano e mi guardano talvolta come se io fossi completamente matto (anzi... loro ne sono certi visto che mi ostino a correre in HAL in Ticino anche se arrivo sempre ultimo!): è vero che le battute non me le scrive Woody Allen ma, almeno a giudicare da certe mie scelte di percorso, non diresti che sono anche io una persona in grado di mettere ilarità?
Non ho velleità di classifica. Ma se almeno per una volta tu potessi dare all’impiegato panzottello le stesse soddisfazioni che ho provato ad Andalo, all’Arge Alp, durante la staffetta ma soprattutto durante ed al termine della gara individuale... ecco, te ne sarei molto grato! E altrettanto grato ti sarei se qualche gara nel 2011 sarà allo stesso livello dell’Arge Alp e degli HOP e della 6 giorni tirolese, magari in altrettanti scenari da favola e poco importa se ogni tanto piove o tira vento!
Ma soprattutto dammi la possibilità di sciabolare a destra e a manca per i campi di gara con i miei amici dalle tute multicolori, di tutte le squadre, di tutte le regioni e di tutte le nazioni. Perchè in fondo in fondo quello che vedo sempre più spesso è che, quando ci si ritrova dietro una cartina a confrontare le scelte di percorso, non importa che tu sia italiano o svedese o tedesco o lombardo o trentino o noneso o solandro... importa soltanto quanta passione e quanto del tuo 100% ci hai messo per andare dalla 6 alla 7.
Caro Babb-O, Buon Natale. E se stanotte ti dovessi perdere mentre viaggi da una casa all’altra, da un comignolo all’altro, non affidarti al navigatore del cellulare (men che meno se è quello di PLab...): affidati alle tue renne. Sono finlandesi ed avranno corso almeno 10 volte la Jukola! Loro sanno sempre dove andare...
3 Comments:
Grande Stegal! Buon Natale!!!
Giovanni (OriCroce)
Complimenti per la chiusura e auguri!
Più che Babbo Natale, per Hinterbeck dovresti sentire il tracciatore ;-) credo tu abbia la mail, chissà che non ci attenda un altro tuo exploit...
anche perchè quelli del 2011, pare, saranno gli ultimi campionati italiani media distanza con le qualificazioni!!!
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