Quando si decide, come ho fatto io in questa prima parte di stagione, di correre sempre e comunque nella massima categoria possibile intesa come lunghezza e difficoltà, occorre mettere in preventivo alcune situazioni e non lamentarsi troppo: né prima della gara (quando bisogna trovare il coraggio di uscire dal letto), né durante la stessa (quando ci si scopre piegati in due su salite da infarto o terrorizzati di fronte ad un punto veramente infrattato), né dopo quando occorre fare il bilancio della situazione e cercare il proprio nome in classifica.
Per tutta questa serie di motivi, e per la gara che andrò a ricordare, Thomas Ruckstuhl può benissimo prendere il posto del santo che si festeggia il 27 marzo ed avere una birra pagata alla buvette ogni volta che ci incroceremo! Per la cronaca, la gara è la prima prova del TMO ticinese corsa ieri sulla carta di Origlio-SanZeno, e Thomas è il tracciatore della suddetta gara; ovvero la persona nelle cui mani (e nel cui buon cuore) l’Impiegato Panzottello, altrove citato con diverso appellativo ma pari significato, affida le proprie sorti e la propria salute fisica (visto che quella mentale ormai si è persa in qualche verde 2 europeo...).
Origlio-SanZeno, dunque. Gara organizzata dalle tute turchesi dell’AGET (società che prima o poi mi impedirà di prendere parte alle competizioni finché non raggiungerò uno stato di forma almeno decente) che scelgono di sfruttare nuovamente una delle mie carte ticinesi preferite. Per questo motivo non ho dubbi quando è il momento di inserire nel sito della Federazione Svizzera il mio nome accanto alla categoria HAL, che starebbe per uomini-A-lungo. La precisazione del significato è importante, in questa proflusione di categorie alla “regione che vai usanza che trovi” e visto che ormai soprattutto alle nostre latitudini ci sono persino atleti Elite che corrono la categoria B per vincere il salame o il cinquantesimo marsupio-portascarpe della collezione...
No, l’Impiegato Panzottello preferisce godersi tutto quanto offre il menu: salite, discese (alla Tony Hawk), punti infrattati e distacchi abominevoli dalla testa della classifica. E, con una coerente costanza di rendimento, un nuovo ultimo posto in classifica per la serie “machissene...!!!”, ultimo posto accompagnato però da alcune belle soddisfazioni che rendono ancora una volta la mia scelta suicida “value for effort”.
Con un pensiero speciale all’amico Lorenzo che una volta correva con me (nel senso che ci si poteva sfidare quasi ad armi pari) e che ora, inpalmata e portata all’altare la sua Cornelia, si prende il gusto di fare un terzo posto in H35 in una importante gara della Svizzera tedesca. A proposito: poiché i geni sono sicuramente di ottimo livello (la succitata Cornelia è la sorellina di colei-che-ha-in-saccoccia-17-titoli-mondiali) e Lorenzo è italiano... vi devo spiegare tutto? Non è che mi posso mettere io a cercare tutti gli svizzeri di primissimo livello con passaporto italiano (e ce ne sono...)!!! Insomma, tra 20 anni o poco più o poco meno un qualche consigliere federale potrebbe magari bussare alla porta dell’Hildelbank e capire questi che cosa vogliono fare da grandi!!!
Ma ero rimasto alla carta di Origlio-SanZeno...
Per dirla alla Fratelli Vanzina, trattasi di Ori-Panettone (se esiste il Cine-Panettone...). Ovviamente i più esperti avranno già capito che nulla ci azzecca con spumante e dolce milanese, due specialità che mi vedono tra gli Elite di alto livello, ma ha a che fare con la conformazione morfo-geologica dei dintorni. La collina di San Zeno è infatti un collinozzo 5 x 15 centimetri con: a sinistra una orrida scarpata a strapiombo senza dettagli orientistici di un certo livello (ma è solo questa seconda caratteristica, unita allo stato di santità di Thomas, che ha impedito di mandare i percorsi in quella zona). A sud, zone di verde 1 e 2 con maggiori dettagli... oh! Verde 1 e 2 attraversabilissimi soprattutto in questo periodo: no rovi, si party! A nord un declivio più dolce verso la strada cantonale e a destra il vero pezzo forte: il paesino di Origlio che devo aver già descritto in occasione di qualche gara “FragOri”... un altro autentico labirinto nel quale rischia di perdere trebisonda e gara persino chi ha ggiocato le sue carte migliori nel bosco. E’ quindi ovvio che i percorsi (sempre grazie Thomas!) siano un autentico flipper nella zona alta del collinozzo: 4,9 km + 300 metri di dislivello e 22 punti di controllo sono (ancora) nelle mie possibilità.
Non ho quindi grandi patemi d’animo quando affronto i saluti degli amici ai cancelli di partenza, ed in tutta serenità mi accingo a dare una bella occhiata alla carta muta per identificare (Pedro docet) il triangolo rosso di partenza. La descrizione punto dice “1 – buca”, ed ecco lì una bella buchetta a circa 300 metri... “salita nel versino, sentierino, curva, buca sotto il largo naso...” pensa l’Impiegato Panzottello; “2 – sasso”... “beh!... si prosegue diritto, giro nell’avvallamento, un paio di verdini ed ecco il sasso” almanacca tra se e se l’I.P.; mentre già si sentono i bip-bip dell’orologio, l’I.P. ha l’ardire di pensare “3 – avvallamento... si prosegue ancora diritto e l’avvallamento sarà quello dietro la collinetta... Ah! Ah! Ah!...”.
Partenza. L’I.P. parte davanti a tutti (è lo status di HAL, mentre la gente dietro pensa che quel ciccione non può che aver sbagliato cassetta), afferra la carta di gara ed in un decimo di secondo scopre di averli azzeccati tutti e tre! Ed è per questo motivo che, almeno sulle prime lanterne, non troverete negli split il mio nome all’ultimo posto della classifica parziale: mi è bastata infatti la scarica di adrenalina per lanciarmi avanti e (una tantum) doppiare la lanterna svedese ancora in testa al gruppo!
Gara che parte quindi nella zona bassa del collinozzo, mentre bambini ed infanti si sgargarozzano le salite fin dal secondo punto. Sono un laser fino alla 4 (laser ma lento... esiste il laser lento?) passando dal nasetto e dalla carbonaia, e prima salita mortale da infarto verso la 5 dove esalo il terzultimo respiro. A questo punto (magico Thomas!) inizia la flipperaggine tra collinette ed avvallamenti che terminerà solo al dodicesimo punto. Nessun particolare problema tecnico, solo un primo evidente rallentamento dopo l’11esimo punto; alla 9 sento un calpestio qualche decina di metri dietro a me... e non ho nemmeno bisogno di voltarmi per capire che sta arrivando Stefano Maddalena il-più-forte-orientista-straniero-che-abbia-calcato-con-continuità-i-campi-di-gara-italiani.
Il loop nel verde 13-17 va via persino liscio, ed è solo sulla pazzesca salitazza in uscita dalla 16 che mi tocca esalare il penultimo respiro; ma ormai la tenzone è quasi al termine ed il tempo di gara è ancora sui limiti di una onesta (in)decenza. Trovo bene la 18, laddove alcuni imberbi giovani elvetici si lasciano traviare e depistare da una connazionale che “smista” orientisti da tutte le parti nel tentativo di trovare il punto 67 (che sta 50 metri più a sud-est nell’avvallamento più grosso) e finale tranquillo nel labirinto di Origlio a chiudere la prova in 74 minuti e 45 secondi, proprio 5 minuti prima che cominci a piovere!
Contento della gara? Si, molto.
Deluso per l’ennesimo ultimo posto? No, per niente.
Ho imparato qualcosa? Certo che si!
Sulla sigla di coda parte anche il messaggio pubblicitario: potrete seguire le prossime puntate de “Extreme Orienteering by Impiegato Panzottello” sul canale di Sky dedicato alle imprese impossibili...
11 Comments:
Tecnicamente non credo che quel percorso ti potesse mettere in difficoltà..... mi piace molto la tratta 17-18 perchè non è chiaro quale scelta sia la migliore! per il resto, ordinaria amministrazione e dislivelli poco svizzeri!
La migliore è senz'altro quella che hanno fatto gli Stefani (non Dario...) su dritt fin en zima e poi sentiero a sinistra, sella e buttarsi di sotto.
Credo che solo Matteo Crippa abbia girato da sotto, ma lui è giovane e può permettersi la risalita finale!
Beh, nemmeno andare "su dritt fin en zima" mi sembra poco atletica! non lo so... credo che a dislivello non ci sia grossa differenza. Ad occhio avrei fatto tutto sentiero e risalita finale ma, solo ad occhio.... a gambe non so!
Guarda... il ring announcer stava già decretando il mio ko nella salita dalla 16 alla 17. Io da lì ho preso il sentierino che saliva ad S fino al sentiero più grosso, e da lì ho preso ancora il sentierino piccolo che aggirava le colline ad ovest.
Da l' è banale: prima sella dove il sentierino svolta di brutto ad ovest, seconda sella tra le due colline che ti si parano davanti e una volta che sei nell'avvallamento grosso è dura mancare il punto...
Dall'altra parte e poi da sotto non lo so, ma "Giuliani 7 minuti basso e Crippa 7 minuti alto" mi dice che stando sul sentiero grosso si perdono circa 45-60 secondi.
Io ho calcolato che ad arrivare alla 2à sella ci sono circa 60 metri di dislivello e non si corre sotto la linea rossa. Se dalla 17 si sale in diagonale (nel bianco) fino al sentiero ci sono 20/25 metri, poi è discesa fino al piccolo recinto e su 20 metri.... può anche essere che ci siano 30" ma da quando ti fai problemi per così poco?-))
... intendo... quelli bravi si giocano 45-60 secondi. Io non mi abbasso nemmeno a fare il confronto tra due scelte, se la differenza è inferiore ai 3\4 minuti!
Capisco perchè l'AGET ti vuole togliere il patentino.... la loro punta in HAL in Svizzera,non può usare questa tattica!
... e pian pianino mi (ri)metto a leggiucchiare il tuo blog, che comincio a capirci qualcosa :)
Ciao Metka!!!!!!!
Una dedica speciale per te nella prossima puntata (se sopravviverò...)!
ciao stefano certo che qualche allenamento infrasettimanale antischiattamento lo potresrti anche fare!!!
Non so se hai visto Bezzi qs anno della serie i miracoli esistono.
QS anno mi sono ridotto ad uscire alle 21.30 con frontale e il commento è sempre quello "è dura essere campioni"
Ciao Mike TRENT-O
Sebastian Inderst è italiano, ad esempio...
Luciano
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