Le mie fonti dicono... Gernot Kerschbaumer!!! (vedi commenti al post...)
Oltre 400 atleti provenenti da 41 nazioni si affrontano nei Campionati Mondiali di orienteering. Il 6 agosto è una giornata caldissima, si corre ad oltre 35 gradi di temperatura su un percorso dalla lunghezza teorica di quasi 17 chilometri e con un dislivello complessivo superiore ai 500 metri. Al termine della prova, dopo 1 ora e 46 minuti di corsa allo spasimo, si laurea nuovo campione del mondo lo svizzero Thomas Buehrer. A colpire l’interesse dei media è la prima la dichiarazione del neo campione del mondo: “Il segreto per vincere? Correre i 10.000 metri come un olimpionico e giocare a scacchi come un maestro”. Ce n’è abbastanza per andare a conoscerlo da vicino!
Prima due parole sull’orienteering o corsa di orientamento: si tratta di una prova di corsa su terreno vario in cui i partecipanti, con l’ausilio di una carta topografica molto dettagliata e di una bussola, devono raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile e con scelte di percorso autonome, passando da una serie di punti di controllo detti “lanterne”. Il percorso tra un punto e l’altro viene scelto da ciascun concorrente in base alla conformazione del terreno e alle proprie capacità tecniche ed atletiche.
Non si tratta di uno “sport estremo” né di una disciplina sconosciuta: basti sapere che sono previsti percorsi anche per i bambini sotto i 10 anni o per gli adulti sopra i 65 anni (in Svezia addirittura è prevista una categoria per gli over 90!); sempre in Svezia, il maggiore evento sportivo nazionale è costituito dall’Oringen, una manifestazione di 1 settimana alla quale partecipano oltre 15.000 atleti da tutto il mondo, mentre i Italia si sono raggiunti i 3000 partecipanti alla “5 giorni dei Forti 2002”.
D: Thomas, quale è il tuo circolo scacchistico? Quali sono stati i tuoi risultati recenti?
R: Faccio parte del club di scacchi Dottingen-Klingnau, un circolo in un piccolo paese a nord di Zurigo. Abbiamo una squadra nella terza categoria del campionato svizzero a squadre; siamo sempre vicini alla promozione in seconda categoria ma non siamo mai riusciti nell’intento. A causa di un serio infortunio che mi ha impedito di allenarmi e gareggiare, durante l’inverno e la primavera scorsa ho giocato 6 tornei in fila. Grazie all’allenamento scacchistico e alla continua partecipazione a tornei ho migliorato il mio livello passo dopo passo. Nell’ultimo torneo, lo Zurichsee-Plaza Open, ho realizzato 4 punti su 7 con una performance di 2092 punti, che è molto più alta del mio attuale ELO svizzero di 1893.
D: tu sei campione del mondo nell’orienteering e un buon giocatore di scacchi. Hanno qualcosa in comune lo sforzo mentale e la concentrazione richiesta nelle due discipline?
R: in entrambi gli sport è necessaria una buona forza di immaginazione. Nell’orienteering occorre immaginare il terreno basandosi sulla lettura della mappa, negli scacchi occorre anticipare la posizione per molte mosse in avanti. In entrambi i casi un calo di concentrazione può essere fatale, quindi occorre tenere sotto controllo il livello di concentrazione, ed anche le emozioni. Anche la fatica fisica influenza le performance: nell’orienteering occorre stare alla soglia della velocità limite alla quale il cervello smette di lavorare bene, negli scacchi la stanchezza dopo 5 ore di gioco diventa un fattore cruciale. Infine occorre saper prendere decisioni intuitive, senza che si possa avere abbastanza tempo per calcolare tutte le eventualità.
D: ci sono somiglianze nell’impostazione di una strategia?
R: La strategia è più importante negli scacchi. Anche nella corsa, però, si prendono decisioni strategiche: all’inizio della gara occorre scegliere la corretta velocità di corsa ed immedesimarsi nella lettura della mappa per capire le particolarità del terreno. Ma se parliamo delle abilità necessarie per spostarsi da un punto A ad un punto B della mappa il più velocemente possibile, penso che queste abilità coinvolgano più la sfera tattica che quella strategica.
D: pensi che un allenamento fisico possa aiutare un giocatore di scacchi? E un “allenamento mentale” possa giovare in uno sport fisico?
R: Ho già citato il fattore stanchezza dopo molte ore di gioco. Penso quindi che un allenamento fisico anche modesto possa aiutare a mantenere la concentrazione in queste fasi. Certo, anche l’orienteering può essere un buon allenamento per uno scacchista con molte ambizioni, perché offre la possibilità di allenare contemporaneamente il cervello. In tutti gli sport fisici è prevista una fase di “allenamento psicologico”: nell’orienteering è un elemento importante come la corsa o la lettura della mappa.
D: come si svolge la tua giornata tipo?
R: Durante la fase di massimo allenamento pratico attività fisica due volte al giorno. Quando lavoravo come assistente all’università mi allenavo al mattino e alla sera, quindi potevo giocare a scacchi solo alla sede del club, dopo l’allenamento serale. Nell’ultimo anno e mezzo sono diventato un corridore professionista. Questo mi da la possibilità di giocare a scacchi sia prima che tra i due allenamenti.
D: suggeriresti ad un giovane di provare a cimentarsi, con allenamenti o con la partecipazione a competizioni, sia negli scacchi che in un altro sport?
R: Se un giovane mostra non solo un interesse, ma una reale passione per gli scacchi e l’orienteering, gli suggerisco di investire quanto più tempo possibile in queste discipline: otterrà risultati molto buoni concentrandosi sulle cose che ama maggiormente. Naturalmente un giovane che preferisce una disciplina intellettuale farà bene a non trascurare una pratica sportiva, e vale anche il viceversa.
D: c’è qualcosa nel mondo scacchistico che vorresti vedere nell’orienteering, e viceversa?
R: Il professionismo è ben accettato negli scacchi ma non ancora nell’orienteering. Mi piacerebbe vedere che gli orientisti al top delle classifiche mondiali potessero vivere con i guadagni di gare e sponsorizzazioni. Credo che gli scacchi guadagnerebbero ancora più interesse nel mondo extra-scacchistico se ci fosse un solo campione del mondo.
D: chi è il tuo giocatore di scacchi preferito?
R: non sono ancora così bravo da aver sviluppato un favore verso lo stile di questo o quel giocatore. Mi piacciono i giocatori che commentano le loro partite in modo comprensibile ed umoristico, perché mi danno la possibilità di capire ed apprezzare il loro gioco.
11 Comments:
Ma dai, non scherzare.... chi c... è questo Buhrer!
assomiglia a Merz
Scusa ma chi è quello in fianco a Galletti nella foto?
Intendi quello che assomiglia a Merz o quello con la tuta "Osterreich" sullo sfondo? Per il secondo non ne ho idea, a quei tempi era già tanto se riconoscevo Bjorn Valstad e Jorgen Rostrup...
Ricordo però in quell'occasione di aver sentito lo speaker annunciare con una particolare enfasi il velocissimo russo Mikhail Mamleev... vai a vedere poi te i casi della vita! :-)
La cartina era quella di Gronholt Hegn, e in H35 avevamo 9 lanterne, di cui le ultime due fettucciate :-(
Stefano, ma tu scrivi di storia recente.... se non hai fatto orienteering prima del 1990 non hai diritto di parola....
Orpo! Io prima del 1990 facevo un altro tipo di orientamento... più o meno quello che facevi tu, se ricordo bene alcuni tuoi racconti! :-)))
Intendevo quello con la tuta Austriaca. So benissimo che quello in primo piano è il fratello di Massimo Ceccherini ...
Ah! Chi sia quello in tuta austriaca io proprio non lo so... non ci sto dedicando molto tempo ma non mi è così facile trovare i risultati degli Europei 2004 in Danimarca (intendo quelli totali globali, non quelli della Norvegia).
Sul sito Fiso almeno puoi risalire almeno fino al 1999! :-)
Io sparo la Gigon..non mi ricordo se era presente oppure se si era già lanciata verso nuovi orizzonti!
Jack
Ciao Jack!
Ho scatenato la ricerca... sto contattando un po' di fonti (il sito www.eoc2004.dk non esiste più, ma si può?).
A me sembra più un maschietto che una femminuccia ma... ooopppsss!... non vorrei mai aver fatto una groooosssssa gaffe :-)
vabbè, allora quella di sx è la Leonhardt.
Jack
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