My MiPa under the storm
Se un giorno mi avessero detto che 350 ragazze e ragazzi si
sarebbero presentati al via di una gara promozionale di orienteering, sotto
quel nubifragio che sta riempiendo non solo vie e piazze di Milano ma anche le
homepage di tutti i siti di informazione, per la soddisfazione di vincere un
bel nulla se non una lavata da capo a piedi all’insegna del “non sarò mai più
asciutto in vita mia!”…
… ebbene quel giorno io avrei risposto: “Si, certo, come no.
E la mia vicina di casa è Keira Knightley!”.
Oggi pomeriggio, dopo aver
scaricato dalla macchina due quintali di fango misto a lanterne misto a foglie
misto a paletti di ferro, sono arrivato sul pianerottolo e guarda un po’ chi c’era?
Signore e signori, la
mia nuova vicina di casa!
Scherzo, ovviamente. Se Keira Knightley fosse la mia vicina
di casa, tutto starei facendo tranne che scrivere il blog. Starei più probabilmente
ammassando in casa ogni possibile tipo di spezia reperibile sul mercato, metti che una sera che tutti i negozi sono chiusi e lei si presenta alla mia porta
chiedendo se mi avanza un po’ di zenzero caramellato delle Galapagos… “Zenzero
caramellato delle Galapagos? Certo, me ne avanza giusto uno zinzinello da
prestarle… intanto appoggi pure sulla poltrona la sua modesta persona in
lingerie…”. Ma se lo fosse, la mia vicina di casa intendo, ecco la prima cosa
che mi direbbe: “C’eri anche tu al Monte Stella con gli altri 350 pazzi sotto
il diluvio a cercare lanterne?”. “Sissignora, c’ero anch’io… ma alla fine lo
vuole ‘sto zenzero o passiamo subito alle cose serie?”.
350 fa qualcosa più di 300, che è un bel numero tondo che
richiama imprese eroiche del passato. Da oggi per me è sinonimo di “ma quant’acqua
deve venire per far stare a casa gli orientisti, organizzatori compresi???”. Eccomi
di colpo trasformato in un organizzatore di gare di dimensione svizzera! Ma io
sono lombardo… mica mi chiamo Ztefano con la Z di Zole e Ztelle!!! Ok, in
passato al Monte Stella o al Parco delle Cave abbiamo fatto anche più di 350
partenti, ma in una giornata di sole, che diamine! Non sotto un diluvio totale con
tuoni e vento freddo di traverso che posso paragonare solo ai celebri
Campionati Italiani del Cansiglio! Solo a Venezia ricordo di aver visto più
acqua… ma se ne stava buona sotto i piedi! Quella di oggi era sopra, sotto, di lato.
Ho visto fiumi d’acqua venire giù dai sentierini del Monte Stella, paludi di
fango attorno alle lanterne come nemmeno alla penultima lanterna dell’O-Ringen
2010. Ho visto ragazzi incoscienti affrontare la tormenta in calzoncini corti,
con in mano una mappa che per alcuni era comprensibile quando una runa celtica
(anche prima di trasformarsi in una specie di bolo saponoso… questo per chi non
l’aveva adeguatamente protetta nella plastica).
Ho capito fin dall’inizio che il punto più alto della Montagnetta
di San Siro rappresenta probabilmente un buco nero che calamita tutto quanto
passa nei paraggi: non saprei spiegarmi altrimenti la presenza in cima al colle
fin dalle 9.30 del mattino di alcuni ragazzini che avevano il percorso corto e
che la Montagnetta se la dovevano girare tutta senza fare un solo metro di
dislivello! Ma dove ce l’avete la testa? Avete le lanterne ogni 50 metri, a
destra ed a sinistra del sentiero che gira attorno al colle… cosa vi è saltato
in mente di prendere la direttissima di massima pendenza e farvi giusto quei 70
metri di dislivello gratis per arrivare fin qui? Cos’è… vogliamo vedere tutti
quanto lo stadio di San Siro sotto il diluvio??? Cosa sono stato qui a fare a
disegnare i l percorso corto, medio, il medio-lungo, il lungo, il King of the
Hill? Prossimo anno, tutti sul King of the Hill! (ho già in mente come farlo…
AH AH AH… IH IH IH… vedi sempre alla voce “Dottor Mabuse”).
Che poi, ad esempio, il percorso “medio-lungo” è stata una
cosa buttata giù venerdì di volata, che per fortuna avevo posato 36 lanterne e
le potevo far girare come volevo (ci hanno fatto i Mondiali di trail-O con 36
lanterne, ci hanno fatto). Tutto perché tra mercoledì e giovedì Marco Lombardi,
l’uomo di ferro che gestisce le iscrizioni, all’improvviso è andato via di
brocca e ogni ora ci aggiornava con dei numeri le quote di iscrizioni che
sembravano quelli della piena del Seveso o l’alta marea a Venezia: “siamo a 250…
310… nuovo aggiornamento: 350… altri 30 sul medio… a 404 chiudo le iscrizioni…
435 adesso le chiudo davvero… 460… 494!”. A quota 494 ci siamo guardati in
faccia e abbiamo dato un’occhiata alle previsioni del tempo che non sapevano più
come spiegare che sarebbe venuto giù di tutto.
Non ci è restato che sperare in un miracolo, che però non è avvenuto. Così alle 7.10
ecco i posatori che partono per andare a mettere giù paletti e lanterne. Per la
prima volta da quando esiste, il Monte Stella è DESERTO! E’ buio, si vede da
qui a lì ed i punti di controllo “limite di vegetazione” (le fronde dei rami) sono
una scommessa perché viene giù talmente bene che non si riesce ad alzare gli
occhi al cielo. Alle 8.30 la posa è completata, Dario mi dice che il ritrovo l’abbiamo
spostato sotto la tettoia del mercato rionale, quindi i concorrenti si faranno
300 metri per arrivare alla svedese e altrettanti dall’ultimo punto al
traguardo per tornare al mercato rionale. Io mi piazzo sulla cima del Monte
Stella da dove posso controllare la situazione: ecco un selfie scattato alle
9.00.
Alle 9.15 vedo i primi passaggi sui sentieri che si
inanellano attorno alla cima, alle 9.30 passa Paolo Bocchiola, poi Carlo Nessi.
Arrivano i ragazzi del percorso corto di cui sopra… e che torneranno imperterriti
sulla cima una seconda volta!, arrivano quelli del percorso lungo delle scuole
e non sembra nemmeno che siano incavolati contro i prof, la scuola, le
istituzioni… “Qui c’è la 21! La prossima è laggiù…” ed il mio cuore di coach si
scalda vedendo che quel braccio punta nel nulla di un muro d’acqua ma
inequivocabilmente dritto verso la lanterna giusta. E’ poi il turno di Giorgio
Gatti, di Dallera, di Anna Quarto (si, Anna, sei tu la “Queen of the hill”!),
aspetto Marco Giovannini ed invece dal basso arriva imprecando e sorridendo
Paolo Menescardi.
Quando ormai penso che le partenze siano finite, che avrò
già visto passare un centinaio di persone, che mi sembra da pazzi che qualcun
altro stia cominciando la gara perché piove sempre più forte, sempre più di
traverso, sempre più ghiaccio ed i tuoni sono sempre più vicini… ecco arrivare
LA TORMA! Le ultime scuole sono arrivate, ed adesso ci sono almeno 10-20
concorrenti alla volta che risalgono la china fangosa del colle. Sono le 11
passate ed ormai puzzo come un cane bagnato, sono più bagnato di un cane
bagnato e penso che non sentirò mai più caldo in tutta la mia vita.
Non so più come tenere calde le mani e scendo verso il
ritrovo per accompagnare alcuni piccoli che si erano spaventati per i tuoni ed
i lampi… al ritrovo c'è una calca pazzesca: ci sono ancora un centinaio di persone
che aspettano in fila per partire!!! Quello che succede da lì in poi è storia
recente: non solo le partenze non sono ancora finite, ma mi tocca ritornare sul
colle per fare da “cane pastore” e tenere sotto controllo la situazione… perché
un paio di punzoni sono stati strappati ed i ragazzi giustamente vanno un po’
in crisi perché non sanno che fare. Una coppia di ragazze di notevole presenza passa
tre volte davanti alla lanterna con codice WW ed al terzo passaggio mi accorgo
che 50 metri dietro a loro arrancano due ragazzotti ben piantati che mi dicono “oh…
noi corriamo e loro camminano, ma sono sempre davanti loro!”. Quando le due
ragazze tornano per la quarta volta al punto di snodo, riferisco la battuta ed
una mi risponde: “Si… se guardassero la cartina anziché noi… sarebbero molto
più avanti!”.
Infine la giornata vola via in glissando. Ci sono gli ultimi passaggi (nessuno è perso, solo un po' in difficoltà per il diluvio e tutti sono seriamente intenti a finire il percorso),
il ritiro punti con Remo, il ritorno a casa cercando di proteggere il sedile
della Ford, lo scarico merci nel box ed una doccia bollente di un quarto d’ora. Fuori
continua a diluviare, le notizie che leggo sulle homepage da Milano, da Genova,
dal Piemonte non sono rassicuranti. Il campanello non squilla, ma io continuo a
tenere a portata di mano lo zenzero caramellato delle Galapagos.
Perché non si sa mai…!
3 Comments:
Io ho solo una domanda:
perché in comic sans?
Io non so nemmeno cosa sia il Comico Senza. Senza cosa? E' una battuta di Marty McFly? "... una Pepsi senza...". "Se vuoi dire senza pagare hai sbagliato porto"
Allora una cosa che non abbia zucchero
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