50 lanterne: clamoroso al Cibali!
“Frozen
Tundra” in gergo sportivo sta a rappresentare uno sport preciso in un posto
preciso: il football americano, la squadra dei Green Bay Packers, lo stadio
Lambeau Field. Uno stadio all’aperto a Green Bay, Wisconsin, dove in inverno si
raggiungono condizioni estreme e prevalgono le tre “effe”: freddo, fango e fatica. Lasciamo il Wisconsin ma portiamo con noi
le tre “effe”, aggiungiamoci una buona dose di rovi, buttiamo tutto in salsa
orienteering ed otteniamo la gara che da qualche anno a questa parte chiude la
stagione regionale lombarda: la “50 lanterne” che comincia ad attirare
partecipazione anche dalle regioni limitrofe e dalla Svizzera. 50 lanterne
distribuite su un’area che fa provincia, 3 ore di tempo massimo per punzonare
più lanterne possibile, e chi sgarra anche solo di 1 secondo è fuori
classifica.
L’edizione 2017, disputata il 10 dicembre nella frozen tundra dei Boschi di Calò, Montemerlo
e Canonica con partenza ed arrivo a Calò, sarà ricordata come la più dura nella
storia ormai quinquennale di questa competizione: una autentica mazzata di oltre 18 chilometri stimati, con
dislivello stimato di 400 metri positivi da fare su e giù lungo i valloni
fangosi e pieni di rovi delle Valli del Pegorino e Cantalupo. Per fortuna degli
orientisti (ma non del clima meteo di questi ultimi anni), la siccità ha
prosciugato i torrenti rendendoli talvolta simili ad un sentiero sconnesso ma
chiaramente tracciato in mappa; altrimenti, se si fosse aggiunta anche l’acqua,
alle 3F ed ai rovi si sarebbero aggiunti chissà quanti attraversamenti
dell’acqua gelida… Mi basta ricordare che l’anno scorso la gara era stata vinta
da Sebastian Inderst con il tempo di 1 ora e 7 minuti, e che quest’anno la gara
è stata vinta da Alessio Tenani e Samuele Curzio con il tempo di 2 ore e 12
minuti! Praticamente il doppio!
In questo contesto di frozen tundra è “CLAMOROSO AL CIBALI!” il secondo posto conquistato dallo speaker
nella categoria M19-34 dietro (molto dietro…) a Samuele. Tra i miei innumerevoli
difetti: non corro forte sui sentieri, non corro-e-punto in salita, incespico in
ogni ramo e mi potete trovare spesso a litigare con i rovi. Se proprio dobbiamo
trovare due doti: mi fiondo giù per i valloni fangosi con il posteriore per
terra come nemmeno il miglior Armin Zoeggeler (per la delizia di tutti i
presenti che non ci si azzardano nemmeno…) e, dopo aver seguito pedissequamente
per due ore il coach Marco Giovannini, decido di fare ritorno al traguardo
nell’ultimo momento utile per far segnare un tempo di 2 ore 58 per 43 punti di
controllo. Gli altri iscritti in categoria? O non pervenuti al traguardo entro
le tre ore, o arrivati con un numero di punzonature inferiori. E chi ha detto
che l’orienteering non è (anche) un sport di cervello?
Quando,
subito dopo le premiazioni, ha cominciato a nevicare di brutto qualcuno ha detto
che è stata colpa mia, perché con un secondo posto nella “50 lanterne” potevo
solo far venire la neve!
3 Comments:
👏🏻👏🏻👏🏻😇
Il tuo percorso?
Facce sogna'
Un FTM
Complimenti Stefano! Ammetto la mia cocente sconfitta, però mi piace pensare che sia un po' anche merito mio. Spuntandoti improvvisamente davanti in mezzo al bosco e puntandoti il dito in faccia lanciandoti la sfida spero di averti stimolato ad ottenere il massimo dalle tue indubbie capacità orientistiche (e anche atletiche ;-) )
Spero di aver presto un'occasione per la rivinciata. Daniele
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